Bologna: un San Petronio “Strafico”
4 ottobre – Nella ricorrenza del patrono di Bologna, San Petronio, si è svolta la seconda edizione della StraFICO, la corsa enogastronomica non competitiva per tutti all'interno della cittadella dell’alimentazione contadina sorta a nord di Bologna. I dati ufficiali Uisp parlano di 1000 partecipanti, non solo bolognesi (rimasti orfani al penultimo momento della gara ufficiale del Cordinamento, ‘intelligentemente’ programmata a un km da FICO), ma da tutta Italia, anche stranieri come tedeschi e americani.
È stata una corsa o camminata di 5 km, ognuno dei quali marcato da una ‘tappa’ o ristoro di specialità tipiche (polenta, piadina, purè, squaquerone… e vini o bevande analcoliche sempre diverse), con l’ accompagnamento di Radio Bruno e dello speaker Leonello Viale che domenica scorsa era a Ferrara e oggi ha annunciato le prossime maratone, non solo di Bologna (sempre sponsorizzata da FICO) ma addirittura di Carpi. E se su Bologna qualche dubbio l’abbiamo, su Carpi poi…
Il tracciato era in sostanza il perimetro interno del parco, tra i vigneti, le piante rare e gli animali (particolarmente apprezzati dai bambini, attratti soprattutto dai somarelli e dai maialoni di varie razze e dimensioni enormi, alla faccia di chi non li vuole gustare perché il Libro lo vieta), con uno zigzag un po’ più lungo nello spazio del festival “Lanterne”, ovvero estremo-orientale tra Budda e pagode (e ai margini i dinosauri, la cui pertinenza resta dubbia, e certamente non si mangiano).
Qualche piccolo disguido di segnalazione, negli attraversamenti all’interno dell’area coperta quando si presentavano i bivii per il primo o il secondo giro, non ha fatto comunque perdere nessuno, perché come diceva Dalla, a Bologna non si perde neanche un bambino.
Quote di iscrizione non particolarmente popolari (10 euro per gli adulti, 8 per i bambini, gratis per gli under 5 e… i cani), ma compensate da vari benefit, come l’accesso gratuito alle giostre e il parcheggio gratuito, e naturalmente dai ristori gastronomici, inclusa la mela che i due piccoli della foto stanno assaporando con gusto dopo la fine della prova.
Mentre a pochi chilometri andava in scena l’ennesima calata di braghe della fu-civiltà cattolica, sotto forma dell’invito vescovile a confezionare tortellini senza carne di maiale (e perché non anche vino senza alcol?) per ‘accogliere’ chi, a casa sua, non esita a trattare in ben diverso modo gli ‘infedeli’, e a casa nostra non ha paura, poniamo, a castigare come sa lui la figlia che rifiuta il matrimonio combinato col settantenne, qui si è conservato l’orgoglio di proclamare al mondo la propria unicità, culturale, sportiva, gastronomica. Non esente da dubbi (perché solo i talebani di ogni confessione non hanno dubbi), come aveva già capito Guccini: “Lo sprechi il tuo odor di benessere - però con lo strano binomio - dei morti per sogni davanti al tuo Santo Petronio - E i tuoi bolognesi, se esistono - ci sono od ormai si son persi - confusi e legati a migliaia di mondi diversi”; però bolognese: “bolognese invece”, si diceva una volta; quando il romanesco Trilussa inscenò un maiale filosofo a predire al somaro “via, nun fa’ lo scemo - ché forse un giorno ce ritroveremo - in quarche mortadella de Bologna”.
Fin che dura, come si dice in gergo, è “tutto molto fico”.
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