“Troppa” gente alla 22^ “Du Pas per Campagna” di Marzaglia
È periodo di cross e di trail, mentre il calendario su strada latita un po’, anche per defezioni clamorose dell’ultima ora (ad esempio, in Emilia è venuta meno la storica maratonina di San Bartolomeo in Bosco, tra Bologna e Ferrara, e non c’erano maratone a distanze accettabili). Questo giustifica come alla “Du Pas per Campagna” di Marzaglia (estrema località a ovest della provincia di Modena, a poche centinaia di metri da Rubiera), gara non competitiva, certamente in località non amene (il nome stesso del paese non indica niente di buono), e soprattutto su strade calpestatissime da almeno una decina di gare del calendario modenese, specie tra novembre e gennaio, siano stati registrati ben 2165 iscritti, di più del numero previsto dagli organizzatori che infatti si sono trovati privi dei premi di partecipazione per gli ultimi: o meglio, per quelli che sono partiti all’ora giusta e hanno fatto il percorso lungo, quantificato in 18,2 km ma in realtà più corto di un km; e che non hanno tagliato negli almeno tre punti dove il giro disegnava dei riccioli facilmente evitabili: ad esempio nel cosiddetto autodromo di Modena, dove parecchi hanno evitato il giro di pista.
Presenti in numeri spropositati le società modenesi (ben 236 iscritti col Cittanova, gruppo in un certo senso di casa, anche se alla fine ho visto il patron Valentini portare alla “timbratura” un mazzetto di pettorali immacolati, ma comunque validi per ricevere il premio), e numerose pure le squadre reggiane, con Correggio e Novellara sopra i 40 partecipanti, e vari altri gruppi intorno alla trentina. Sui tavoli societari modenesi, presenti mazzi di medaglie delle corse di quartiere, ormai in libera consegna viste le richieste evidentemente inferiori alla tiratura.
Per essere una non competitiva, a parte la mancanza dei premi (che però sono promessi dalla domenica prossima), direi che sia stata gestita bene: parcheggio organizzato meravigliosamente (in una zona dove le strade strettissime avrebbero creato problemi seri), incroci ben presidiati, ottime indicazioni delle varie deviazioni per i percorsi minori (dai 5 km in su), ristori sufficienti con tè caldo fino all’ultimo, e soprattutto, nella tradizione della gara, vin brulé distribuito al traguardo: almeno questo, senza risparmio fin dopo l’arrivo degli ultimissimi.
Bella giornata di sole invernale, con temperatura alla partenza attorno allo zero. Con le truppe reggiane, non potevano mancare i fotografi Domenico e Nerino, quest’ultimo anche in veste di video-operatore. Dalle loro immagini, appare che ben pochi corridori esibivano il pettorale: diamone pur la colpa ai giubbotti e maglioni indossati per ripararsi dal freddo, ma non sarebbe male (come da qualche parte si è cominciato a fare, vedi gli "eretici" della San Donnino ten) che l'accesso ai servizi, e alla corsa stessa, avvenisse solo a chi ha il cartoncino: come per entrare nella stazione dei treni di Milano (presto anche a Bologna), o al cinema, e perfino, in omaggio alla circolare Gabrielli, nelle manifestazioni di piazza ancorché gratuite.
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