Fano, Supermarathon: successo oltre le aspettative
9 febbraio – Se ad essere classificati in una maratona sono 160, cui vanno aggiunti altri 114 che nella concomitante gara delle 6 ore (omologata IUTA) superano la distanza fatidica dei 42,195, cominciamo già ad avere un numero totale di 274 che, per le “Minors”, è degno di qualche rispetto, magari di qualche invidia da parte degli organizzatori: siamo sui numeri delle maratone 2019 di Aquileia o Pescara, e qualcosa più del Mugello.
Aggiungiamo 109 classificati nelle gare competitive di contorno (una 30, una 21 e una 10, inserite nel Corrimarche e nel “Correre per correre” Uisp), e anche senza conteggiare i non competitivi, stiamo sui 400, che nella fredda ma luminosa mattina di domenica hanno riempito il bellissimo impianto sportivo di Fano, una pista in asfalto di 2266 metri, nata per il ciclismo ma perfetta anche per i podisti.
La gara ha coronato il congresso annuale del club Supermarathon Italia, cui l’attuale confermatissimo presidente Paolo Gino ha conferito un’efficienza e un dinamismo manageriale, sposato a un “volto umano” e ad un impulso per la solidarietà che non possono non catturare. Per dirne due, il Club, oltre a confermare le sue serie ad Orta (quest’anno, siccome siamo nel 2020, le 10 in 10 diventano 20 in 20, nei primi venti giorni d’agosto), si accolla l’onere di mantenere in vita la 24 ore di Torino e la 100 km delle Alpi (1-2 giugno), e prosegue nell’appoggio all’iniziativa pro terremotati di Norcia, con la “Due giorni della Sibilla” il 18 e 19 luglio.
Ma passo alle corse della domenica, doverosamente cominciando dalla gara-regina, la maratona, che ha visto la vittoria di Giorgio Calcaterra con lo stesso tempo di Riccardo Quattrini, entrambi M 45 (ma Calcaterra compie 48 anni questo lunedì), in 2.51:27; in campo femminile, della riminese Pamela Guidotti (3.44:45), quasi 12 minuti davanti a Giulia Ranzuglia (31 le donne che hanno concluso la prova). Piluccando nella graduatoria, vediamo Franco Scarpa (‘contabile’ del Club, omologatore delle classifiche semestrali) con 4.12, figlio Mauro e papà Paolo Malavasi in 4.18 e 4.47 (stavolta Paolino, reduce dalla Gran Canaria, ha conseguito la sua “tacca”: ech du tacoun c’tem fe gnir!); c’era il vincitore della maratona ‘privata’ del Faro di Maspalomas, Alfredo Sboro (5.19), e via via gli altri componenti del direttivo del club, compreso il “sindaco” mantovano Simonazzi che ha battuto il presidente Gino. Non potevano mancare i maratoneti più prolifici, dal primatista 2019 Pandian (112 gare corse) al recordman all time Ancora, e ancora Gemma, Faleo e altri volti ben noti alle 42 italiche.
A questi maratoneti-e-non-un-passo-di-più (almeno stavolta) si sommano, come detto, i 114 che nelle 6 ore hanno superato i 18 giri, raggiungendo cioè i 43 km necessari per la ‘tacca’: il più resistente di tutti, Maurizio Di Paolo (M 45), di giri ne ha fatti 32, cioè oltre 76 km; quasi un giro in più (per l’esattezza 1600 metri) del secondo, Luca Cagnani. Tra le donne, Alina Teodora Muntean (F 40) ha superato di un soffio i 70 km, tre e mezzo in più della seconda Patrycja Mokrzycka (le due signore sono quinta e nona assolute). Si è fermato a 63 km l’ingegnere e ultramaratoneta reggiano Antonio Tallarita; a 56,600 l’ex presidente del Club, nonché organizzatore della maratona Alzheimer, Luciano Bigi, con lo stesso numero di giri della mamma volante bergamasca Ilaria Pozzi. Un’altra plurimamma e nostra collaboratrice, Simona Bacchi, accompagnata come sempre dal marito Alessandro Mascia ha chiuso a 51,600; davanti al comune (diciamo così) datore di lavoro, Mauro Firmani della Maratombola, che si è accontentato di sfiorare i 50 km, battendo comunque i colleghi organizzatori Francesco Capecci (la Sabbia di San Benedetto del Tronto, 45,600) e Franco Schiazza (Gran Sasso, 45,300). A quasi 44 km è arrivata Angela Gargano, di cui si annuncia per maggio il traguardo delle 1000 maratone in carriera; mentre il gruppo è stato chiuso da Luca Mazzocchi e Fabrizio Zandrini che si sono accontentati di 31,700 km.
Di tutto rispetto il tempo del vincitore della 30 km, il pesarese Luca Sperindei (1.58, cioè 3:58 a km); la prima donna, Roberta Ciferri, ha impiegato 2.40.
Francesco Berardi, enfant du pays, ha dominato la mezza maratona, conclusa in 1.20 (cioè 3:48 a km), oltre 6 minuti sul secondo Giampiero Martini; nessun problema anche per la prima donna, la recanatese Barbara Cimmarusti, 1.34 cioè 7 minuti sulla seconda Chiara Mainardi. Poco sotto l’1.54 è giunto Annibale Montanari, organizzatore di una delle maratone più belle di quelle contrade e non solo, la Collemarathon Barchi-Fano, e che ovviamente ha avuto un ruolo decisivo nell’allestimento di questa giornata. Ma gli applausi più sentiti sono toccati al presidente onorario del Club, Angelo Squadrone, anni 91, che ha finito in 3.26.
La gioventù si è invece riversata sulla 10 km, dominata da Peter Santagatti (26 anni) in 33:02, un minuto davanti ai due (presumo) gemelli Luca e Lorenzo Boinega (29 anni). Prima donna, Elena Smacchia in 41:50. Tra tanti giovani, notata peraltro la presenza di una coppia un po’ più attempata del Road Runners Milano, Franco Cabrini e Gabriella Valassina, che ce l’hanno fatta in 1.28.
A completare la giornata, pizza gratis per tutti gli iscritti (secondo la ferrea organizzazione della fascinosa segretaria Cristiana da Rimini) in un locale lungo la via Roma (alias Flaminia), il rettilineo di 220 miglia che Giulio Cesare percorse dopo aver gettato il dado; e possibilità di partecipare (stavolta a pagamento) alla sfilata di uno dei più antichi Carnevali d’Italia, o anche di visitare il monumentale centro storico e la piccola ma notevolissima pinacoteca.
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