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Feb 06, 2018 5964volte

Sei ore Ippociok: cavalcando tra il cioccolato

In posa sull'argine In posa sull'argine Comitato organizzatore

Dall’inventiva di Ermanno Ferretti, col supporto di tre ultramaratoneti emiliano-romagnoli come Enrico Vedilei in primo piano, e a immediato supporto Monica Barchetti e Andrea Accorsi (tutti già navigati organizzatori di gare di lunga lena), è nata l’idea di questa 6 ore, domenica 4 febbraio, in una località, Rossetta di Bagnacavallo (ma in realtà più vicina ad Alfonsine), che ben difficilmente avremmo conosciuto se non ci fosse stata una gara.
Gara che, sebbene inserita come prima prova di un “Trittico goliardico” insieme ad altre due 6 ore (della Birra a Castelbolognese e del Bombolone a Rimini), non ha avuto niente di pagliaccesco: i concorrenti erano tutti vestiti in modo irreprensibile (e gli 0 gradi alla partenza sconsigliavano dallo svestirsi troppo: di Luisa Betti ci si accontentava di ammirare i contorni); il tracciato di 4,220 era misurato precisamente e ben segnalato, ad ogni giro una coppia di giudici Uisp prendeva nota dei transiti: oltre al fatto che (come nota di colore) ad ogni passaggio i concorrenti erano invitati a deporre un ovetto di cioccolato in un bicchiere contrassegnato dal loro numero di pettorale, così alla fine il conto era facile.
Circa i due terzi del percorso erano su sterrato, e quasi metà si svolgeva sull’erboso argine del Senio: partenza e arrivo erano presso gli impianti sportivi intercomunali di Rossetta, da dove dopo un km si arrivava al maneggio-Scuderia del Senio; qui, tra cavalloni, pony e un somarello che sguazzavano nel fango trovavamo un ristoro di lusso, compresi salame e vin brulé; poi si montava sull’argine destro del fiume (7 metri di salita ogni volta), percorso in risalita, con Alfonsine alle spalle e le montagne in fronte. Circa 2 km di erba, poi discesa, inversione, strada sterrata e piena di pozzanghere fino al rientro negli impianti sportivi per il passaggio, e un altro ristoro più ‘normale’ (tè, frutta fresca e secca, ma pure cioccolato che alla fine, col sole che lo intiepidiva, ti si impiastricciava ai guanti).
Così via per tutti i giri che uno si poteva permettere in sei ore, salvo quelli che avevano programmato di fermarsi a un traguardo significativo come la maratona (dieci giri esatti, il Gps questa volta non ha niente da obiettare). A vincere la gara più lunga, restando in corsa per tutte le sei ore, anzi, 6h10, è stato Nicola Zuccarello, che ha concluso 18 giri (quasi 76 km), un giro in più del secondo, Luca Cagnani (71,7), due più del terzo, Michele Scoglio (67,5). Sesta assoluta, e prima donna, Sara Lavarini (15 giri, km 63,3 in 6h 01’), un giro in più di Antonella Feltrin e Manuela Sabbatini.
Su 93 che hanno concluso la prova, di cui ben 28 donne (senza contare i non competitivi, grosso modo altrettanti), il primo maratoneta è donna, la celebre Ilaria Marchesi, che ha concluso i suoi 42,195 in 3h 36 (dunque avrebbe avuto ancora due ore e mezzo per inanellare parecchi altri giri); a 10” è giunto il primo uomo, Federico Bruni, a 12 minuti Marco Bonfiglio.
Molto staccate le altre donne: Alessandra De Ponti e Ilaria Pozzi hanno chiuso nell’ordine poco sotto le 4h 40. Tra i volti noti del supermaratonismo nostrano, oltre alla già citata Luisa Betti (12 giri), spiccava il vecchio amico “Pinokkio” Maurizio Muggianu, che puntando di nuovo all’agognata Germania ha coperto 11 giri, come la coppia barlettana Rizzitelli-Gargano. In gara anche le due sorelle Costetti: Franca ha chiuso la maratona in 5h 16, Maria Luisa ha passeggiato per una trentina di km in compagnia dell’altra gloria storica del podismo romagnolo, Anna Zacchi.
Dopo la corsa, e una doccia sufficientemente calda, eccellente pasta party compreso nel prezzo, e il cui clou era rappresentato da strozzapreti immersi in un ragù saporitissimo; per mandarli giù, niente di meglio del bianco romagnolo servito senza risparmio. Il tutto per 30 euro, comprensivi di un pacco-gara a vocazione alimentare in cui spiccava il "cassone". Naturalmente, al cioccolato.

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