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Mag 03, 2021 3221volte

L’anello della “Big Bench”: quasi un circuito permanente

Prignano (MO), 2-9 maggio – Questo non è il racconto di una corsa, ma semmai la segnalazione di un evento che rientra in quella serie di ‘compromessi’ obbligati, tra il podismo amatoriale anteriore al marzo 2020 e lo zero assoluto che la cosiddetta dittatura sanitaria ci ha imposto: con l’eccezione delle gare cosiddette ‘nazionali’, le uniche autorizzate a disputarsi, ma solo in forma competitiva.
E gli altri, le migliaia di podisti o semplici camminatori che fino a 15 mesi fa affollavano le strade e i sentieri, cosa possono fare?

Sul primo Appennino modenese a monte di Sassuolo, nella valle del Secchia (fiume che, nato maschio in territorio reggiano, quando entra nel modenese diventa femmina), almeno da maggio si è cercata qualche soluzione: prima con le camminate non competitive di Monchio, a partenze scaglionate in gruppi di una ventina di unità; poi, a Prignano e dintorni (il comune, classificato “sulla Secchia” sebbene a rigore il torrente che lo bagna si chiami Rossenna, non arriva a 4000 residenti, e il capoluogo sta a 550 metri di altezza, raggiungibile con una scomodissima stradetta da Sassuolo), per iniziativa della Proloco e, in prima persona, di Ercole Grandi (già organizzatore di gare anche competitive nei dintorni), si è istituito un “anello di Prignano” il cui vertice alto sta nella “Big Bench”, una monumentale panchina su un cocuzzolo che domina la zona, dalla fumosa pianura ceramica alle nevi del Cusna e del Cimone.
Nella sua versione più corta, adatta anche ai bambini e ai biker, l’anello misura circa 5 km; ma, dopo varie “prove”, nella settimana dal 2 al 9 maggio è stato sistemato e ‘fettucciato’ un percorso di 9 km (al netto di eventuali errori di percorso o involontarie scorciatoie) con un dislivello che il mio Gps dichiara di 300 metri. E attraverso i canali social sono partiti gli inviti a presentarsi liberamente, dalle 8 in poi (domenica prossima, fino alle 17 con orario continuato), e dietro offerta libera prendere il via, individualmente o in compagnia non troppo numerosa, ricevendo alla fine un ristoro (pizzette, succhi di frutta, acqua).

E ci siamo così presentati, alla spicciolata, ritrovando amiche e amici che non vedevamo da mesi o anche da un anno abbondante: a me è capitato per caso Italo con la sua famiglia allargata (nella foto 15 con l’organizzatore Grandi, e parzialmente issata sulla panca nella 35), e da lui ho avuto una buona metà delle foto che qui alleghiamo, dopo la risistemazione fatta dal collega (di Italo) Roberto Mandelli che si è sbizzarrito anche nel ricavare la foto-copertina.
Il giro si svolge in senso antiorario, con una prima piacevole discesa fino a 395 metri, dopo circa 2,5 km, per cominciare lì il tratto meno piacevole, tutto al sole e su screpolate tracce argillose, fino a raggiungere i 600 mt della strada provinciale, attraversata la quale comincia la dolce e piacevole salita ai 706 mt del monte Pedrazzo (foto 23-25) dove è sistemata la monumentale panca (restaurata da poco - come si vede nelle foto dalla 4 alla 12 ricavate da un video della Proloco - dopo atti di vandalismo che ovviamente resteranno impuniti e a spese del contribuente).
Luogo molto panoramico e frequentato, con possibilità anche di scrivere le proprie impressioni sul libro di vetta. Da lì, sono poco più di 2 km per tornare al punto di partenza (foto 32, con passaggio per strade che ricordano illustri modenesi come nella 21).
In attesa che riprendano le corse non competitive di una volta (se mai riprenderanno), è un’iniziativa da elogiare e un’occasione da sfruttare, fino a domenica prossima o – a Dio piacendo – in permanenza.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Italo Spina & C.

1 commento

  • Link al commento Fabrizio Sandrelli Mercoledì, 05 Maggio 2021 11:47 inviato da Fabrizio Sandrelli

    Bel racconto, anche se velato da un po' di malinconia, che invoglia a tornare a
    correre (o a corricchiare, nel caso del sottoscritto), a dispetto di virus, malanni,
    divieti e limitazioni varie. "Viva la corsa!" , come esclamava gioioso un amico,
    abituale frequentatore del circuito dell'hinterland gardesano.

    Rapporto

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