Abbazia di Pomposa (FE), Corsa nell’Oasi del vino a Magagnoli e Chubak
2 giugno - Dopo Ravenna, anche Ferrara ha messo in campo la sua gara, con un esordio che in certo senso riceve il testimone dalla non lontana classica “11 ponti” di Comacchio della famiglia Rossetti/Fogli, saltata negli ultimi due anni per i troppi adempimenti da rispettare (come mi diceva l’ex campione di maratona Giuseppe Rossetti, qui per assistere).
Si è trattato di una gara totalmente campestre, su sentieri e stradine erbose nelle immediate adiacenze del resort “Oasi bianca”, virtualmente all’ombra del gioiello di Pomposa, come mostrano le foto di Teida Seghedoni tornata tra noi (in particolare l’ultima ventina di immagini del servizio; mentre nelle prime vedete alcuni aspetti dell’Oasi, compreso il laghetto di ninfee e la piscina costantemente igienizzata da erogatori d’aria ‘trattata’).
Il tracciato, anche se non era ben specificato dalle info online, aveva tutte le caratteristiche di una corsa campestre: due giri di circa 3,850 km, con molte curve secche, alternanza di tratti erbosi e in terra battuta a fianco di campi dove il grano comincia a imbiondire, e perfino qualche decina di metri sul fondo sabbioso nel quale emergono le viti da cui poi si ricaverà il “vino della sabbia” (significative le foto 380 e 425 con tante altre, nelle quali i podisti sembrano mimetizzati tra le vigne, immersi nello spirto silvestre - avrebbe detto D’Annunzio).
Oltre 340 gli iscritti (gratificati, per 10 euro, di un pacco gara pesante soprattutto di specialità alimentari ferraresi); ovviamente il costo del servizio non va misurato con la roba che ti danno, ma piuttosto con l’allestimento della competitiva, chip, relativi rilevamenti ed elaborazione dati, giudici e tecnici.
In più, confesso che ho goduto di un servizio non dichiarato: nel parcheggio esterno più vicino all’Oasi stava un prefabbricato con servizi igienici, attrezzato anche con docce. Senza troppe speranze ho provato, dopo la gara, ad aprire un miscelatore, e ne è uscita un’acqua letteralmente ustionante! Non ditelo al fu-Arcuri delle primule e dei banchi con le rotelle, ma io la doccia l’ho fatta (preciso: ogni localino-doccia era individuale, e quando c’ero io nessun altro è entrato lì, appunto perché non era dichiarato).
316 i classificati, partiti in varie batterie distanziate un paio di minuti l’una dall’altra (niente gun-time, ovviamente, ma cronometraggio individuale per ciascuno; chissà perché il mio tempo è esattamente di un minuto più alto rispetto a quello indicato dal mio cronometro…): è ovvio che ci sono stati dei sorpassi, e ogni tanto dai due megafonisti giungeva l’invito a mantenere le distanze: ma come dice il mio compagno di squadra dottor Giacomo, ci vuole una bella mira a centrare coi propri droplet un altro corridore all’aria aperta. In ogni caso, vigeva il solito obbligo a tenere la mascherina per i primi 500 metri, e di rimetterla appena usciti dal terreno di gara. Distanziamento anche per le premiazioni, come documentano le nostre foto; al massimo qualche saluto col gomito, un altro dei lasciti più ridicoli dell’era pandemica, al cui inizio ci raccomandavano di starnutire proprio nel gomito.
Secondo le previsioni, ha vinto nettamente il ferrarese Rudy Magagnoli (Atl.Corriferrara, classe 1977) con 26’15”, che sarebbero 3:17/km se la distanza fosse giusta, precedendo di 24” Giovanni Luca Andreella (Running Club Comacchio) e di 50” Federico Valandro (Assindustria Padova), entrambi di 15 anni più giovani; 223 i maschi classificati.
Più combattuta la lotta tra le donne, 93 in tutto, dove le due reggiane Isabella Morlini (Atl.Reggio) e Rosa Alfieri (Circolo Minerva), che vedete insieme nella foto 24, hanno resistito solo in parte a Nadiya Chubak, l’ucraina divenuta cittadina italiana (Lughesina, classe 1976) che ha vinto in 30’33”, 14” davanti alla Alfieri (classe 1970); mentre la Morlini ha accusato un malanno dopo il primo giro per cui la terza piazza è andata, con distacco notevole, ad Anna Spagnoli (Gs Gabbi) a 1’42”.
Ricche le premiazioni anche per le categorie, sia pur ridotte di numero rispetto alle canoniche. Alcuni di noi hanno poi premiato il proprio spirito con una visita all’attigua Abbazia (un gioiello assoluto, tra i tanti che abbiamo in Italia, e oltre tutto meta dell’ultimo viaggio di Dante, che in questi luoghi contrasse la malaria fatale), e infine ristorato il fisico con un tuffo nell’Adriatico già caldissimo e con gli ombrelloni occupati attorno alla metà della capienza. Doveroso anche un saluto alla vicina Goro, nel ricordo della sua Pantera appena scomparsa, ed a Gorino, paesello al limite delle terre emerse, dove probabilmente le zanzare sono ritenute un deterrente al coronavirus perché quasi nessuno indossa la mascherina. Poi non venite a dire che gli untori sono i podisti.
2021-Abbazia di Pomposa - Codigoro (Fe)
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1 commento
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Giovedì, 03 Giugno 2021 14:49
inviato da Maury
Ieri ho partecipato anch'io alla manifestazione e devo dire che mi sono divertito, visitando luoghi che non avevo mai visto...complimenti a tutti...a proposito Fabio anche il mio crono ufficiale è esattamente un minuto più alto di quello effettivo...chissà perchè..
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