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Set 12, 2021 1697volte

Reggio, 1° festival dei Caseifici: qualcosa si muove…

La partenza La partenza Ph Nerino Carri

SERVIZIO FOTOGRAFICO - 11 settembre 2021 – Nel ventennale esatto della tragica ricorrenza statunitense (ma ricordo che anche quel giorno dalle nostre parti si corse, esattamente alla sagra di Ganaceto), il podismo reggiano dà un altro segno di vita, re-inaugurando la stagione delle non competitive con una corsetta molto vicina a quella classica di Villa Curta che si svolgeva tradizionalmente ai primi d’autunno: siamo sotto l’egida Uisp, ma ci chiedono ugualmente il greenpass (la parola è talmente balorda che il correttore di word ti segna errore): anche perché l’ingresso nel recinto dà diritto a visitare l’annessa mostra dei caseifici reggiani, ricca di giochini e animazioni per bambini quanto priva di assaggini: per fortuna, qualche pillola di formaggio sarà inserita nel pacco gara, ricco all’inverosimile se si pensa che la quota d’iscrizione è quella dei vecchi tempi, 2 euro.

Siamo nell’aeroporto di Reggio, meglio noto in Italia (da quando Ligabue ci fece un concerto) come Campovolo, a breve distanza dai vecchi Campi Csi e dalla partenza di una maratonina competitiva che andava verso la Bassa. Qui dentro sta la pista per la scuola di ciclismo “Giannetto Cimurri”, usata anche da podisti come l’ing. Tallarita per i suoi 1000 km in 10 giorni, e da altri per competizioni con risultati meno invidiabili, salvo le ‘tacche’ elargite a buon mercato senza timore di ridicolo.

L’identificazione del greenpass è fatta molto seriamente, con lo scanner e il programma apposito (mentre in alberghi e ristoranti al massimo lanciano un’occhiata distratta); fin che non si corre va indossata la mascherina, e se non bastasse dobbiamo anche compilare l’autocertificazione. Dopo di che ci danno un grosso pettorale con l’ordine di indossarlo, quasi fosse un lasciapassare: e almeno questo ben venga, se riuscirà a frenare l’andazzo di “quelli che… l’ho lasciato in tenda/in auto/nella borsa perché a portarlo si perde”, e quelli che “mè a cur agratis”.

1° Festival dei Caseifici


Contorno di lusso, dallo speaker Morselli a tutti i fotografi della zona, compreso Nerino che ha in simpatia la torre di Pisa, a vedere da come ci ritrae. Il giro è di 5,150 km in senso antiorario, che si può fare una o due volte, attorno al Campovolo, in buona parte su strade sterrate, anche attraverso una sorta di boschetto naturale,  per finire sul soffice prato, innaffiato anche adesso, dei contorni aeroportuali.

Tanta bella gente e almeno un paio di podiste decisamente carine, come la bionda longilinea che mi sorpassa impietosamente nel secondo giro e taglia il traguardo ritratta nelle foto 172-174 di Morselli. E guardate quel buongustaio di Domenico Petti come presenta la gara con la foto 2, e poi insiste tra la 126 e la 136.

Tanti reggiani (dei due cugini Giaroli uno corre e l’altro fa lo sbandieratore), e pure molti modenesi, (“tant da nuèter an gh’è gninta”: bè, sabato e domenica prossima si riparte, addirittura  con un trail tosto e poi una 10 km nel comune capoluogo, sebbene in zona alquanto ‘ariosa’), compreso Giangi, la famiglia Bandieri da Formigine e l’imperdibile Cuoghi della Cavazzona che arriva immancabilmente in ritardo.

Ristoro (acqua in tetrapak) a metà e all’arrivo; e se qualcuno osa abbandonare il campo senza aver ritirato il pacco gara (maglietta, berretto, formaggio, acqua) , viene richiamato dagli organizzatori: io che l’avevo messo in borsa e stavo uscendo, sono stato invitato a prenderlo, ma ovviamente ho spiegato il perché della astensione: non è che sia no-pakx, ma la seconda dose non mi spetta!

Partecipazione non ancora ai livelli pre-covid: siamo forse a metà rispetto alla ricordata Villa Curta, ma, correggendo un po’  De Gregori, qualcosa si muove tra le pagine chiare e le tante ancora scure, e forse presto i nostri piedi potremo spedirli a indirizzi nuovi.

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: N. Carri - S. Morselli - D. Petti

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