Fontanazzo / Vigo di Fassa (TN) – Prime due tappe della Val di Fassa Running
27 giugno - La Val di Fassa Running è ripartita dopo due anni di stop; 13, dal 1999 al 2011, erano state le edizioni targate “Traslaval”; 8 quelle con l’etichetta attuale. Nell’ultima del 2019 erano arrivati in 284 (con 83 donne) al termine delle 5 tappe; quest’anno, dopo due tappe sono in 168 nella classifica dei competitivi (cui si aggiungono alcune decine di atleti che hanno preso parte solo a una tappa, e altri che gareggiano come non competitivi e sono inclusi in una classifica a parte, secondo ordine alfabetico come vogliono i bizantini regolamenti imposti dalla politica).
Riportiamo gran parte più significative dei primi due comunicati di Pegaso Media.
1. Due volti nuovi al termine della prima impegnativa tappa con partenza e arrivo a Fontanazzo. Si tratta di Moreno Dalmasso, cuneese di Costigliole Saluzzo e della marchigiana di Urbino, con passaporto bresciano, Monica Seraghiti.
Gare simili per i due trionfatori e subito leader della generale, capaci di allungare già al primo dei 12,9 chilometri [NdR: il Gps personale supera di poco i 12 km] e di mantenere la testa senza troppi patemi, chiarendo subito che i favoriti per la vittoria finale sono loro.
Sul traguardo di Fontanazzo, nel pratone che costeggia il torrente Avisio, l’alfiere della Podistica Buschese è giunto con il tempo di 55’04”, dimostrando un buon passo e capacità di gestire anche un tracciato nervoso, che ha previsto due impegnative salite per un dislivello complessivo di 607 metri [550 secondo il solito Gps]. Alla terza partecipazione a questo evento Moreno Dalmasso si è preso subito una grande soddisfazione ed ora punta senza mezzi termini alla vittoria assoluta, dopo il terzo posto nella generale ottenuto del 2019.
Alle spalle del piemontese tanta bagarre per la seconda piazza. Nella prima impegnativa salita erano ben in nove in pochi secondi, con l’atleta di casa Damiano Nicolodi che si è messo a tirare il gruppo guadagnando qualche secondo sui rivali. Poi nella seconda salita il colpo di scena, con l’atleta di Canazei che sbaglia percorso, e così recupera posizioni su posizioni il prete trentino Franco Torresani (Atletica Paratico), che agguanto così la seconda piazza, mantenendola anche in discesa e sul tratto pianeggiante. Sul traguardo Don Torresani giunge con un ritardo di 2’42” dal vincitore; terzo è il lombardo Michael Zagato del Cus Pro Patria Milano, a 3’23”. Appena fuori dal podio, con un gap dal leader di 5’16”, giunge con tanta delusione Damiano Nicolodi dell’Us Dolomitica. Dietro di lui ecco Giacomo Marchesi, Federico Sama, Simone Viola, Daniele Scarpellini, il fassano Massimo Leonardi e il noneso Diego Zanoni.
Straordinaria la prestazione cronometrica della vincitrice della gara femminile Monica Seraghiti, capace di stabilire la decima prestazione assoluta con il tempo di 1h02’29”. La forte podista, che difende i colori dell’Atletica Brescia Marathon e che vanta un passato su pista di buon livello, ha gestito le energie ed è riuscita a precedere sul traguardo di 28 secondi la grintosa torinese Sarah L’Epee, fedelissima della Val di Fassa Running, dove è salita più volte sul podio. Sul terzo gradino troviamo la runner che più ha vinto nella corsa a tappe fassane, ovvero la rumena con passaporto romagnolo Ana Nanu dell’Atletica Rimini Nord Santarcangelo, a 3’08”. Seguono in classifica la roveretana dell’Us Quercia Sara Baroni, quindi Alice Colonetti e Valeria Poltronieri..
Classifiche di categoria
Nella AF18-34 prima è Alice Colonetti, nella BF35-39 Monica Seraghiti, nella CF40-44 Marina Ruffini, nella DF45-49 Ana Nanu, nella EF50-54 Sara Baroni, nella FF55-59 Daniela Marangoni, nella GF60-64 Carla Bolis, nella HF65-69 Rosina Sidoti e nella IF70-74 Maria Grazia Nardini.
In campo maschile leader della AM18-34 è Michael Zagato, nella BM35-39 Alberto Meneghello, nella CM40-44 Federico Sama, nella AFM Lorenzo Conterno, nella DM45-49 Moreno Dalmasso, nella EM50-54 Diego Zanoni, nella FM55-59 Daniele Baroni, nella GM60-64 Franco Torresani, nella HM65-69 Ademaro Bertolini, nella IM70-74 Luigi Luzi, nella LM 75+ Sergio Dattrino, nella ZM17 Antonio Serra.
Hanno detto
Moreno Dalmasso (vincitore): «È la mia terza partecipazione alla Val di Fassa Running, una gara straordinaria con un contesto paesaggistico emozionante. Ho deciso di fare subito la mia gara, riuscendo a staccare gli avversari. La prima salita l’ho affrontata bene, sulla seconda ho sofferto e faticato anche perché non ho molti chilometri nelle gambe in salita. Invece in discesa ho gestito bene trovando un buon ritmo. Obiettivo è quello di vincere la generale venerdì».
Don Franco Torresani (secondo classificato): «Solitamente prendevo parte solo al tappone finale, ma quest’anno ho provato a mettermi in gioco e parteciperò a tutte cinque le prove. Oggi ho gestito le energie nella prima salita, dove avevo un gruppetto di atleti davanti, e da buon scalatore nella seconda ascesa ho aumentato il ritmo, recuperando fino al secondo posto, che ho mantenuto fino al traguardo. Sono molto contento».
Monica Seraghiti (prima classificata): «È la mia prima partecipazione alla Val di Fassa Running e il prologo è stato bellissimo. Sono qui perché mio padre mi ha sempre parlato bene di quest’evento, che ha vissuto da atleta per due edizioni. Dopo uno stop per un problema fisico e la nascita di un bambino ho deciso di rimettermi in gioco Non sono abituata ai saliscendi, ma il percorso è bellissimo».
2. Parla trentino la seconda tappa della Val di Fassa Running con partenza e arrivo a Vigo. A tagliare per primo il traguardo, dopo aver affrontato 10,7 km di sviluppo per un dislivello di 438 metri, è stato Matteo Vecchietti dell’Atletica Val di Cembra, dopo soli 41 minuti e 32 secondi di fatiche.
Il polivalente atleta di Sopramonte, che non aveva corso il primo giorno, ha infatti deciso di presentarsi al via della frazione del lunedì con il doppio scopo di ossigenarsi e di affrontare un allenamento intensivo in vista dei prossimi appuntamenti. E lo ha fatto in grande stile, aggiudicandosi la frazione dopo essere stato fianco a fianco del leader della classifica Moreno Dalmasso, che da parte sua doveva badare anche a gestire le energie in vista dei prossimi appuntamenti. Nei tratti di sola salita il piemontese sembrava avere qualcosa in più nelle gambe, ma nel complesso Vecchietti è stato più completo ed ha tagliato il traguardo a braccia alzate. Non sarà però presente alle prossime tappe.
Il capo classifica Dalmasso ha accusato un ritardo (del tutto ininfluente) di 44 secondi, incrementando il vantaggio sugli inseguitori. Terzo, a 2 minuti e 23 secondi dal vincitore, è giunto il lombardo Michael Zagato della Cus Pro Patria Milano, che si issa in seconda posizione nella generale, mentre è andato fuori giri l’esperto Don Franco Torresani, incappato in una giornata negativa. Il dovere liturgico l’ha costretto a dormire poche ore, ma soprattutto nella prima salita verso Vallunga gli si è riacutizzato un dolore muscolare alla coscia che lo ha costretto a limitare lo sforzo e le energie fino al traguardo, dove è giunto addirittura quindicesimo ad oltre 6 minuti dal vincitore.
Appena fuori dal podio di giornata troviamo poi Simone Viola del Speedy Runners, dopo 3’16”, seguito dall’atleta di casa Damiano Nicolodi dell’Us Dolomitica a 3’39”, quindi Giacomo Marchesi (Runcard) a 5’, Federico Sama del Cesena Triathlon a 5’27” e il trentino Diego Zanoni dell’Atletica Val di Non e Sole a 5’28”.
In campo femminile identico podio della prima tappa, con Monica Seraghiti prima e addirittura ottava assoluta, ma con soli 16 secondi di vantaggio sulla torinese Sarah L’Epee; ancora terza l’esperta Ana Nanu a 3’05”. La Seraghiti ha gettato al vento alcuni secondi per un errore di direzione ad un bivio, ma ha confermato di avere qualcosina in più rispetto alla L’Epee, che però attende con serenità le prossime tappe che più si addicono alle sue caratteristiche. Quarto posto per la roveretana Sara Baroni, seguita da Alice Colonetti, Valeria Poltronieri e Sofia Scanziani.
Nella generale femminile Monica Seraghiti vanta un tempo di 1h49’25”, di 45 secondi migliore rispetto a quello di Sara L’Epee, con Ana Nanu terza ad oltre 6 minuti.
Per quanto riguarda la classifica di categoria dopo le prime due tappe nella AF 18-34 è in testa Alice Colonetti, nella BF 35-39 Monica Seraghiti, nella CF 40-44 Marina Ruffini, nella DF 45-49 Ana Nanu, nella EF 50-54 Sara Baroni, nella FF 55-59 Daniela Marangoni, nela GF 60-64 Carla Bolis, nella HF 65-69 Rosina Sidoti, nella IF 70-74 Maria Grazia Nardini.
In campo maschile Michael Zagato comanda la AM 18-34, Davide Diotti la BM 35-39, Federico Sama la CM 40-44, Lorenzo Conterno la DeaFM, Moreno Dalmasso la DM 45-49, Diego Zanoni la EM 50-54, Daniele Baroni la FM 55-59, Franco Torresani la GM 60-64, Luigi Luzi la IM 70-74, Sergio Dattrino la LM + 75 e Antonio Serra la ZM 17.
Domani terza tappa a Moena, dove i concorrenti affronteranno 13,7 km e 628 metri di dislivello con una salita impegnativa già al terzo chilometro, giungendo poi alle località di Penia, Sorte e discesa verso la Perla delle Dolomiti.
Hanno detto:
Matteo Vecchietti: «Il lavoro mi ha concesso una finestra mattutina e ne ho approfittato per mettermi subito in gioco. E’ stata una gara molto bella, condotta con Dalmasso dal primo all’ultimo chilometro, poi lui doveva pensare a gestire le energie in vista delle prossime tappe e io ho allungato e sono andato a vincere. Davvero forte Moreno, ha già la Val di Fassa Running in tasca. Parteciperò solo a questa tappa, perché poi lavoro, ma un pensiero per le prossime edizioni lo farò sicuramente».
Moreno Dalmasso: «Nella seconda salita devo ammettere che ho faticato un po’ troppo ed ho deciso di non forzare. Davvero forte Vecchietti. Sono in buona forma e mi sto divertendo».
Monica Seraghiti: «Ad un certo punto del percorso mi sono sentita urlare dietro dai tifosi e mi sono accorta di aver sbagliato tragitto. Ho fatto dietro front ed ho perso qualche secondo. Ogni giorno corriamo in un paesaggio straordinario. La gara è fantastica».
[F. M.] Il giro è ancora lungo e in chiusura, come da tradizione, a preoccupare molti ci sta la tappa di sola salita con 900 metri di dislivello da scalare in meno di 10 km. Ma intanto, se i due primi sembrano in grado di aumentare progressivamente il loro vantaggio, e in campo femminile le posizioni restano pressoché invariate addirittura fin verso la decima piazza (ma il margine tra le prime due è esiguo), le posizioni maschili di rincalzo al capolista hanno subito già un rimescolamento notevole, con Nicolodi, lo sfortunato o distratto protagonista di un errore di percorso il primo giorno, quando era secondo, che oggi ha guadagnato il terzo posto sia nella tappa (prescindendo dalla occasionale presenza di Vecchietti) sia nella classifica generale, approfittando della crisi di don Franco Torresani, debilitato da problemi fisici ma che si è presentato alla partenza dopo aver celebrato tre messe in mattinata, e in attesa di condurre un funerale nel pomeriggio: il benemerito “prete sempre di corsa” si trova ora al quinto posto, in una graduatoria che (si badi bene) vede lui, over 60, dietro a Dalmasso M 45 e a ben tre under 35.
Ma lascio le considerazioni tecniche per dare qualche prima impressione, di una gara che avevo corso addirittura nel 2005 (arrivando 151° su 298, col gruppo capeggiato da due africani e con lo stakanovista maratoneta Emanuele Zenucchi terzo assoluto). Superfluo parlare della bellezza dei panorami, anche se non mi varrò dell’abusato e improprio aggettivo “mozzafiato” caro ai giornalisti dilettanti. Certo, sbucando oggi dal villaggio di Tamion, punto più alto del percorso coi suoi 1544 metri (secondo Gps, che rileva una partenza da quota 1405), la val di Fassa si presentava longitudinalmente fino ai massicci di Sella e Pordoi, e anche i corridori più competitivi non potevano fare a meno di guardare a 180 gradi. E i lettori di Podisti.net sono fortunati a trovarsi da oggi le foto di Teida Seghedoni https://podistinet.zenfolio.com/p450269219 .
Mi permetto però due osservazioni critiche: sulla prima, nessuno protesterà perché riguarda le lunghezze e i dislivelli dichiarati, che risultano sempre più alti di quando indicano i nostri Gps: anche confrontando con altri colleghi, trovo che la prima tappa offriva forse 800 metri lineari e 100 verticali in meno rispetto al dichiarato; nella seconda, a prescindere da quello che dirò sotto, la distanza sembra fosse più corta di 1300 metri e più ‘bassa’ di un’ottantina.
La seconda: gli stessi comunicati ufficiali riferiscono di sbagli di percorso, ieri del secondo in classifica, oggi della prima donna; e ovviamente non sanno degli sbagli all’interno o in coda al plotone. Purtroppo mancano del tutto le frecce segnaletiche, sia orizzontali (sul terreno) sia verticali; al loro posto, bandelle bianche dunque poco visibili, e non molto frequenti; qualche bandella biancorossa a delimitare bivii, e per il resto segnalatori umani, che non sono dappertutto.
Oggi il gruppetto di cui facevo parte, intorno al km 8, arrivato in vista di Vigo al passaggio della statale di Costalunga (occupata da un km o poco meno di auto ferme), ha visto una vigilessa in mezzo alla strada, che aveva fermato le auto, ma non fatto aprire un varco visibile per noi, che istintivamente ci siamo diretti a destra, in discesa, senza che nessuno ci avvertisse. Arrivati a una rotonda, non c’era nessun segnale, abbiamo cominciato a chiedere in giro, ricavandone l’informazione che dovevamo girare attorno alla chiesa di Vigo e poi puntare in su per ritrovare i colleghi ‘giusti’. I gps dei quali, una volta intercettati, segnavano dai 200 ai 400 metri in meno (senza contare le nostre soste ‘informative’). Qualche collega danneggiato è sceso, dopo l’arrivo, a dirne 4 alla vigilessa, che mi sono invece permesso di scolpare perché il suo compito è quello di bloccare le auto (e lo stava facendo), non di indicare la direzione ai podisti. Questo spetta all’organizzazione.
Non credo che alla tappa di domani vedremo le frecce; speriamo dopo la sosta, per le due tappe decisive. Non sto a piangere sulle eventuali posizioni perdute (sono qua per godermi la Fassa, non per collezionare prosciuttini); ma se vedo che un concorrente cui ieri avevo rifilato 16 minuti e oggi mi è arrivato 50 secondi davanti, dovrò concludere che la benedizione di don Torresani mi ha portato male?
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