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Lug 23, 2022 1448volte

A Bosco Albergati, in tono minore, ma premi per quasi tutti

Tutti i protagonisti Tutti i protagonisti Roberto Mandelli

Bosco Albergati (Castelfranco Emilia, MO), 22 luglio – La tradizionale corsa podistica al confine tra Modena e Bologna, punto di incontro tra i podisti delle due province (che per il resto non vanno molto d’accordo) si svolge per la 36^ volta, e rimane una tra le non molte superstiti di un calendario estivo che un tempo riempiva le nostre sere di giugno e luglio, quando il compianto Gianni Vaccari esaltava le 28 gare nel solo mese di giugno.
Qualcuno ricorda pure quando dopo la gara cantarono i Nomadi, quelli veri di Augusto; altri, i tempi, molto più vicini, nei quali il premio d’arrivo era una bottiglia di bianco frizzante, e per le donne una rosa rossa in aggiunta. Adesso siamo in austerity, il giornale per il cui sostegno era concepita questa serie di festival non esiste più, e soprattutto i modenesi sembrano snobbare questa gara.

Alla partenza, nell’ora giusta conto 75 persone; alla fine, la classifica per i gruppi più numerosi è vinta dal Monte San Pietro (BO) con una trentina di partecipanti, davanti alla Madonnina di Modena; ma le premiazioni di società, originariamente concepite per i gruppi con almeno 8 partecipanti, per arrivare a premiare 15 gruppi scendono fino a quelli con 3 iscritti: che si aggiudicano tutti 6 bottiglie di vino e una mortadella. Forse Giangi, che vediamo aggirarsi senza pettorale in senso contrario a noi quando stiamo ormai arrivando, avrebbe potuto pagarsi 3 pettorali a 2 euro l’uno, e ci avrebbe guadagnato; certo che il ristoro finale non poteva godere della sua approvazione, consistendo (dopo l’esaurimento di una minuscola quantità di tè) solo di acqua a una temperatura attorno ai 30 gradi (d'altronde, volete la pace o la refrigerazione?).

Fuori “il barometro ha raggiunto i 38 gradi” (parole sante di Massimo Gramellini, che assunto da Fazio per fare da spalla alla Littizzetto, adesso firma sul Corsera una rubrica umoristica quotidiana, da cui estraggo); in casa mia non ho barometri, ma solo termometri, che, sicuramente meno attendibili dei barometri di Gramellini, tuttavia arrivano a 40, qui temperati peraltro dal bosco già dei conti Albergati, che ospitarono Mozart e oggi ospitano i primi 2,5 km del tracciato.

Il cielo è solcato dagli aerei che planano su Bologna: chissà se all’arrivo i passeggeri troveranno il “people mover”, la luminosa idea di Prodi che dovrebbe collegare l’aeroporto alla città, e che sta fermo molto più spesso di quanto funzioni. Il Corsera di Bologna di ieri mette la notizia a pag. 7 (“People mover fermo, è la terza volta in sette giorni”), quasi nascosta rispetto ai titoli monocromatici delle prime pagine: “Il governo non c’è più, la rabbia del Pd” (pag. 1); “Finisce l’era di Draghi, rabbia Pd: ‘codardi’” (pag. 5); “Crisi, la rabbia delle imprese: pura follia” (oggi, pag. 1); “La rabbia delle imprese per la crisi del governo” (oggi, pag. 5). Ma tra tanta rabbia (quando andavamo a scuola noi, ci insegnavano che la rabbia è dei cani, mentre gli esseri umani provano “ira”) ci si apre alla speranza: “Il ritorno di Merola: ‘sono a disposizione’” (oggi, pag. 1); “Il ritorno di Merola: ‘Il Pd deve ridare speranza al paese. Io? A disposizione’” (pag. 3). L’uomo politico che si mette “a disposizione”, in realtà chiede di essere messo a stipendio, come quel tal senatore di queste parti, che prima di essere eletto correva le maratone; una volta eletto, non fece più un passo di corsa (il gruppo podistico dei parlamentari non sapeva nemmeno della sua esistenza), e al termine del mandato si dichiarò “a disposizione”. Tradotto, fu candidato nel collegio di casa sua, e trombato. Chissà se adesso tornerà “a disposizione”; ma i posti sono meno, e da quando non c’è più Zingaretti non lo si vede più in tv alle sue spalle a organizzare la claque…

Intanto, tirano un sospiro di sollievo tutte le maratone del 2 ottobre: scampato pericolo, si vota il 25 settembre, cavoli amari invece per la maratona e mezza di Ferrara (e le mezze di Portogruaro e Povegliano), e per la “Motor Valley” pomposamente annunciata a Modena. In quel giorno brinderanno invece (magari in un hotel a 5 stelle) i parlamentari uscenti, avendo raggiunto la fatidica quota di 4 anni 6 mesi e un giorno di mandato, dunque assicurandosi un vitalizio minimo di 1200 euro mensili; cui, fino a quella data del 24 settembre (ma chissà, magari anche dopo), continueranno ad aggiungere il loro onorario mensile di € 12400 (deputati) e 14600 (senatori), più l’assegno di fine mandato corrispondente a 4 mensilità. Poverini.

Intanto, nella prima periferia di Modena, stanotte una signora ha sentito che le stavano segando le sbarre delle inferriate: ha chiamato la polizia, sentendosi rispondere che non potevano uscire per mancanza di mezzi. Titolo, non esattamente originale, della Gazzetta di Modena: "Modena, la rabbia di Muzzarelli: 'Perdiamo 12 militari di pattuglia' - In città erano 31 i soldati in servizio per l'operazione 'Strade sicure'". Invece, i giornaloni continuano a interrogarsi sul tale se si alleerà col tal altro o se farà la desistenza o la resilienza o la transumanza; e i politici fingeranno di scandalizzarsi se non si va più a votare.

Torniamo alla corsa di Bosco Albergati, che uscendo dal bosco porta sul tracciato stradale solito, per un totale di 8,5 km, da fare a ritmo blando (6:30/km per il mio gruppetto), con Mastrolia vestito alla nude-look che finalmente si pronuncia sulle voluminosità artificiose di una celebre podista, vista l’ultima volta addossata a un muretto col suo amico, durante una corsa nella quale non arrivò mai al traguardo; e il suo imitatore Rambo (già 2.28 in maratona e 8 ore al Passatore, dice Paolino) tenta qualche strappo ma ogni volta dopo cento metri deve fermarsi, e arriverà tardissimo. Sembra in forma Mauro Zoboli, cui vorrei strappare il segreto per restare magri.

Ristoro intermedio con acqua alla stessa temperatura del tè, poi giro di boa alla Madonna dell’Oppio (la religione oppio dei popoli?), un po’ di prato, un altro po’ di bosco, arrivo con consegna del pacco-gara di acqua, waferini e spaghetti, più la sorpresa finale dei premi di società ultra-generosi (certe società non immaginavano nemmeno di essere a premio ed erano già partite).

Per fortuna, al di là dell’acqua calda da bere ci sono dei rubinetti per le docce, con acqua fresca che finalmente si può bere, come dimostra Fabietto da Castelfranco orgoglioso della sua figlia adolescente. Cuoghi si dice desideroso di una pausa, ma come rinunciare alla rediviva “Grotta” di sabato prossimo, patrocinata dal parente di Sergio Pattuzzi e forse con la presenza di Cristina D’Avena? Paolino esprime idee politiche molto condivisibili ("hai sentito che adesso mandano in parlamento quello che si fa le canne? - certo, se ha dei follower!), e io gli dico che lo voterei (Paolino, non quello delle canne), se però mi assicurasse di non cambiare partito ogni anno come invece è prassi dei nostri eletti.

L’ultima fatica è portare alle nostre auto i pacchi-premi di società (ne abbiamo quasi uno ciascuno), poi uscire dal parcheggio, operazione complicatissima per una serie di gimcane e sbarramenti stile caselli autostradali, per imporre a tutti un obolo da 2 euro (ma i podisti sono esenti). Qualcuno dichiara che domani andrà a una Color Run, altri si riposeranno per spargersi sulle montagne domenica, e poi misurarsi nel grande cimento di Scandiano.

Siamo ormai pochi, ma resistenti, e dopo le vacanze anche Cuoghi tornerà più forte e glorioso che pria.

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