Pavullo (MO) – La 36^ “4 Torri” chiude il Circuito del Frignano
28 agosto - Allerta gialla per le precipitazioni in Emilia Romagna, secondo i meteoastrologi e i pubblici amministratori che si ubriacano dei loro vaticinii, come in altri momenti zittiscono i dubbiosi a suon di “lo chiede l’Europa” o “lo dice Burioni da Fazio, lo conferma la Viola dalla Gruber”. Difatti, nelle ultime 48 ore, su Modena città è piovuto moderatamente per un’ora (in tutto) sabato pomeriggio, mentre questa domenica si è aperta intorno ai 25 gradi con afa, che sono poi saliti a 27 o più in tarda mattinata a Pavullo (680 metri), baciata da un sole che lasciava requie solo nei tratti all’ombra dei boschi, su sterrati appena soffici per la pioggia del giorno prima.
Peraltro i pubblici amministratori non si sono preoccupati dell’allerta, accorrendo (guidati dal presidente della Regione) a 12 km da Pavullo per festeggiare una campionessa ciclista locale.
Abbiamo fatto senza di cotanto corredo, accontentandoci di “Roberto Brighenti speaker sportivo di prestigio internazionale”, come recitava il volantino della Mezza del Brenta giunto fino a Pavullo chissà attraverso quali mani: e magari a quella mezza, programmata per il giorno delle elezioni, se sapremo che ci sarà anche Giorgio Calcaterra, ci iscriveremo a frotte.
Intanto, a Pavullo eravamo tornati il migliaio o più (non esagero) degli anni d’oro: non tanto per il prestigio del Circuito, o del sovrapponibile Campionato provinciale Uisp di corsa in montagna, che hanno portato circa 160 competitivi, ma per la compresenza di una non-competitiva che offriva anche le distanze di 4,5 e 7 km: schermate dal patetico annuncio che l’organizzazione effettuerà “opportuni controlli per evitare partenze anticipate”. Difatti, arrivando mezz’ora abbondante prima della partenza, tutti gli spazi parcheggiabili nel raggio di un km dal ritrovo erano occupati, e tra le auto in manovra facevano già lo slalom, non i partecipanti al nordic/fit-walking previsto per le 8, ma gli “atleti” delle ore 9, incuranti delle gride manzoniane.
Il tracciato, comunque, merita che lo si percorra: suddiviso abbastanza equamente tra asfalto e sterrato (con l’aggiunta del km acciottolato e con dislivello di 140 metri nella salita al castello di Montecuccolo, km 11), con un dislivello totale di circa 340 metri, si snoda ad anello in senso orario sulle montagnette prima a est poi a ovest del capoluogo (che abbiamo attraversato poco dopo il via), con una visuale perfetta, alla faccia dell’allerta gialla, su tutta la catena appenninica tra il bolognese e il reggiano.
Dopo 5 prove su 6 effettuate, col sistema di punteggio stabilito indipendentemente dal numero dei partecipanti, le classifiche del "Frignano" erano praticamente già decise, e ciò spiega l’assenza anche in questa gara di molti big locali, che non avevano più la convenienza pratica di venire qua (a loro i panorami non interessano). Onore invece a chi è venuto, non proprio di secondo piano: il podio allargato dei primi maschi vede ai primi posti il reggiano Salvatore Franzese in 54:12 (alla prima presenza nel circuito), appena 6 secondi in meno del veterano ferrarese Rudy Magagnoli, pure all'unica presenza qui; a 55:13 finisce Matteo Pigoni, 48 anni, che sia pure col peggior piazzamento di tutto il circuito (dopo 4 vittorie e un secondo posto), consolida il successo in classifica generale; come lo consolida il secondo, Davide Camilli, che col suo decimo posto odierno guadagna un altro punticino sul terzo della generale, Robert Ferrari.
Tra le donne, il successo di tappa è andato ad assolute outsider, nel senso di totalmente assenti dalla graduatoria generale: ha vinto la titolata trentenne locale Francesca Giacobazzi in 1.06:48, meno di un minuto sulla 45enne Ramona Barbieri, e poco di più sulla 24enne Laura De Marco. Delle piazzate dopo le prime 5 gare, la meglio arrivata oggi è Sonia Donnini, settima, che risale al nono posto nella generale.
Ma il decimo posto conquistato oggi da Francesca Venturelli (Formiginese) le garantisce anche il titolo assoluto, davanti alla scandianese Simona Garavaldi (oggi 14^) e a Simona Malavasi della Madonnina (25^): tutte e tre sono le uniche ad aver partecipato alla totalità delle gare (senza averne vinta nessuna), come del resto accade ai primi sei della classifica maschile (dove però Pigoni si è affermato 4 volte). Non sarebbe male, per movimentare l’interesse, prevedere almeno uno ‘scarto’, tanto più che il circuito si svolge quasi interamente durante le ferie estive ed è normale che qualcuno sia altrove.
Dopo le ‘eccellenze’, mescolati tra competitivi e no (di questi ultimi, parecchi non esibivano il pettorale: certamente l’avranno lasciato in borsa, e allo stesso modo, quando entrano in un cinema diranno che il biglietto è rimasto nella tenda), c’eravamo noi mille o più, incluso Nerino Carri che per una volta ha dismesso gli attrezzi del fotografo ed è tornato alla passione primigenia riprovando l’effetto che fa il partire all’ora giusta (con lui, Paolo Giaroli, un altro che non ha mai sgarrato sull’orario prescritto). Personalmente, la sfida con Paolino Malavasi è durata non più di 4 km, tra la prima e la seconda “torre”, quando lui se ne è andato per dimostrare anche a Frarein che va più forte; in contemporanea, mi ha raggiunto Enzo Deganutti da Cormons, un classe 1960 che gira mezza Italia alla ricerca di belle gare; un mese fa era stato premiato da Brighenti alla mezza di Livigno, e ricorda di aver corso con me non solo sulle Colline del Secchia qualche mese addietro, ma addirittura alla mezza di Casalmorano (CR) ben prima dei tempi covidici.
Abbiamo corcamminato insieme per tutti i restanti 10 km (per lui era la prima volta qui), avvicinando Paolino ma restando indietro da lui all’incirca del giro di pista finale (mentre Claudio Morselli da Mirandola era già arrivato da 8 minuti e sblisga): per tutti, Brighenti da vero glocal trovava un giro di parole appropriato.
Due ristori idrici lungo il percorso, e uno al traguardo ma senza la cocomera dei tempi antichi (“ce l’hanno vietato”, magari perché lo dicevano Burioni o la Viola), però con ottimo caffè offerto dall’inizio alla fine. Vasetto di marmellata come premio per chi ha pagato i 2 euro della non comp, con l’aggiunta di una canottiera e due salamini per i competitivi da 10 euro (cifra, direi, ragionevole, specie se confrontata ai 28/30 dei quali Paolino si farà tassare domenica prossima per una 21 tra le paludi e il mar Adriatico, ovviamente moltiplicando il tutto per due, a pro del figlio Maurito).
Si torna in città, con la temperatura salita a 30 gradi: io voglio la pace, as capéss, ma intanto accendo l’aria condizionata e mi faccio un bel bagno in vasca (bè, sul tetto ho un collettore solare impiantato dall’allora sponsor della Podistica Cittanova, vedete se non conviene finanziare il podismo).
E se a Modena stanno costruendo scenari posticci di legno per il film su Enzo Ferrari, nella realtà sembrano assai posticci anche gli eredi di Ferrari, che fermano Leclerc a due giri dalla fine, col risultato di farlo scendere dal quinto posto sicuro al sesto, oltretutto con penalità che per un pelo non lo porta al settimo. Quasi quasi verrebbe da rimpiangere Luca Cordero del Prezzemolo, che dopo aver partecipato al matrimonio-kitsch veneziano della Diva, si trova due pagine-due sul Corrierone di oggi (aperte dalla rivendicazione di non essere figlio di Gianni Agnelli, excusatio non petita, e di essere stato ‘scoperto’ da Enzo Ferrari tramite Roma 3131), dando del cattivone a Marchionne per averlo cacciato dalla Formula 1 dove stava collezionando una gloriosa serie di sesti e ottavi posti…
I 267 classificati nel Circuito del Frignano, a cominciare da Alberto Michelini della MDS, oggi 159°, hanno a che fare con lo sport molto più di certi beneficiari di nozze-kitsch e susseguenti articoloni sui giornaloni.
Classifica finale del Circuito: http://podisti.net/index.php/classifiche/16431-circuito-del-frignano-2022.html?date=2022-08-28-00-00
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