Castelvetro (MO), 37^ Camminata Sagra dell’uva: rosso squisito per 240
17 settembre – Da ieri a oggi, 15 gradi in meno, terra bagnata, alberi profumati, e per noi podisti di rango medio-basso è tempo di lasciare le canotte e partire con le mezze maniche, anche alle 16 quando è prevista, sotto il sole e un cielo quasi limpido, la partenza di questa gara ormai classica.
A occhio, saremo un centinaio al via regolare, ma le iscrizioni dichiarate sono 240 (50 in più di sabato scorso a Sassuolo), e molti camminatori sono già andati, non volendo rinunciare al percorso collinare panoramico di 9 km (in realtà 8), con oltre 200 metri di dislivello nella salita verso Villabianca: paesello dove era posto il traguardo di una gara a cronometro da Castelvetro, molti anni fa, e dove pure si passava in una delle primissime corse della provincia, Da la zresa al lambrusc ossia da Vignola appunto a Castelvetro, giugno 1972.
Uno dei reduci di quella gara, il vignolese Bruno Monelli, è presente come sempre; come non può mancare Lucio Casali (se non c’è lui, quasi quasi la gara non si fa: lo vedete chiudere il gruppetto nell’immagine di copertina scelta da Mandelli per il servizio fotografico, dietro il compagno di squadra Paolo Cavazzuti); ed è sceso dai suoi monti perfino Micio Cenci, che inalbera la maglietta un po’ sbiadita della trail-marathon del Liechtenstein dove fummo assieme … soltanto 13 anni fa. Penso che non gli dispiacerebbe l’appellativo di Formica Atomica, che il Corrierone ha rispolverato impropriamente per la ginnasta (ehm) Sofia Raffaeli, ignorando un certo Sebastian Giovinco (ma se i giornalisti sapessero le cose che scrivono – diceva un antico sindaco e uomo di sport di Vignola – non avrebbero più niente da scrivere).
Ovviamente al completo le famiglie di Paolino Malavasi, del citato Cenci, di Simona Rossetto (quasi tutti in foto 5), dei Vecchié, dei Bellentani, dei Valentini e della sempre sorridente Sonia Del Carlo, e chissà quante altre in comunione affettiva e sportiva; da Sassuolo è venuta in bici Cecilia Gandolfi (“sono solo 24 km!”: foto 2, e foto 3 con Micio), non imitata quanto a mezzo di trasporto dalla sorella Margherita e dal coniuge Italo, che da automunito mette però a disposizione alcune delle sue foto (nella didascalia non c’era posto, ma credete che delle 22 foto in Gallery, 5 sono sue). Per tutti, il rientro a casa avviene in tempo utile per assistere alla vittoria al 93’ del Sassuolo a Torino: e che Urbano Cairo vada pure a farsi consolare da Lilly Gruber e Giovanni Floris. Dal reggiano, i fedelissimi Paolo Giaroli (foto 6) e Simona Garavaldi: anche la loro mancanza indurrebbe seri motivi di riflessione negli organizzatori. Ma c’è perfino una presenza germanica, Frau Lieber aus Berlin-Dresden, innamorata del nostro Muratori e un pochino anche di Ludovico Castelvetro.
Il giro, ripeto, è un classico, ma resta sempre bello, perlomeno nei primi 6 km, col culmine per i buongustai al km 4,7, quasi al culmine della salita, dove la fattoria Roli (foto 17) ha allestito un ristoro dove il Principale versa personalmente nei bicchieri dei podisti il suo squisito Grasparossa. Rambo lo disdegna, ma io ne prendo due sorsate, e Giaroli, che nella salita mi era rimasto un po’ indietro, dopo averne bevuto un bicchiere (cardiotonico ideale) trova immediatamente la forza di raggiungermi e fare con me, alla media complessiva di 7:15/km, il resto del tracciato (gli ultimi 2 km sono cambiati dai tempi d’oro, e sinceramente meno godibili), rievocando glorie del passato e rivolgendo un grato ricordo a Giancarlo Bellodi, co-fondatore mezzo secolo fa della Sgambada di Mirandola, e scomparso da pochi giorni. A noi vecchi habitués si aggiungono alcune gradevoli presenze giovanili di sesso femminile (si può dire ancora, o contraddice qualche legge di correttezza politica prescritta nel contemporaneo festival filosofia?): sembrano due veline, una bionda e una mora, quelle che ci arrivano appena davanti.
Si termina nell’impianto sportivo, certamente la ressa è minore dei tempi antecovid (credo sia la prima volta che trovo parcheggio nella piazza antistante), ma siamo certamente di più di quella volta che una guerra interfrazionale mise in svolgimento contemporaneo un’altra gara nella vicinissima Solignano. Iscrizione al nuovo “tetto” di 2,50, pacco gara di biscotti e pasta, oltre a buono sconto per acquisto di sottaceti e altre confezioni: la sagra del lambrusco (anticipata di una settimana causa elezioni) ha prodotto qualcosa di positivo anche per noi pedatori. Sperando che la prossima volta il signor Roli, vista la quantità dei concorrenti, debba stappare qualche bottiglia in più.
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