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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Era nell’aria, mancava solo l’ufficialità: il comitato lombardo ha comunicato la sospensione a tutti gli effetti del calendario gare fino al 30 aprile, il blocco precedente (su tutto il territorio nazionale) era sino al 3 aprile).

In realtà la maggior parte delle gare aveva già provveduto autonomamente ad annullare/rinviare la propria manifestazione (Sarnico-Lovere, Milano Marathon, Val Bregaglia Trail, etc). Poi la mezza di Orzinuovi (BS), già rimandata una volta dal 29 marzo al 13 aprile.

Che cos’altro perde il calendario: Ultramaratona in Franciacorta, Trofeo Morbegno (10 k) e Walk &Middle Distance, peccato, perché il meeting milanese di Giorgio Rondelli propone sempre degli ottimi livelli tecnici ed agonistici.

Per quanto riguarda i possibili recuperi al momento nulla si sa. Domani, 27 marzo, si terrà una riunione per l’intero calendario nazionale.

 

 Alcuni giorni orsono ho pubblicato un mio pezzo (LEGGI QUI), dove toccavo diversi argomenti, ma focalizzando in particolare sulla Federazione, e le sue attuali linee guida (attualmente non ben definite, o assenti), in merito agli atleti professionisti e no; per intenderci, non solo quelli già in possesso dei requisiti ma tutti coloro i quali hanno  già il pass per le varie manifestazioni federali, ad esempio i campionati. Infine, quelli che potrebbero acquisirlo attraverso le gare, che però adesso non ci sono. In mezzo a questo difficile scenario è chiaro che il potersi allenare è condizione fondamentale per raggiungere gli obiettivi. Ho contattato diverse persone che vivono nell’atletica e per l’atletica, anche gli stessi atleti che chiaramente sono i primi a dover subire la situazione. Dico subito che in tanti di loro ho registrato prima di tutto il disagio per l’attuale situazione, la difficoltà a pensare all’atletica in questo momento, sia pure unitamente al desiderio di praticarla. Io credo che tuttavia la vita continua, deve continuare, ci sarà una ripresa che vale per tutte le attività, vale per l’atletica. 

Nel frattempo, è notizia di ieri, sono state rinviate al 2021 le Olimpiadi di Tokio, da capire cosa accadrà al prossimo consiglio federale (27 marzo) ed ai successivi): ci saranno comunque nuove elezioni? Dato il rinvio delle Olimpiadi ci sarà una deroga alla durata quadriennale che, non per caso, coincide con l’anno olimpico?    

Fra le persone contattate e coinvolte Massimo Magnani (una vita spesa nell’atletica, prima agonistica e poi a livello dirigenziale), che ha ritenuto di commentare il mio articolo, fornendo una visione globale del momento, ma anche dando alcune precise indicazioni (ho evidenziato quelle a mio avviso più interessanti). 

Ecco il suo punto di vista: 

Le riflessioni del Presidente Giomi sulla situazione venutasi a creare anche nel mondo dell’atletica a fronte del Coronavirus sono centrate e lucide. Se da un lato Giomi cerca di mantenere accesa la torcia del futuro – «ne usciremo», «c’è un domani» – dall’altro non può che guardare anche verso un certo, giusto, realismo – «quando tutto questo sarà finito, non potremo ripartire come se nulla fosse stato. I tempi per il ritorno alla normalità saranno lunghi». Una disamina questa che, nella sua estrema, apparente, semplicità, è del tutto condivisibile.
Nel realismo di Giomi traspare però anche una certa preoccupazione sul come: come ne usciremo e come riusciremo a ripartire. Ed è proprio su un tale come che auspico si giunga a discutere in Consiglio Federale. Analogamente spero che Presidente e Consiglieri nel loro dibattere partano da quel primo principio ispiratore che apre lo Statuto Federale, secondo il quale «la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) […]» nel proprio associarsi s’ispira «al principio di democrazia e di partecipazione di chiunque, in condizioni di uguaglianza e pari opportunità»; cioè, detto in altri termini, la Federazione s’impegna a garantire a chiunque la pratica dell’Atletica Leggera su tutto il territorio nazionale.
Ciò che non mi sento di condividere è, invece, il modo in cui la Federazione ha di volta in volta gestito la propria posizione ufficiale circa il comportamento che gli atleti, a qualunque livello essi siano, dovrebbero tenere nella contingenza legata al virus. Nella medesima intervista il DT Antonio La Torre dichiara da un lato che «L’attività fisica moderata mantiene alte le difese immunitarie, e può aiutare ad affrontare meglio il diffondersi del virus. Lo dicono studi scientifici approfonditi e riconosciuti a livello internazionale. Allo stesso tempo, gli atleti amatoriali non possono pensare di utilizzare questa situazione drammatica per dedicarsi all’allenamento. Il problema sta nei comportamenti sbagliati, non nella corsa»; dall’altro che «Per prima cosa, va ridotta drasticamente l’attività. Per lo meno dimezzata. E poi, vanno adottati quei comportamenti che sono stati chiaramente indicati dai medici, nell’ottica del cosiddetto “distanziamento sociale”. Voglio essere chiaro: non si può pensare di andare tutti a mezzogiorno a fare le ripetute alla Montagnetta, a Milano. Ci vuole intelligenza. E aggiungo che molto si può fare, anche senza correre, tra le mura di casa».

Queste due affermazioni, a livello generale, sono tutte corrette e, almeno all’apparenza, neppure si contraddicono reciprocamente. Sfortunatamente, però, e questo è il problema, non possiamo, in occasione di un’emergenza simile a quella odierna, affidarci all’intelligenza ed alla ragionevolezza del singolo. Piuttosto, la Federazione avrebbe dovuto farsi portatrice di un messaggio chiaro ed univoco; e questo perché le persone – a prescindere dalla loro intelligenza – non sono sempre coscienti della condizione storica in cui stanno vivendo, non sanno interpretare i fatti che hanno sotto gli occhi e spesso non sanno neppure organizzarsi adeguatamente: per esempio, se in una città i luoghi deputati alla corsa sono un numero ridotto, è chiaro che quanti vorranno allenarsi si riverseranno tutti in quei luoghi e secondo i loro orari consueti, perché ragioneranno seguendo il criterio dell’abitudine.
Giacché le abitudini consolidate sono difficili da scardinare in generale, figuriamoci in un tempo che chiede una trasformazione così immediata: per esempio, se io appartengo a quel gruppo d’irriducibili che nonostante tutto, decreti o no, vogliono lo stesso andare a correre, leggerò la succitata frase di La Torre come viatico per la mia decisione: «Oh, ma l’ha detto anche La Torre che l’attività fisica moderata mantiene alte le difese immunitarie, e può aiutare ad affrontare meglio il diffondersi del virus» tralasciando completamente che il DT ha posto l’accento sull’aggettivo moderato e che ha ribadito il concetto subito dopo affermando che «va ridotta drasticamente l’attività. Per lo meno dimezzata».
Per quanto l’intento di La Torre possa risultare cristallino per molti degli addetti ai lavori, non lo è per tutti; soprattutto non lo è per il resto, cioè per chi non è addetto, ma è solo appassionato e si affida ai giganti per capire come comportarsi. In breve, il problema non è schierarsi, scegliere se essere pro o contro la prosecuzione dell’attività fisica, quanto piuttosto il modo in cui tale scelta viene comunicata di volta in volta. È anche vero che, ad oggi, allinearsi su una posizione più rigida di comportamento, non equivarrebbe a elidere tout court le proprie convinzioni, qualora dovessero essere difformi rispetto a quelle ministeriali. Risponderebbe piuttosto, e più semplicemente, ad una necessità più alta: fare fronte comune nell’arginare un’emergenza.

Ritornando all’articolo 1 dello Statuto Federale, non si dovrebbero fare figli e figliastri: i Decreti che giorno dopo giorno si sono succeduti rendono, una volta di più, evidente come le norme che regolano la vita federale non vengano applicate e fatte funzionare per tutti, indifferentemente, ma per scopi precisi e mirati, venendo così meno al principio delle pari opportunità. Se è vero che la Federazione s’impegna a garantire a chiunque la pratica dell’Atletica Leggera su tutto il territorio nazionale, allora tutti, non solo gli atleti di élite e d’interesse nazionale – ma tutti coloro che per esempio, pur non essendo d’interesse federale, hanno raggiunto lo standard per partecipare ad un Campionato Nazionale (massima manifestazione federale) – dovrebbero essere messi nelle stesse condizioni degli atleti d’élite e di interesse nazionale. Eppure ad oggi non lo sono, difatti non possono frequentare i campi di atletica e/o non possono allenarsi all’aperto, pur seguendo le indicazioni del Decreto Ministeriale. È chiaro, quindi, come la normativa sugli atleti di interesse nazionale sia stata approvata, non tanto per classificare un atleta in base al proprio valore, ma per agevolare la partecipazione ai bandi di arruolamento nei Gruppi Sportivi Militari.
La sfida a cui oggi la FIDAL è chiamata a rispondere con il prossimo Consiglio Federale è quella di comprendere che sua prima responsabilità è quella di ripensare ed organizzare le condizioni affinché tutti possano praticare l’atletica in totale sicurezza.

Un altro tema, veramente ostico per il Consiglio Federale, sarà il lavoro di armonizzazione del Calendario: poiché gli organismi sportivi deputati non hanno dato informazioni certe su una possibile data di ripresa delle attività agonistiche, non sarà facile calendarizzare le competizioni. A questo si aggiungono una serie di altri problemi.
Innanzitutto la questione della sovrapposizione delle gare: poiché una parte grandissima delle manifestazioni su strada previste in primavera (anche gare istituzionali di carattere internazionale come i Mondiali di Mezza Maratona), per ora, sono state spostate nella seconda parte di stagione, queste avranno un inevitabile impatto anche sull’attività in pista.

Un secondo problema è quello di riuscire a conciliare tutte le attività organizzative dalle varie realtà sportive perché rischiano di non esserci i tempi tecnici necessari, cioè rischia di non esserci spazio nel calendario. C’è da sperare che alle società sportive che organizzano le manifestazioni venga data la precedenza rispetto a quei soggetti il cui obiettivo principale differisce da quello dell’attività federale. Sarà un utile test anche per capire quanti e quali organizzatori amano davvero l’Atletica, e quanti e quali, invece, la utilizzano per fini propri. Sarebbero auspicabili linee precise, chiare anche severe, financo impopolari; forse sarebbe l’unico modo per trovare una soluzione praticabile e magari reimpostare nuove modalità di organizzare il Calendario Federale, anche in prospettiva.

Un altro tema su cui il Consiglio dovrà cominciare a porre attenzione sono le elezioni federali: adesso che siamo stati posti di fronte all’ufficializzazione dello slittamento dei Giochi Olimpici al 2021, vale la pena domandarsi se anche le elezioni debbano seguire lo stesso destino, oppure se il Consiglio Federale decida comunque di confermare le elezioni previste in novembre e dichiararsi dimissionario prima dei Giochi riposizionati nel 2021. Nelle norme CONI esisterebbe la possibilità di chiedere una deroga sia in tal senso, sia di mantenere le elezioni nel 2020: ma quando mai si è visto qualcuno chiedere l’applicazione di norme per perdere una poltrona...?

Proprio perché, come dice il Presidente Giomi, «non potremo ripartire come se nulla fosse stato», gli atti di responsabilità, oggi, assumono un’importanza quanto mai rilevante.

 
 
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Se non siamo al delirio totale davvero poco ci manca; succede nella civile Cagliari che le istituzioni, tra le tante cose che potrebbero e dovrebbero fare, decidono di prendersela con chi corre e addirittura chi cammina. Qui il punto non è certamente quello di disquisire sui soldi spesi bene o male, che poi sono quelli dei contribuenti, bensì dell’assurdo messaggio che si vuole far passare. E poi, quale sarebbe la connessione tra una persona intubata ed una che passeggia?

Una campagna di odio realizzata attraverso l’affissione di messaggi (ovviamente ci sono anche altri messaggi, quelli riservati a chi corre… ci mancherebbe) che è difficile non definire terroristici, colpendo ancora una volta una categoria che è improbabile abbia precise responsabilità della diffusione del virus. Tra l’altro, sia pure con tutti i limiti del caso, anche a Cagliari una minima movimentazione è tuttora garantita. Piacerebbe conoscere il pensiero in merito degli assessori allo sport e della sanità della città, ma anche della regione.

E’ inaccettabile, e non lo dico solo da podista e amante dell’atletica; in questo momento così critico dovrebbero passare ben altri messaggi. La gente oggi è incerta, preoccupata, viene facilmente da pensare che questa campagna non faccia altro che destabilizzare ulteriormente le persone.

Credo che i responsabili del Comune (ente firmatario dei messaggi esposti) si siano assunti una grossa responsabilità in merito alle potenziali conseguenze. In realtà spero che questa campagna venga immediatamente interrotta; davvero, non c’è bisogno di queste cose.

Mercoledì, 25 Marzo 2020 16:22

In Cina si è tornato a correre

E’ avvenuto a Chengdu, una località che dista 1100 chilometri da Wuhan, epicentro del coronavirus in Cina. Una città di oltre 10 milioni di abitanti che annualmente ospita una maratona con 20.000 partecipanti.

Stavolta si sono accontentati di molto meno e su una distanza inferiore, infatti è stata chiamata mini-marathon, probabilmente il messaggio che doveva passare era quello di una ripartenza, un ritorno verso la normalità. In ogni caso si è trattato della prima “gara” dell’era coronavirus, anzi, speriamo davvero di poter dire per la Cina… prima post coronavirus.

Pare che le condizioni fossero quelle della massima sicurezza possibile: misurazione della temperatura a tutti i partecipanti, prima e dopo la gara. Suddivisioni alla partenza in gruppi di 100 (in totale erano un migliaio) e obbligo di correre indossando la mascherina, chissà se poi è stato rispettato durante la corsa.

 

Il 27 marzo ci sarà una riunione del consiglio federale, già programmata da tempo. La ragione principale, per quanto a mia conoscenza, è (era?) la rivisitazione del calendario gare, completamente rivoluzionato dagli eventi legati al coronavirus.  C’è chi ha semplicemente annullato l’edizione 2020 ed altri invece che cercano disperatamente una data, facile prevedere un affollamento nel periodo settembre-novembre, organizzatori che magari si litigheranno i clienti/podisti a colpi di sconti e offerte speciali. Non sarà facile, per nessuno. In ogni caso la mia impressione è che, in base al recente sviluppo della situazione, sia oggi prematuro fare ipotesi di calendario, anche se sarebbe bello, una sorta di segnale che la vita sportiva riprenderà. Sarà quindi una riunione dalla quale emergerà poco o nulla.

Alfio Giomi, presidente della Fidal:

Quando questa mattina, dopo aver letto delle ennesime, immani difficoltà in cui si sta dibattendo il nostro Paese, mi sono apprestato ad approfondire i temi del Consiglio federale del 27 marzo, mi sono chiesto quanto fosse congruo, in un momento come questo, pensare all’attività sportiva. E la risposta è stata: lo è più di sempre, perché ci aiuta ad affrontare una fase difficilissima, sapendo che ne usciremo e che c’è un domani. È quindi con questo spirito che affrontiamo le difficoltà di oggi, preparandoci al meglio per quando finiranno. 

Dobbiamo però ammetterlo: quando tutto questo sarà finito, non potremo ripartire come se nulla fosse stato. I tempi per il ritorno alla normalità saranno lunghi, e dovremo, tutti insieme, organizzarci per superarli al meglio. Con questo spirito ci prepariamo alla riunione di Consiglio del 27 marzo, nell’ambito del quale costruiremo e rafforzeremo tutti quegli strumenti che ci consentiranno di superare l’ostacolo. Sarà allora, che i valori fondanti dell’Atletica Italiana potranno fare la differenza.


Tutti insieme, ce la faremo.

Un messaggio un po’ banale, un po’ scontato, ma forse in questo momento è difficile dire di più. Invece ci sono dei problemi da mettere sul tavolo, certamente molto meno gravi rispetto a quanto sta accadendo, tuttavia si deve pensare che la vita continua, deve continuare. Non credo che sia blasfemo cominciare a pensare o immaginare il dopo coronavirus, vale per tutte le attività, vale per l’atletica. Ed allora, nel frattempo, piacerebbe sapere cosa sta effettivamente facendo la federazione rispetto al movimento dell’atletica; la domanda più immediata riguarda gli atleti che possono o potrebbero concorrere per le gare più importanti; il primo pensiero va alle Olimpiadi di Tokio (se si faranno) ma anche più semplicemente ai campionati italiani. Per accedere ci vogliono dei minimi, in termini di tempi e misure, ma senza gare, come si fa ad ottenerli? Prima ancora, in mezzo a tutti gli stop che la situazione impone, come possono allenarsi? Per chi vale la possibilità di farlo? Fidal ha definito una lista di atleti autorizzati, questi i criteri:  

Atleti-di-interesse-nazionale-ecco-i-requisiti

Con questo si definisce un primo elenco di atleti che potrebbero allenarsi. Bene, ma dove? Gli atleti dei gruppi militari (Esercito, Aeronautica, Fiamme Gialle, etc) di norma hanno a disposizione i propri centri sportivi, opportunità utile soprattutto per le specialità classiche dell’atletica (salti, lanci, prove veloci e multiple, mezzofondo). Per tutti gli altri è più complicato, semplicemente perché i centri sportivi sono chiusi. A proposito degli altri: ci sono diversi atleti che non appartengono ai gruppi militari, né sono inclusi nella lista “atleti di interesse nazionale”, eppure posseggono già i minimi per i campionati italiani. Ne cito alcuni che mi vengono subito in mente: Omar Bouamer (29:48 sui 10.000 mt), Francesco Carrera (29:29, 10.000 mt), Nicola Bonzi (1:05:14, mezza maratona). Allargando il discorso ci sono altri atleti meno noti ma comunque in possesso dei cosiddetti “minimi”, che sono ad esempio in campo maschile 3:51 per i 1500 metri; 31’ per i 10.000; 9’20 per i 3.000 mt siepi. Quali possibilità riserva loro la federazione di potersi allenarsi? Vale a tutti gli effetti l’autocertificazione?

In mezzo a tutti questi discorsi c’è un’altra complicazione: grazie alla battaglia scatenata contro chi corre allenarsi per strada diventa un’attività ad alto rischio, sono in aumento gli episodi di intolleranza.

 

 
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18 marzo - L'epidemia ha strappato al nostro mondo un altro sindaco bergamasco: dopo Giorgio Valoti, sindaco di Cene, questa notte  è scomparso, a 77 anni, Raimondo Balicco. Da due settimane era a casa, a Villa d'Almè,  influenzato.
Dal 2017 ricopriva la carica di
 
sindaco di Mezzoldo (BG), città dove è nato 77 anni fa, dopo esserlo già stato ininterrottamente dal 2002 al 2012, senza mai avere tessere di partito.
Gli amanti della corsa in montagna lo ricordano soprattutto per ciò che ha fatto in questo ambito. Per un lungo periodo, dal 1985 al 2012, è stato responsabile nazionale per la Fidal del settore corsa in montagna: in questi anni si sono formati tanti atleti che hanno poi vestito la maglia azzurra e riportato notevoli successi in campo nazionale ed internazionale.
Prima ancora era stato atleta della Forestale, poi al termine della sua carriera agonistica si era dedicato a far crescere il settore: ed è anche grazie a lui che la specialità è entrata in ambito federale. Nel corso degli anni ha avuto un ruolo centrale anche nella WMRA (World Mountain Running Association), la federazione mondiale di questa disciplina, che gli ha poi riconosciuto il titolo di membro onorario.

Da sempre organizzatore di una gara impegnativa, Mezzoldo – Ca' San Marco, una corsa in salita dal suo paese natio (situato a 835 mt) fino al passo San Marco (1992 mt); oltre 1000 metri di dislivello in soli 8 chilometri. E’ qui che ho avuto modo di conoscerlo, poi l’ho incontrato ancora in occasione di due raduni della nazionale di corsa in montagna.
E’ così che una provincia già duramente colpita dal coronavirus aggiunge un’altra vittima, che molto ha avuto a che fare con lo corsa.

Alle condoglianze del mondo sportivo si aggiungono quelle della famiglia di Podisti.Net.

Mercoledì, 18 Marzo 2020 16:33

Una lettera del dr. Gabriele Rosa

A tutte le amiche e gli amici Runners e Camminatori

Cari tutti,

Sono ormai più di cinquant’anni che mi interesso a voi. 

Siete stati il filo conduttore della mia vita e in questo momento mi rivolgo a voi perché sono assolutamente certo che potrete essere molto utili ai vostri genitori, ai vostri figli e a tutti coloro a cui volete bene.

So che state vivendo questo dramma con grande senso di responsabilità e so anche che dalla condivisione di questo difficile momento avrà inizio la nostra ripresa, quando tutto sarà superato. 

La Resilienza….

Quella forza interiore che avete tutti sviluppato praticando sport, quella capacità di superare i limiti della fatica, di tenere duro per arrivare al traguardo raggiungendo talvolta, contro ogni previsione, obiettivi insperati e risultati impensati. 

Vi chiedo di applicarla ora a questa incredibile quotidianità che ci viene indicata, per superare i grandi sacrifici ai quali tutti siamo chiamati.  

Vi chiedo di metterla a disposizione delle persone più deboli e bisognose di sostegno morale e fisico. Voi siete forti, motivati, allenati e per questo fondamentali per il superamento di questa crisi ed il rilancio di questa meravigliosa popolazione. 

Il modo e le attività con cui potrete operare sono a vostra discrezione ma so che, ognuno di voi, ha la forza morale per fornire un contributo fondamentale a tutti coloro che vi circondano. 

Lavorate da casa. Attenetevi alle regole che ci hanno proposto.

Sono più che mai certo che con la stessa grande motivazione con cui per anni vi siete allenati, potrete fornire un contributo fondamentale a tutta la popolazione italiana. 

Vi ringrazio e vi sono vicino.

Ci ritroveremo presto sulle strade e sui cammini di tutta Italia e del mondo a esercitate questi meravigliosi, semplici e naturali gesti, a noi tanto cari, che sono il cammino e la corsa. 

Gabriele Rosa

 

Domenica, 15 Marzo 2020 22:27

Due 'mezze' in Inghilterra, malgrado tutto

L’Italia chiude allo sport, perfino a molte delle attività all’aria aperta; i podisti e perfino chi cammina, magari in solitudine, vengono guardati storto, eppure è consentito LEGGI QUI.

Ma da qualche parte del mondo, nemmeno troppo lontano da noi, per qualcuno il problema pare non esistere. Non solo si corre, si gareggia proprio.

E’ successo oggi, in due diverse gare in Inghilterra. Una è la “Bath Half Marathon”, una mezza maratona che si corre dalla cittadina di Bath (siamo nel sud ovest del paese) a Bristol, città che si affaccia sull’omonimo canale.  Oltre 6.000 partecipanti, dichiarano gli organizzatori; non so se assomigliano a molti degli euforici uffici stampa italiani, i cui numeri vengono spesso smentiti dalle classifiche, comunque sono numeri davvero elevati. Qui trovate il commento del responsabile dell'organizzazione della gara (Andrew Taylor):

"Andrew Taylor, director of the Bath half said he had not received any advice from public health officials not to go ahead. He said the advice from the experts - Public Health England and the local commissioning care group - had been "consistent that this is a low-risk event, with absolutely no reason for it not to go ahead".

Andrew Taylor, direttore della mezza maratona di Bath, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna controindicazione da parte delle autorità sanitarie, e che non c'era alcuna ragione per non procedere con la manifestazione, in coerenza col fatto che si trattava di un evento a basso rischio.

Un’altra gara è stata la mezza maratona di Liverpool, con partenza ed arrivo nel centro città. Qui i numeri sembrano più modesti, circa 2.000, nonostante l’abbuffata di distanze disponibili (5 e 8 miglia, 10 K, mezza maratona).  Il giorno precedente, sempre a Liverpool, si sono corsi i “Cross Country English Schools Championships” manifestazione con 2.000 partecipanti riservata ai campionati studenteschi: con oltre 50 edizioni è una delle gare più longeve Inghilterra.

Se pensiamo che è sospeso il campionato di calcio e che è appena stata rimandata la maratona di Londra (dal 26 aprile al 4 ottobre) il fatto che si siano corse queste gare stride non poco, eppure siamo nel pieno del contagio, forse in Inghilterra non se ne sono accorti? Forse il numero dei malati è ancora limitato? Oppure, come “bisbigliato” dal loro premier Boris Johnson, si confida che serva per l’immunità di gregge?

Quale che sia la risposta … è inquietante quanto accaduto.

Venerdì, 13 Marzo 2020 18:52

Maratona di Londra: spostata al 4 ottobre

13 marzo - Confermata sino a ieri, ma spostata oggi al 4 ottobre. Dovremo abituarci a questo ritornello: si attende, si spera, ma poi si valuta la situazione (pensando a quando spostarsi) e si decide. Ecco che un'altra gara top viene rimandata, col risultato che nel mese di ottobre ci sarà un notevole assembramento di gare di una certa importanza: vediamo nel dettaglio.

4/10, maratona di Londra; 17/10, mondiali di mezza maratona; 18/10, maratona di Parigi; 25/10, maratona di  Barcellona.
Poi ci sono altre due maratone in cerca di data, sempre in ottobre, Ibiza e Gerusalemme.
E purtroppo non è finita, diverse altre manifestazioni di rilievo (mezza di Praga, maratona di Hannover, etc) sono sospese, dove si posizioneranno? Oppure si toglieranno di mezzo per quest'anno, come hanno fatto Amburgo e Vienna?

E naturalmente il pensiero corre anche alle nostre gare di ottobre, di certo ne risentiranno, perché quelle estere sopra descritte sono manifestazioni che richiamano sempre molti italiani. A questo proposito segnalo che a fine marzo ci sarà una riunione in Fidal, che immagino in video-conferenza o qualcosa del genere, dove verranno esaminate tutte le richieste di spostamento. Rammento che oltre a Stramilano, maratona di Milano, Treviso e Brescia, altre manifestazioni stanno chiedendo quali saranno le disponibilità (Bologna, come sappiamo, ci ha già rinunciato).

Tornando alla maratona di Londra, gli organizzatori hanno già predisposto un piano per gli iscritti. Innanzitutto raccomandano di NON fare nulla, saranno contattati individualmente per i passi successivi. Queste le opzioni disponibili:

- spostamento alla maratona del 4 ottobre

- rimborso della quota di iscrizione

- aderire al programma Charity della London Marathon, girando loro la quota di iscrizione

- spostamento all'edizione del 2021, che si terrà il 25 aprile, però pagando nuovamente la quota di iscrizione

Questo il testo completo del comunicato degli organizzatori:

London Marathon Events today (Friday) announced the postponement of the 2020 Virgin Money London Marathon, which was scheduled to take place on Sunday 26 April.

The 2020 Virgin Money London Marathon – The 40th Race – is now scheduled to take place on Sunday 4 October 2020. 

Hugh Brasher, Event Director, said: “The world is in an unprecedented situation grappling with a global pandemic of COVID-19 and public health is everyone’s priority.

“We know how disappointing this news will be for so many – the runners who have trained for many months, the thousands of charities for which they are raising funds and the millions who watch the race every year.

“We are extremely grateful for all the support we have received from City Hall, the London boroughs of Greenwich, Lewisham, Southwark, Tower Hamlets, the City of Westminster and the City of London, Transport for London, the emergency services, The Royal Parks, BBC TV and many others as we worked to find an alternative date. The 40th Race is scheduled to go ahead on Sunday 4 October 2020.

“We know that there will be many, many questions from runners, charities and others and we ask you to please bear with us as we work through the detailed planning process to deliver the 2020 Virgin Money London Marathon on its new scheduled date. We will email all runners and charities today and then update them via email by the end of next week at the latest. We will also post regular updates on our website and social media channels.”

Information for runners with a place in the 2020 Virgin Money London Marathon

Please note: the following is for information and no action should be taken by runners at this point.

Every runner with a place in the 2020 Virgin Money London Marathon will be able to use their place in the rescheduled event on Sunday 4 October without any further payment.

All runners who have a place for the 2020 event and who choose not to take part (or are unable to do so) in the rescheduled event on Sunday 4 October will receive a refund of their 2020 entry fee or, if they wish, they may donate their 2020 entry fee to The London Marathon Charitable Trust.

Runners who do not take up one of the above options (with the exception of those who acquired their entry through a charity or sponsor) will be able to defer (rollover) their entry to the 2021 Virgin Money London Marathon, scheduled for Sunday 25 April 2021, on payment of the entry fee for 2021, following the standard deferment process. Charity and sponsor places belong to those organisations, rather than the individual runner.

Charities and sponsors with runners who are unable to take part in the postponed race will be able to substitute other runners for the rescheduled 2020 Virgin Money London Marathon on Sunday 4 October. London Marathon Events will contact charities to outline the process and timescales in due course.

The Abbott World Marathon Majors Wanda Age Group World Championships will take place within the rescheduled event and qualified runners will be automatically entered into the rescheduled event. If qualified runners cannot take part on Sunday 4 October, they will be offered a full refund. It is not possible to defer these places to 2021.

Please note that runners who have already withdrawn from the 2020 Virgin Money London Marathon and rolled over their entry to 2021 will be offered the option to take part on Sunday 4 October or to keep their entry rolled over to 2021.

 

 

Giovedì, 12 Marzo 2020 23:30

Rinviata la maratona di Boston

Se prima c’erano dubbi (io non lo credo) che il coronavirus fosse un problema solo di alcuni stati, Italia in testa, o continenti, adesso non ci sono più.

La maratona di Boston (prevista per il 20/4/2020), la più antica con le sue 124 edizioni, è sospesa e sarà molto probabilmente recuperata nel mese di settembre, in una data ancora da stabilire.

Si dice che c’è sempre una prima volta, ma questa deve aver fatto proprio male agli organizzatori, la Boston Athletic Association (B.A.A.), una delle più longeve associazioni sportive americane, infatti è nata nel 1897. Nel corso della sua lunga storia c’è stata un’unica interruzione, nel 1918, a causa della prima guerra mondiale.  

Per chi segue le vicende americane il rinvio non si può considerare un fulmine a ciel sereno, la situazione sportiva in America è già fortemente destabilizzata. Rimandate o temporaneamente sospese le attività NBA (Basket), in seguito alla recente positività di un atleta. Sospeso il campionato di hockey (N.H.L.); sospeso anche il campionato di soccer (M.L.S.), sino al 30 aprile.

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