Marsala, 27 aprile – Apriamo col comunicato firmato da Gabriele Gentili
191 arrivati in maratona, ben 655 nella mezza. Questi i numeri della riuscitissima prima edizione della Sigel Marsala Marathon-Città Garibaldina, disputata in una mattinata di sole nella città lilibetana che ha ritrovato la sua distanza preferita dopo ben 15 anni. Concorrenti provenienti da tutta Italia e da 14 nazioni hanno riempito le strade marsalesi, colorando il percorso di 21,097 km che congiungeva il centro della città all’affascinante Parco dello Stagnone, riserva naturalistica conosciuta in tutto il mondo.
La gara principale, come nelle previsioni, ha regalato la doppietta agli specialisti kenyani, con vittoria per Benjamin Kiprop Serem che in 2h23’56” ha prevalso sul connazionale Johnson Kiprop Limo, 2h36’35”. Terzo posto per il primo degli italiani, Antonio Adamo del Team Ingargiola in 2h46’00”, davanti a Francesco Spicuglia (Amico Corridore Siracusa/2h49’04”) e a Domenico Palazzolo (Sportamatori Partinico / 2h54’12”). Sesto il primo della società organizzatrice Pol. Marsala Doc, Michele Galfano in 2h56’50”.
Nella gara femminile la prima a iscrivere il suo nome nell’albo d’oro è Simona Pipitone (Marathon Athl. Avola) che in 3h21’22” ha avuto ragione della resistenza di Simona Sorvillo (Trinacria Palermo), seconda in 3h23’47”, terzo gradino del podio per Eleonora Suizzo (Esercito - 62° Reggimento Fanteria) in 3h39’29”.
Nella maratonina, tappa del Grand Prix Sicilia delle Mezze Maratone, primo posto per Cristiano Mineo (Palermo Running) in 1h14’39” con 2’27” su Mario Piraino (Atl. Bagheria) e 2’38” su Carlo Marino (G.P. Amatori Valderice). A Federica Cernigliaro (Atl. Bagheria) la prova femminile in 1h18’15” davanti a Carla Grimaudo (L.I.P.A. Atl. Alcamo) a 13’19” e a Letizia Sucameli (Team Ingargiola) a 16’28”.
Un’edizione andata decisamente oltre ogni previsione per la prova marsalese, pronta a diventare una classica della primavera podistica siciliana e non solo.
E ora le considerazioni dal di dentro di chi l’ha corsa (F. M.)
Il richiamo a questa maratona neonata (derivante dal raddoppio di una maratonina già presente da una decina d'anni) è venuto, almeno per il sottoscritto, dal Club Supermarathon Italia, il cui socio Michele D’Errico (tuttora sulla breccia con onore: oggi 35° assoluto e vincitore M70, foto 50-51 del servizio allegato) ha dato un grosso contributo all’organizzazione, mentre Massimo Faleo da Foggia (tesserato Barletta) ha gestito (come fa spesso, con le piccole maratone dell’Italia meridionale) le procedure di ‘gemellaggio’ e di iscrizione per i suoi consoci. (Vedi foto 22 e 54 dell'album. Poi ha anche corso, ma a ritmo abbastanza… riposante accontentandosi di stare 4 minuti sotto il tempo massimo).
Di altre “prime” in Sicilia avevo ricordi piuttosto disastrosi (da Catania più corta di 2 km e il circuito finale da percorrere on demand, o meglio ad libitum; a Ragusa col percorso non controllato e le medaglie mancanti allo stesso modo del bus verso l’aeroporto; per finire con Messina che fu annullata sulla linea di partenza…); qui mi sono fidato pensando che, in ogni caso, di visitare questi luoghi meravigliosi, più cari agli stranieri che agli italiani, sarebbe comunque valsa la pena. E così è stato, ma anche della maratona si può dire molto bene (non tutto, ma oserei dire almeno un 80%).
Percorso ermeticamente chiuso al traffico, malgrado si svolgesse in buona parte sulla strada litoranea, solitamente molto trafficata (alle 19, chiusa ogni traccia delle gare, è ridiventata l’usuale camera a gas), anche perché porta alle saline e all’imbarcadero per Mozia (una meraviglia da non perdere, la Pompei dei Fenici). Le numerose strade laterali erano transennate e solo in casi eccezionali era consentito ai residenti di uscirne in auto, cosicché, sebbene una metà abbondante del tracciato si svolgesse su piste ciclabili, in molti ci siamo permessi di ‘tagliare le curve’ sfruttando la strada adiacente, percorsa praticamente solo dalle ambulanze della pubblica assistenza. Ristori regolari, sempre provvisti di acqua fresca (in realtà, divenuta calda per noi ritardatari ai km 35-40) che ci veniva messa in mano dal numeroso personale di servizio; spesso presenti bicchieri di sali liquidi, e dal km 20 banane intere o a spicchi.
Quanto alla logistica, ampio parcheggio disponibile nell’adiacenza dell’arco di partenza-arrivo (bastava ignorare il consueto posteggiatore abusivo; nella foto 25 vedete la mia Panda a nolo che quietamente aspetta l'usufruttuario); un po’ spartano il ristoro finale (acqua, panino al prosciutto cotto, banana), ma era possibile partecipare dietro modico obolo al pasta party dalle 13 in poi. Spogliatoi in due tende messe a disposizione dall’Esercito (impegnatissimo, e che ci ha regalato anche la fanfara dei bersaglieri, qui alle foto 4-11); mancava però la promessa custodia degli zaini, e mancavano le docce (un solo rubinetto pubblico di acqua corrente presso le tende di cui alla foto 24).
Il percorso è indubbiamente suggestivo, dominato dalle Egadi che quasi potresti toccare, e nella parte finale dalle prime saline e dalla vicinissima isola di Mozia: certo che dover rifare 4 volte (due in su e due in giù per i maratoneti) gli stessi 10.5 km (il giro di boa nord è alla foto 37), al secondo passaggio può risultare monotono. La misurazione mi pare giusta (i 250 metri in meno, secondo il mio Gps, possono dipendere dalle curve tagliate come detto sopra); gli inevitabili saliscendi lungo la costa portano a un dislivello complessivo intorno ai 90/100 metri. Singolare la collocazione del traguardo, che bisognava oltrepassare per una ventina di metri da nord a sud (cfr. foto 23), poi con inversione a U raggiungerlo di nuovo per varcarlo nella direzione giusta e marcata dal rilevatore del chip.
Classifica disponibile immediatamente e affissa nei pressi; lodevole che le categorie Fidal siano state rispettate totalmente per i premi di categoria, senza castigare gli over 60 come fanno spesso certi organizzatori risparmiosi. La stragrande maggioranza dei maratoneti era di provenienza regionale, tranne i due Kiprop keniani vincitori (al primo giro li ho visti correre affiancati - vedi foto 36- ma nel secondo Serem Benjamin - foto 47-48, e l'arrivo a 52-53 - ha rifilato oltre 12 minuti a Limo Johnson), col primo italiano, Antonio Adamo, terzo a ulteriori 12 minuti.
Livello decisamente amatoriale tra le donne, dove 3h21 sono bastate per vincere ad una F 45 (nella foto 56 verso il 34° km), che ha battuto di due minuti abbondanti una pari categoria; come F 45 (ma già 49enne) è la terza arrivata, in 3.39.
Fatte le proporzioni, la mezza maratona ha offerto una prestazione femminile (l’1.18:15 di Federica Cernigliaro da Bagheria), non solo enormemente superiore alla seconda classificata, finita a 13 minuti, ma tecnicamente migliore dell’1.14:39 di Cristiano Mineo primo assoluto.
Non so dove l’autore del comunicato semiufficiale abbia trovato le 14 nazioni presenti, dato che nella mezza trovo in tutto 3 spagnoli, e rappresentanti unici di Francia, Malta e Giappone; nella maratona, keniani a parte, trovo singoli rappresentanti di Austria, Germania, Polonia e Usa. A meno che non saltino fuori anche qui i “turisti” fuori classifica.
Non sono straniere, ma hanno fatto più di mille km per arrivare qui, Emilia Neviani (presidentessa della Guglia di Sassuolo) e la sua amica Lorena Stefani, affetta da sclerosi multipla e che qui ha concluso la sua nona maratonina (quasi tutte sotto la guida di Emilia), tenendo a dirci che “solo con la condivisione e con l’unione si può azzardare, ed ottenere, ciò che umanamente si desidera”. Complimenti per il coraggio e il risultato (intorno a 2.38; foto 42-43, 55, 66).
Nel complesso, una bella giornata di sole (con temperature intorno al 22 gradi, moderate dal vento fresco tipico di queste zone) e di sport, per una città che riserba sorprese a non finire: coi suoi dintorni, per usare un aggettivo caro ai pubblicitari, è decisamente imperdibile.