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Rodolfo Lollini

Rodolfo Lollini

Venerdì, 10 Luglio 2020 14:02

I furbetti delle Virtual Run

I lettori che mi seguono da un po’, sanno bene che tra le mie passioni c’è anche quella di “celebrare” coloro che non stanno alle regole, pur di millantare un traguardo raggiunto, sia esso un premio di categoria o un record personale su una distanza o più semplicemente il completamento di una lunga gara. Caso classico quello dei “maratoneti” a New York che arrivati al km 26, confondendo chilometri con miglia ed essendo nei pressi del Central Park, tagliano e si presentano all’arrivo per poi sfoggiare foto con medaglia sui social network o in ufficio.

La lista dei trucchi è lunghissima e molti di Voi contribuiscono alla causa e mi segnalano casi meritevoli di recensione. Poiché i tempi cambiano ed attualmente, per necessità, vanno di gran moda le gare virtuali, faccio una domanda retorica: pensate forse che i furbetti si astengano dal loro vizietto? Certo che no. L’occasione fa il runner ladro e dunque ecco i nostri splendidi operare in vari modi. Dal carico manuale della prestazione sul GPS, lasciato alla totale discrezionalità del soggetto, alla corsa in… bicicletta per passare alla specialità della casa, ovvero la corsa in discesa. Complici l’assenza di controlli o anche regolamenti non molto dettagliati circa il luogo dove correre la distanza o il massimo delta possibile in termini di altitudine, ecco i nostri eroi scegliere “discese ardite”, per citare una canzone di Mogol-Battisti ed ottenere tempi sospetti che non sono nelle loro corde vocali, per rimanere in tema musicale.

Ovviamente in questi casi la gravità del comportamento è direttamente proporzionale al contesto in cui viene effettuata. E’ una sfida tra amici o tra compagni di squadra? Una corsa benefica senza premi in palio? Fatto il “numero” poi lo confesso gestendo la cosa come uno scherzo? E’ un conto. Se invece sono un atleta elite, lo faccio in una gara virtuale, ma con premi in palio che riesco a vincere, ritengo sia un comportamento censurabile.

Insomma, se scrivessi adesso il mio libro “Gran Criterium Internazionale”, al capitolo sui tagliatori dove il protagonista elenca ad un amico trucchi e trucchetti di questa gente, oggi dovrei allungare la lista con questi nuovi elementi. Scusate la marchetta per il libro, ma io non mi metto in tasca un euro si tratta di offerte direttamente all’ONLUS, quindi è tutto a fin di bene. Se ne volete una copia scrivetemi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Venerdì, 10 Luglio 2020 12:22

Davide Cassani: lo sport "fa male"?!

Ritengo Davide Cassani uno degli atleti più intelligenti che abbia mai conosciuto. Quando ancora non esistevano le radioline che collegavano in diretta tutti i ciclisti, era la vera longa manus del direttore sportivo o del commissario tecnico in nazionale. Carica che attualmente detiene. Con merito. Cassani è anche un ottimo runner. Finita l’attività agonistica in bicicletta, si è dilettato con la corsa, scendendo abbondantemente sotto le 3 ore in maratona e le 10 nella Cento chilometri del Passatore. Nello sfogo del 3 luglio scorso sul suo profilo facebook parla di ciclismo, ma il discorso è totalmente valido anche per la corsa. Ecco quanto ha scritto:

“Questo covid-19 mi ha fatto capire una cosa: lo sport fa male!

E pensare che, da sempre, sono stato convinto che lo sport fosse uno strumento essenziale per rendere migliori le nostre vite, un modo per crescere più sani ma soprattutto regalare a centinaia di migliaia di giovani, tanti bei sogni. Evidentemente mi sbagliavo perché ho capito fin dall’inizio di questa pandemia, che lo sport fa male e per questo va fermato.

Come si propaga il contagio? Con l’assembramento, la vicinanza tra le persone. Qual è stato uno dei primi provvedimenti? Bloccare lo sport, anche quello individuale. Puoi andare a fare una corsetta da solo? NO. Puoi andare a pedalare sulle tue colline in assoluta solitudine? NO.

Subito, a marzo, mi sono detto: è giusto, metti che mi capiti qualcosa, che ne so, una caduta, meglio stare in casa perché in caso di incidente non è proprio il caso di aumentare il lavoro ad un pronto soccorso già in evidente difficoltà. Bisogna sempre pensare al bene comune, al minore dei mali. Siamo in stato di emergenza? Allora si sta in casa e si contribuisce al bene del prossimo facendo meno danno possibile. Giustissimo rinchiudersi tra le mura di casa e consigliare a tutti di fare la stessa cosa.

Ma ora mi chiedo: perché dobbiamo stare ancora fermi con le attività agonistiche? Perché i nostri giovani non possono gareggiare? Perché lo sport è considerato così pericoloso? Sia ben chiaro, parlo di sport organizzato.

Quanto mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con il CTS (comitato tecnico scientifico) e capire il morivo di questi continui NO alla riapertura dell’attività agonistica nello sport.

Ma vi rendete conto del danno che stiamo arrecando ai nostri giovani? Non li facciamo gareggiare, ma li lasciamo liberi di andare tranquillamente in spiaggia, di uscire liberamente tutta la notte, movida compresa, di festeggiare nelle piazze per qualsiasi motivo (anche la Coppa Italia di calcio), di riunirsi per bere mangiare e tutto il resto. Ma gareggiare no.

Stiamo gettando via una generazione di giovani sportivi, disperdendo il grande lavoro fatto in tutti questi anni con enormi sacrifici, per che cosa? Sapete come funziona lo sport in Italia? Conosco molto bene il ciclismo perché ci sono dentro da più di 40 anni. Gli sport organizzati non sono un pericolo o comunque sono facilmente controllabili. Un esempio banale: se ho un semplice raffreddore, non vado neanche a correre e se per caso mi vengono due linee di febbre faccio come mi diceva il mio direttore sportivo, sto in casa ed esco ad allenarmi solo quando mi sento meglio. Per dire che il controllo c’è già dalla base. Da quel che leggo e per i divieti che ci vengono imposti, sembra che lo sport sia tra gli ambienti più pericolosi quando invece, proprio per le regole che impone, è una delle attività meno rischiose e più gestibili.

Così siamo qua ad assistere ad un disastro annunciato perché di disastro, se non ripartiamo, stiamo parlando. Questa mattina ho letto sulla Gazzetta un dato preoccupante: ‘L’85 per cento dell’attività sportiva dilettantistica sarebbe a rischio se non riaprissero le palestre delle scuole al pomeriggio’.

Consideriamo anche un’altra questione: le nostre ragazze ed i nostri ragazzi non possono gareggiare, ma il sabato e tutte le altre sere possono tranquillamente uscire a fare bisboccia. Ma io dico, è normale tutto questo? Continuando con questi divieti, almeno nel ciclismo, si potrebbero perdere dal 30 al 40 per cento dei nostri giovani. Non perderemmo solo futuri possibili campioni (sarebbe il danno meno grave), ma la salute di molti altri ragazzi (questa sì che sarebbe una catastrofe).

Sento parecchie persone che si lamentano della Federciclismo perché non sta facendo nulla per il proprio movimento. Posso dirvi che si sbagliano di grosso. Stiamo lavorando dalla mattina alla sera, ma certe decisioni non possiamo deliberarle noi. Abbiamo bisogno di decreti che ci diano la possibilità di poter correre rispettando tutte le norme del caso.

Ho cominciato con tono ironico, spero che fosse evidente. Ho finito in tono quasi drammatico perché sono convinto che lo sport potrebbe aiutarci ad allentare il morbo e non a favorirlo. E non servono troppi dati per dimostrarlo.”

Sottoscrivo parola per parola

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

 
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Martedì, 07 Luglio 2020 19:41

Lago di Resia a cronometro il 18 Luglio

Sarà un’edizione speciale quella numero ventuno del prossimo 18 luglio. Si partirà individualmente a differenza delle gare "normali", ma questa è condizione necessaria per correre al giorno d'oggi nel post Covid19. Percorso classico attorno al lago per un totale dei soliti 15,3 chilometri a godere dei paesaggi della Val Venosta ed ammirando il campanile che emerge parzialmente dallo specchio d'acqua. Il vero simbolo di questa manifestazione.

Iscrizioni già oltre quota mille, con podisti provenienti da 15 nazioni. L'organizzazione si augura di raggiungere il tetto massimo fissato in duemila. Come indicato in apertura saranno partenze soft, individuali, scegliendo liberamente l'orario, unica limitazione rimanere nella finestra che va dalle ore 7 alle 19 per passare sotto lo start e completare il giro.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

 

Martedì, 07 Luglio 2020 01:35

Addio al runner Ennio Morricone

In occasione della scomparsa di Ennio Morricone, di certo non mi cimenterò in una sintesi delle sue opere. Questa non è una testata musicale, non mi ritengo un esperto del settore ed in generale odio gli articoli copia/incolla che peraltro vanno per la maggiore. Però come capita spesso in questi casi, leggendo ed ascoltanto tante voci sull’argomento, si finisce per venire a conoscenza di alcuni aspetti sconosciuti della persona che è venuta a mancare.

Vi risparmio tutti le colonne sonore di film che non sapevo essere sue, oppure alcune canzoni di musica leggera. Ascoltando una sua intervista televisiva di pochi anni fa che è stata riproposta ieri, ho invece scoperto che il maestro era un podista. Un runner un po’ particolare in quanto si “allenava” alle ore 4 e 40 minuti. Antimeridiane. Insomma non alle sedici, ma alle quattro del mattino. Percorreva circa 4 km fino alle 5 e 20, con una media assolutamente rispettabile per una persona sui novant’anni.

Non solo l’orario d’inizio, ma anche il campo di allenamento era molto particolare. Correva sui lunghi corridoi all’interno della sua abitazione, una casa di fronte al Campidoglio. Per la delizia dei vicini di casa che secondo quanto testimoniato da Morricone stesso, a volte segnalavano con delle botte sul muro la loro insofferenza ;-).

Riposa in pace runner Ennio.

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Dall'organizzazione dell'evento ci giunge oggi la notizia che la Salomon Running Milano è confermata e si svolgerà, come da sempre previsto, domenica 27 Settembre 2020. Si correrà nel pieno rispetto delle normative sanitarie vigenti e con buona probabilità sarà la prima vera competizione running del capoluogo lombardo post coronavirus.

Nelle prossime settimane apriranno le iscrizioni e verranno date le modalità di registrazione per aggiudicarsi i pettorali, il numero di partecipanti possibili sarà ampio ma limitato, per ogni ulteriore informazione il sito internet ed i social saranno costantemente aggiornati. L’anno scorso furono oltre 4000 gli iscritti di cui 1500 le donne, provenienti da ben 17 regioni.

Per quanto riguarda le tre distanze e relativi percorsi non si hanno ancora notizie precise, ma sarà come al solito un trail con tanto sterrato, poco asfalto e diversi saliscendi, con gli immancabili passaggi per la montagnetta di San Siro ed il Parco del Portello.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

 

 

Lunedì, 06 Luglio 2020 10:45

Corse clandestine a Milano!

In genere la proposta fuorilegge arriva da chi meno te l’aspetti. Avete presente l’amico runner, sposato, bravo ragazzo, di quelli che non dicono le parolacce? Il classico tipo timorato di Dio, obbediente alle istituzioni. Mai una multa con l’automobile. Tutte le tasse pagate regolarmente, compreso il canone RAI, sempre spontaneamente versato anche quando non veniva direttamente addebitato sulla bolletta dell’energia elettrica. Mai un pagamento in nero, richiesto o effettuato. Lo chiameremo Beppe, ma è chiaramente un nome di fantasia.

Quindi il Beppe di turno, perché ce ne sono in giro parecchi, di solito la prende larga, domandandoti a che media faresti oggi cinque chilometri. E’ la distanza più utilizzata ma anche i tre ed i dieci sono parecchio gettonati. Alla tua risposta a cui inevitabilmente segue la considerazione che si tratta di ragionamenti teorici, ecco arrivare, a sorpresa, la proposta.

Sguardo di circostanza, quasi a controllare eventuali intercettazioni ambientali, Beppe lancia la bomba. Ti spiega che ci sarebbe una “cosa tra amici” che poi la parola cosa qui è il sinonimo di corsa. Ci vediamo il tal giorno, alle 20. Orario scelto non a caso. Non è solo una questione di temperatura più mite, ma in quanto nei parchi o comunque nel luogo prescelto c’è molta meno gente che di giorno. Ma sì, una corsetta, però meglio non lasciare traccia sui social network. Il passaparola è il principale metodo di convocazione.

Nostalgia delle competitive, fascino del proibito, ci caschi e vai. Quando arrivi, un po’ in anticipo per il riscaldamento, anche se non sei un habitué del luogo, capisci subito che la densità di podisti in zona è sospetta. Molti sorrisetti di circostanza. Facce da “Io so che tu sai che io so”, per rievocare un divertente film anni ottanta che vedeva come protagonisti Alberto Sordi e Monica Vitti. Sono tutti lì per la cosa/corsa tra amici. Diciamo anche semplici conoscenti o del tutto estranei. Di solito gli organizzatori mostrano ai nuovi arrivati il giro da ripetere x volte anche se non c’è pericolo di perdersi, in quanto al via o sei il battistrada, oppure basta seguire la massa. Parliamo di massa poiché a volte i numeri sono a tre cifre… Bisogna solo stare attenti, in quanto talvolta la linea di partenza non corrisponde all’arrivo. E comunque ci sono sempre i classici segni per terra, pitturati dai runner locali. Basta saper quali sono quelli giusti. Se poi uno perde il conto c’è San GPS che si ricorda tutto.

Come nelle sfide automobilistiche tra bulli di quartiere, è una ragazza che dà il via, seppure senza il classico fazzoletto. Vanno tutti come matti. Una vera competitiva. I più ottimisti abbandonano sulle panchine, ma ci sono anche degli amici-assistenti, le borracce da utilizzare al passaggio al giro. Quando è finita torni a casa soddisfatto. Certo, non hai il pacco gara, tuttavia il rapporto qualità/prezzo tende all’infinito, come quando nelle divisioni inserisci zero al denominatore. Anche le classifiche vanno ricostruite con delle interviste mirate nel defaticamento. Quelle di categoria sono invece un rompicapo, ma state certi che troverete qualcuno capace di dirvi con assoluta sicurezza il podio negli SM50. Prima di lasciare la banda di malviventi runner, come un povero drogato ti assicuri che settimana prossima è tutto confermato, stessa ora, stesso programma. Capita anche di essere contattati da altri spacciatori per analoghe corse criminali. Per fortuna al momento la lotta per la supremazia in città non ha portato a rese di conti o versamento di sangue. E il giorno dopo puoi mostrare al mondo il tracciato GPS, ma senza scendere troppi in particolari. E non vedi l’ora di giocare ancora alla roulette clandestina. Anzi, senza remora o provvigioni intascate, da novello Beppe trovi nuovi proseliti. Facilmente.

A questo punto ci auguriamo solo che questo fenomeno si esaurisca presto, come dopo l’abolizione del proibizionismo negli USA, in quanto confidiamo che successivamente l’apertura al mezzofondo su pista, si ritorni anche alle gare su strada.

Chiudiamo col classico disclaimer ovvero che il “racconto è di fantasia ed ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale”. Sarà stato veramente così?

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

Venerdì, 03 Luglio 2020 15:44

Stracandiolo Virtual Run

La prima edizione di questa Virtual Run si è svolta da venerdì 26 a domenica 28 giugno ed ha fatto correre la ricerca raccogliendo oltre 7.000 Euro a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus che sostiene l’Istituto di Candiolo.

Delle tre distanze proposte a “vincere” è stata la classica, gli 8 km, che da 20 anni contraddistinguono la Stracandiolo, con il 63% degli iscritti, seguita dai 5 km (24%) e da 1 km (13%). 

Il comunicato stampa dell’organizzazione non precisa il totale dei partecipanti, ma in fondo il dato più importante è quello relativo alla raccolta. In ogni caso gli amanti delle espressioni matematiche probabilmente possono risalire al numero esatto tenuto presente che globalmente sono stati 1.507 i chilometri percorsi per le strade d’Italia, ma non solo, con partecipazioni da Germania, Regno Unito e Finlandia.  

Rodolfo Lollini --Redazione Podisti.net

La conclusione dei lavori al campo sportivo milanese del Giuriati è slittata al prossimo gennaio 2021 e comprenderanno la ristrutturazione degli spogliatoi (edificio tribune), la costruzione del campo polivalente coperto ed il rifacimento della pista. Nel frattempo l’organizzazione del Corrigiuritati ha incontrato informalmente i  dirigenti Servizio Sport del Politecnico ai quali è stato chiesto il ripristino e il miglioramento del percorso "campestre", l'agibilità per il Corrigiuriati, le tariffe, i  vincoli contenuti nella "Convenzione tra il Comune di Milano ed il Politecnico - convenzione di uso gratuito ", stipulato nel 2008.

Cediamo la parola al patron Gigi Baglioni: “Abbiamo avuto assicurazione che tutto sarà rispettato. Data la disponibilità dei dirigenti nei nostri confronti, continueremo a offrirci collaborativi per suggerimenti e proposte utili al buon funzionamento della struttura. Nel frattempo, per dar modo al grande gruppo del Corrigiuriati di ritrovarsi, si propone una serie di allenamenti da svolgere al Parco Lambro, attenendosi alle norme di sicurezza sul Covid19 finché saranno in vigore. Al ritrovo si dovrà indossare la mascherina. Non ci saranno ristori né docce, dunque è suggerito di portare con se acqua da bere. In corsa si potrà levare la mascherina ma rispettare le distanze di 1 metro in sosta e 2 metri in movimento. Ci ritroveremo in via Feltre il giovedì ore 17.30 (solo entro settembre) e il sabato ore 9 (fino a conclusione stagione 2020) usando il giro "corto" da 1830 m, in senso orario che è pianeggiante tutto asfaltato e in ombra.

Ecco il calendario:

giovedì 9 e sabato 11 luglio : 2630 m  (1 giro + 800 m A/R)

giovedì 17 e sabato 19 settembre : 4460 m  (2 giri + 800 m A/R)

sabato 3 ottobre : 4460 m (2 giri + 800 m A/R)

sabato 17 ottobre :  8120 m (4 giri + 800 m A/R)

sabato 31 ottobre :  6290 m (3 giri + 800 m A/R)

sabato 14 novembre :  4460 m (2 giri + 800 m A/R)

La partecipazione è aperta anche ai non iscritti al Corrigiuriati.

Restano sempre fattibili le tre prove libere precedentemente proposte (test Cooper - 5000 e 3000 m), entro il 13 luglio”.

 

Rodolfo Lollini  - Redazione Podisti.net

Domenica, 28 Giugno 2020 18:40

FIP-FIPAV-FIGH, FIDAL e negazionisti

A causa di un blocco nella funzione dei commenti che m’impedisce di rispondere in calce all’articolo di Claudio Romiti, essendo stato espressamente chiamato in causa, vorrei precisare quanto segue. Prima di farlo, non posso peraltro nascondere la mia sorpresa. Non so perché l’autore si rivolga espressamente a me, in quanto fino ad oggi non l’avevo mai citato in nessun articolo e peraltro non credo nemmeno di conoscerlo. Dunque non capisco per quale motivo si senta tirato in causa, ma ovviamente sono sempre disponibile al confronto, quindi veniamo al dunque.

La definizione di negazionista nei confronti di Trump e Bolsonaro è stata praticamente unanime da parte di tutta la stampa mondiale. Basta cercare su un motore di ricerca “Trump”, “Bolsonaro”, “negazionista” e vedere i risultati… Tutti concordano. Se l’autore in questo mio pezzo si sente tirato per la giacca e/o la ritiene definizione “ben poco appropriata nell’ambito di un dibattito civile e moderno” è una sua lecita opinione da cui peraltro mi dissocio. Ritengo invece di poterla utilizzare in maniera appropriata come immagine che a mio avviso fotografa la realtà. E di essere in buona compagnia. Se lui non è un negazionista sono ben lieto per lui. Io non l'ho scritto da nessuna parte che lui lo fosse (?)

E’ offensiva, “infamante”? Nel mondo ci sono stati quasi mezzo milioni di morti, quasi dieci di contagiati e l’OMS ha dichiarato da tempo la pandemia mondiale. Ai lettori le conclusioni su come definire chi la voglia molto sottovalutare, declassandola a semplice e dozzinale influenza o addirittura negare. Per me o non capisce o fa finta di non capire.

In generale trovo inoltre non appropriato per un dibattito produttivo, e qui si, mi rivolgo a Romiti, equiparare la situazione e le posizioni attuali circa la gravità del Covid19 in Italia (tasso di crescita bassissimo, meno di 100 persone in terapia intensiva) con quelle quando la situazione era fuori controllo e non c’erano più posti in terapia intensiva. Banalizzandole in un solido, immutabile nel tempo “partito unico del virus”. Funzionale a successivi comodi accostamenti a Savonarola ed utili idioti. Al contrario credo che non considerare che le situazioni di marzo e fine giugno siano profondamente diverse ed incomparabili è certamente da idioti. Così come sarebbe avere la medesima posizione sullo stato dell’arte ed il da farsi oggi e tre mesi fa. Ma mi auguro di aver capito male io leggendo il pezzo.

Detto questo e non essendo un virologo posso avere delle opinioni, ma lascio agli esperti decidere sulla situazione attuale e non mi avventuro, ne mi sono mai avventurato nei miei scritti in previsioni ottimistiche o pessimistiche per future potenziali ondate. Al massimo degli auspici. Chi sostiene il contrario scrive il falso. Chiedo solo ai legislatori ed ai loro comitati di esperti uniformità di trattamento come descritto qui e mi fa piacere che almeno su questo punto io e Romiti siamo in accordo.

Nel frattempo vorrei tanto lo chiedesse anche la FIDAL. Purtroppo quasi risolta la questione gare in pista continua a latitare. Fa quindi più male vedere come altre federazioni si muovano diversamente. Ecco il comunicato congiunto del 25/6/2020: ”In merito alla notizia del Comitato tecnico scientifico (CTS) di rinviare ulteriormente la ripartenza degli sport di contatto, la Federazione Italiana Pallavolo, la Federazione Italiana Pallacanestro e la Federazione Italiana Giuoco Handball esprimono tutta la propria delusione per un veto che blocca ulteriormente, non solo l’attività sportiva delle proprie discipline, bensì la grande maggioranza dello sport italiano. Allo stesso tempo la FIPAV, la FIP e la FIGH hanno apprezzato il forte e deciso intervento del Ministro per le politiche giovanili e lo sport Vincenzo Spadafora, favorevole alla ripartenza degli sport di contatto. Oltre al rinvio della ripresa dell’attività, la FIPAV, la FIP e la FIGH ci tengono a sottolineare come resti sempre attuale la grande problematica relativa alla riapertura delle palestre scolastiche, alla quale si lega il tema della responsabilità in capo ai dirigenti scolastici e ai presidenti di società. L’auspicio della Federazione Italiana Pallavolo, della Federazione Italiana Pallacanestro e della Federazione Italiana Giuoco Handball è che le autorità governative e scientifiche diano delle risposte rapide e concrete per consentire ai propri tesserati di riprendere l’attività sportiva, come più volte chiesto a gran voce anche dalle società e dagli appassionati delle diverse discipline”

Commento finale del 1/7/2020: nel mio confronto con Claudio Romiti che per primo mi ha espressamente citato nei suoi articoli, sono costretto a riscontrare come io discuta delle sue idee partendo da quanto effettivamente scritto nei pezzi di Podisti.net, mentre dall’altra parte riceva risposte basate sulla personale interpretazione del mio pensiero e non su “virgolettati”. Ciò premesso ed in considerazione che l’interlocutore in questione scrive testualmente: “Schierandomi sin dall’inizio di questa pandemia nel fronte minoritario di chi non la considerava così grave come veniva sbandierata da gran parte dell’informazione nostrana…” e che in fondo “la maggior parte dei poverini che sono deceduti con il Covid-19, e non – attenzione - per il Covid-19, avevano una aspettativa di vita anche di poche settimane.” Io preferisco, almeno al momento, dedicarmi ad altre attività e lo lascio disquisire sulle vite altrui.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

Sabato, 27 Giugno 2020 20:20

Resilienti, ma non presi in giro

Leggo l’interessante articolo di Gerardo Settanni che ricorda come il virus sia ancora in agguato e potrebbe portare a “noi sportivi, sacrifici perché dovremmo ancora accettare limitazioni e rinunce. Questa epidemia sta mettendo a dura prova la nostra resilienza, ovvero la capacità di adattarci alle situazioni avverse, e noi sportivi dovremmo essere più preparati degli altri ad adattarci. Ma spesso purtroppo l’incapacità di accettare e trasformare le rinunce e le emozioni spiacevoli porta a negare o a deviare il problema”.

Io non sono uno psicologo e nemmeno un virologo, però capisco il problema, rispetto le regole anche se non mi piacciono. Però se voglio, ho tutto il diritto di contestarle. Le regole sono l’insieme di quanto viene stabilito dagli organi competenti, ma anche dalla loro applicazione e dal sanzionamento di chi non le rispetta.

Quindi se mi si dice che è proibito organizzare una corsa podistica di 10k da 300 persone che magari posso fare partire in gruppi ridotti e poi vedo continuamente:

1) politici amanti dei selfie guancia a guancia con sconosciuti

2) tifosi calciofili che si accalcano per una vittoria

3) spiagge piene

4) la movida in tutte le città

5) discoteche con gente che balla a mezzo metro

6) interviste televisive infarcite di luoghi comuni, peccato che le mascherine latitino

7) luoghi di lavoro non proprio in linea con le disposizioni sanitarie 

8) ragazzi che nei parchi giocano pomeriggi interi a calcio / basket

Senza che sostanzialmente nessuno intervenga, mai. Allora diventa difficile capire, non perdere la pazienza, essere resilienti. Io mi sento solo preso in giro. Molto.

 

Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net

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