Maurizio Lorenzini
appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner
Maratona di Barcellona da record
10 marzo - Cadono i precedenti record a questa 42,195 km spagnola, giunta alla sua 42esima edizione.
Certamente hanno giovato un percorso più veloce e delle condizioni meteo ottimali, con 10 gradi alla partenza; altrettanto la qualità degli atleti.
L’atleta del Barhain, ma di chiare origini etiopi, Alemu Bekele ha vinto in 2:06:04 realizzando il nuovo record della manifestazione e migliorando nettamente il suo personale (precedente di 2:11:20, Madrid 2018). Al secondo posto Abebe Negewo (2:06:49) e terzo col tempo di 2:06:54 il vincitore del 2018, Anthony Maritim. I primi tre classificati sono andati tutti sotto il precedente record della manifestazione.
Anche la etiope Kuftu Tahir ha fatto segnare il miglior tempo femminile, fissando il nuovo limite a 2:24:44, un miglioramento pazzesco rispetto al suo precedente, un 'modesto' 2:34:35 (Amburgo 2018). Seconda classificata la keniana Josephine Chepkoech, 2:25:20; terza in 2:25:35 Joy Kemuna, dichiarata del Kazakistan ma keniana secondo le liste IAAF.
Il comitato organizzatore ha dichiarato 17.465 partecipanti, forse comprendendo la gara del giorno precedente, il 9 marzo; una manifestazione riservata ai giovani, nati dall’anno 2005 al 2014, con distanze da 400 a 1000 metri.
In realtà sono 13.803 i podisti classificati entro il tempo massimo stabilito in 6 ore.
486 gli italiani che hanno concluso la maratona: il più veloce è stato Marco Maderna (2:46:20, real time 2:46:14). Mentre la donna più veloce è stata Ombretta Riboldi (3:15:10, real time 3:14:13).
Parabiago (MI) : Parabiago Run
10 marzo - E con questa sono 8 le edizioni della Parabiago Run, gara competitiva sulla distanza di 10 km, oltre alle 5 e 10 chilometri non agonistiche, organizzazione a cura del gruppo sportivo Betti’s Grup Run. Temperatura perfetta per chi ha interpretato la gara con ambizioni cronometriche, ma condizioni meteo discrete anche per chi se l’è presa più comoda.
Gara maschile vinta da Antonino Lollo, Atl. Bergamo 1959, che mostra di aver recuperato dopo un periodo non facile, 31:32 il suo tempo finale. Secondo posto per Manuel Molteni (32:12, GS Villa Guardia) e terzo per Andrea Secchiero (32:14, Atletica Desio).
In campo femminile, tanto per non cambiare, continua a farla da padrona Claudia Gelsomino (Cardatletica), che chiude al primo posto col tempo di 36:27. A seguire Francesca Durante (37:30, Atl. Fanfulla Lodigiana) e Francesca Marin (38:32, Pro Patria Busto Arsizio).
Gara complessivamente veloce, nonostante un tratto di circa 1000 metri di sterrato, tuttavia in condizioni discrete perché recentemente non è piovuto. Giusto evidenziare che il percorso, su due giri, è certificato ed omologato Fidal, quindi correttamente misurato e valido a tutti gli effetti per i primati personali, ovviamente per coloro i quali sono interessati a questo.
Buona la logistica offerta dal Centro Sportivo Venegoni Marazzini, con deposito borse, docce e spogliatoi. Inoltre l’arrivo in pista, a mio avviso, ha sempre il suo fascino.
Ampia la base dei premiati: oltre agli assoluti, erano previsti i primi 5 di ogni categoria Fidal.
Sono stati 578 i classificati nella gara competitiva, numeri che sostanzialmente raddoppiano con i non competitivi sui 5 e 10 chilometri. A puro titolo statistico, ma anche per indicare il livello qualitativo e la bontà del percorso, segnalo che 448 classificati sul totale di 578 hanno corso sotto i 5’/km, e oltre la metà sono arrivati entro 45’ (4’30/km).
Infine, questa Parabiago Run era l’ultima prova del trittico TriTen, dopo le prove di Magenta e Trecate. Dunque oggi a Parabiago si sono svolte le premiazioni dei vincitori.
Sara Dossena, personal best alla maratona di Nagoya
Forse comincia a non sorprendere più questa ragazza lombarda, che nella maratona giapponese di Nagoya, gara totalmente riservata al femminile (il che è un valore in più, data la mancanza di compiacenti pacer maschi), mette a segno un crono di assoluto rilievo: 2:24:00, che letteralmente polverizza il suo precedente personal best (2:27:53, Berlino 2018). Si tratta del terzo miglior tempo italiano “all time”, dopo quelli di Valeria Straneo (2:23:44, 2012) e Maura Viceconte (2:23:47, 2000).
Il passaggio alla mezza appare un po’ veloce rispetto alla seconda metà di gara, 1:11:17 contro 1:12:43, ma ciò è dovuto ad una prima parte leggermente più favorevole e al fatto che ha piovuto dopo circa 1 ora e 30 di gara.
Eppure si tratta solo della sua terza maratona, inevitabile pensare che ci possano essere ulteriori margini di miglioramento nella specialità.
Una sorpresa? Non certo per lei. Facile raccontare le cose dopo, ma questo è ciò che aveva dichiarato prima:
“C’è solo da correre - le parole di Sara - perché sto bene, arrivo qui preparata e parto fiduciosa. Anche gli ultimi allenamenti mi hanno detto che i ritmi nelle gambe ci sono, mi piacerebbe migliorare il record personale. La maratona è comunque una gara diversa da tutte le altre, lunga e imprevedibile, in cui conta la testa, ma non solo. Se si finiscono le energie prima del traguardo, non c’è niente da fare. Per me questa sarà la prima esperienza in una maratona tirata dall’inizio alla fine. Di solito né a New York né in un campionato come gli Europei si parte forte, visto che si pensa soprattutto alla posizione e alla tattica. Nelle altre ero arrivata in fondo ancora piuttosto fresca, stavolta è tutto da scoprire”
Insomma, rispetto per la distanza e le possibili difficoltà, ma anche consapevolezza dei propri mezzi, del proprio stato di forma, della voglia di riuscire. Dopo la botta di New York 2018, quando non aveva potuto gareggiare per infortunio, si è ripresa alla grande ed ecco il risultato.
Questo il commento del suo coach, Maurizio Brassini:
"Questa gara l’abbiamo studiata da tempo, la scelta di correre forte la prima mezza era assolutamente voluta, si pensava proprio ad un passaggio intorno a 1:11:30, ecco perché ha tirato per restare con le prime. Tutte correvano in questo modo, sapevano di rischiare qualcosa ma era giusto così. E la preparazione era improntata in questo modo. Doveva arrivare al km 34 col tempo di 1:55, e così è stato. Non è un percorso veloce come quelli delle maratone europee, il che mi fa pensare bene e positivo in prospettiva. Oggi Sara è molto più podista di ieri, ha abbandonato quasi totalmente la bicicletta".
Beh, visti i risultati… avanti a tutta, complimenti a Sara, ma decisamente anche al suo coach.
Per la cronaca la gara si è risolta a favore della namibiana Helalia Johannes (2:22:25), davanti alla keniana Visiline Jepkesho (2:22:58), terzo posto per Valary Jemeli (2:23:01). Sara Dossena è settima, in una manifestazione di alto livello.
Nelle prossime settimane sarà la volta delle altre azzurre a proseguire il percorso verso i campionati mondiali di Doha (settembre 2019), con la partecipazione ad una maratona: Giovanna Epis, Catherine Bertone, Valeria Straneo, Anna Incerti.
Team Marathon risponde a Luigi Chiabrera
La lettera di Luigi Chiabrera (vedere QUI l’articolo di Scuderi) ha inevitabilmente provocato la reazione di Team Marathon, la società sportiva che sta faticosamente cercando di riportare la maratona di Torino, e non solo, al posto che merita. Ecco quindi una lunga, accorata e dettagliata lettera che Team Marathon ha inviato alla sindaca di Torino ed a tutti referenti del comune e della regione che, a diverso titolo, sono interessati alla questione.
Chiaro l’intento di rimettere a posto le cose, ricostruendo la vicenda a partire dal 2015, quando tutto è iniziato. Senza entrare nel merito dei passaggi storici, è curioso rilevare che Luigi Chiabrera, nella sua lettera, abbia sollevato la questione del cambio di denominazione, un passaggio obbligato dai regolamenti, come correttamente evidenziato da Scuderi; altrettanto che oggi Chiabrera non ha titolo a riprendersi quella che, dal suo punto di vista, è una sorta di sua proprietà. Inoltre, manca l’affiliazione a Fidal e non ci sono nemmeno le circostanze temporali, il calendario è triennale e le richieste devono essere inviate un anno prima della data prevista. Insomma, la domanda, che non sembri ingenua, dove vuole veramente arrivare il sig. Chiabrera? La sua parabola discendente è iniziata con lo scambio di date con la maratona di Verona, scambio che ha posizionato Torino da novembre ad inizio ottobre, una follia per Torino, con l'inevitabile crollo dei numeri. A chi ha giovato, a parte Verona?
Di seguito il testo completo della lettera inviata da Team Marathon, in risposta alle dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa da Luigi Chiabrera, presidente della Turin Marathon s.r.l.
CITTA’ DI TORINO
Sindaca – Chiara Appendino
Sua sede
CITTA’ DI TORINO
Assessore – Roberto Finardi
Sua sede
CITTA’ DI TORINO
Assessore – Sergio Rolando
Sua sede
CITTA’ DI TORINO
Assessore – Alberto Sacco
Sua sede
CITTA’ DI TORINO
Assessore – Alberto Unia
Sua sede
e p.c.
REGIONE PIEMONTE
Presidente – Sergio Chiamparino
Sua sede
REGIONE PIEMONTE
Assessore – Giovanni Maria Ferraris
Sua sede
Torino, 4 marzo 2019
Gent.ma Sindaca,
a seguito della lettera inviataLe dal signor Luigi Chiabrera e dagli articoli usciti in questi giorni sui quotidiani siamo a scriverLe la presente al fine di chiarire alcuni aspetti delle dichiarazioni fatte da chi ancora una volta cerca di utilizzare la Pubblica Amministrazione per scopi assolutamente privati di natura economica.
Team Marathon è una società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata che è nata il 3 dicembre 2015 e formata da ex dipendenti e collaboratori della Turin Marathon S.r.l., licenziati (per usare un termine meno giuridico e più vicino alla realtà dovremmo scrivere lasciati a casa) il 31 dicembre 2015 dal signor Luigi Chiabrera, nel caso dei dipendenti con lettera di licenziamento per giustificato motivo oggettivo ovvero, e ci teniamo nuovamente a sottolinearlo, per cessazione di tutte le attività; ai collaboratori, invece, è toccato un modus diverso ovvero una semplice stretta di mano.
Per meglio comprendere la nascita di Team Marathon è bene precisare che a maggio 2015 siamo stati convocati dal signor Luigi Chiabrera ad un incontro nel quale ci proponeva di entrare in società trasformando la nostra posizione da dipendenti e collaboratori ad amministratori delegati dell’azienda Turin Marathon, un chiaro tentativo di non pagarci più gli stipendi e di avere forza lavoro che portasse avanti le sue gare. Non accettando la “proposta” ha provveduto entro fine anno a mettere fine a tutti i rapporti contrattualizzati e non, proponendo come unica alternativa all’ASPI un affitto di ramo d’azienda.
Non vogliamo dilungarci descrivendo approfonditamente in questa lettera gli orari massacranti a cui siamo stati sottoposti per l’organizzazione degli eventi, ferie e permessi a cui spesso abbiamo rinunciato, ore lavorate (e non retribuite) che superano quelle contrattuali (in certi momenti si è arrivati anche a totalizzare il doppio delle ore mensili), famiglie sacrificate dai weekend passati in giro per il Piemonte e per l’Italia a fare promozione... Tutto questo per cosa? ... Niente!
Delusi quindi e amareggiati ci siamo guardati negli occhi chiedendoci cosa avremmo potuto fare della nostra vita e a quel punto abbiamo deciso di andare avanti e di accettare. Perché, a differenza di quanto afferma il signor Luigi Chiabrera, siamo titolati ad organizzare gli eventi? Nel contratto oltre a marchi di proprietà di Luigi Chiabrera (non di Turin Marathon), strutture e spazi di Cascina Marchesa (3 uffici, manica spogliatoi e cortile interno) era previsto l’utilizzo esclusivo da parte di Team Marathon del codice della Federazione Italiana di Atletica Leggera TO118, di proprietà di Turin Marathon, in conseguenza del quale avremmo potuto operare attività in continuità alla gestione della stessa (all’epoca Turin Marathon Società Sportiva Dilettantistica a responsabilità limitata e da gennaio 2016 Srl) a cui erano ancorate le date, le licenze e le autorizzazioni.
Il regolamento della Federazione Italiana di Atletica Leggera prevede che per poter cedere il proprio codice federale occorre da parte della società cedente operare una fusione o procedere allo scioglimento della stessa a favore della società subentrante. Non essendo perseguibile nessuna delle due strade, Team Marathon ha dovuto provvedere con le proprie forze e i propri mezzi ad ottenere date, licenze e autorizzazioni che ad oggi, proprio per questo, restano in capo a Team Marathon stessa.
Veniamo descritti come persone che combuttano silenziosamente con FIDAL Piemonte, si prestano a plagi, generano confusione per indurre gli atleti a credere di partecipare ad eventi che non rispetteranno le aspettative. La verità invece è che siamo dei professionisti che si attengono a regolamenti ben precisi.
La nostra attività, dopo la firma del contratto, si è subito scontrata con la realtà oggettiva dei fatti che già supponevamo: “l’ombra del Patron” con un’eredità di rapporti troppo compromessi per essere sanati in pochi mesi. Armati di pazienza ed umiltà ci siamo presentati dagli attuali partner istituzionali, sponsor e società sportive per farci conoscere e spiegare il nostro modo di vedere e vivere lo sport (una società nuova che antepone lo sport e gli atleti alle logiche di interessi personali).
Come anticipato, negli ultimi due anni abbiamo dovuto ricostruire rapporti con società Torinesi che da anni risultavano assenti e che hanno deciso di tornare solo dopo aver ricevuto rassicurazioni e certezze sul cambio reale di gestione.
I buoni rapporti... A tal proposito ancora oggi ricordiamo con dispiacere l’intervento fatto in qualità di “persona libera” (come lui stesso si è definito pubblicamente in quella circostanza) alla conferenza stampa di presentazione della 30^ Turin Marathon Gran Premio La Stampa tenutasi il 3 ottobre 2016 a Palazzo Chiablese dove alla presenza di Istituzioni, sponsor, atleti élite e pubblico ha potuto ancora una volta dar vita al suo spettacolo personale criticando la Federazione Italiana di Atletica Leggera Nazionale e Piemontese (rappresentata al tavolo dal Vicepresidente nazionale, Col. Vincenzo Parrinello), sponsor e Istituzioni stesse che erano presenti in quel momento, vanificando ulteriormente i nostri tentativi di ricucire rapporti.
Tornando ai giorni nostri e al tema della presente, vogliamo precisare che la Turin Marathon Srl è una società NON affiliata ad alcuna Federazione Sportiva, Ente di Promozione Sportiva e non è presente nel registro delle società sportive del CONI quindi prima di interpellare la Pubblica Amministrazione sottoponendo problematiche inesistenti relative all’organizzazione di eventi, si dovrebbe avere la titolarità per farlo. Invece assistiamo alla ripetizione di vecchie impostazioni figlie di “relazioni” e modus che portano persino a creare alleanze con i suoi “antagonisti” storici al fine di ottenere ancora una volta l’egemonia sulle manifestazioni podistiche torinesi. Una lettura più approfondita potrebbe far trasparire invece che l’unica società sportiva torinese in grado di far fronte ad una richiesta economica di affitto di ramo d’azienda pari a 5.000 oltre iva (in questi anni abbiamo versato più di 200.000 euro) potrebbe essere solo Base Running che ad oggi non ha titolo di rivendicare alcunché.
Parliamo di numeri e di grande organizzazione. Si mette in discussione la nostra professionalità citando gli anni d'oro della Maratona in cui LUI era l’organizzatore. Per ragioni ad oggi ancora dubbie, in quanto abbiamo avuto modo nel tempo di sentire sue versioni differenti, decise (contro il nostro parere di dipendenti e collaboratori) di anticipare la data della maratona da metà novembre ai primi di ottobre. Questa importante e strategica decisione dimostrò un successo tale da portare la maratona da 3.545 classificati (anno 2014) a 1.574 (anno 2015): un vero suicidio podistico criticato da tutto il mondo del running.
Team Marathon ha raccolto la Maratona di Torino conscia del grande lavoro che ci sarebbe voluto per riportare la manifestazione agli antichi fasti (quantificata in anni) e forse in modo anche un po’ ingenuo, ha deciso di portare avanti questo sogno, ovvero di far rinascere la nostra Maratona dedicandole tutte le attenzioni che meritava, ricostruendo i rapporti, approcciando anche gli sponsor che avevano abbandonato l'evento non più appetibile e facendo capire al popolo dei runners che lo spirito sportivo era ritornato.
La vera questione, invece, che a nostro avviso è l'unica che Luigi Chiabrera dovrebbe relazionare alla Città di Torino, è l’utilizzo del bene che ha in concessione ovvero Cascina Marchesa. E' di dominio pubblico che l'80% delle attività legate a questa struttura riguardino la ristorazione e l'hotellerie, attività peraltro svolte da società terze che affittano da una società diversa da Turin Marathon Srl, unica concessionaria degli spazi pubblici.
Al nostro ingresso in struttura tutte le attività sportive di Turin Marathon sono cessate e da quel momento di fatto è diventata una società immobiliare che direttamente o indirettamente tramite società terze, affittava i locali di Cascina Marchesa concessi dalla Città di Torino ad un canone annuo pari ad Euro 53.65, con un ritorno di affitti percepiti di circa 240.0000.00 annui, senza svolgere di fatto alcuna attività sportivo-ricreativa e di interesse pubblico. Più volte, inoltre, c’è giunta all’orecchio la voce che ha spacciato la nostra attività come facente parte dell’attività del “gruppo Turin Marathon”. Da questa affermazioni noi prendiamo fortemente le distanze in quanto non esiste accordo siglato o verbale che ci leghi a un “gruppo Turin Marathon”.
Siamo SCAPPATI da Cascina Marchesa abbandonando qualsiasi progetto sul running legato alla struttura a causa delle richieste economiche da parte di Turin Marathon sempre più alte ed ingiustificate ed oggi vederci attaccati per l'ennesima volta, ostentando interesse comune come argomentazione, non è credibile. L’interpellanza su Cascina Marchesa e la legittimità delle date in calendario FIDAL a noi concesse mettono in discussione la fonte di reddito del Sig. Luigi Chiabrera che oggi a nostro avviso deve fare i conti con la verità e la trasparenza di un gruppo di persone che non ha timore di confronti ufficiali con Istituzioni e magistratura, certi della veridicità di ogni singola parola scritta in questo documento.
Restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento si rendesse necessario, cogliamo l'occasione per porgere i nostri più cordiali saluti.
TEAM MARATHON S.S.D.r.l.
Simone Oneglio
Luca Vergnano
Alessandra Viano
Stefania, infermiera-runner e le sue 'vacanze' in Kenya
Il sogno di quasi tutti i runner è quello, almeno una volta nella vita, di correre in Kenya, sugli altipiani dove vivono e crescono i più grandi atleti al mondo, anche se ormai sono diverse le nazioni africane che propongono runner di grande livello.
Quindi si sfruttano le vacanze per uno stage sportivo, che serve anche per capire le realtà dove si formano questi atleti.
Stefania Ferrante, da 13 anni è infermiera e lavora al reparto di neurorianimazione dell’Ospedale milanese di Niguarda; si reca in Kenya ormai da 8 anni, eppure raramente ha corso in terra keniana, perché ogni volta impegna sistematicamente le sue ferie per continuare a svolgere la sua professione, laddove il bisogno è veramente tanto.
Scopre la corsa nel 2013, la ragione è forse la più comune, perdere qualche chilo di peso. Inizia con la pista per questione di comodità, ma poi ben presto decide che “iperventilazione” e acido lattico non fanno per lei, e siccome ama la montagna comincia ad allungare le distanze e cambiare gli ambienti dove correre, preferendo alle gare brevi dei viaggi dove la dimensione prestativa fine a se stessa perde molto del suo significato. 30, 50, 70 chilometri e poi via fino alle over 100 k, le più famose cui ha partecipato sono l’Ultra Trail del lago d’Orta (2017) e la Lavaredo Ultra Trail, 25, 30 ore correndo e camminando, secondo circostanza.
E’ appena tornata dalla sua ultima “vacanza” keniana, siamo nella contea di Meru, circa 300 chilometri a nord est di Nairobi. Per 7 anni è sempre andata al Chaaria Mission Hospital, una missione gestita da fratelli cottolenghini ma sostenuta ora anche dalla Fondazione Davida di cui Stefania fa parte. Questa volta si è trattato di un periodo trascorso presso le missioni di Gatunga, Tuuru e Mukothima, gestite dalle suore del Cottolengo, con due anestesiste, una odontoiatra e un ostetrico, con i quali ha seguito 100 donne, e prestato cure odontoiatriche a 37 bambini disabili.
Queste missioni sono sostenute dalla Fondazione Davida - volontariato internazionale.
Sorge spontaneo sapere com’è la situazione da quelle parti. “Il Chaaria Mission Hospital non è male, ha una camera operatoria ormai simile alle nostre mentre il reparto non è decisamente all’altezza. Una grande stanza divisa solo da un muro per uomini e donne. Si fa qualsiasi tipo di intervento con pochissimi mezzi e presidi e gli infermieri sono pochi. Due per turno con 80 posti letto, ma i pazienti sono sempre di più perché non si manda a casa nessuno. Come si potrebbe dire a dei malati – andate altrove- già… ma dove? Gli ospedali pubblici sono spesso lontani e poco dotati, quelli privati sono inaccessibili per i costi.
C'è un chirurgo italiano, due anestesisti locali e a volte passa un chirurgo locale se il primo ha impegni sul territorio.
Da poco c'è un 'area materno infantile con sala parto. I numeri sono notevoli, quando ci sono stata era sempre piena e facevamo tre parti alla volta! Anche lì ci sono due infermiere che sono anche ostetriche e fanno tutto.
Sul posto l’attività si basa parecchio sui volontari quindi anche il ginecologo non è fisso e ... si arrangiano.
Oltre alla passata attività al Chaaria Mission Hospital, Stefania da qualche anno presta la sua preziosa opera anche in dispensari situati nei villaggi di Gatunga e Mukothima; ci sono dei piccoli ambulatori ben strutturati ma insufficienti al fabbisogno, da qui la necessità di ampliarli per migliorare l’assistenza. Purtroppo i problemi sono anche le distanze tra i villaggi o, per meglio dire, la raggiungibilità: le strade asfaltate sono rare, 20 chilometri possono essere un viaggio infinito, che spesso si deve fare a piedi. Per non parlare della stagione delle piogge, quando le cosiddette strade si allagano diventando talvolta impraticabili
Stefania, parlando della situazione in generale, racconta: Certamente l’aiuto immediato e continuo è essenziale, ma probabilmente è ancora più importante rendere le gente più indipendente, istruendo il personale locale e cercando di fornire a tutti le basi essenziali per l’igiene. Non è facile perché manca quasi tutto, a cominciare dalla conoscenza: ad esempio, delle volte i genitori (spesso giovanissimi!) non hanno idea di quanto debba crescere un bimbo da 2 a 4 e a 6 mesi, col risultato che molte volte risultano di peso sensibilmente inferiore, più esposti alle malattie. Il nostro compito è ovviamente quello di risolvere le criticità nell’immediato, ma ancor più fare tutto quanto è nelle nostre possibilità perché la gente acquisisca la giusta consapevolezza del problema.
Insomma, si tratta di due passioni, la corsa e il lavoro in Africa.
Un proverbio, che è anche una sorta di motto ed un progetto, per Stefania dice “se vedi tutto grigio, sposta l’elefante”, ecco allora che attraverso un blog chiamato proprio Spostalelefante (“#spostalelefante ), Stefania Ferrante vuole richiamare l’attenzione su realtà poco conosciute, forse anche colpevolmente ignorate. Con la sua attività raccoglie soldi ma anche tutto ciò di cui c’è bisogno (e c’è veramente bisogno di tante cose).
A Stefania piace pensare all’immagine di una persona davanti a un grosso problema che non riesce a risolvere, se non con l’aiuto di tante altre.
In questo ultimo viaggio ho lasciato in Kenya tutto ciò che avevo con me, 50 chili (il massimo consentito dalla compagnia aerea) … di tutto e di più, scarpe, indumenti… perfino le stesse valige sono rimaste in Kenya.
Finita la vacanza keniana ora si torna a correre che… più a lungo non si può, ecco il prossimo viaggio:
“si tratta dell’Adamello Ultratrail, una gara di 180 km con circa 11.000 metri di dislivello che si svolgerà a fine settembre sulle “mie” montagne a cui sono molto legata e dove ho passato le estati, gli inverni e l’adolescenza!
Per chiudere, e per chi vuole aiutare Stefania a … spostare l’elefante
Donare è molto semplice. Basta visitare questa pagina del sito ufficiale di Fondazione Davida: https://fondazionedavida.it/donazione/ ed effettuare un versamento tramite Paypal, carta di credito o bonifico bancario. Ogni euro donato è prezioso, molto più di quanto non si creda.
Alcune note sulla fondazione Davida, volontariato internazionale
E’ dedicata a Davida, una bambina originaria di Gatunga che, nonostante le intense cure e tre trapianti di midollo, ci ha lasciati all’età di dieci anni. Il gruppo di circa 50 volontari della Fondazione opera incessantemente dal 1988, esclusivamente a titolo gratuito, laddove è notevole la carenza di mezzi e di sostentamento per le cure sanitarie e culturali, a favore dei bisognosi, degli ammalati, degli svantaggiati, anziani, bambini, disabili, di tutte le persone vulnerabili dal punto di vista sociale, economico e biomedico. La Fondazione supporta tutto questo mediante l’apporto di mezzi economici e di attività di volontariato altamente specializzato.
AAA - ASA cercansi... ma ce la facciamo?
Lo scorso 14 febbraio presso il comune di Milano era stata presentata con una certa enfasi questa iniziativa:
http://www.podisti.net/index.php/notizie/item/3370-aaa-cercasi-a-s-a-per-gare-podistiche.html
L’intendimento era (e dovrebbe esserlo ancora) quello di aiutare gli organizzatori delle prossime gare milanesi, in primis Stramilano e Maratona di Milano, attraverso l’utilizzo di personale ausiliario abilitato (A.S.A. = Addetti Segnalazione Aggiuntiva). Questo fatto avrebbe consentito un sostanziale risparmio rispetto al solo utilizzo dei vigili, le cui tariffe sono aumentate in modo consistente (da 29 a 47 euro/ora). Insomma, un progetto pilota che partiva da Milano ma, una volta messo a punto, successivamente esportabile in tutte le manifestazioni che si tengono nelle grandi città, o comunque quelle maggiormente toccate da un corposo utilizzo dei vigili urbani.
Pronti, via e… siamo già fermi, almeno parzialmente, perché? Se il corso del 2 marzo è stato confermato, il successivo del 9 marzo è stato annullato (sebbene ancora presente nel comunicato di Fidal Lombardia) causa indisponibilità dei docenti provenienti da Federciclismo, che sembrano essere gli unici abilitati a tenere i corsi. Saperlo prima di programmare e comunicare i corsi era così difficile? Poi ci sarebbe un’obiezione: il ciclismo presenta problematiche ben diverse rispetto al running….
Ma andiamo avanti: il costo di partecipazione al corso era stato indicato in 25 euro, invece ora si apprende che ci si era dimenticati delle marche da bollo, due da 16 euro da allegare alla richiesta di ammissione al corso, il che fa lievitare il costo a 57 euro. Naturalmente resta la necessità di rispondere ai requisiti già comunicati in precedenza: età compresa tra i 18 e i 75 anni, patente di guida (chissà perché, se il compito è quello di presidiare le postazioni), essere tesserati ad un gruppo sportivo, per essere coperti dal punto di vista assicurativo. Chi non lo è probabilmente deve farsi carico di un ulteriore costo.
Va inoltre precisato che non è dato sapere, e non è scritto da nessuna parte, quale sarà il compenso previsto per questa prestazione, così come se e quante volte si verrà chiamati. Sarebbe corretto sapere almeno il compenso giornaliero, giusto per fare quattro conti.
Una volta fatto tutto questo, e ovviamente passato l’esame finale, tutto l’incartamento verrebbe passato a chi di dovere (la Polizia) per l’ultima verifica (verifica casellario giudiziale? Altro?). Visto i ritardi e le complicazioni di vario genere, ci sono i tempi tecnici perché si arrivi in tempo utile a disporre degli ASA per le prossime manifestazioni?
Stramilano, in programma il 24 marzo, non sa se e come potrà usufruire di questi addetti, perché bisogna attendere l’espletamento di tutti i passaggi e delle procedure, chiaramente non potrà attendere il giorno prima della gara per organizzarsi. Forse a Milano Marathon potrebbe andare meglio perché in programma il 7 aprile.
Insomma, un bel pasticcio, l’intendimento è lodevole (riduzione dei costi), ma l’iniziativa è stata portata avanti tardivamente e male.
Ma chi sono gli attori di questa iniziativa: comune di Milano, Fidal Lombardia, Polizia Locale, Federciclismo, organizzatori di gare? questi e forse qualche altro ente/ufficio/autorità che adesso mi sfugge.
Non saprei di chi sia la responsabilità del pasticcio, e nemmeno mi sogno di chiederlo, temo proprio che non ne verrei fuori; invece sono certo che quando l'iniziativa è stata presentata alla stampa tutto pareva filare liscio, tutti gli attori erano felici ed orgogliosi di quanto raccontavano. "All'apparir del vero - tu misera cadesti", sentenziava Leopardi.
Salsomaggiore (PR) - 22^ Verdi Marathon
SERVIZIO FOTOGRAFICO - Passano gli anni e le edizioni: siamo alla 22esima, ma questa manifestazione continua a “tenere” alle mode, agli aumenti dei costi, al calendario sempre più denso di gare.
Sono 1749 i classificati complessivi sulle 4 distanze in programma: 10k e 30k non certificate, mezza e maratona invece inserite nel calendario nazionale Fidal. Anche qui, come altrove, si è ceduto alla tentazione di metterci dentro delle non competitive a far mucchio e cassa; 200 sono quelli che hanno corso sulla 10k e mezza maratona, nelle versioni formalmente non agonistiche.
Quindi tengono i numeri, e non si può certo sostenere che sia già merito del nuovo organizzatore, Parma Marathon: se ne era parlato qui:
Sono numeri costanti nel tempo, basti vedere le ultime 5 edizioni, un’oscillazione media complessiva (tutte e 4 le distanze), inferiore a 150 partecipanti. Come a dire che c'è uno zoccolo duro di aficionados della manifestazione e che lo storico patron Chittolini ha saputo fidelizzare, e il ricambio resta comunque favorevole: segno che chi ha corso le terre verdiane ne parla bene agli amici.
Spulciando nelle classifiche svetta il tempo del vincitore nella 10k, ma va detto che i chilometri non sono 10 e si scende di un centinaio di metri da Salsomaggiore a Fidenza. Un percorso quindi favorevole, ma che tutto sommato non ha portato a prestazioni di particolare rilievo in nessuna delle distanze in programma.
Nella Maratona da segnalare l'ennesimo successo per il forlivese Lorenzo Lotti (Corri Forrest) che, con il tempo di 2:30:27 è al secondo successo nel 2019 dopo aver vinto la Messina Marathon (2:31:53) ed al terzo successo in 2 mesi dopo aver vinto anche la Maratona di Catania in Dicembre.
Nella Maratona Femminile vittoria per Maurizia Cunico (Atl. Casone Noceto) in 2:52:46, abbastanza vicina al proprio primato (2:50:50 Firenze 2016).
Le classifiche:
Salsomaggiore- Fidenza, uomini (Download file completo M/F)
1) Fabio Ciati (Ballotta Camp), 28:49;
2) Mahamud Ahmed Said (Ballotta Camp) , 30:22;
3) Claudio Marzorati (Almosthere), 30:25
Salsomaggiore-Fidenza, donne (Download file completo M/F)
1) Isabella Morlini (Atl.Reggio), 35:02;
2) Evgeniya Kovaleva (Atl. Casone Noceto), 38:16
3) Cristina Ballabio (Runners Desio),40:41
Mezza maratona, uomini (Download file completo M/F)
1) Abderrahim Karim (Traversetolo Running), 1:10:33;
2) Giovanni Renò (Zurich Oerlikon), 1:11:28;
3) Alessandro Raiti (Edera Atl. Forlì), 1:13:07
Mezza maratona, donne (Download file completo M/F)
1) Laura Brenna (Aries Como), 1:23:45;
2) Rossella Guariniello (Km Sport), 1:24:40;
3) Laura Galli (Ortica Team), 1:29:23
Salsomaggiore-Soragna (32k), uomini (Download file completo M/F)
1) Roberto Bianchi (Pico Runners); 1:41:44;
2) Alessandro Splendore (KM Sport), 1:42:04;
3) Daniele Luzzi (Circolo Amatori Podisti), 1:45:41
Salsomaggiore-Soragna (32k), donne (Download file completo M/F)
1) Anna Zilio (Km Sport), 1:58:38;
2) Sara Ferroglia (Filmar Running), 2:07:10;
3) Alessandra Arcuri (GSA Cometa), 2:07:24
Maratona, uomini (Download file completo M/F)
1) Lorenzo Lotti (Corriforrest), 2:30:27;
2) Marco Ferrari (Atl. Franciacorta), 2:31:30;
3) Mattia Ceccarelli (Edera Atl.Forlì), 2:36:31
Maratona, donne (Download file completo M/F)
1) Maurizia Cunico (Atl.Casone Noceto), 2:52:46;
2) Monica Testa (Atl. Forti e Liberi), 3:12:19;
3) Milena Grion (ASD Tre Casali),3:18:18
VIDEO
Misano Adriatico (RN) - Gran Premio Città di Misano
Ottava edizione con record per questa gara che si corre tra il vecchio ed il nuovo circuito 'Marco Simoncelli', sono 10 chilometri su percorso certificato e omologato Fidal.
Cade di poco il record degli atleti classificati, 920 (precedente 913, 2017). Cadono invece più nettamente quello sia maschile che femminile: Ahmed Oudha, Atletica Casone Noceto, categoria promesse, porta il nuovo limite da battere a 29:43, che peraltro rappresenta il suo personal best; precedente ottenuto a Rennes, 2018, con 30:36.
Lo stesso fa Beatrice Boccalini, che vince con record della gara in 34:13, anche qui si tratta del suo nuovo primato personale, migliora il 34:59 del 2018, Sant’Arcangelo di Romagna.
Tra gli uomini secondo posto per l’inossidabile Vayl Matvivijchuk (G.S. Gabbi), col tempo di 29:57. Se si pensa che il suo personale di 29:02 è datato 2010 viene da dire che invecchia davvero bene. Terzo posto per Rachid Benhamdane (Dinamo Sport,30:34).
Tra le donne è seconda Anna Spagnoli col tempo di 36:23, terza Paola Braghiroli (36:30). Entrambe le atlete corrono per l'Edera Atletica Forlì.
Classifica maschile 10 km:
- Ahmed Ouhda (Atletica Casone Noceto) 29’43”
- Vasyl Matviychuk (GS Gabbi) 29’57”
- Rachid Benhamdane (Dinamo Sport) 30’34”
- Nicholas De Nicolò (Dinamo Sport) 30’35”
- Luca Facchinetti (Atletica Potenza Picena) 30’49”
- Alberto Della Pasqua (Dinamo Sport) 30’53”
- Luis Matteo Ricciardi (Acquadela Bologna) 31’34”
- Alessio Crociani (Riccione Podismo) 31’36”
- Salvatore Franzese (Atletica Reggio) 31’48”
- Fabio Conti (Atletica Winner Foligno) 31’48”
Classifica femminile 10 km:
- Beatrice Boccalini (GS Gabbi) 34’13”
- Anna Spagnoli (Edera Atletica Forlì) 36’23”
- Paola Braghiroli (Edera Atletica Forlì) 36’30”
- Valentina Facciani (Calcestruzzi Corradini) 36’48”
- Giulia Montagnin (Atletica Saluzzo) 36’50”
- Flavia Aleotti (Francesco Francia) 36’58”
- Asia Mercatelli (Riccione Podismo) 37’24”
- Eleonora Gardelli (Cus Sassari) 37’49”
- Gloria Venturelli (Atletica Mds Panariagroup) 38’02”
- Roberta Belardinelli (Atletica Castello) 38’50”
Napoli - Napoli City Half marathon
Altra edizione, altro successo per questa “nuova” mezza maratona di Napoli, rivitalizzata da quella che si può chiamare “cura Carlo Capalbo”. Già nel 2017 furono 3805 i classificati, poi diventati 5295 nella scorsa edizione, dato che le è valso la quarta posizione in Italia (dopo Roma-Ostia, Stramilano e Verona 'Giulietta e Romeo'. I numeri del 2019 confermano il trend positivo con 5531 classificati entro le tre ore del tempo massimo stabilito. I tempi registrati sono superiori al 2018, le condizioni meteo, in particolare il vento, hanno certamente condizionato la gara, anche se evidentemente c’è chi le ha sofferte meno di altri: diversi atleti hanno infatti corso nei dintorni del proprio record personale (Epis, Giomi, Carrera, Rashik). Inevitabile pensare che avrebbero fatto ancora meglio.
Anche il livello tecnico resta molto elevato: già nel 2018 al maschile si sfiorò il sub 60 minuti (Abel Kipchumba, 1:00:12). Non meno significativa la prestazione femminile, con Eshete Shitaye che vinse in 1:08:38.
Questa volta ha vinto in 1:02:09 l’eritreo Nguse Amlosom, l’atleta col miglior tempo di accredito, sia pure non recente (Ras Al Khaimah, 59:39, 2014). Secondo e terzo posto al Kenya, rispettivamente Kipngetich Moses Kemei (1:02:11) e Ishmael Kalale (Atl. Casone Noceto, 1:02:23). Tempi non eccezionali, tuttavia gara certamente combattuta se alla fine i primi sette sono racchiusi in 52 secondi. Quarto posto per Yassine Rachik (1:02:24) e ottavo per Stefano La Rosa (C.S. Carabinieri, 1:03:51): questo, per quanto riguarda gli italiani.
Al cui riguardo, una curiosità, l'allenatore del vincitore è Massimo Magnani: che si tratti di un nuovo corso per l'ex DTO dopo aver chiuso con Daniele Meucci e Valeria Straneo?
Gara femminile anch’essa appannaggio della principale favorita, la keniana Angela Tanui Jemesunde; vince in 1:09:53, con notevole distacco sulla connazionale Wilson Betty Lembus (1:11:33). Podio tutto keniano completato da Wanijku Maratha Njoroge (1:11:35)
Tra le italiane bene Giovanna Epis, quinto posto in 1:12:29 e vicinissima al suo personal best (Valencia 2018, 1:12:27). Molto bene anche Sarah Giomi, che porta il pb a 1:17:10, considerando la sua breve storia agonistica viene da pensare bene di questa ragazza, in prospettiva. Catherine Bertone 1:17:57.
Quindi numeri complessivi in controtendenza rispetto alla media nazionale, un risultato che proietta la Napoli City Half Marathon verso numeri ancora più significativi, se consideriamo la giovane età di questa manifestazione. Un successo che ha molteplici ragioni: di certo nel sud Italia mancava da sempre una mezza maratona di livello, ancor più rilevante che ciò accada in una città di grande richiamo turistico. Di certo il calendario aiuta: se si osserva con attenzione non c’è molto in questa data, o comunque molto meno che in altre.
Sicuramente aiuta il periodo, al nord si corre ancora con temperature piuttosto basse e questo spiega, tra le altre cose, la sostanziale affluenza dei gruppi sportivi dal nord Italia (anche incentivati da un corposo montepremi in denaro, 1000 euro al più numeroso e poi a scalare sino al decimo).
Carlo Capalbo forse comincia solo adesso a risultare noto agli italiani, ma è l’artefice del successo di un prestigioso circuito internazionale tra cui spicca la maratona di Praga. Capalbo aveva un sogno, organizzare una gara nella sua città, Napoli. Lo confessò durante un’intervista nel lontano 2015: mi trovavo a Usti Nad Labem, in occasione di una delle mezze maratone del circuito RunCzech. Mi raccontò tante cose, però mi chiese anche di … non dichiarare subito il suo sogno. Non voleva improvvisare nulla, prima doveva sincerarsi che il sogno potesse realmente materializzarsi.
E così è stato.
Verona - Giulietta & Romeo Half Marathon
17 febbraio- Condizioni climatiche ideali per correre questa mezza maratona hanno favorito ottime performance Ha vinto il keniano Peter Kwemoi Ndorobo (già vincitore nel 2018), col tempo di 1:00:43, in una gara che pare abbia avuto poca storia; il secondo classificato, il connazionale Joel Kipkenei Melly, è giunto al traguardo in 1:02:37, seguito dal tedesco Petros Amanal (1:03:32), oggi all’esordio sulla distanza. Molto valida la prestazione di Lorenzo Dini, quinto classificato e primo italiano, il crono finale dice 1:03:53, che significa personal best. Piace pensare che si tratti anche dei primi effetti positivi della cura Baldini.
La gara femminile è stata vinta da Valeria Straneo in 1:12:33. L’atleta alessandrina ha dato un’altra conferma di essere sempre più sulla via del recupero; ora ha nel mirino una maratona in primavera, da decidere quale. Decisione già presa invece dalla seconda classificata, Layla Soufyane (1:12:58), che farà la maratona di Roma. Terzo posto per la tedesca Thea Heim (1:14:38).
Da segnalare l'esordio nella categoria "adulta" delle gemelle siciliane Barbara e Francesca Vassallo: una prestazione discreta la loro, se vista in prospettiva. Hanno chiuso 1:23:05 (Barbara, 8° posto) e 1:24:32 (Francesca 11° posto).
Numeri in calo per questa manifestazione, dai 5445 classificati del 2018 ai 4964 di questa edizione; addirittura nel 2016 erano stato 7127 i finisher. Un trend negativo che, sia chiaro, non tocca solo questa manifestazione: in particolare le preoccupazioni crescono per gli organizzatori di gare a media e bassa partecipazione, che evidentemente non godono dei vantaggi di chi fa grandi numeri.
Sono state 479 le staffette (a due) regolarmente classificate.
Gara maschile: ecco le prime 5 posizioni
1) Peter Kwemoi Ndorobo (Kenya Purosangue Athletics Club) 1:00:43
2) Joel Kipkenei Melly (Kenya)) 1:02:37
3) Petros Amaral (Germania) 1:03:32
4) Premien Manirafasha (Kenya Atl.Dolomiti) 1:03:41
5) Lorenzo Dini (Fiamme Gialle) 1:03:53
Gara femminile: prime 5 posizioni
1) Valeria Straneo (Laguna Running) 1:12:33
2) Laila Soufyane (C.S. Esercito) 1:12:58
3) Theam Heim (Germania) 1:14:38
4) Linah Cheruto (Kenya) 1:18:07
5) Sonia Lopes Conceicao (Italia) 1:20:31