Gotti in dialisi dopo Berlino: di chi la colpa?
La vicenda ha inizio venerdì scorso, 16 novembre, quando sul Corriere della sera appare il breve articolo dal titolo: “Atletica - La maratoneta Gotti fa causa alla Federazione”.
Ecco il testo: “Laura Gotti, la maratoneta che ha contribuito all'argento a squadre conquistato dall'Italia agli Europei di Berlino dello scorso agosto, ha fatto causa alla Federatletica. Proprio a Berlino sono iniziati i suoi problemi. La Gotti partecipò alla gara grazie a un'infiltrazione per quella che, secondo lo staff medico azzurro, era un'infiammazione. In realtà era una frattura da stress al bacino che le ha procurato un blocco renale e costretta alla dialisi”.
Ricostruiamo a questo punto un po’ i fatti: Laura Gotti, 27enne maratoneta e ultramaratoneta di Cremignane di Iseo (Brescia), parrucchiera nella vita di ogni giorno, dopo la grande prestazione alla Maratona di Milano dello scorso 8 aprile, settima donna in 2h32’22”, è convocata in Nazionale per prendere parte ai Campionati europei di Berlino. Lo scorso 12 agosto, pur in condizioni non ottimali, partecipa alla Maratona finendo – al passo - 46^ assoluta in 3h34’13”, contribuendo alla conquista della medaglia d’argento a squadre insieme a Catherine Bertone, Sara Dossena e Fatna Maraoui.
Al ritorno in Italia, dopo una settimana, la Gotti è ricoverata d’urgenza, con i medici che le riscontrano un bocco renale, che la costringe alla dialisi, e di qui la suddetta accusa ai medici della Nazionale che avrebbero sottovaluto il problema (una frattura da stress al bacino, curata con una sola infiltrazione), mettendo a grave rischio la salute dell’atleta.
In serata sulla pagina del profilo Instagram di Sara Dossena, un commento molto duro sulla notizia: situazione: “Non ho parole… io c’ero e so come sono andate le cose… prima di fare causa bisognerebbe essere sicuri di non dichiarare il falso o le verità che fanno comodo…“, dichiarazione condita con due faccine che vomitano.
Su facebook importante il commento alla notizia del tecnico Luigi Ferraris: “Chiunque corre sa che l’infortunio fa parte del gioco e di certo correre con una microfrattura non ti porta in dialisi, quello che è successo è una concatenazione di eventi e trovarne un colpevole è impossibile, probabilmente io stesso sono in piccola parte colpevole. Io devo dire che c’è stata molta disponibilità da parte dello staff della federazione, e nessuno ci ha puntato una pistola per correre! Una cosa ho imparato nella vita SOLO CHI FA PUÒ SBAGLIARE!!"
Il giorno seguente, sabato 17, sulle pagine del Corriere della Sera di Brescia, la lunga intervista alla Gotti da parte di Luciano Zanardini, di cui riportiamo solo la parte quando la maratoneta dichiara di aver trascorso 20 giorni in ospedale e un mese a letto immobile a casa, rischiando di morire. Ma la Gotti dichiara di non voler fare alcuna guerra alla Federazione, ma di voler chiarimenti dallo staff medico, aggiungendo di aver chiesto: “all’assicurazione un risarcimento per l’infortunio, per i costi che ho dovuto sostenere per la fisioterapia e per la chiusura di due mesi del negozio. Se mi avessero informato della microfrattura avrei rischiato, ma poi mi sarei fermata”.
La Gotti prosegue affermando che ora avrebbe ripreso a condurre una vita normale, che i reni funzionano regolarmente, ma niente corsa al momento. Infine, l’affermazione che il DT Antonio La Torre sia l’unico della Fidal ad essersi fatto sentire.
Ieri sera la risposta della Fidal con il comunicato ufficiale: “In riferimento alle recenti notizie di stampa relative alla maratoneta Laura Gotti, e a presunte conseguenze fisiche derivanti dalla sua partecipazione agli Europei di Berlino, la FIDAL contesta la ricostruzione dei fatti in relazione all’operato dello staff medico federale.
Si precisa che i medici federali, come avviene in ogni occasione, hanno provveduto a prestare all’atleta l’assistenza necessaria, rappresentando alla Sig.ra Laura Gotti quale fosse il percorso da seguire.
La suddetta Atleta ha operato delle scelte in assoluta autonomia e consultandosi con il suo Staff. Pertanto, si ritiene che i problemi di salute lamentati dalla Sig.ra Laura Gotti non siano in alcun modo riconducibili all’operato dello staff medico federale, che ha svolto regolarmente e correttamente il proprio compito.
A tal proposito la FIDAL si riserva la facoltà di proporre le azioni ritenute più opportune a tutela della propria immagine e credibilità, nonché dei propri tecnici e medici”.
Aspettiamo ora la risposta della Gotti, vediamo cosa accadrà…
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