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Feb 10, 2019 6854volte

Tragico addio di Maura Viceconte

Maura Viceconte Maura Viceconte Foto Fidal

10 Febbraio - Sono quelle notizie che non si vorrebbe mai dare: ma Maura Viceconte, per 12 anni (2000-2012) primatista italiana di maratona, ha terminato di vivere oggi, a soli 51 anni.  

Sembrano non esserci più dubbi che  Maura si sia tolta la vita impiccandosi a un albero, davanti alla sua casa di Chiusa San Michele, in Val di Susa (TO): i carabinieri hanno ritrovato il corpo nel primo pomeriggio. Ancora sconosciuti i motivi del gesto, anche se per anni la maratoneta aveva combattuto con un tumore. A novembre dello scorso anno aveva diffuso un docufilm sulla sua vita, "La vita è una maratona - La corsa il modo di vivere".

Triste notizia davvero, soprattutto per chi – come chi scrive – l’ha vista correre e vincere numerose maratone, come Cesano Boscone (1994, campionessa italiana), Venezia (95), Montecarlo (97), Carpi (98), Roma (99), Vienna (2000, dove corse in 2h23:47, per anni il primato nazionale), Praga (2001) e Napoli (2003).

Agli Europei di Budapest nel 1998 aveva vinto il bronzo in 2h28:31 dietro la portoghese Manuela Machado (oro) e la russa Madina Biktagirowa (argento). Alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 chiuse dodicesima in 2:29.26.

E’ ancora oggi la detentrice del record italiano dei 10.000 con 31:05.57 stabilito nel 2000 a Heusden.

Addio Maura, nei nostri occhi resteranno per sempre le tue imprese!

1 commento

  • Link al commento Giulio ANGELINO Lunedì, 11 Febbraio 2019 16:25 inviato da Giulio ANGELINO

    E' vero, queste sono notizie che non si vorrebbero mai dare, in particolare quando a lasciarci sono persone come Maura, una ragazza semplice, cordiale, aliena da ogni tentazione di superbia, malgrado il suo grande valore di atleta. In altre parole, Maura era una campionessa che non si è mai data delle arie.
    Ebbi il piacere, nel mio piccolo, di accompagnarla in un test su strada su percorso misurato, svolto vicino a casa mia, nella zona sudovest di Torino, insieme a Maria Curatolo. Allora le due atlete erano allenate da Renato Canova. Con me c'era un forte maratoneta torinese, Bruno Santachiara. Quel giorno la Curatolo era particolarmente in vena, nella seconda parte del test staccò Maura, che rimase con me, mentre Santachiara restò a fianco di Maria. Al termine Maura, confermando la sua signorilità, mi ringraziò...ma io ero già contento di aver fornito una servizio a una campionessa del suo calibro, non pretendevo certo ringraziamenti...
    E adesso non riesco a spiegarmi neppure io il motivo del suo gesto estremo, posso solo pregare per la sua anima.

    Rapporto

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