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Mar 23, 2020 3200volte

Mattia Maestri, il paziente 1, torna a casa: le sue prime parole

L'ospedale San Matteo di Pavia L'ospedale San Matteo di Pavia Foto Web

23 Marzo - Mattia, il 38enne cosiddetto paziente uno, il manager, il podista, lo sportivo, ha battuto il coronavirus ed è oggi tornato a casa, a Castiglione d'Adda, dopo il lungo ricovero al Policlinico San Matteo di Pavia, l'Irccs nel quale era stato trasferito dall'ospedale di Codogno.
A questo punto possiamo anche farne il cognome, che abbiamo sempre saputo, ma non pubblicato, per non fargli una pubblicità che Mattia avrebbe preferito non avere, almeno nelle settimane peggiori. Vediamo peraltro che nome e cognome sono pubblicati da almeno due settimane in varie sedi, in relazione alla malattia: https://www.runnersworld.it/correre-coronavirus-dentro-zona-rossa-intervista-runner-codogno-9122https://www.piacenza24.eu/nino-vive-a-codogno-nel-volto-delle-persone-si-vede-la-paura-consiglio-di-mantenere-la-calma/ ; https://www.runnersworld.it/mattia-il-runner-di-codogno-migliora-9137: dunque nessuno ci accuserà di aver violato un segreto.

Mattia ha perso il padre Moreno, 78 anni, sportivo pure lui (sempre a causa del Covid), mentre la moglie, in stato interessante, è stata dimessa prima di lui ed è in ottime condizioni, come il bimbo che dovrebbe nascere a giorni.
Questa la prima dichiarazione del 'collega' scampato: "È difficile dopo questa esperienza fare un racconto di quello che mi è successo. Ricordo il ricovero in ospedale a Codogno, mi hanno raccontato che per 18 giorni sono stato in terapia intensiva per poi essere trasferito nel reparto di malattie infettive dove ho ricominciato ad avere un contatto con il mondo reale e a fare la cosa più semplice e bella che è respirare. Da questa mia esperienza le persone devono capire che è fondamentale stare in casa, la prevenzione è indispensabile per non diffondere l'infezione. Questo può significare anche allontanarsi dai propri cari e dagli amici perché non sappiamo chi può essere contagioso. Io sono stato molto fortunato perché ho potuto essere curato. Ora potrebbero non esserci medici, personale e mezzi per salvarti la vita. Da questa malattia si può guarire. Io devo dire grazie al professore Bruno, ai rianimatori e a tutto il personale degli ospedali di Pavia e Codogno, che con la loro professionalità mi hanno permesso di tornare a vivere. Ora chiedo per favore a tutti i media di rispettare la privacy mia e quella della mia famiglia perché vorremmo proprio, piano piano, dimenticare questa brutta esperienza e tornare alla nostra normalità".

Al seguente link è  possibile ascoltare il messaggio audio: https://www.youtube.com/watch?v=qNibrommu30

 
 

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