Padova: picchiato a sangue perché corre senza mascherina
Speravamo che non succedesse, ma temevamo il contrario. Il clima di odio nei confronti dei runner è ormai diffuso, nell’indifferenza di chi ci amministra e con la complicità di coloro che dovrebbero fare un’informazione più completa, ovvero che vada oltre il “tuttiacasa”.
Protagonista della disavventura un ingegnere di Sant’Agostino di Albignasego, in provincia di Padova. Stava correndo con il suo cane, ma non indossava la mascherina. Era sicuramente in difetto e noi non vogliamo difenderlo per questo, di certo fino ad oggi non abbiamo mai avuto notizie di persone a cui sia stata spaccata la faccia per questo motivo. Soltanto che lui non era solo senza mascherina, ma reo di un peccato molto più grave: essere un podista! Ovvero l’untore del Coronavirus. Il povero cinquantenne si è ritrovato con fratture al naso ed il volto tumefatto. A www.mattinopadova.gelocal.it ha dichiarato che “C’è un clima da caccia alle streghe”. Purtroppo ce ne siamo accorti da tempo.
2 commenti
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Martedì, 21 Aprile 2020 10:13
inviato da Mark
Ormai impossibile uscire, nel pieno rispetto delle regole, senza sentire qualcuno dal balcone di casa urlare, nella migliore delle ipotesi "Va a casa!", "Io chiuso dentro e quello corre!", "Torna a casa, stronzo!". Ma alle 7 del mattino della Domenica, non avranno niente di meglio da fare? Poi sui mezzi od al supermercato ti si incollano addosso manco fossi George Clooney. Paghiamo la poca attenzione del governo alla salute attraverso lo sport, e la continua delazione, perpetrata anche da personaggi di richiamo mediatico come i Ferragnez, che potrebbero farsi un lungo in casa, senza mai ripetere lo stesso percorso...
Tranquilli un giorno finirà e torneranno a fondere i clacson delle loro auto per le strade chiuse durante le manifestazioni amatoriali. -
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Domenica, 19 Aprile 2020 19:57
inviato da Leo
Questa è la conseguenza del clima di terrore e di delazione che hanno diffuso media e politici, che tanto ricorda le pratiche del nazismo. E il virus intanto continua a diffondersi, anche se meno di prima per fortuna, di certo non per "colpa" dei runners, relegati in casa con il bastone e l'olio di ricino ormai da un mese e mezzo. Per non parlare di come si diffonde il virus nei luoghi di lavoro, sui mezzi pubblici, nei supermercati, gli unici posti rimasti dove il contatto sociale è ancora presente, si è fatto diventare il runner un capro espiatorio.
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