Michele Marescalchi ricoverato per Covid: ma non molla!
5 novembre. La notizia ci ha raggiunto nel tardo pomeriggio. Abbiamo subito contattato l’amico e collaboratore, enciclopedia vivente dell’atletica, che nemmeno all’ospedale perde il vizio del giornalismo e ci ha mandato la sua cronaca perfettamente incentrata sulle quattro W del reporter. A lui la parola, naturalmente coi nostri auguri, nella speranza di poterlo di nuovo salutare con l’esclamazione bolognese che ci anticipa lui [F.M.]
Proprio non so dove posso averlo preso: ai primi d’ottobre ero andato ad Arezzo per i campionati Master [ricordiamo le sue telecronache sul sito della Fidal] ma ho sempre indossato la mascherina, e al 90% lo facevano anche atleti e addetti, come avevo anche scritto nel comunicato che vi ho inviato. Poi a Bologna sono andato alla scuola di ballo per aggiustare un impianto-voce, ma sempre con mascherina; lì facevano balli di gruppo, tutti con mascherina. Sono uscito l'ultima volta la domenica sera 25 ottobre ad una cena, con tavoli per due distanziati, sempre da seduti, e mascherina dopo cena: ma in questo caso alcune persone non la tenevano! Poi il martedì 27 mattina ho fatto il mio solito giro di un ora al laghetto Cà Bura [periferia nord di Bologna] con una amica, entrambi con mascherina abbassata solo quando camminavamo veloci, secondo le prescrizioni del DPCM relative all’attività ludico-motoria. Il martedì sera e il mercoledì sono andato dal dentista per un dente che mi ha tolto (che male bestiale!); in serata avendo già avuto sia il lunedì sera sia il martedì sensazioni di caldo mi sono misurato la febbre ed è stata una escalation. Quando, giovedì 29, è arrivata a 38,4 il mio medico mi ha prenotato un tampone per il lunedì mattina, ma nonostante un pastiglia al giorno di antibiotico e tachipirina tutte le sere, la febbre c'era sempre, con alti e bassi ma mai meno di 37,4. Lunedì 2 novembre ho fatto il tampone, e mercoledì mattina alle 9,00 mi hanno comunicato che ero positivo al Covid. A quel punto il mio medico ha chiamato lui stesso il 118 con richiesta di ricovero urgente: ho passato tutto il pomeriggio al Pronto soccorso del S. Orsola [uno dei due maggiori ospedali di Bologna], e alle 19,30 mi hanno che avevo la polmonite bilaterale, e sono stato messo in reparto alle 21,15.
Sono tuttora nel reparto Covid, ma non ho bisogno dell'ossigeno e, tra flebo e punture di cortisone (che a me, da sportivo, non piacciono per niente), la febbre ora è sparita. Considerate pure che io sono allergico alla penicillina… Adesso spero di guarire dalla polmonite; per il Covid dovrò attendere un tampone negativo, ma prevedo che sarà lunga. Stamattina svegliandomi avevo pensato di essere in un centro di bellezza, peccato che non fosse così.
Mi permetto, vista la situazione qui in ospedale, avendo notato persone su barelle sotto ossigeno, infermieri e dottori vestiti come astronauti, e in alcuni momenti carenza di personale, di consigliare vivamente di fare molta attenzione: non scherziamo con la salute e di conseguenza con il lavoro. Quando starò bene (e lo spero tanto) farò una inchiesta sui negazionisti, e su tutti questi superinformati sia da una parte che dall'altra, sui propinatori di soluzioni mediche o stregonerie varie, su annunci di gruppi di medici, che forse hanno perso clienti nei loro studi privati e che si dedicano a scrivere certe cavolate, mentre sarebbe meglio che stessero tutti in prima linea dentro gli ospedali. Non è passato lo straniero nel 1915-18, e nemmeno nel 1943-45, col cavolo che dobbiamo lasciarci conquistare da questo st* di Coronavirus. Io non mollo e voi abbiate la pazienza di aspettarmi, e magari poi nel rivedermi direte “socc-mel, ech du m*!”, ma io continuerò a volervi bene.
1 commento
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Mercoledì, 11 Novembre 2020 23:28
inviato da cesare ballaben
Forza Michele, sei più forte del covid, non c'è gara!
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