Maurizio Lorenzini
appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner
Peschiera Borromeo (MI) : 24 x 1 ora in pista
Il colpo di pistola alle ore 11.00 del 12 maggio ha sancito la conclusione di questa 38^ edizione, che verrà ricordata per il record di team partecipanti (52) ma anche per la quantità di grandine caduta sulla pista di atletica: si sono vissuti momenti difficili sabato dalle 18 alle 19, ma poi la gara è proseguita e si è conclusa regolarmente.
La vittoria al maschile, in qualche modo annunciata, è andata al team Don Kenya A, che nell’arco delle 24 ore ha totalizzato 358,304 chilometri; al secondo posto la Michetta, 340,800, al terzo Euroatletica 2002, 336,544.
Piace rilevare per chi, come me, ama la formula classica, che i primi tre posti sono occupati da squadre che hanno fatto questa scelta, ovvero correre per 24 ore con 24 frazionisti.
A seguire Canottieri Milano A (327,687) e Vegan Running Team ((327,583). Curioso notare lo scarto tra questi team, solo 104 metri dopo 24 ore di gara.
Al femminile la prima squadra è stata la Michetta Girls (279,350 km), secondo il GS Zeloforamagno Girls (253,505); terza Ortica Team Girls, 248,985. Quarto posto Tapa Girls (240,436), quinto per Athletic Team Girls (236,572).
La frazione più veloce è stata quella della 14esima ora di gara, che partiva alle 24: Mohammed Morchid (Team Don Kenya A), ha percorso 18,4 chilometri, alla notevole media di 3’15/km.
Una curiosità, nata da una scommessa tra amici del Don Kenya Run: alle 2 di notte correva Francois Marzetta, gli è stato chiesto se era capace di battere il suo record sui 1000 metri (2’38). Ha accettata la sfida, ha fatto un lungo riscaldamento, indossato le chiodate e si è fatto il primo mille della sua frazione in 2’37! Salvo poi fermarsi, cambiare le scarpe e concludere la sua frazione (con 16,400 km).
Costantin Bostan invece, le frazioni se l’è fatte tutte da solo. Ha alternato le stampelle alla protesi e alla fine ha coperto la distanza di 79,808 km.
Premiazioni per tutte le squadre partecipanti alla 24 x 1 ora, come è sempre stato nello spirito di questa manifestazione.
Infine, per chi vi scrive è inevitabile il richiamo ad un’altra edizione, anno 2012: con 358,304 chilometri Don Kenya ha avvicinato, ma non battuto, la prestazione del team Podisti.Net, pomposamente auto-definitosi “Dream Team”. Infatti nell’occasione fu raggiunta e superata la soglia dei 360 chilometri, più precisamente 360,800 km. In quella squadra c’erano Tito Tiberti, Paolo Finesso, Fabrizio Sutti, Saturnino Colombo, ma c’erano anche Roberto Cella, Salvatore Gambino, Emanuele Bertolotti che in questa ultima edizione hanno corso col team Don Kenya. Un'altra curiosità: del team Podisti.Net faceva parte anche Matteo Vecchia, oggi capitano , e giocatore, proprio del suo team vincente Don Kenya.
Peschiera Borromeo (MI) : 24 x 1 ora, aggiornamento alle ore 24
Capita che ogni tanto le previsioni meteo ci prendano e così purtroppo è stato oggi a Peschiera Borromeo. Alle ore 18.00 si è scatenato l'inferno sul campo sportivo Borsellino, con gazebo ribaltati e un paio di centimetri di grandine sulla pista; si è arrivati ad ipotizzare la sospensione della gara, o quantomeno la neutralizzazione, entrambe le soluzioni sdegnosamente rifiutate da chi correva. Show must go on. Fortunatamente il tutto è durato solo mezzora, sia pure se la violenza del temporale ha prodotto danni sensibili alle strutture dei team.
Per quanto riguarda la classifica, la squadra favorita, Don Kenya Runners A, ha scavato una voragine tra se e gli inseguitori; in particolare la frazione dalle 21 alle 22 ha visto un Salvatore Gambino particolarmente in palla girare alla media di 3'20/km, totalizzando quindi 18 chilometri percorsi nell'arco dei suoi 60 minuti. I chilometri totali percorsi dal suo team al giro di boa sono 198.
Rispetto al precedente aggiornamento, cambia la seconda posizione, adesso occupata dal team Michetta A, con un totale di 186 chilometri. Mantiene invece il terzo posto Euroatletica 2002, con 184,800 km tallona da vicino la Miichetta A.
Dal mio punto di vista fa piacere evidenziare che le prime tre posizioni sono occupate da team che hanno scelto la formula tradizionale, quella classica, che prevede 24 frazionisti a coprire le 24 ore di gara.
In ambito femminile adesso è prima assoluta la Michetta Girls (152,400 km), seguita dal GS Zeloforamagno Girls (km 130,400) e Tapa Girls (km 128,800).
Costantin Bostan, l'atleta disabile che ricordo ha deciso di correre in solitudine le 24 ore di gara, a metà percorso ha totalizzato 49,6 chilometri, continuando ad alternare tratti con e senza stampelle, utilizzando quindi la protesi nel secondo caso.
Ora arriva la notte, il momento per certi aspetti più bello e più magico, la temperatura è di 11 gradi, quando alla partenza erano 22.
Peschiera Borromeo (MI) - ore 11.00, partita la 24 x 1 ora in pista
Un appuntamento che si rinnova, infatti con questa sono 38 le edizioni della 24 x 1 ora, intitolata a Giuditta e Bruno De Angelis. Record di team presenti alla manifestazione (precedente 47, anno 2018), sono ben 52 con alcuni esordienti ma soprattutto tante conferme, del resto questa gara è entrata da anni nel cuore e nelle scelte di molti podisti.
Sono team, o semplicemente gruppi di amici, che ogni anno vengono sempre più attrezzati per supportare l’impegno di un giro completo dell’orologio; aumentano i camper, le tende e, soprattutto, aumentano le “cucine da campo”. Si corre ma anche si griglia in continuo, una gioia per chi ha concluso la sua fatica, una sofferenza per chi corre perché l’aria si riempie di profumi che distraggono dal proprio impegno.
Sulla carta favorito il team Don Kenya Runners, che schiera atleti di spessore: tra questi Alessandro Claut, Francois Marzetta, Mohammed Morchid e Salvatore Gambino. Ma la festa, perché anche di questo si tratta, la fanno tutti, forse in particolare i partecipanti meno competitivi che vivranno questa partecipazione come momento di aggregazione e divertimento, probabilmente una delle poche situazioni nelle quali la corsa è sport un po’ meno individuale.
Eppure per qualcuno si tratta proprio di una prova in solitudine: si tratta di Costantin Bostan, che ha perso una gamba all’età di 19 anni ed ha trovato nella corsa una ragione in più per reagire alla sua disabilità. Correrà da solo per 24 ore, con le stampelle o con la protesi.
Tutte le foto saranno disponibili su Podisti.Net, si ringrazia sin d’ora Aldo Nanni
Aggiornamento classifica ore 14.00, dopo 3 ore di gara, primissime posizioni
Team maschili
Don Kenya Team A, 46,400 km percorsi
Canottieri Milano A, 44,400 km
Euroatletica 2002, 42,800 km
Di rilievo la prestazione di Alessandro Claut, ha coperto la distanza di 17,200 km (doppiandomi un numero imprecisato di volte, ho perso il conto)
Team femminili
Ortica Team Girls , 34,800 km, pari distanza percorsa dalla Michetta Girls
GS Zeloforamagno Girls, 33,200 km
Online tutte le foto del Running Day - Saronno e della mezza di Como
Eliud Kipchoge : un breaking 2 di troppo?
E’ di queste ore la notizia che Eliud Kipchoge tenterà nuovamente di andare sotto le due ore, ma non sarà alla maratona di Berlino, gara che peraltro sembrava essere nei suoi programmi. Invece sarà un altro esperimento da laboratorio, dopo quello di Monza nel 2017, quando in condizioni ottimali sfiorò il sub due ore, infatti concluse in 2:00:25.
Il tentativo si terrà questa volta a Londra, in Inghilterra, si dice che avverrà nel mese di ottobre. Non sarà invece Nike a sostenere e supportare tutta l’operazione, bensì una società operante nel settore della petrolchimica, Ineos, posseduta dall’uomo più ricco in terra britannica, Jim Ratcliffe.
Pare che il magnate si sia convinto dell’operazione dopo aver visto all’opera Kichoge alla recente maratona di Londra, vinta con autorità con un tempo poco sopra le due ore e due minuti, in condizioni non ottimali e quindi un tempo vicinissimo alle due ore in una prova a lui dedicata.
Fin qui la notizia, ora ci saranno commenti di ogni sorta. Certamente sarà una grande azione di marketing, per 6 mesi si farà di tutto per creare aspettativa, le notizie verranno date poco alla volta: prima il periodo, poi il giorno, l’ora, la località, ci saranno delle altre scarpe “special edition”, magari anche un abbigliamento ancora più sofisticato.
Dico subito che non mi piace: se era giusto un tentativo a carattere esplorativo, il secondo è di troppo. Un remake che non so se funzionerà bene, proprio in quanto rifacimento di un qualcosa già visto e anche se riuscirà nell’intento resterò della mia idea. Ero presente a Monza ed ho potuto ammirare da molto vicino Kipchoge, uno spettacolo unico in una condizione particolare, che secondo me doveva restare tale.
Ma da sportivo ho ammirato molto di più la sua maratona di Berlino, quando vinse con un fantastico 2:01:39. Oppure recentemente a Londra, vinta in 2:02:38; il testa a testa con avversari che hanno cercato fino all’ultimo di reggere il suo passo, cedendo solo verso la fine e non arrivandogli nemmeno troppo lontani (Geremew 2:02:54 e Wasihun 2:03:15). Ecco, mi piacerebbe rivedere questo grande atleta a Berlino o altre grandi maratone, misurarsi con gli altri specialisti, in una gara vera, questo sarebbe un autentico spettacolo. Anche se non sarà breaking 2.
In ogni caso il tentativo si farà, chissà quali altre diavolerie si escogiteranno; a Monza c’erano una ventina di pacer ad alternarsi, formavano una specie di piramide a proteggere Kipchoge anche dal vento laterale. Una enorme macchina apripista predisposta ad hoc a tagliare l’aria; rifornimenti ogni volta che voleva, bastava un cenno e qualcuno gli passava quanto richiesto.
Questi furono i tempi dei passaggi a Monza, a Londra si farà di meglio?
5km: 14’14”
10km: 28’21”
15km: 42’34”
20km: 56’49”
Mezza maratona: 59’57”
25km: 1h11’03”
30km: 1h25’20”
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Como : RuninComo
Vento, tanto vento, e anche freddo. Ecco le gare dove quando ci sei, e mentre le corri, ti chiedi chi te lo ha fatto fare, invece alla fine sei felice di poter dire “io c’ero”.
Questa la personale sintesi della mia partecipazione alla RuninComo 2019, corsa ieri in condizioni oggettivamente difficili. A qualcuno, date le condizioni, sarà venuto il dubbio che in fondo si poteva rinunciare (cosa che hanno fatto in 200, tra competitiva e non, che non hanno ritirato il pettorale), dubbio subito risolto dai quasi 600 classificati, perché in fondo le gare più difficili sono quelle più stimolanti, l’idea di una gara epica stuzzica sempre il podista. Se ciò non bastava, per decidere di partire era sufficiente guardare negli occhi Aurelio Martinelli, organizzatore della gara, oppure chiunque dello staff di Aries Como: chissà da quante ore erano in piedi per garantire lo svolgimento della manifestazione. Nonostante tutto.
Si parte, come ormai da tradizione, dal Tempio Voltiano, proprio in riva al lago; il vento che viene da nord regala ai partecipanti schizzi e docce improvvise nei primissimi tratti del percorso. Un vento che soffiava generalmente contrario al senso di marcia fino a metà percorso, nei tratti in salita era davvero difficile correre. Poi ti aiuta, e anche molto, sulla via del ritorno, se non ti sei esaurito fino a quel punto.
Tempi finali inevitabilmente appesantiti, per tutti. La gara maschile è vinta da Michele Belluschi (1:11:33-Atl. Recanati), che ha preso la testa della gara sin dai primi chilometri, per mantenerla sempre. Manuel Sella (ASD Sport e Benessere) conclude al secondo posto in 1:13:41, Terzo è Ernest Nti, 1:14:25.
Gara femminile vinta da Alice Parisi (Ethos Running Team), che col tempo di 1:30:33 prevale di pochissimo sull’inglese Elaine Burgess (Podistica Pontelungo), distaccata di soli 6 secondi. Terza Ilaria Lanzani (PBM Bovisio Masciago), tempo 1:31:46.
Alla gara di 8 chilometri erano 300 gli iscritti, 228 i classificati, inoltre 135 coloro che hanno concluso la 21 chilometri. Peccato per le gare dei bambini, una perla di questa manifestazione, non si sono corse, del resto …”safety first”.
In una giornata difficile per il meteo e tante altre gare in concomitanza, la mezza di Como continua a mantenere i suoi numeri, in media 600 classificati negli ultimi anni alla gara competitiva, con scostamenti minimi anno dopo anno. Un percorso tanto impegnativo quanto spettacolare, ben presidiato in tutti i punti critici. Anche la logistica è molto valida, tutte le operazioni si svolgono all’interno dello stadio Sinigaglia (Como calcio), nel caso specifico oltre a docce, spogliatoi, deposito borse e gli altri servizi, offriva un discreto riparo al vento.
Sarà anche per tutte queste ragioni che molti vengono e poi tornano negli anni successivi alla RuninComo.
Maratona di Praga: feste di compleanno per Bertone e Stefani
5 maggio - Nella maratona vinta da Almahjoub Dazza (2:05:58) e da Salpeter Lonah Chemtai (2:19:46), il vento e la temperatura di 5 gradi alla partenza non hanno impedito a Catherine Bertone ed Elisa Stefani di correre una grande maratona.
Si conferma ad alti livelli Catherine Bertone, 7^ assoluta col tempo di 2:31:07, ovviamente prima di categoria SF45, di cui detiene il record del mondo col fantastico tempo di 2:28:34. Catherine quindi continua a confermarsi ad alti livelli, anche se il tempo passa; già, domani compie 47 anni, auguri da parte di tutta redazione di Podisti.Net; questi vanno anche ad Elisa Stefani, che invece i suoi 33 anni li ha compiuti ieri. Un passaggio veloce alla mezza, 1:14:19, forse troppo veloce e poi tanta esperienza per concludere col suo quarto miglior tempo di sempre. Sorprende, ma forse non più di un tanto, per chi la conosce, Elisa Stefani: col tempo finale di 2:33:36 (9^ assoluta), polverizza il suo precedente personal best (Reggio Emilia 2012 - 2:37:54), dopo avere corso a Valencia 2018 in 2:38:16. Una distribuzione degli sforzi da provetta maratoneta, infatti è passata alla mezza in 1:17:20, registrando quindi uno split negativo.
Per il resto, gara di livello, come da tempo accade in Repubblica Ceca e non solo per la maratona: il circuito RunCzech prevede diverse gare, in particolare mezze maratone. Dietro Dazza (atleta del Marocco) si classificano rispettivamente Dawit Wolde (2:06:18) e Aychew Bantie (2:06:23), entrambi etiopi.
Gara apparentemente meno combattuta quella femminile, con Salpeter (Israele), già vincitrice della maratona di Firenze nel 2018, che poco dopo la mezza prende il largo e scava una voragine tra sé e le inseguitrici. Il secondo posto è di Shitaye Eshete (2:22:39 -Marocco), il terzo dell’etiope Genet Yalew (2:24:34).
Sono 7.294 i classificati, contro i 6.951 del 2018. Primo italiano Walter Matthias, 57° assoluto col tempo di 2:39:27.
Saronno (VA): Running Day
Niente male questa 12^ edizione del Running Day, gara nazionale Fidal sulla distanza di 10 chilometri percorso omologato e certificato Fidal), nell’occasione valevole come campionato provinciale. Partenza e arrivo in piazza Libertà, proprio nel centro di Saronno.
Veniamo subito alla gara competitiva, che ha fatto registrare 257 classificati, leggermente meglio del 2018 (243).
Nella gara maschile vince con relativa facilità Ademe Cuneo (Atl. Cento Torri) col tempo di 31:57; un ottimo tempo, se consideriamo che ha un personale sui 10.000 metri di 31:52. Non male nemmeno il secondo classificato, Giuseppe Molteni (32:59-Atl.Desio), tornato a correre bene dopo un periodo piuttosto difficile causa infortuni. Chiude il podio Marco Alberio (33:22-Atl. Azzura), col tempo di 33:22 ritocca il suo precedente personale (33:25).
Tra le donne presenza graditissima quella di Elena Romagnolo Cus Pro Patria, due partecipazioni olimpiche e due finali. E’ tornata a correre il Running Day e…. ha battuto sé stessa, nel senso che ha fatto il record della manifestazione, 34:59. Secondo posto in 38:21 per Elisa Migliorini (Runner Team 99); figlia d’arte per quanto riguarda la sua professione di fisioterapista (papà Sergio è un noto medico sportivo), da giovanissima ha fatto praticamente tutte le specialità dell’atletica. Terza e nemmeno troppo lontana da Elisa è stata Aqdeir Najla (Bracco Atletica), atleta maggiormente dedicata al mezzofondo, che ha chiuso in 38:37.
Questo per quanto riguarda le gare agonistiche ma siccome, come si dice da queste parti “no fun, no run”, nel menu si trovava anche una non competitiva (300 iscritti), per chi era meno allenato o semplicemente voleva correre senza l’assillo del cronometro. Un giro oppure due, quindi 5 o 10 chilometri, sullo stesso percorso della gara competitiva.
Per quanto mi riguarda sono tornato volentieri a correre questa gara, mi era piaciuta nel 2018 e confermo il pieno gradimento di questa edizione. Al tempo avevo rilevato un’unica criticità, relativamente ad alcuni tratti poco illuminati, risolta in questa occasione. Per il resto: deposito borse, spogliatoi/docce, WC chimici, pasta party, premiazioni delle categorie, oltre ovviamente agli assoluti …. difficile chiedere di più. Anche il tempo ha rispettato la gara, alla faccia delle previsioni, infatti ha cominciato a piovere solo durante le premiazioni.
Doveroso il ringraziamento da parte degli organizzatori a tutti quelli che hanno collaborato alla riuscita: Alpini, Vigili, Protezione Civile e, ovviamente, tutto lo staff del Running Saronno.
Calze a compressione, parliamone
Si sta diffondendo sempre più l’utilizzo di calze specialistiche da utilizzare nel running, non solo durante la corsa. Probabilmente il via lo ha dato una certa Paula Radcliffe, una decina di anni fa; successivamente si è compreso che non era solo una buona idea di “marketing”, in realtà i vantaggi nell’utilizzo di determinati prodotti c’erano davvero.
Le calze a “compressione” si basano su un principio molto semplice, favoriscono il ritorno venoso, cosa che genera una migliore ossigenazione.
Detto questo, in estrema sintesi, per saperne di più e con l’obiettivo di dare un utile contributo alla chiarezza in materia, ci siamo rivolti a Manuela Corona, responsabile di BV Sport, una delle aziende impegnate nel settore.
Buongiorno Manuela, cominciamo proprio da qui: l’azienda BV Sport
Buongiorno a voi. BV Sport nasce dalla volontà di due medici angiologi francesi, uno dei quali, il dottor Michael Prufer; è stato medaglia d’oro alle Olimpiadi di Albertville, nella specialità sci di velocità, chilometro lanciato.
Il binomio tra professione e passione per lo sport ha portato questi medici a studiare ed inventare un nuovo concetto di calza a contenzione/compressione progettata per migliorare in modo significativo il recupero e la performance muscolare dello sportivo: il sistema Booster Veines Sport.
Come funziona, in pratica, il sistema Booster?
Partendo dal principio che le grandi problematiche dello sportivo si riscontrano a livello del polpaccio è stato messo a punto un sistema esclusivo di compressione “Calf Support”, focalizzato sul polpaccio e che migliora in maniera significativa il ritorno venoso, favorendo l’ossigenazione dei muscoli, dei tendini e dei legamenti.
Ogni runner ha esigenze diverse, non fosse altro per questioni anatomiche, oltre al fatto che le pressioni non possono essere uguali lungo tutto il polpaccio, e non solo. Precauzioni, accorgimenti, suggerimenti?
Infatti, negli ultimi 10 anni, il centro R&S BV Sport, con l’intento di rendere i propri prodotti ancor più precisi e completi, ha elaborato una calza concepita sulla lavorazione di diversi tipi di maglie a rigidità variabile (ultra-leggere/leggere/semi-rigide/rigide) che esercitano delle pressioni specifiche a livello del polpaccio, della tibia e della caviglia: la compressione selettiva.
Questo concetto unico, studiato e brevettato da BV Sport, rispetta l’anatomia e la fisiologia dello sportivo, permette un miglior ritorno venoso, ottimizza il carico muscolare nel momento d’impatto del piede al suolo e riduce in modo significativo le vibrazioni e le oscillazioni che si creano durante l’attività sportiva.
Quindi questi prodotti sono specificamente studiati per lo sport?
E’ chiaro che tutti i nostri studi si sono concentrati sulle esigenze dello sportivo e quindi sulla necessità di migliorare il ritorno venoso soprattutto accelerando l’eliminazione delle tossine che si accumulano a livello del polpaccio.
Inoltre, la selettività delle pressioni, come detto, ci permette di diversificare la rigidità delle maglie utilizzate: la compressione rinforzata al polpaccio si differenzia totalmente, ad esempio, dalle maglie alleggerite a livello della tibia dove pressioni troppo forti potrebbero essere controproducenti soprattutto per chi soffre di periostiti o di altri problemi a livello del tibiale.
La precedente domanda era meno banale di quanto potesse sembrare; si tende ad assistere ad un uso sempre più ampio di questi prodotti, anche da chi non pratica sport, ma soffre di problematiche circolatorie (esempio varici.)
Ecco, importante chiarire questo passaggio: una persona affetta invece da patologie vascolari deve necessariamente essere seguita da uno specialista affinché la indirizzi al prodotto più efficace per la patologia di cui soffre.
Le calze terapeutiche hanno compressioni diverse dalle nostre perché vanno a curare disfunzioni di cui noi non ci possiamo occupare.
Veniamo alla domanda che interessa a tutti quelli che corrono e vorrebbero…andare più veloci: si può sostenere che le calze a compressione, assodato che si utilizzi il prodotto giusto, migliorano le prestazioni?
La prestazione di un atleta, i suoi tempi, non possono essere variati o alterati dall’utilizzo di un gambale compressivo. Tuttavia se riusciamo ad agevolare l’atleta diminuendo il fenomeno delle “gambe pesanti”, ritardando la soglia dell’affaticamento, riducendo il rischio di dolori muscolari o crampi e conferendogli un ottimo “comfort” durante la sua sessione sportiva, allora credo proprio che siamo riusciti ad apportare un nostro supporto.
Non dimentichiamo che i Booster agiscono sull’eliminazione delle tossine ma anche sul trattenimento muscolare riducendo le vibrazioni.
Mi sento comunque di evidenziare che 20 anni di ricerca scientifica, 4 studi clinici e 5 brevetti internazionali nonché 10 000 atleti ad alto livello che utilizzano il nostro BOOSTER ELITE ci incoraggiano a proseguire sull’evoluzione di questi prodotti che, siamo certi, conferiscano un sostegno importante.
Quando utilizzare la calza Booster?
Booster è una calza privata del piede studiata appositamente affinché la si possa abbinare a qualsiasi tipologia di sport: la si indossa e poi si utilizza il calzino più appropriato alla disciplina sportiva che si andrà ad intraprendere.
Non è indicata per il riposo o la fase del sonno: la mancanza del piede potrebbe creare problematiche in situazioni di sedentarietà. Invece esistono altri prodotti studiati per la fase del recupero e per il benessere quotidiano, ma hanno pressioni che si differenziano da quelle utilizzate per lo sforzo. Pertanto “pollice alzato” per tutti i runner, per allenamento, brevi e/o lunghe distanze e, naturalmente, per gareggiare.
Qualche suggerimento pratico, anche per il mantenimento del prodotto?
Come tutti i capi di abbigliamento sportivi, affinché abbiano una durata nel tempo, necessitano di qualche riguardo:
- lavaggio a mano, o in lavatrice, a temperature che non superino i 30°
- se in lavatrice, possibilmente, all’interno di una rete per bucato e, dove possibile, impostando il programma apposito per capi sportivi
- evitare l’uso di asciugatrice e non deporre su fonti di calore tipo il radiatore. I capi tecnici sono dotati di elastomero che, surriscaldandosi, comprometterebbe la durata del capo stesso.
- non stirare
- evitare l’uso di mollette
Maratona di Londra: vincono Kipchoge e Kosgei, bene Rachik
Sfida spettacolo doveva essere e così è stato, anche se la padronanza assoluta di Kipchoge è stata chiara. Di certo non è stata Mo Farah contro Eliud Kipchoge, troppa differenza, perlomeno allo stato attuale. Benissimo Yassine Rachik, polverizza la sua precedente miglior prestazione (2:12:09), chiudendo al nono posto in 2:08:05.
Ha vinto Eliud Kipchoge col tempo record della manifestazione, 2:02:38 (precedente 2:03:05), a seguire due etiopi, Geremew (2:02:54, nuovo record personale) e Mule Wasihun (2:03:15).
Una gara che ha visto ben presto i protagonisti formare un gruppetto e correre su ritmi con proiezioni finale sotto le due ore e due minuti! (passaggio 5 k = 14:23, 10 k = 29:05) . Ritmi che hanno consigliato a Mo Farah di defilarsi in fondo, talvolta staccarsi, sempre assistito da una lepre a lui dedicata. Qui non ci si può certo dire che sia stata la sua consueta scelta di partire da dietro, di certo non vale quei tempi (o quantomeno non ancora). Sono tre le lepri affiancate a fare il ritmo, non c’è vento, ma stare “a ruota” ad oltre 20 km/h è vantaggioso. Yassine Rashik corre sin dall’inizio su tempi notevoli (passaggio ai 10 k in 29:49). Dopo il km 30 non ci sono più pacer, la testa della gara vede Kipchoge sempre in testa con Geremew, Kitata e Wasihun. Inizia la selezione, lenta ma inesorabile: prima di stacca Kitata, poi Wasihun e poi Geremew, davvero troppo forte Kipchoge, che pare aver controllato la gara in ogni singolo momento.
Tra le donne vince Birgid Kosgei in 2:18:20, nuovo record personale, davanti a Vivian Cheruiyot (2:20:25), quindi doppietta keniana. Terzo posto per l’etiope Roza Dereje, tempo finale 2:20:51. Solo quinta Mary Keitany, una delle favorite.
Una gara femminile relativamente più tranquilla, si corre per buona parte sopra i 3’20/km. Esplode dopo la mezza e ancora di più verso il km 30, con Kosgei, Cheruiyot e Dereje che staccano Keitany. E’ poi la volta di un’accelerazione impressionante di Birgid Kosgei, che vola diversi chilometri appena sopra i 3’/k. La gara sembra essere ad una svolta, ed invece Cheruiyot torna sotto. La Kosgei potrebbe avere un impatto negativo sotto il profilo psicologico e invece non è così: riparte, e questa volta l’azione è quella buona e definitiva.
Intanto giusto rilevare che c’è un bel pezzo di Italia in questa maratona di Londra 2018: Birgid Kosgei e Mosinet Geremew sono atleti della Rosa Associati, complimenti. Poi volevo ricordare una mia bella esperienza in Kenya, ci sono stato nel 2018 a visitare e “vivere” alcuni Training Camp del dottor Gabriele Rosa. Tra questi quello di Kapsait, quasi 3.000 metri di altezza, un posto dove è lecito chiedersi come si faccia a vivere, non c’è niente. Qui ho conosciuto Brigid Kosgei, uno scricciolo di poco più di 40 chili; aveva appena terminato un duro allenamento in salita, dopo questo ha fatto un altro po’ di strada per andare a prendere l’acqua con i secchi per farsi la doccia. Durante il pranzo ho chiaccherato a lungo con lei: timida, dolce, sempre sorridente, quasi imbarazzata dell’importanza che le veniva associata. Il dr. Rosa mi disse “guardala bene, e ricordala, questa è una grande atleta che molto presto diventerà grandissima”.
Eccola qua, a vincere Londra, dopo Chicago. Difficile pensare si fermi qui.