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In questi giorni si è molto parlato di Alessandro Braconi, runner da 1h19 in maratonina, ma anche massaggiatore che trafficava in ormoni e steroidi, a cui è stata comminata una squalifica fino al 2058. Lui trentaseienne dovrà aspettarne altrettanti prima di tornare su una pista di atletica o ai nastri di partenza di una gara. Vista la cifra record, la notizia è stata ripresa anche da molti importanti quotidiani generalisti. Per rendere breve una storia piuttosto lunga, diciamo solo che Braconi aveva già patteggiato nel 2020 una squalifica di 12 anni che è stata successivamente triplicata.

Come ha fatto a cadere nuovamente in errore? Molto semplice, ha gareggiato nel 2021 e 2022. Ma in quali gare? Non competitive? Qualche tapasciata a premio? Manifestazioni organizzate da Enti di Promozione Sportiva non al corrente delle sanzioni inflitte dalla Federazione? No, no, in gare FIDAL… 

Gare FIDAL?!? Come è possibile? Ci racconta tutto Maurizio Forella, Presidente dell’AVIS Marathon Verbania. Sul profilo ufficiale facebook della società, il massimo dirigente della società per cui Braconi è stato tesserato dal 2017 al 2019, precisa che i fatti relativi alla prima squalifica risalgono al 2016 e che venuti a conoscenza della sanzione comminata nel 2020, hanno immediatamente preso le distanze e radiato l’atleta, non permettendogli il rinnovo del tesseramento.

OK, ma allora chi ha tesserato “lo squalificato" consentendogli di correre liberamente? Molto semplice, spiega Forella, è stata la FIDAL stessa che ha accettato di tesserarlo con la Runcard nel 2021 e 2022. Eh si, la famosa Runcard, quello strumento con cui la FIDAL fa concorrenza (a voi trovare un aggettivo appropriato) alle società, offrendo un tesseramento a dei prezzi che conti alla mano le società non possono fare, visti gli obblighi in termini di affiliazioni e spese varie che sono obbligatorie se si vuole tenere aperta l’attività.

Insomma, oltre all’offerta speciale che taglia l’erba sotto i piedi a chi lavora tutti i giorni per fare crescere il movimento, oggi scopriamo che la Runcard è anche una specie di Legione Straniera del running italico che copia quel corpo d’oltremare francese dove era possibile arruolarsi con un'identità fittizia e senza dover rispondere a troppe domande sul proprio passato. Con buona pace degli strumenti informatici che sono a disposizione nell’anno di grazia 2023 e che consentirebbero un banale controllo incrociato. Ai confini della realtà.

Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net

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In data 17 novembre avevamo pubblicato un articolo relativamente ad una serie di sentenze della giustizia federale (leggi qui); tra queste quella relativa alla Napoli City Half Marathon. Questo lo specifico passaggio “ …alla Napoli City Half Marathon, 373 erano gli atleti sprovvisti di tesseramento Fidal (o Runcard), invece regolarmente inseriti in classifica…”. 

Riceviamo oggi una comunicazione dall’Ufficio Gara di questa manifestazione, di cui prendiamo volentieri atto e diamo notizia, dove si informa che la Corte di appello federale, in data 19 novembre, ha annullato la sanzione, in quanto l’infrazione non è stata commessa.

Sotto trovate il testo che ci è stato trasmesso. 

Quindi, successivamente al ricorso e rivalutati i fatti, la giustizia federale ha preso atto che gli irregolari passano da 373 a 22. Beh, viene da dire che di certo non si sono sbagliati di poco. Inoltre, in realtà 10 di questi sono atleti appartenenti a federazioni straniere, quindi titolati a partecipare, secondo le normative italiane. Poi, sempre leggendo la nuova sentenza, ci si perde un po’ coi numeri: se da una parte riferisce di 22 irregolari, da un’altra indica in 25 gli atleti con posizioni anomale che, sempre secondo il loro calcolo, si riducono a 12, sempre vanno dedotte le partecipazioni straniere. Ma 25 meno 10 fa 15, non 12…. Forse ci sfugge qualcosa. 

Comunque la sostanza, che poi è quella che conta, è che la sanzione è stata annullata, anche perché un numero così esiguo di atleti anomali (12 o 15 che siano), sul totale di oltre 5.000, non costituisce dolo o colpa, al limite una semplice svista.

SCARICA LA SENTENZA QUI

 

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Capita frequentemente di venire a conoscenza di irregolarità, magari anche di viverle in prima persona. Dai tagliatori ai podisti con pettorale fotocopiato o dell’anno precedente, fino a gare palesemente irregolari per i più svariati motivi.

Spesso viene da chiedersi se poi succede qualcosa, oppure se i furbi, siano essi podisti oppure organizzatori, riescano sempre a farla franca. Beh, qualche volta la giustizia arriva.

Siamo andati a leggere le ultime sentenze ed appurare che talvolta qualcosa davvero succede, magari non sempre e con tempi che appaiono biblici. Ecco un elenco di soggetti di vario genere che sono stati sanzionati, con diverse modalità; abbiamo preso un paio di casi per tipo di “reato”, a titolo esemplificativo. Non ce ne vogliamo quelli che sono stati menzionati, e…nemmeno quelli che non lo sono, sia pure appartenendo alla medesima categoria.

La gara “XI Lago Maggiore Half Marathon” del 15 aprile 2018, sanzionato il responsabile con 20 giorni di inibizione e 366 euro di multa alla ASD perché, contrariamente a quanto previsto dal regolamento che vieta la contemporaneità di gare competitive e non competitive sulla medesima distanza, ha accolto entrambe le tipologie di podisti partecipanti, quindi sia i tesserati, sia quelli che magari una visita medica non sanno neanche cosa sia. In merito a questa tipologia di irregolarità verrebbe subito da fare l’obiezione che trattasi di cosa piuttosto comune. E poi ancora: è facile soddisfare (aggirare?) la regola, basta un tappeto di rilevamento al km 21 per i non competitivi, non chiamarla maratonina ed…è fatta, vedi Milano 21. Ma non è l’unica.

Tra l’altro, la stessa ASD del Lago Maggiore, ha recentemente organizzato una manifestazione dove tutte, ma proprie tutte, le distanze erano “doppiate “, perfino una maratona non competitiva.

Ecco la sentenza.

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen47TF_Ottone%2B1_procn32PF.pdf

Ecomarathon Eco Trail, Muggia (anno 2017), viene punito il responsabile con 45 giorni di inibizione e la ASD con 1.000 euro di multa per aver consentito la partecipazione di atleti non tesserati; circostanza aggravante il fatto che tali atleti siano stati anche premiati, di fatto togliendo il premio ad atleti regolarmente tesserati.

http://www.fidal.it/upload/Decisionen43_TF_FERLORA%2B1_Procn34_PFn45TF.pdf

Qui sotto la problematica è la medesima di cui sopra, con numeri decisamente consistenti.

Alla XVIII Agropoli Half Marathon (anno 2017), sono stati ben 205 atleti su un totale di 609, a non risultare in regola col tesseramento. Idem alla Napoli City Half Marathon, 373 erano gli atleti sprovvisti di tesseramento Fidal (o Runcard), invece regolarmente inseriti in classifica.

Attenzione, la sanzione relativa a Napoli City Half Marathon è stata revocata:

http://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/2881-sentenza-napoli-city-half-marathon-la-giustizia-federale-cambia-decisione.html

Questi sono due casi per rendere l’idea, ma in realtà è lungo l’elenco delle manifestazioni che hanno consentito la partecipazione irregolare di diversi atleti. Ovviamente, in questo e in tutti gli altri casi citati, ci si riferisce sempre al regolamento Fidal. Del resto pare ovvio che, se la gara è Fidal, si deve (dovrebbe) corrispondere ai regolamenti della federazione.

http://www.fidal.it/upload/40%20decisione02663820181002082843.pdf

http://www.fidal.it/upload/30%20decisione%20capalbo02315120180926081350.pdf

Insulti a giudici, una “malpractice” più diffusa di quanto non si creda, certo non siamo a livello di quanto accade nel calcio, però in questi casi non si è certo scherzato: aggressioni verbali e anche fisiche a vari componenti della giuria in occasione di una gara di marcia (C.D.S.)

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen46TF_Marroccella%2B2_ASDEnterprise%2B2_proc.n31PF.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen29_2018TF_Cerutti%2B1.pdf

Naturalmente non poteva mancare Facebook, piattaforma che spesso scatena gli istinti peggiori, a prescindere dai torti che si subiscono e dalle ragioni che si posseggono.

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen20_2018TFDellAquila%2B1.pdf

http://www.fidal.it/upload/41%20decisione02663720181002082813.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen21_2018TF_procn06_2018PF.pdf

Scambi di pettorale e tagliatori, una pratica sempre (troppo) diffusa

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen30TF_2018Procn20_2018PF_SALVALAIOeCHINELLATO%2B2.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen2_2018TFMarchiori%2B1.pdf

http://www.fidal.it/upload/decisionen18_2018TF%20De%20Pasquale%20Vocale.pdf

Questo è uno spaccato, sia pure molto ridotto, del nostro mondo. E’ comunque confortante sapere che le regole non rispettate ogni tanto trovano riscontro da parte della giustizia federale; certo che a ben guardare, mediamente, si tratta di rischiare qualche centinaio di euro e qualche settimana di inibizione. Insomma, può valere la pena sgarrare.

Tutto bene, forse, però…..

Uscendo per un momento dall’ambito “punitivo”, piacerebbe anche sapere cosa pensa la federazione di molte gare che l’hanno salutata (spesso anche con buone ragioni), ma continuano ad organizzare gare agonistiche a tutti gli effetti, sotto l’egida degli EPS, enti di promozione sportiva che, per statuto, dovrebbero soprattutto promuovere lo sport.  E oltretutto si tratta di enti che ricevono sostanziosi contributi dal Coni. Alla fine sono soldi che non entrano nelle casse federali, non so fino a che punto compensati dall’imbarcata di RunCard, spesso low cost per indurre all'iscrizione gli ex liberi o i tanti social runners, sempre più numerosi.

D’altra parte molti organizzatori, in particolare di gare medio-piccole, sono stati costretti a fare la scelta degli EPS; ad esempio, c’erano una volta le mezze maratone regionali, che raccoglievano 4-5-600 partecipanti ed avevano una tassa gara di 400 euro. Ora la stessa manifestazione si chiama bronze, è obbligatoriamente di tipologia nazionale e costa 1200 euro. Fate un po’ voi i conti.

Il risultato delle scelte della Fidal è che ad oggi il 70% delle mezze maratone sinora corse nel 2018 ha perso partecipanti; alcune hanno alzato bandiera bianca, altre (direi più saggiamente) hanno cambiato tipologia e distanza. Altre ancora stringono i denti, provando ad andare avanti, ma è difficile, molto difficile. Che ci fosse la necessità di mettere ordine nel calendario gare non vi è alcun dubbio, sulle modalità ci sarebbe da discutere; certamente ci vorrebbe anche maggiore attenzione da parte dei comitati regionali, che approvano sistematicamente ogni richiesta di inserimento di gare, anche nuove, in un contesto già super affollato

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