Roberto Annoscia
Valencia, solita mezza stellare: vincono Kejelcha e Teferi, Epis 8^ con record
27 Ottobre - Nuovo primato personale e decimo posto per Giovanna Epis nella 29^ edizione del Medio Maratón Valencia Trinidad Alfonso EDP.
La 31enne veneziana ha chiuso, infatti, in 1h11:44 migliorando il precedente record stabilito sempre a Valencia nel 2018 ai campionati mondiali (1h12:27).
La portacolori dei Carabinieri è passata al 5° km in 16:46 (undicesima); al 10° in 33:41 (dodicesima); al 15° in 50:47 (decima); al 20° in 1h08:02 (decima) per chiudere in ottava posizione. Un 2019 quindi positivo per la Epis, che in primavera aveva stabilito il personal best in maratona, a Rotterdam, in 2h29:11; peccato per il ritiro a Doha..
E, in effetti, la veneziana commenta: “Sono davvero contenta ed era quello che volevo, perché la delusione dopo Doha era tanta. Mi ero allenata bene, poi ho comunque recuperato sul piano fisico, ma dal punto di vista mentale è stato un macigno. Non era facile tornare in gara e infatti le uscite agonistiche delle scorse settimane mi sono servite per dire, anche a me stessa, che rientravo senza paura. Questa era un’occasione da non perdere. Sono partita un po’ forte ma era la strategia migliore, in una competizione con migliaia di atleti al via, altrimenti avrei rischiato di rimanere indietro. Sapevo di valere un tempo sotto l’ora e dodici minuti, e posso ancora migliorare. Ma se penso che il mio parziale di oggi al decimo chilometro, fino a un paio di anni fa, era il personale sulla distanza, vuol dire che la preparazione svolta con il mio tecnico Giorgio Rondelli è stata sicuramente buona, però c’è ancora tanto da lavorare. La gara di Doha fa male, ma anche un’esperienza così dura può servire per maturare”.
La gara, in campo femminile, è stata vinta dalla etiope Senbere Teferi in 1h05:32, che ha stabilito PB, record nazionale, terza prestazione mondiale stagionale e dodicesima all-time; battuta l’olandese Sifan Hassan, che, partita con l’intenzione di stabilire il nuovo primato mondiale (ricordiamo che Hassan è primatista europea sulla distanza, oltre ad aver vinto 1500 e 10.000 ai recenti mondiali di Doha) ha chiuso in seconda posizione in 1h05:53, anche a seguito di una caduta rovinosa, intorno al 22° minuto, dovuta all’impatto con atleti spagnoli, che le ha rovinato la prestazione. Terzo posto per la keniana Joan Chelimo in 1h06:09.
Questi i passaggi della Teferi: 15:18, 30:42, 46:15, 1h02:00 e questi della Hassan: 15:17, 30:46, 46:30, 1h02:26.
Tra gli uomini, la gara si decide all’ultimo chilometro, con l’azione decisiva dell’etiope Yomif Kejelcha (secondo sui 10.000 metri mondiali a Doha) che va a vincere in 59:05, stabilendo PB e quarta prestazione mondiale 2019. Secondo il keniano Bernard Kipkorir Ngeno in 59:07, che precede l'altro etiope Jemal Yimer Mekonnen, terzo in 59:09, e il connazionale Leonard Barsoton, quarto in 59:09.
Questi i passaggi del vincitore: 13:55, 27:55, 42:08, 56:13.
Primo italiano, trentatreesimo, il 22enne brianzolo Riccardo Mugnosso (Dk Runners Milano) in 1h03:20 che migliora nettamente il precedente primato (1h05:56 nel 2018, guarda caso, a Valencia).
Classifica
Uomini
1 Yomif Kejelcha (ETH) 59:05
2 Benard Ngeno (KEN) 59:07
3 Jemal Yimer (ETH) 59:09
4 Leonard Barsoton (KEN) 59:09
5 Shadrack Korir (KEN) 59:40
6 Geoffrey Koech (KEN) 59:58
7 Henry Rono (KEN) 1:00:13
8 Sondre Moen (NOR) 1:00:15
Donne
1 Senbere Teferi (ETH) 1:05:32
2 Sifan Hassan (NED) 1:05:53
3 Joan Chelimo (KEN) 1:06:09
4 Alia Saeed Mohammed (UAE) 1:08:01
5 Tigst Assefa (ETH) 1:08:24
6 Netsanet Gudeta Kebede (ETH) 1:08:35
7 Molly Huddle (USA) 1:09:35
8 Genet Kassahun (ETH) 1:11:09
Meucci 8° alla Maratona di Francoforte, vincono Tefera e Aiyabei
27 Ottobre - Tre settimane dopo il ritiro ai Mondiali di Doha, Daniele Meucci chiude la Mainova Frankfurt Marathon in ottava posizione in 2h10:52, seconda prestazione della carriera a soli sette secondi dal personale
(2h10:45, lo scorso ad Otsu, in Giappone). Il 34enne ingegnere pisano, campione d'Europa nel 2014 a Zurigo, ha conseguito dunque il secondo risultato italiano del 2019, dopo il 2h08:05 di Yassine Rachik a Londra, e con questo lo standard di iscrizione per le prossime Olimpiadi di Tokyo, fissato a 2h11:30.
Per il portacolori dell’Esercito, che migliora anche il primato stagionale di 2h12:00 ottenuto in primavera ad Amburgo, è stata una gara iniziata cautamente con passaggi al 5° km in 15:27, al 30° in 30:44 e al 15° in 45:51.
Il transito alla mezza è avvenuto in 1h05:30, e da lì Meucci ha alzato il ritmo, passando al 25° km in 1h17:50 (19°); al 30° in 1h33:30 (14°); al 35° in 1h48:34 (11°); al 40° in 2h04:00 (9°) - col miglior tratto di 5 km in 15:04 tra il 30° e il 35° chilometro - per chiudere ottavo con un "negative split" di 1h05:30/1h05:22.
Ottima maratona anche per il molisano Giovanni Grano (Nuova Atletica Isernia), sedicesimo in 2h16:02, che migliora il pb di quasi un minuto (2h17:00 quest'anno ad Amburgo).
La maratona è stata vinta dall'etiope Fikre Tefera in 2h07:08,al termine di una gara che ha visto sempre in testa un gruppo di sette atleti, poi ridotti a quattro nella fase decisiva.
Secondo l’altro etiope Dawit Wolde in 2:07:10, terzo all’esordio Yimer Ayalew, ex etiope e oramai del Bahrain, in 2h07:12, con il keniano Martin Kiprugut, quarto in 2h07:20, sull'israeliano Maru Teferi, quinto al record nazionale in 2h08:09, stesso tempo del keniano Mark Kiptoo, primatista mondiale master M40 (2h07:50 il suo record mondiale).
Tra le donne dominio per la keniana Valary Aiyabei che si afferma in 2h19:10, migliorando il record della corsa (2h20:36 di Meskerem Assefa) e stabilendo la quarta prestazione mondiale dell'anno. Seconda è la etiope Kebede Megertu Alemu in 2h21:10 (vincitrice a Roma quest’anno), terza la campionessa uscente Meskerem Assefa in 2h22:11. Quarta l'israeliana Lonah Salpeter in 2h23:11..
Ritirata la nostra Teresa Montrone (Alteratletica Locorotondo) dopo il 30° chilometro.
Meucci, Maraoui e Epis, in gara domenica all’estero
Fine settimana con tre azzurri di punta impegnati all’estero: Meucci a Francoforte, Maraoui a Lubiana, Epis a Valencia
Tre settimane dopo il ritiro ai Mondiali di Doha, Daniele Meucci torna a correre la distanza alla Mainova Frankfurt Marathon, in Germania, dove quest’anno ha corso in 2h12:00 ad Amburgo a fine aprile… dopo il ritiro a Roma. Il 34enne ingegnere pisano troverà, tra gli altri, l’etiope Tsegaye Mekonnen (2h04:32), il più veloce under 20 di sempre, e il keniano Mark Kiptoo (2h07:50), 43enne primatista mondiale master. La partenza è fissata alle ore 10.00.
A Lubiana (in Slovenia), nella Volkswagen Ljubljana Marathon, ci sarà invece il ritorno in maratona di Fatna Maraoui, che manca sulla 42,195 dagli Europei di Berlino, nel 2018, dove terminò quattordicesima in 2h34:48, contribuendo decisamente alla conquista della medaglia d’argento a squadre. La portacolori dell’Esercito è rimasta a lungo ferma per una microfrattura al bacino: rientrata a settembre, la 42enne di Cerrione (BI) ha vinto il titolo italiano assoluto di 10km a Canelli in 33:10 e la Rome Half Marathon Via Pacis in 1h14:12. La favorite per la vittoria sono: Shitaye Eshete (Bahrain, 2h22:39), la keniana Sharon Cherop (2h22:28), le etiopi Afera Godfay (2h22:41) e Sentayehu Lewetegn (2h22:45).
Infine, al via della mezza maratona di Valencia (Spagna), ci sarà Giovanni Epis, in quello che potrebbe essere il suo ultimo impegno agonistico della stagione: la 31enne veneziana, dopo il ritiro alla maratona mondiale di Doha, è al terzo impegno di fila, dopo il Giro di Pettinengo e la CorriBicocca a Milano. Speriamo possa migliorare il personale, di 1h:12:27 (un anno fa proprio a Valencia, ai Mondiali) in una gara tradizionalmente molto veloce. In gara troverà Sifan Hassan, la vincitrice dei 1500 e 10000 ai Mondiali di Doha, e primatista europea in 1h05:15; la keniana Fancy Chemutai (1h04:52 a Ras al-Khaimah), le etiopi Netsanet Gudeta, campionessa mondiale in carica e detentrice del record del mondo in gare solo femminili con 1h06:11, e Senbere Teferi (1h05:45 al debutto). Partenza alle ore 9.00.
Addio a Marieke Vervoort, campionessa paralimpica che ha scelto l’eutanasia
La 40enne belga Marieke Vervoort, quattro medaglie alle Paralimpiadi e una serie interminabile di imprese sportive, ha deciso di mettere fine alla sua vita facendo ricorso all'eutanasia, legale in Belgio.
Da tanti anni era affetta da una malattia degenerativa incurabile che già nel 2008 l'aveva portata a firmare i documenti per far ricorso all'eutanasia.
Marieke amava la vita, ma ultimamente i dolori erano diventati troppo forti, da non riuscire nemmeno a dormire, appena 10 minuti a notte, inutili le terapie del dolore, “non voglio più soffrire” le sue parole.
I primi problemi da adolescente, passava da un medico all’altro senza capire cosa avesse realmente. Poi, intorno ai vent’anni, finalmente la diagnosi, una malattia muscolare degenerativa con dolori continui, paralisi alle gambe, convulsioni che divenivano attacchi epilettici, perdita della vista, causata da una rara deformità tra la quinta e la sesta vertebra cervicale. Tutto era cominciato dal tallone, poi le gambe, ma con il passare degli anni, il fisico si muoveva sempre meno, il consiglio di non praticare attività sportiva, ma Marieke era troppo forte caratterialmente, scontata la sua reazione, l’inizio dello sport paralimpico, basket, nuoto, vela, atletica, bici, triathlon.
Campionessa del mondo nel 2006, volle superare il limite e decise di passare al all’Ironman: 2,8 km a nuoto, 180 con l’handbike e 42,195 sulla sedia a rotelle. L’anno dopo era a Kona, nelle Hawaii, per partecipare all’evento leggendario, puntualmente concluso.
Ma la malattia non mollava e allora il limitarsi alla sola atletica: medaglia d’oro sui 100 metri alla Paralimpiade di Londra 2012, con argento sui 200; poi vari titoli mondiali (100, 200 e 400 nel 2015), fino ad altre due medaglie, nei 400 (argento) e sui 100 (bronzo) a Rio.
Ma Marieke sapeva che un giorno non ce l’avrebbe fatta più e da più di dieci anni fa aveva firmato i moduli per l’eutanasia. E quei moduli sono venuti fuori ultimamente, Marieke ha scelto di morire a Diest, nelle Fiandre, dove viveva, con accanto le persone care e Zenn, il suo cane, il suo labrador, che l’assisteva e che era pronto a chiamare le infermiere in caso di gravi crisi.
“Ho vissuto tuffi i miei sogni”, ha detto la campionessa che ha realizzato imprese eccezionali. “Lo sport mi teneva in vita”, ha dichiarato, ha dichiarato che avrebbe voluto provare il volo acrobatico e il paracadutismo, volare su un jet F16, aprire un museo, competere in una gara di rally, per ultimo aveva guidato una Lamborghini sul circuito di Zolder.
“Devi vivere giorno per giorno e goderti i piccoli momenti. Non sai cosa ti propone la vita”, ripeteva sempre e combatteva contro il male.
Ha scelto di andarsene ma non ha perso, il suo spirito libero è in quelle farfalle bianche liberate da una scatola rossa mentre moriva. E ci ha lasciato quella foto su Instagram dove veloce “vola” con la sua sedia a rotelle, perché Marieke ha vinto anche questa volta, di lei ci restano trionfi e sorrisi e quella frase: “Non si possono cancellare i bei ricordi!”
Esce in bici e si sente male: podista muore nel trevigiano
Un altro decesso nel mondo del podismo, questa volta nel trevigiano.
Martedì 22, il 51enne Paolo Sillicchia è uscito con la mountain bike in preparazione di una gara ultra trail, sulle colline di Susegana: di colpo il malore, forse un infarto, e verso le 14.30 si è accasciato sull’asfalto. Dei passanti l’hanno notato per terra all’incrocio tra la Strada di Collalto e via Tournichè, poco prima del centro dello storico borgo, e hanno chiamano i soccorsi. Ma quando l’ambulanza del 118 è giunta sul posto, nonostante i tanti tentativi di rianimarlo, ha dovuto rilevare che il cuore del podista aveva smesso di battere.
Paolo, originario di Santa Lucia e da poco residente a Conegliano, era uno sportivo e podista di esperienza, appassionato di trail running, che aveva partecipato con discreti risultati a competizioni impegnative come la Cansiglio Run, la Treviso Marathon, l’UltraDolomites (87km), l’Ultrabericus trail, la Duerocche trail di Asolo, e l’Antico trail del contrabbandiere.
Tesserato per l'Atletica S. Lucia di Piave, è stato ricordato dal presidente, Ivano Corsano, che ha dichiarato: “Si era appassionato all’ambiente del trail, era una persona che faceva molto gruppo, era allegro e di compagnia, tutti i nostri ragazzi sono rimasti sconvolti. Non aveva mai avuto problemi di salute, si allenava regolarmente, siamo rimasti sgomenti”.
I funerali verranno celebrati sabato 26 ottobre alle ore 10, nella Chiesa parrocchiale di Campolongo.
Lisbona: tre record del tracciato tra maratona e mezza
20 ottobre - Due gare, tre record: è il bilancio della giornata a Lisbona, dove si sono svolte la EDP Lisbon Marathon e la Luso Lisbon Half Marathon, in una giornata dalle perfette condizioni meteorologiche.
Partiamo dalla Maratona, vinta dall’etiope Andualem Shiferaw che in 2:06:00 ottiene anche il record del percorso (precedente 2:07:34).
Guidato dal perfetto lavoro dei pacemaker, un gruppo di cinque atleti (Stephen Chemlany, Samuel Wanjiku, Barnabas Kiptum, Birhan Nebebew e Andualem Shiferaw) ha preso da subito il comando della gara ed è rimasto compatto sino a cinque chilometri dal traguardo.
Solo negli ultimi due chilometri, Shiferaw e Wanjiku (vincitore nel 2004 ed ex detentore del primato della gara) si sono staccati dagli avversari: allo sprint l’etiope ha avuto la meglio sul keniano di un secondo. A seguire, sono giunti gli altri due keniani, Stephen Kwelio Chemlany, terzo in 2h06:22, e Barnabas Kiptum, quarto in 2h06:31; quinto l'altro etiope Birhan Nebebew in 2h06:51. Per tutti e cinque si tratta del nuovo primato personale.
Tra le donne vittoria della etiope Sechale Dalasa dell'Etiopia in 2:29:51, che precede di sei secondi la keniana Helen Jepkurgat. Terza, un’altra etiope, Sule Utura, in 2:32:16.
Nella mezza maratona si registrano invece due nuovi record del percorso, stabiliti dai keniani Titus Ekiru e Peres Jepchirchir rispettivamente in 1:00:12 e 1:06:54.
Titus Ekiru (vincitore della maratona di Milano in aprile in 2h04:46), nonostante abbia corso gli ultimi chilometri da solo, è riuscito a migliorare il PB, e di un secondo il precedente record del tracciato; al posto d'onore l’ugandese Timothy Toroitich in 1:00:53 (PB), sul connazionale Thomas Ayeko, terzo in 1:00:56.
In campo femminile, invece, appassionante sprint tra le keniane Peres Jepchirchir e Vivian Kiplagat, con la prima – vincitrice del titolo iridato sulla distanza nel 2016 - che si è imposta migliorando di 24” il precedente record del tracciato; seconda, ad un secondo, Kiplagat in 1:06:55, con la connazionale Dorcas Kimeli terza in 1:07:43. Quarta la etiope Yebrgual Melese, ex detentrice del record del percorso, in 1:09:02. Settima la prima portoghese, Catarina Ribeiro, in 1:11:36.
Pioggia di record alla Toronto Waterfront Marathon
20 Ottobre - Il poliziotto keniano Philemon Rono ha vinto per la terza volta la Scotiabank Toronto Waterfront Marathon tagliando il traguardo in 2h05:12, stabilendo il nuovo record della gara e il nuovo primato su suolo canadese.
Alle sue spalle, quattro atleti sotto le 2h06 racchiusi in 13 secondi: l’etiope Lemi Bernahu in Etiopia, in testa fino ad un chilometro dal traguardo, secondo in 2:05:09; l’ugandese Felix Chemonges terzo in 2:05:12 (record nazionale), e il campione uscente, il keniano Benson Kipruto, quarto in 2:05:13.
Tra le donne si è imposta la keniana Magdalyne Masai-Robertson in 2:22:16, pb, record della corsa (migliorato il precedente di 13” stabilito da Mimi Belete un anno fa), e miglior prestazione all-time su suolo canadese.
Condizioni quasi ideali alla partenza con temperatura di 8° e leggerissimo venticello (5km/h).
La gara ha visto al comando un gruppo di sei uomini con passaggi alla mezza in 1:03:08 e al 30° km in 1:29:24; poi Berhanu ha cominciato a staccarsi fino a passare al 38° km con 15” sul primo inseguitore, Rono. Quest’ultimo, negli ultimi due chilometri, ha dapprima annullato lo svantaggio per poi superare il rivale ed avviarsi al trionfo.
Grande la delusione per Berhanu, che dopo aver tagliato il traguardo è rimasto seduto per terra solitario fino all’inizio della cerimonia di premiazione, lamentando poi di aver avuto problemi nel finale alla gamba destra.
La gara femminile è stata altrettanto avvincente in quanto otto donne hanno corso insieme per 30 km, per poi ridursi a sei al 35°, fra cui la etiope Birktuyat Eshetu e le keniane Betsy Saina, Rachel Mutgaa e Masai-Robertson. Proprio quest’ultima, al 39° km circa, ha notevolmente aumentato il ritmo, facendo il vuoto ed avviandosi verso la vittoria.
La etiope Eshetu ha chiuso al secondo posto in 2:22:40, precedendo la keniana Betsy Saina, terza in 2:22:43. Quarta la etiope Birke Debele in 2:23:19, con l’altra keniana Rachel Mutgaa, quinta in 2:23:30. Sesta ancora una keniana, Ruth Chebitok in 2h24:13, sulla etiope Shuko Genemo, settima in 2h24:28. Tutte al primato personale.
Valevole come campionato canadese e selezione per le Olimpiadi, la maratona di Toronto ha registrato i successi nazionali di Trevor Hofbauer, tra gli uomini, in 2:09:51 (PB), e di Dayna Pidhoresky, tra le donne, in 2:29:03 (PB).
3836 i finisher.
Nella mezza maratona vittoria di Benjamin Preisner in 1:03:08, su Phil Parrot-Migas, secondo in 1:05:46, e Jeff Archer, terzo in 01:06:05.
Tra le donne, vince Brittany Moran in 1:15:12 su Anne Johnston, seconda in 1:15:24, e Rachel Hannah, terza in 1:16:25.
9888 i finisher.
Cassano delle Murge (BA) - 2° Ecotrail di Mercadante
20 Ottobre - Quel buon profumo del bosco viene a condurci alla seconda edizione del Trail del Mercadante, nella omonima Foresta, con ritrovo presso la Masseria Chinunno, tra i comuni di Cassano Murge ed Altamura. Ad organizzare il dinamico gruppo de “La Fenice” di Casamassima, con la collaborazione dell’ASD Nordic Walking Sud.
Ottimamente impressionato un anno fa, decido di non mancare anche questa volta e francamente non me ne pentirò affatto!
Persino la nebbia che ci avvolge raggiungendo la masseria non reca gran disturbo, troppo umide però le prime ore del giorno in Puglia in questo periodo.
Larghi spazi sorvegliati permettono di parcheggiare in tutta comodità; i bagni, pulitissimi e controllati, sono quelli della baita-bar, nei cui pressi si definiscono le operazioni di iscrizione e si ritirano gli interessanti pacchi gara caratterizzati dalla coppia di manicotti con l’effigie della società organizzatrice, sempre utilissimi, oltre ad alcuni prodotti alimentari e integratori, compreso uno sconto acquisto presso la catena di negozi di articoli sportivi che fornisce anche la sacca che contiene il tutto. Da non trascurare, infine, il buono pasta-party per il dopo gara, il tutto al prezzo di 7 euro per la 10 km e di 14 per la 20km (12 e 24 euro dal 27 settembre in poi).
Gara in totale regime di autosufficienza, senza ristori e spugnaggi, con il consiglio di provvedere autonomamente alle riserve idriche personali.
Si erge intanto il sole in cielo, la nebbia sparisce e sale anche la temperatura in questa nuova estate autunnale. Riscalda i cuori e regala entusiasmo anche la voce di speaker Paolo Liuzzi, come sempre verace e opportuno, ironico e competente.
Alle due gare competitive si aggiunge la gara non competitiva di 5 km; nell’ambito della manifestazione si svolge l’evento “Foresta in Rosa”, con parte dell’incasso donato in favore della “Komen Italia”, per la lotta ai tumori del seno. In gara anche gli atleti del nordic walking, che gareggiano per una classifica loro riservata. Inoltre, l’intera manifestazione competitiva costituisce l’undicesima e ultima tappa del circuito “Puglia Trail” e la seconda del Campionato interregionale Fidal Puglia-Abruzzo.
Rilevazione di tempi e redazione classifiche affidate ai collaudati addetti di Icron, sotto il beneplacito del Gruppo Giudici di Bari; arco di partenza originalissimo ed ecologico creato con rami intrecciati.
Circa 700 gli iscritti complessivi della vigilia, con circa 200 liberi.
Alle 9.30 la prima partenza, riservata alla gara più lunga di 20 chilometri; dopo dieci minuti il via alla 10 km, per poi far partire i cosiddetti liberi, sulla 5km non competitiva.
Giro unico, purtroppo rivedremo gli atleti solo all’arrivo, la foresta è tutta per loro. Il percorso non presenta particolari difficoltà altimetriche, il fondo è secco e pietroso, insomma si corre bene e velocemente, tanto che i primissimi, nonostante le tante segnalazioni dislocate nei punti critici, faranno un piccolo errore di direzione, per fortuna subito rientrato senza ripercussione sulla classifica.
Tracciato che ammalia e invita a rimanere nella foresta, tra odori, aria pulita e visione anche di animaletti; occorre però sbrigarsi, il pasta party attende…
Ed ecco che si avvicina il vincitore della 10km: è l’incredibile Rodolfo Guastamacchia (Atleticamente Modugno), rapido su ogni superficie e distanza, che si afferma in 38:29, precedendo il forte abruzzese Mirko Fantozzi (Sporting Club USA Avezzano), secondo in 39:13, che ha fatto gara a parte; infatti, nettamente staccato, è terzo il “runcard” Luigi Amandonico, in 47:16.
Quarto Riccardo Bruno (Amici Strada del Tesoro Bari) in 47:31 su Pasquale Minervini (Road Running Molfetta), quinto in 47:49, e Vito Detoma (Amici Strada del Tesoro), sesto in 47:53; Gabriele Sinisi (Runners Ginosa) è settimo in 47:56, seguito da Donato Rossignoli (Pro Canosa), ottavo in 48:34, e – incredibile – da i due omonimi Giuseppe Moliterni (entrambi Gravina festina lente!), rispettivamente nono in 49:03 e decimo in 49:15.
Tra le donne, sempre più specialista, vince Stefania Antonaci (Bio Ambra New Age Capurso) in 50:23 precedendo la sempreverde Rosa Luchena (Athletic Academy Bari), seconda in 50:39, e la potente Lavinia Orlando (Dof Amatori Turi), terza in 50:56.
Più staccata, è quarta Gina Gigante (Atletica Adelfia) in 54:31 nell’ordine su Letizia Cosmai (Road Running Molfetta) in 54:41, Sara De Carlo (Correre è salute Mottola) in 55:13, Giuseppina Mandorino (Correre è salute Mottola) in 55:39, Anna Losito (Gioia Running) in 57:20, Angela Antonelli (Rutigliano Road Runners) in 59:20 e Roberta Sangiorgio (Bersaglieri Bari) in 59:44.
210 i finisher, chiudono Francesco Zita e Rosanna Marzullo (entrambi DOF Amatori Turi) in 1h56:48.
Ma è il momento di pensare alla 20 chilometri, la gara più sentita: indossando la canotta della Puglia, Tony Esposito (Amatori Atletica Acquaviva), dopo anni di pista convertito a triathlon e trail, quasi fresco come alla partenza, vince in 1h21:11 precedendo il vincitore uscente, anch’egli con indosso la canotta della Puglia, il neo-papà Nicola Mastrodonato (Pedone Riccardi Bisceglie) in 1h22:41; terzo, il primo abruzzese, Maurizio D’Andrea (GP Runners Sulmona) in 1h22:53.
Quarto l’altro abruzzese Alex Tucci (G.P. Il Crampo) in 1h27:00, che precede il primo lucano Angelo Menzella (I Bitlossi Monterun), quinto in 1h27:44, e il primo rappresentante della società organizzatrice, Gregorio Lavarra, sesto in 1h32:13. Settimo il giovane Morgan Antonio Azzone (ASD Francesco Francia Bologna) in 1h32:17 su Vito Procino (Dynamyk Fitness Palo del Colle), ottavo in 1h32:19, Vittorio Braico (Pod. Carosino), nono in 1h32:21, e Giacomo Tanzella (Manzari Casamassima), decimo in 1h32:26.
L’eterna Emma Delfine (Puglia- Nadir on the road Putignano) è la prima donna in 1h43:16, inseguita dall’ottima Francesca Pastore (Gioia Running), seconda a 44”, e dall’abruzzese Daniela Leonardi (Sporting Club Usa Avezzano), terza a 1’08”.
Quarto posto per la potente Erica Delfine (Amatori Putignano) in 1h45:10, sulla capace salentina Francesca Lubelli (Tre Casali San Cesario), quinta in 1h46:27, e sulla “duracell” Vittoria Elicio (Atletica Amatori Corato), sesta in 1h46:55. Francesca Romana Campanale (Running Cassano Venti18) è settima in 1h49:36 su Paola Salvi (Plus Ultra Trasacco), ottava in 1h50:45, Francesca Marchesano (Amatori Atl. Acquaviva), nona in 1h54:40, e Zanet Buslyeta (Martina Franca Running), decima in 1h55:38.
193 i finisher, chiudono Paolo Caldarola (Free Runners Molfetta), al maschile, in 2h36:58, e il trio composto da Floriana Piarulli (Montedoro Noci), Elisa Girardi (Runcard) e Marianna Sardone (Acquamarina Palese) in 2h36:58.
Ottima la gestione degli arrivi, con i liberi camminatori dirottati presso l’altro arco senza pericolose sovrapposizioni.
Acqua, gelato e medaglia servono subito a rimettere in sesto forze e morale, ben presto comincia il pasta party…
E, in effetti, nei pressi della suddetta baita-bar, i podisti hanno già cominciato a mangiare: cavatelli con legumi, pepite di baccalà fritto, uva senza semi e bicchieri di vino, difficile chiedere di più!
Anzi, il di più è fornito dall’ottima band musicale che suona pezzi popolari e festosi, con il nostro Clarinet Run, il maestro Vito Giampaolo, che dà prova della sua abilità non solo a correre, ma soprattutto a suonare il clarinetto!
Ma è tempo di premiazioni, che cominciano con la polemica legata alla gara di 10km dove il regolamento pubblicato sul sito Fidal recitava: “Saranno premiati i primi tre assoluti M/F”. Un regolamento non ufficiale, pubblicato su altri siti, genera l’equivoco, per fortuna presto chiarito.
E così si parte dalla 10km, per poi passare ai due vincitori della 20km, ai prime tre di ciascuna categoria per fascia di età, ai primi tre (M/F) del Trofeo Puglia-Abruzzo, ai primi tre donatori, ai primi tre walker, ai primi tre del Foresta in Rosa, tutti premiati con ottime cassette colme di prodotti locali, a km 0.
Infine, la consegna del premio (targa) anche per le prime tre società con maggior numero di atleti giunti al traguardo: Running Cassano Venti18, Avis in Corsa Conversano e Free Runners Molfetta).
Resta l’estrazione del viaggio maratona per Malta, offerto da Vivi e Sorridi, l’agenzia barese del buon Vito Viterbo: vince Agnese Tanzella, proprio della società organizzatrice, ed è giusto così.
Ultimo atto, la consegna di premi e targhe a collaboratori e sponsor vari, senza i quali non sarebbe stato possibile la realizzazione della gara.
Il presidente Paolo Logrillo ringrazia, si scusa per eventuali disfunzioni e si impegna a migliorare per l’anno prossimo; speaker Paolo saluta e rimanda al 2020.
Il fascino della Foresta, l’ospitalità e la positivissima organizzazione de La Fenice, la gioia di essere stati festosamente insieme per ore, una sana giornata vissuta tra sport e aria buona, mi fanno concludere che l’esperienza è ancora rigorosamente da ripetere.
Palermo – 6^ International Halfmarathon, Incerti e Neka Crippa campioni italiani
20 Ottobre - Nekagenet Crippa e Anna Incerti sono i Campioni italiani di mezza maratona 2019, in una edizione disputata in una giornata di sole quasi estivo, calda ed umida, nella splendida Palermo, con partenza e arrivo posti davanti all’Antico Stabilimento Balneare di Mondello.
Molto impegnativo il percorso, con lunghi tratti in salita e conseguenti “difficili” discese, che unitamente alle condizioni climatiche hanno influito sul crono degli atleti.
La 39enne di Bagheria, Anna Incerti (Fiamme Azzurre) coglie sulle “sue” strade il terzo titolo italiano della carriera sulla mezza (dopo quelli del 2007 e del 2008) in 1h14:09, precedendo un’altra siciliana, la 23enne trapanese Federica Sugamiele (Caivano Runners), che vive e si allena proprio a Palermo, seconda al debutto sulla distanza in 1h14:43; terza la burundese Elvanie Nimbona (sempre Caivano Runners) in 1h15:04 (in gara per i campionati societari, non ovviamente per il titolo italiano), con la torinese Sara Brogiato (Aeronautica), quarta – ma bronzo italiano - in 1h15:29.
La siciliana ha inizialmente lasciato andare avanti quattro atlete (le africane Elvanie Nimbona, Adha Munguleya e Vivian Kemboi e la under 23 Nicole Reina). Proprio la Reina si è ritirata all’8° km, mentre le altre tre fuggitive sono state riprese chilometro dopo chilometro dalla vincitrice.
Anna Incerti ha tagliato il traguardo festeggiata dalla figlia Martina di sei anni (avuta con l’ex azzurro Stefano Scaini), ed ha così commentato: “Vincere a casa, davanti al mio pubblico e soprattutto davanti agli occhi di mia figlia è stato veramente emozionante”.
La siracusana di Solarino, Alessia Tuccitto (GS Lammari), quinta assoluta e quarta italiana, vince il titolo italiano under 23 (promesse) in 1h15:44, seguita con lo stesso crono dell’ugandese Adha Munguleya (GS Lammari), dalla keniana Vivian Kemboi (Atl. Castello) in 1h17:28, e da Federica Proietti (Calcestruzzi Corradini Excelsior Rubiera), ottava in 1h18:45. Nona, seconda delle Under 23, è Federica Zenoni (Atl. Bergamo 1959 Oriocenter) in 1h19:00, condizionata nell’ultimo tratto da problemi di vesciche; decima Martina Facciani (Calcestruzzi Corradini Excelsior Rubiera), in 1h19:20. Terza della Under 23 è Iris Baretto (Trionfo Ligure) in 1h21:53.
Tra le under 20 (juniores) titolo alla 18enne emiliana Sara Nestola (Self Atl. Montanari & Gruzza Reggio Emilia) in 1h24:35, su Gloria Aleotti (Calcestruzzi Corradini Excelsior Rubiera) in 1h34:31).
Nella gara maschile podio interamente africano (seppure con tesseramento per società italiane) con vittoria del keniano Joel Maina Mwangi (Dinamo Sport) in 1h02.09 sul connazionale Paul Tiongik (GP Parco Alpi Apuane), secondo in 1h02.36, e sul burundese Onesphore Nizwinkunda (Atl. Casone Noceto), terzo in 1h03.04, andati subito in testa.
Primo titolo italiano della carriera, invece, per il 25enne trentino Nekagenet Crippa (Trieste Atletica), fratello di due anni più anziano dell’azzurro Yeman, quarto assoluto, che si afferma in 1h05:15, precedendo solo nel finale, dopo un lungo testa a testa, il campione uscente Ahmed El Mazoury (Atl. Casone Noceto), secondo in 1h05:20; terzo il rientrante abruzzese Daniele D’Onofrio (Fiamme Oro), campione italiano 2016, in 1h05:50. Quarto il palermitano Vincenzo Agnello (Atl. Casone Noceto) in 1h05:57, davanti a due piemontesi, Francesco Bona (Aeronautica) quinto in 1h06:12, e Francesco Carrera (Atl. Casone Noceto), sesto in 1h06:26.
Crippa, campione mondiale under 20 di corsa in montagna nel 2013, quest’anno, dopo due secondi posti sui 10.000 su pista e sui 10 km su strada, ottiene successo e primato personale (limando 11 secondo al record precedente, vecchio di cinque anni): dalla sua società, Trieste Atletica, ci giunge la sua lucida ed entusiasta analisi: «Non correvo una maratonina da quattro anni, ma ero consapevole di attraversare un buon momento di forma dato che da luglio ho ritrovato una certa continuità negli allenamenti. Qui in Sicilia cercavo la vittoria senza badare al cronometro. Ho fatto gara di testa assieme ad El Mazoury, dandogli qualche cambio nella fase centrale della prova per evitare che da dietro rientrassero e poi a 700m dal traguardo, dopo qualche tentativo di accelerazione non andato a buon fine, ho aumentato nuovamente l'andatura e stroncato definitivamente la resistenza del mio avversario. Ora il mio obiettivo si sposta sui prati, dato che a novembre disputerò le prove di selezione per gli Europei di Cross che si terranno domenica 8 dicembre a Lisbona. Sono convinto di stare molto meglio rispetto alla scorsa stagione, dunque darò tutto me stesso per indossare nuovamente la maglia azzurra in ambito internazionale».
Tra gli under 23 (promesse) il titolo italiano (dopo quello della 10 km) è per il pugliese di Andria, non ancora ventenne, Pasquale Selvarolo (Atl. Casone Noceto), settimo italiano assoluto in 1h06:29, che precede il bresciano Francesco Agostini (Atl. Casone Noceto), secondo in 1h07:10, e Hicham Kabir (CS San Rocchino), terzo in 1h08:55.
Tra gli under 20, la categoria juniores, vince il titolo italiano Marco Fontana Granotto (Expandia Atl. Insieme Verona) in 1h10:10 che ha la meglio per soli 5” sul pugliese di Alberobello Giovanni Susca (Atl. Amatori Cisternino Ecolservizi), secondo in 1h10:15; terzo Andrea Mason (Silca Ultralite Vittorio Veneto) in 1h11:08.
Infine, i titoli di società sono andati in campo maschile alla Casone Noceto (471 punti) su GP Parco Alpi Apuane (370) e Dinamo Sport (293); in campo femminile alla Calcestruzzi Corradini Excelsior Rubiera (162 punti) su Caivano Runners (160) e GS Lammari (154).
Doping: sospeso per EPO l'etiope Tsegu
19 ottobre - L’etiope Berehanu Tsegu, 5° nel ranking IAAF, è stato sospeso per doping: la notizia è riportata sul sito dell’Athletics Integrity Unit, l’agenzia mondiale antidoping, che riporta la sua positività all’EPO a seguito di un controllo.
Tsegu, nato il 30 settembre 1999, ha vinto il titolo africano ad agosto sui 10000 a Rabat, in 27:05.66; nel 2019 ha ottenuto grandi risultati sulla mezza, 59:14 a Lisbona, 59.56 a Yangzhou, 59:22 a Copenaghen PB) a settembre. Ancora sui 10000 ha colto un 27:00.73 a Hengelo, in Olanda, a luglio.
Il doping quindi arriva (o forse meglio: si smaschera) anche in Etiopia, una nazione finora rimasta illibata…