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Set 17, 2018 3316volte

Eliud, come hai fatto a migliorare di 1’18” il record sulla maratona?

L'Air Kipchoge in atterraggio sulla pista berlinese L'Air Kipchoge in atterraggio sulla pista berlinese Foto: Maja Hitij (Bongarts/Getty Images)

Ieri a Berlino Eliud Kipchoge non solo ha stabilito un nuovo record mondiale. Ha anche disintegrato il precedente. Chi corre sa bene come ripetere una prestazione sia difficile, come superarla, anche per pochi secondi, molto dura. Ebbene in questo caso il miglioramento è stato di ben 78 secondi. Un’enormità. Andando a scorrere la storia del primato, per trovare un miglioramento superiore al minuto è necessario tornare indietro di oltre cinquant’anni. Era il 3 Dicembre 1967 quando a Fukuoka, in Giappone, l’australiano Derek Clayton fermò le lancette, ai tempi c’erano ancora, sul crono di 2h09’36”. Primato precedente 2h12’ netti. Però erano altri tempi e non è solo un modo di dire.

Ricordiamo che il trentatreenne keniano era stato anche il protagonista di quella splendida operazione di marketing chiamata “Breaking 2” che aveva avuto luogo il 6 Maggio del 2017 a Monza. Sia chiaro, in quella occasione non c’era stato solo del fumo, ma anche un buon arrosto, perché correre in 2h00’24” una maratona, non era cosa facile, seppure col contributo di un auto che regalava una bella scia, numerose lepri fino all’ultimo chilometro ed altri aiuti minimi, ma sempre fuori regolamento come i rifornimenti volanti. Da allora però, tornati alle gare ufficiali ed omologate, di miglioramenti non se n’era vista l’ombra, ne da parte sua che da parte di altri atleti che facevano parte di quel progetto.

Poi il botto nella capitale tedesca con 2h01’39”, ed allora sarebbe bello capirne le cause. Quanto è dipeso dai tanto decantati nuovi materiali? Quanto da nuove tecniche di allenamento? Giorgio Rondelli, dalle colonne della rosea, sostiene che il nuovo recordman, più che per una maratona si sia allenato come per un diecimila, ovviamente con le dovute proporzioni. Però con tante ripetute da un chilometro ma anche quattrocento metri. Ovviamente a ritmi mostruosi e numeri elevati. Anche 15 sui mille e fino a 20/25 per il giro di pista. Velocità tra i 2’40” ed i 2’50” al chilometro che se uno non ci pensa sembrano andature esagerate, ma se si vuole tenere la media di 2’53” per 42 maledetti chilometri, sono l’unica risposta possibile. Se ci siano anche altri metodi di allenamento, situazioni legate ai bioritmi (a Monza si parlò anche di questo) o altro ancora, di lecito sia ben chiaro, purtroppo non ci è dato di saperlo.

Dai Eliud, dicci qual è il tuo segreto. Nel frattempo ancora tanti complimenti. Malgrado fossi già a ritmo record, sei stato capace anche di un notevole “negative split” tra la prima e la seconda parte della gara. Prima mezza in 61’06” e seconda parte in 60’03”. Semplicemente mostruoso.

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