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Giu 07, 2024 211volte

Magreta (MO): Corrimagreta da idillio per 661

Bella gente a Magreta Bella gente a Magreta Roberto Mandelli (da Italo Spina)

6 giugno – I forzati del podismo, in questa giornata modenese, si sono alzati verso le 5, hanno versato l’obolo di 15 euro ai furbi organizzatori della Run 5,30 (che li hanno compensati con una maglietta dal valore stimato tra i 2 euro e i 20 centesimi, con ciliegie offerte dagli sponsor e dichiarando di versare un euro in beneficenza), e hanno fatto finta di correre selfeggiandosi sui viali modenesi; poi alle 19,30, in rapporto di 1 a 10,  si sono presentati a Magreta (cittadina collocata in comune di Formigine sebbene sia più comoda a Sassuolo, e nota per aver dato le origini al partigiano “bianco” Ermanno Gorrieri) per una gara relativamente nuova, raccomandata perfino da Giangi (“Magreta giovedì 6 giugno meglio tutta campagna e poi bellissima festa dove si mangia benissimo”), e dove la devoluzione in beneficenza (ancora Giangi: “MIO parere non mi sembra giusto obbligare con la scusa solidale e aumentare i prezzi inscrizione”) non incideva sul prezzo d’iscrizione, il minimo sindacale di 2 euro (a fronte di una confezione di piadine, e di ricche premiazioni di società oltre che individuali).

Risultano 661 i partecipanti, con la scontata prevalenza della truppa di Peppino Valentini (72 iscritti) sulla Pod. Formiginese che contribuiva all’organizzazione. Notare che la mattina alle 5,30 risultano distribuite 6750 magliette… è questo il podismo della società liquida e del gender indefinito?

Il percorso lungo di Magreta (9,5 km, con uno intermedio da 6,5 e uno ancora più corto), perfettamente presidiato da vigili e volontari (compreso Giorgio Reginato, oggi esentato dalle funzioni di speaker, su cui vedi sotto) si snoda sulle campagne a nord del paesone, fin quasi alla modenese Baggiovara, ricalcando in piccola parte il giro della corsa lunga di Cittanova; ma in questa stagione si respira il profumo dell’erba tagliata di fresco e dei tigli a inizio fioritura, delizia sensoriale che si aggiunge a quella visiva di stupende partecipanti come Alessandra e Fatima (quest’ultima, anche velocissima, se verrà premiata come terza donna). Presenti pure i reggiani del clan Giaroli-Iotti-Petti-Nerino Carri con l’aggiunta del reggiano per diocesi Italo Spina; e autorità del podismo modenese come i due Giuliano, Macchitelli e Vecchiè, coi quali scambiare pareri sulle 5,30 e sui candidati podisti alle imminenti elezioni (si dice che il presidente nazionale dell’Aics sia molto bravo e abbia nel suo programma la valorizzazione delle piccole società sportive, in via d’estinzione anche grazie all’ex prefetto Gabrielli, che ora da parte sua si propone sulla sponda opposta come “consulente” politico al candidato sindaco di Reggio).

Giro in piena tranquillità, su strade tranquille esenti da traffico, con rilassanti tratti campestri. Alla fine (quando la campana suona le 20,30), lunghe e dettagliate “quelle che sono le premiazioni”, dove, stando all’intercalare dello speaker, sono premiate “quelle che sono le società più numerose”, e anche “quelli che sono i primi 5 arrivati”, con in più i meritati festeggiamenti a “quella che è la nostra concittadina, finisher del Passatore” in meno di 10 ore.

Non manca la passerella per “quella che è la nostra sindaca – o ex sindaca?”, benedetta dagli automobilisti che vanno a Sassuolo e debbono sottostare a un suo autovelox fissato ai 90 orari (prima erano 110) in un tratto dove la superstrada a due corsie separate corre sotto il livello del suolo, in assenza assoluta di abitazioni.

Invece qui, in un angolo di Magreta quasi all’ombra del campanile (chi si ricorda di don Walter Sirotti e della sua accoglienza a base di parmigiano e lambrusco?), la festa continua nella cena raccomandata da Giangi. Viva tutti, tranne una.

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