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Feb 19, 2018 Massimo Muratori 4311volte

Malo (VI), 3° Aim Energy Trail: “Anima Nera” nella neve

A 2 km dall'arrivo A 2 km dall'arrivo Fabio Marri

Sono stati poco meno di mille gli atleti che si sono dati appuntamento nella cittadina di Malo, a una quindicina di km da Vicenza, per correre il 18 febbraio la terza edizione dell’ Aim Energy Trail nelle tre varianti proposte dagli organizzatori dell’ASD AIM: cioè un percorso di 53 km con 2.400 mt. D+, definito ultra, una staffetta sullo stesso percorso con due tratti di 21 e 32 km e, infine, una gara di 15 km con 600 mt D+.
Il percorso lungo si può dividere in tre tratti con peculiarità abbastanza distinte fra loro: i primi 21 km con circa 1000 metri di salita sono, tutto sommato, molto veloci con salite mai lunghe né impegnative, che inducono un’andatura un po’ “garibaldina” se non si tiene conto di quanto ci aspetta nei 20 km successivi: dove salite un pelo più lunghe e con alcuni tratti di notevole pendenza hanno fatto probabilmente meditare quanti avevano speso grandi energie nei primi km. Il terzo tratto, cioè dopo il 40° km, in compenso era decisamente più rilassante con prevalenza di discese e lunghi tratti ben corribili, compresi gli ultimi 3 / 4 km ormai in piano e con molto asfalto, che mi sono sembrati un po’ arzigogolati e bruttini.
Le quote mai impegnative, se si pensa che la cima più alta del percorso raggiungeva i 780 mt (dai 100 del via), non ci hanno impedito comunque di correre un paio d’ore sotto la neve che aveva preso il posto della pioggia quasi sempre presente a quote inferiori: sicuramente la parte in quota su sentieri monotraccia, lunghi qualche km, che in alternarsi di brevi salite e veloci discese senza soluzione di continuità rimanevano tra i 740 e i 780 mt di altitudine, è stata la più divertente, complice il fango che rendeva tutto un tantino più impegnativo.
Giusto su una delle vette toccate in questo tratto, un simpaticissimo volontario aveva approntato un tavolinetto con bicchierini tipo caffè contenenti un liquido scuro: alla domanda di cosa contenessero rispondeva “anima nera, vuoi assaggiare?”. Ovviamente nella filosofia di non farmi mancare nulla non ho perso l’occasione per degustare quello che in realtà si è rivelato come un ottimo liquore alla liquerizia e, anche se i medici ci insegnano che l’alcol non serve a scaldarci (anzi), in quel momento quel sorso di “cordiale“ fatto in casa è stato molto apprezzato.
I ristori ufficiali invece erano piazzati circa ogni 10 km, e tutti erano ben assortiti e abbondanti sia di dolce che di salato (dal secondo in poi) e frutta, bevande calde e fredde, caffè compreso. Ho sentito che il percorso era controllato da 200 volontari: ovviamente non ho potuto contarli ma sicuramente non ho trovato un solo incrocio, fosse anche un semplice cambio di direzione, che non fosse presidiato; questo, unito a una buona tracciatura del percorso, ha permesso di correre con molta tranquillità anche in una giornata meteorologicamente non troppo favorevole. Il fango, come già accennato, ha reso impegnative alcune discese e relative salite, dove ho visto diversi concorrenti senza bastoncini in discreta difficoltà anche in funzione di un’apparente scarsa dimestichezza con terreni scivolosi.
Buona la location per partenza e arrivo, soddisfacente anche se non originale il pacco gara, con maglietta, bandana e solite bevande e barrette; si aggiunga il pasta party offerto senza sovrapprezzo come nelle consuetudini vicentine. Un ringraziamento, e spero di non essere censurato per pubblicità occulta, al simpatico titolare dell’albergo Sole che mi ha lasciato la disponibilità della camera per una comodissima doccia di fine gara: un gesto molto apprezzato. Sicuramente una gara ben confezionata, che in giornata di sole risulterebbe assai godibile.
La classifica del lungo vede al primo posto Luca Miori in 4 ore 24 min.52 sec. , secondo Paolo Massarenti a 1 minuto e 2 sec, terzo Christian Modena in 4h26’16”. Classifica femminile: prima Francesca Dal Bosco in 5h30’2”, seconda Giulia Vinco 5h37’52, terza Elisabetta Mazzocco 5h46’12”: 449 atleti alla partenza e 424 classificati nel lungo, 386 i partenti nella 15 km e 50 le staffette. Per una gara alla terza edizione, in una stagione ostica e senza scenari paesaggistici cosiddetti ‘mozzafiato’ , direi che sia un gran risultato.

Venerdì sera, potendo finalmente pensare a come organizzare il mio fine settimana podistico, un’occhiata al calendario mi aveva fatto emergere ben tre trail nel giro di un centinaio di km da casa (più un quarto che sarebbe stato ancor più vicino, a Carpi, ma che secondo una consuetudine tipica di quel comune è stato annullato a pochi giorni dal via: e non mascherate la vostra inadeguatezza con Gabrielli, perché Gabrielli vige anche a Vicenza e a Riolo…).
Ho allora chiesto all’amico Massimo, che di trail se ne intende ormai più di me, in quale dei tre pensasse di andare. La risposta era stata: Malo, “abbastanza corribile”. Che idea! A Malo ero stato dieci anni fa per la prima e unica edizione della maratona (non memorabile); il posto ha il fascino del libro di Meneghello, “Libera nos a Malo”, che nella prima lettura mi divertì fino alle lacrime (ah, quei racconti delle partite di calcio all’oratorio!). Perché no, insomma? Certo, non a fare i 53 km, dato che tra questa settimana mi sono allenato un'ora in tutto, e la prossima ho in previsione un’altra faticaccia; ma almeno a provare il tracciato, davvero sì (combinando con la visita allo Zio vicentino novantaquattrenne e in piena forma: due anni di lager tedeschi l’hanno temprato, non sarà il raffreddore a impensierirlo).
Detto fatto, eccomi domenica alla partenza della 15 km, saggiamente fissata al comodo orario delle 10 (cioè due ore dopo gli ultramaratoneti, nella speranza di non farsi doppiare da loro prima del traguardo). Iscrizione tardiva a 20 euro, compreso il pranzo; lo stile è quello della Ultrabericus, un’altra bellissima di queste parti: ritrovo in un centro parrocchiale, parcheggi intasati (ma non siamo a Miami, e gli addetti suggeriscono “de là dal simitero i dise che gh’è posto” ), palestra con tutti i servizi, diluvio di volontari, tè caldo servito a gogò prima del via.
Pioggerellina quasi insensibile, a un certo punto mi toglierò il berrettino che fa solo sudare: peccato non essere arrivati alle quote della neve raggiunte da Massimo. Il percorso è in comune per i primi 7 km, dopo di che, noi deviamo a sinistra per il ristoro e il Monte Pian (che i nostri colleghi più eroici raggiungeranno dopo altri 4 km), poi una breve discesa e la salita alla quota (per noi) massima, i 450 metri della chiesa di S. Valentino dopo 10 km. Da lì, belle carrarecce, un po’ di fango (e gli addetti premurosi a suggerire le traiettorie), infine all’altezza della chiesa di S. Maria Liberatrice si apre la vista bellissima su Malo.
Mi fermo a fare foto, e un collega ne approfitta per sorpassarmi e prendere una trentina di metri di vantaggio. Ah sì? Ormai mancano 2 km al traguardo (lunghezza secondo il Gps, 15.5; dislivello 670 m), mi dico che mollerò a 100 metri dal traguardo; ma che 100? A dieci! Invece a 500 metri il collega (sfiancato dall’immane sforzo di aver raggiunto uno come me che andava ai 6:03/km) affronta l’ultima miserabile salitina di passo. Ai 5:51 (velocità rilevata per l’ultimo mezzo km, in pari) lo supero e al traguardo gli darò ben 10 secondi: le consolazioni dei poveri, vinto lo sprint per il 277° posto!
Al traguardo è appena arrivata una ragazza carpigiana, Monica, che offre un po’ del ristoro finale al suo cagnetto; mentre lo speaker annuncia i primi della gara lunga, ormai a un km. Non puoi andare negli spogliatoi adesso: aspetto i primi tre, che poi verranno con me a fare la doccia (tiepidina): ragazzotti un po’ tatuati che si confidano le loro esperienze con le scarpe: “Ma a tì le scarpe te le dà qualcuno? – seeh, no me dano un casso! – però questa me l’ha dà Giusèpe, tè presente? La pesa dusentosinquanta grami… - sì però quest’ano gh’emo messo venti minuti più che l’an pasà, ghe sera tropo fango e i l’han anca slongà!”. Ci aspetta il pasta party con la sorpresa di una birra in più. Bè, se l’ano prosimo g’ho incora fià, magari che provo a star arente ala siora Nadalina! [F. M.]

Informazioni aggiuntive

Fotografo/i: Fabio Marri
Fonte Classifica: Comitato organizzatore

2 commenti

  • Link al commento Fabio Marri Martedì, 20 Febbraio 2018 22:26 inviato da Fabio Marri

    Nessuna presa in giro (le frasi in dialetto non erano attribuite!)... anzi sincera ammirazione! Quanto all'età, se l'anno prossimo riesco a mantenere le promesse, il più vecchio sarò io perché la siora Nadalina la xe più zòvene de mì!

    Rapporto
  • Link al commento NATALINA Martedì, 20 Febbraio 2018 19:48 inviato da NATALINA

    Non e' possibile!!!!Anche questa volta mi deve prendere in giro l'egregio Dr.Marri.Pazienza, lo perdono.Io ho partecipato alla lunga di 53 km, e mai come domenica mi sono resa conto che sono diventata vecchia. Non essendoci Vanni, credo proprio di essere stata la piu' anziana di tutti i partecipanti. Che dire di questo trail? A me piace moltissimo, gli organizzatori ci mettono veramente il cuore per la buona riuscita della manifestazione.
    Nonostante il maltempo, mi sono veramente divertita.Mi e' piaciuto tutto, compresa la maglia, che per essere in tema con il percorso, assomigliava un po' alla marea di fango che abbiamo trovato.
    Grazie ai volontari, non finiro' mai di ringraziarli quando li trovo lungo il percorso.Sono certa che meta' di loro, lunedi' ,saranno rimasti a letto con il raffreddore.

    Rapporto

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