Dedicato a Cristina Lena ed a tutti i runner del paradiso

Il 29 Ottobre 2009, a causa del male del secolo, Cristina Lena moriva prematuramente a soli 42 anni. Nel giro di dodici mesi perse il lavoro e poi la vita, ma mai il sorriso che l’accompagnò anche una settimana prima della sua morte. Quando venne in visita agli indaffarati compagni del GS Montestella, in occasione dell’omonimo trofeo che dall’anno successivo gli è stato intitolato, così come il Miglio di Cristina. Quel giorno avrebbe avuto tutte le ragioni per lamentarsi, ma non è mai stata nella sua indole farlo. Si mise in un cantuccio e come sempre si mostrò genuinamente interessata agli altri. E quando stava bene ed andava come un razzo, non l’ho mai sentita parlare di se stessa se non per rispondere ai nostri complimenti. Sempre gentile, sempre sincera. L’unica bugia la raccontò al padre, dicendo che frequentava un corso per imparare a lavorare al computer, mentre invece faceva i cicli di chemioterapia. In occasione del compleanno la società mandava a tutti i soci un tradizionale biglietto di auguri con la posta ordinaria. Erano tutti vergati a mano da lei e quando li ricevevi, capivi subito che non si trattava di una prassi o di un atto dovuto, in quanto traspariva chiaramente tutto il suo personale affetto.
Aveva cominciato tardi, dopo aver corso in bicicletta, ma era un talento. Vinse diverse gare in Lombardia. Pista, cross, 10k e per superarla dovevano arrivare atlete assolute della nazionale. Da over quaranta, in mezza maratona era scesa sotto l’ora e venti e gli spazi di miglioramento erano ancora notevoli, malgrado l’età. Mi dispiace veramente di non averla mai convinta a partecipare a campionati nazionali o internazionali. Fosse stata ancora viva, qualche settimana fa l’avrei portata a forza fino a Pescara per vincere una medaglia agli europei. Ci avevo provato ai tempi, ma era troppo schiva e modesta.
Quando penso a Cristina mi vengono sempre in mente le parole che il Presidente Giampiero Boniperti dedicò a Gaetano Scirea. Un campione, ma un grande gentiluomo che era rispettato anche da chi non era un tifoso juventino. Sempre signorile, mai un’espulsione, malgrado giocasse in difesa. Una volta, durante un Fiorentina-Juventus, cominciò una zuffa tra viola e bianconeri. Scirea arrivò e disse a tutti: “Non vi vergognate? In tribuna ci sono i vostri familiari che vi guardano!” E tutti si calmarono immediatamente. Boniperti diceva di Scirea due cose che io faccio mie e ripeto per Cristina. La prima era che: “non c’è stato nessuno nel nostro mondo che dopo avergli parlato una volta, non sia diventato suo amico”. La seconda che: “l’uomo ha superato il calciatore”. E anche questo vale per Cristina e sarebbe valido anche se fosse diventata, come Gaetano, campionessa del mondo.
Che lei e tutti i runner del paradiso possano riposare in pace
Rodolfo Lollini