Ingebrigtsen: un “pollo” come noi comuni mortali, con una sola differenza…
Non dimenticherò mai quella volta che mi offrii di accompagnare un amico nella seconda parte della sua maratona, ovviamente acquistando il pettorale di una non competitiva che si svolgeva sul medesimo percorso, perché non mi piace fare la figura dello scroccone.
Si chiama Lorenzo ed era un mio collega di lavoro. Professionista perfetto, un piacere interagire con lui, sempre puntuale, preciso, professionale. Peccato che quando corresse, malgrado un innato talento, staccasse il cervello per andare di puro istinto, run for fun. L’appuntamento era al passaggio della mezza dopo 1h30’, con l’obiettivo di stare sotto le 3 ore. Un tempo che era nelle sue potenzialità. Dopo un buon riscaldamento mi presentai sul posto a 1 ore e 21 minuti dallo start, come testimoniato anche dai cronometri di metà percorso. Aspettai 10, poi 15, 20 minuti, senza vederlo. Lorenzo era passato in 1h19’ e naturalmente scoppiò verso il trentesimo chilometro. Il solito errore del dilettante, quello che manda in bestia i nostri allenatori, ma nel quale ci siamo cascati quasi tutti. Alzi la mano chi è senza peccato.
Ma noi siamo amatori, quando invece la stessa cosa capita ad un big, sebbene all’esordio sulla distanza, di certo fa notizia. E’ quello che è successo a Jakob Ingebrigtsen alla maratonina di Copenaghen, domenica scorsa 15 settembre. Il supercampione plurimedagliato del mezzofondo su pista, ha deciso di transitare dopo 10 chilometri nel tempo di 27’27” ovvero alla media di 2’45” al mille e tra l’altro, nuovo record nazionale norvegese. Peccato che questa condotta e probabilmente l’inesperienza sui 21 chilometri gli abbia giocato un brutto scherzo.
Jakob è andato in crisi, si è fermato più volte per camminare. Dopo il traguardo si è sdraiato per terra, tutto il contrario di quanto avviene in pista, quando termina le batterie da annoiato e le finali con la faccia di quello che quando perde farebbe subito la rivincita…
Il tempo finale è stato di 1h03’13” alla media di 3 al km. Con un rapido calcolo ci si accorge che nella seconda metà ha viaggiato a 3e15, ovvero 30” al mille più lento rispetto alla prima parte.
Insomma, un tapascione vero, uguale a noi, se non fosse che per quella gara non ha dovuto pagare il pettorale, anzi a dirla tutta avrà incassato tanti bei soldini.
Rodolfo Lollini - Redazione Podisti.net
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