Kawauchi, il Calcaterra del Sol Levante
Chi è Yuki Kawauchi? Un carneade non lo è di certo. E’ nato il 5 marzo 1985 e viene soprannominato The Citizen Runner, il corridore cittadino. E’ il primo di tre fratelli (gli altri due sono Yoshiki nato nel 1987 e Koki nato nel 1992, guarda caso runners pure loro) e ha perso il padre da adolescente. Ha frequentato gli studi da ragioniere alla Gakushuin University. Dopo la laurea nessun club di atletica si è interessato a lui, decide così di continuare a correre per puro piacere. Ora lavora per il governo giapponese presso la prefettura di Saitama e il suo tempo libero lo utilizza per gli allenamenti. E’ quindi un (evoluto) amatore che corre senza nessuna sponsorizzazione.
Ha un personale di 2.08.14 fatto a Seoul nel 2013 (1.02.18 invece nella mezza). Fino ad ora ha corso 81 maratone vincendone 34. Quella di Boston è la quinta maratona che vince consecutivamente dopo Hofu, Marshfield, Kitakyushu e Taipei City. A Marshfield, a -23° C (!), aveva battuto il record del mondo delle maratone corse sotto le 2.20, 76. Ora ha portato questo limite a 79.
Può sostanzialmente essere paragonato, con le dovute proporzioni, al nostro Giorgio Calcaterra, che tra la fine degli anni ’90 e nei primi 2000 era solito correre (e spesso vincere) una maratona quasi ogni settimana e qualche volta anche due maratone consecutivamente (celeberrime le sue doppiette di Assisi 31/12/1999 - Roma 01/01/2000, oppure Padova 24/04/2005 - Martinsicuro 25/04/2005). I due hanno in comune la maratona di Luxor vinta nel 2005 da Calcaterra e nel 2013 da Kawauchi. Calcaterra nel 2000 corse 16 maratone sotto le 2.20 portando il suo personale a 2.13.15 (Ferrara).
Il giapponese però ancora non si è dato alla 100 km, fermandosi ai 50 km corsi nel 2012 in 2.51.45 con la vittoria a Okinoshima (gara vinta nel 2015 anche dal fratello Koki). Al momento - parere personale - farebbe bene a stare alla larga dalle 100 km per cercare di monetizzare il più possibile nelle maratone. Tanto, nella 100 km c’è già il fratello Yoshiki che tiene alto il nome della famiglia: nel 2017, tre 100 km corse e tre vittorie, e come miglior tempo un buon 6.42.04. Segno che buon sangue non mente.
Quella di Boston, per questioni climatiche, è stata una vittoria “di circostanza”: difficile se non impossibile che Yuki Kawauchi riuscirà a ripetersi in un’altra major. Fatto sta che la sua è una gran bella storia, alla quale la parola fine non è ancora stata scritta.
2 commenti
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Mercoledì, 18 Aprile 2018 09:20
inviato da Rodolfo Lollini
Concordo: avevo pensato allo stesso accostamento con Calcaterra
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