Berlino 2018: le nostre atlete verso la maratona europea, Catherine Bertone
Eccoci a completare il team azzurro: dopo Laura Gotti, Fatna Maraoui e Sara Dossena, è la volta di Catherine Bertone. Ricordo che, purtroppo, la sfortunata Giovanna Epis non potrà essere della partita, come descritto in un altro pezzo
Se è un buon segno arrivare ad un impegno agonistico, ottimisti e convinti di aver fatto tutto bene, e di poter fare ancora meglio, la dottoressa Bertone ha già vinto la sua gara. Già, perché è un classico dichiarare problemi avuti e magari nemmeno risolti del tutto, una preparazione imperfetta e tutto quanto possa incidere negativamente sulla prestazione; talvolta è vero, in altri casi serve ad esorcizzare la paura. Catherine Bertone ha dichiarato senza se e senza ma di stare bene, di aver fatto tutto quello che doveva fare ed è fiduciosa di fare una buona maratona.
Si presenta col miglior tempo di accredito, 2:28:34, ottenuto proprio qui alla maratona di Berlino (settembre 2017) e con l’età… della meno giovane, eppure ciò che riesce a fare dimostrerebbe proprio il contrario. Questo tempo rappresenta anche la miglior prestazione mondiale master, categoria W45.
Nata nel 1972 in Turchia, da grande decide di fare il medico. Anche per questo la sua storia nell’atletica, e il suo salto di qualità, arriva molto tardi, dopo aver “sistemato” la famiglia; infatti, dopo la nascita della secondogenita Emilie, comincia ad andare sempre più forte, con diversi passaggi nella corsa in montagna. Nel 2011, proprio a Berlino (un segno del destino? la città del suo personal best nel 2017 ed ora della maratona europea) corre in 2:36:00; si migliora più volte negli anni successivi. Nel 2016, direi a furore di popolo, partecipa alla maratona olimpica di Rio, portandosi a casa un ottimo nono posto tra le europee.
Supportata dal marito, Gabriele Beltrami, ex buon runner (un SM40 con mezze poco sopra i 70’), che però dichiara che tornerà alle corse, per Catherine gli anni passano davvero bene, perché continua a correre forte.
Come alle altre atlete selezionate per la maratona europea, ho rivolto a Catherine alcune domande per sapere qualcosa di più su come ha vissuto e preparato l’avventura verso Berlino.
Dove si è svolta la preparazione verso Berlino?
Causa di forza maggiore la preparazione l’ho svolta ad Aosta, quindi tra le strade di casa (n.d.r. la Bertone è medico ed ha sempre dovuto far coincidere i turni ospedalieri con la corsa, aggiungo che la collaborazione del suo datore di lavoro non è mai stata … fantastica, in questo senso).
Lavori principali? Chilometraggio settimanale? Numero di sedute?
In primavera ho fatto i lavori più brillanti, tutto è proceduto bene e senza intoppi; poi, da metà maggio, ho iniziato il periodo della canonica preparazione specifica. Le gare/test sono state una mezza, un 10.000 e un 5.000 metri in pista. Sono soddisfatta anche perché sono migliorata nei 10.000 su strada a giugno a Langueux (34:06) ed in pista sui 5.000 metri ad Aosta (16:16:59). Sono risultati che danno buone sensazioni, anche se poi in maratona sarà un’altra storia.
Mediamente sono 150 km/settimana; i principali lavori sono il medio in salita di 8/10 km e gli sprint i primi due mesi. Ripetute con recupero da ferma e medio progressivo, infine il mio immancabile "variatone" settimanale, con chilometri a salire. Ultimo lungo fatto il 2 agosto.
Hai integrato la preparazione con altri sport?
No, la preparazione è basata sulla sola corsa.
Domanda scontata e banale, ma inevitabile: obiettivi, ambizioni, speranze...
Posso solo dire che farò del mio meglio per contribuire ad una medaglia a squadre…. Molto onestamente, davvero difficile fare pronostici, tra l’altro non ho ancora visto la start list delle avversarie. So di Clemence Dalvin, sulla quale i francesi puntano per difendere il titolo della Daunay; in effetti in pochi giorni ha corso i 10 k in 31:20 e la mezza di Olomouc in 1:09:52. Anche l’etiope naturalizzata spagnola, Gebre Trihas, viaggia su quei tempi. Poi la bielorussa Mazuronak, ha un personale di 2:23. Insomma, vedremo cosa succede.
Bene, si conclude qui il mio giro di interviste; ringrazio Laura, Fatna, Sara e Catherine per la loro disponibilità ed auguro loro tutto il meglio per l’avventura europea.
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