Il muro di Berlino resta in piedi: Baldini se ne va, Giomi resta…
Non vorremmo dover dire, anche dopo Berlino, “parturient montes nascetur ridiculus mus” (così terminavo il mio articolo sul disastro di Londra della nostra Atletica Leggera).
Le dichiarazioni del Presidente Alfio Giomi il 12 agosto, complice anche l’insperata “manna” della maratona, non lasciano campo alla speranza.
“Alcune cose non sono andate (sic!). A settembre, come previsto, analizzeremo tutto e prenderemo le decisioni per il futuro. Quello che è certo, è che in questi anni l’atletica italiana si è finalmente svegliata” (?!?!)
“Tanti giovani hanno dimostrato di poter essere competitivi a livello assoluto”.
Questo è vero, grazie anche all’impegno che il referente del settore under 25 Stefano Baldini ha profuso in otto anni, anche con 15 ore di lavoro al giorno: forse è per questo che, con l’orgoglio del campione, non ha sopportato l’ennesimo “depistaggio” del Presidente, che avrebbe dovuto restare in carica fino al 2016 (così almeno aveva promesso quando fu eletto nel 2012); e ha detto:
“In Italia non si cresce, non vengono ammessi gli errori. Mi sono stancato, la mia asticella è alta. Ho sentito solo stilare bilanci positivi e parole di difesa del proprio operato. Non è così che si cresce. L’autocritica deve essere schietta e a caldo. Non sono queste le tempistiche con cui affrontare situazioni e problemi seri, tra qualche settimana tutto verrà annacquato”
La catalessi della nostra Federazione è ormai un dato di fatto che non si risolverà finché non si affronteranno seriamente e senza falsi pudori i problemi che da anni l’avvolgono in un sudario di cemento, e che ho già più volte denunciato.
Non occorre essere un esperto per prevedere che a Doha a ottobre del prossimo anno (che clima ci sarà?), i quattro bronzi che abbiamo faticosamente portato a casa (senza citare le benemerite ma strane medaglie a squadre della maratona) non reggeranno il confronto con l’atletica mondiale.
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