Salviamo i… Giudici-panda
Avevo appena gustato su Podisti.net il filmato dei Giudici dell’Emilia Romagna
quando dal sito del mio Piemonte ho appreso che il giudice Michele Racca, 78 anni, era scomparso dopo una lunga malattia.
Il fatto mi ha colpito, un po’ perché Michele aveva solo un anno più di me, molto perché lo conoscevo e so quanto ha fatto per l’atletica a Moretta, una piccola, ma valida Società della Granda, con un suo modesto campo di atletica e una gara podistica, la Corrida di San Giovanni drammaticamente finita cinque anni fa quando un giudice di servizio sul percorso fu investito e ucciso da un automobilista.
Ogni anno scompaiono dei Giudici, un po’ per l’età se vanno in pensione, o, peggio, se vanno a gestire le gare in Paradiso.
Il problema Giudici è ormai un problema almeno trentennale, come tutte le cose italiane si conoscono i problemi, ma non si affrontano e, quindi, non si risolvono.
Dalle statistiche della FIDAL risulta che dal 2000 allo scorso anno gli Atleti sono cresciuti da 127.041 a 220.456, i Tecnici da 5.364 a 6.312, ma i Giudici sono passati da 5.174 a 4.424: una lenta, ma costante erosione.
Il Gruppo Giudici Gare è l’organismo della Federazione, che ha il compito di controllare le manifestazioni di atletica leggera, completa autonomia giudicante e competenza tecnica esclusiva nell’applicare le norme del R.T.I., nei regolamenti particolari delle manifestazioni e nelle disposizioni degli organi federali competenti, senza alcun vincolo di subordinazione.
La figura e il ruolo del giudice sono l’essenza stessa dell’Atletica, non ci può essere gara senza che ci siano i risultati, e chi garantisce la correttezza del loro conseguimento è solo ed esclusivamente il giudice.
I nostri giudici sono quasi tutti ex atleti che portano nel loro lavoro oltre la passione anche le conoscenze dei regolamenti e l’esperienza acquisita negli anni di militanza attiva.
Svolgono un’opera di volontariato altamente qualificata e meritoria oltre che di grande responsabilità, e sono per questo apprezzati da tutti gli sportivi degni di tale nome: sono la “benemerita” dell’Atletica.
Purtroppo manca il ricambio, l’età media oggi oscilla intorno ai 60 anni, occorre trovare al più presto un rimedio a questa situazione, che mina alla base la sopravvivenza del …”Panda”.
Il filmato realizzato dal GGG dell’Emilia Romagna è un grido di dolore che andrebbe amplificato e mandato al Consiglio Federale, che si riunirà a settembre, perché prenda coscienza della realtà e cominci a investire nella rifondazione dell’atletica italiana: Giudici, Tecnici, Attrezzature, Società (corsi di formazione per dirigenti) per un servizio serio e qualificato agli Atleti, dal vivaio al top e ai Master, magari utilizzando le risorse previste per Doha (a Berlino c’erano 90 atleti e 140 accrediti, ecco come si ama oggi utilizzare gli euro disponibili).
E’ utopia, no: un sogno di mezza estate.
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