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Dic 03, 2018 Massimo Muratori 2816volte

Ultrabericus Winter: eravamo tanti, forse troppi

Anna Conti Anna Conti N. Pietrobelli / R. Mandelli

Gestire 904 persone pronte a sfidarsi in una fredda ma serena domenica di inizio dicembre sui sentieri che attraversano i Monti Berici, con partenza e arrivo nel piccolo centro di Arcugnano ( Vi ), non è cosa da poco ,specie se il livello del servizio offerto è degno dei grandi trail  di chiara fama  in Italia e all’estero.

Possiamo sicuramente dire che “Pollo“ , al secolo Enrico Pollini , e il suo Ultrabericus Team ha centrato l’obiettivo con questa terza edizione dell’Ultrabericus Winter che si è corsa appunto domenica scorsa 02/12/2018 su sentieri in parte coincidenti con quelli della sorella “grande“, cioè l’Ultrabericus che si corre a inizio primavera, sempre organizzata dagli Ultraberici così come la più selvaggia Trans D’Havet con le sue famose 52 gallerie.

In questa versione invernale, che in realtà ultra non sarebbe, i percorsi sono due: un integrale da 34 km con 1.400 metri di dislivello e uno da 17 km con 600 metri di dislivello.

Parliamo di una gara molto veloce dove chi proviene dalle corse su strada è sicuramente agevolato rispetto ai trailer, più abituati a dislivelli maggiori e terreni assai più tecnici per ciò che riguarda il fondo. Ii sentieri in questo caso erano spesso delle “autostrade“ con pendenze modeste e fondi ghiaiati, per non dire dei molti tratti asfaltati , mentre i brevi tratti di salita o discesa più impegnativi non erano tali da impensierire alcuno. Il fango pur presente in alcuni tratti non ha mai costituito una vera difficoltà.

Piacevole nella quasi totalità il percorso che permetteva di ammirare bei panorami autunnali, compreso il lago di Fimon che veniva costeggiato dall’alto di un sentiero per poi scendere al ristoro del 15° km, dove la gara corta si staccava per scendere al lago e rientrare alla partenza, mentre l’integrale riprendeva quota per salire ai poco più dei 300 mt. nel punto più elevato del percorso.

A proposito dei ristori: qui si è vista la mano di chi si intende di trail , fin dal primo abbiamo trovato un po’ di tutto, dal dolce al salato alla frutta secca e fresca con vari tipi di bevande in grande quantità e qualità; piccolo neo, la scarsa sensibilità dei concorrenti che accalcandosi ai tavoli rendono assai problematico a chi arriva riuscire a servirsi. Sarebbe sufficiente servirsi e poi fare un passo indietro per liberare il passaggio a chi è dietro, ma questo è un altro discorso e poco può fare chi organizza.

Logistica del dopo gara buona con qualche pecca : ovviamente docce gelate (se le vuoi calde, vedi di andare più veloce) anche se pulite, visto il giustissimo obbligo di lasciare le scarpe infangate all’esterno della palestra; posti a tavola, per consumare l’ottimo minestrone con secondo di speck e formaggio con tanto di lattina di birra:  quasi introvabili; ma anche qui il problema viene sempre da chi, pur avendo già pranzato, rimane a occupare la posizione come fosse in trattoria con amici. Diamo atto a “Pollo“ che svariate volte al microfono ha invitato a lasciar spazio a chi stava arrivando. Molto utile invece lo spazio sulle gradinate per potersi cambiare prima e dopo la gara.

Il pacco gara , l’ormai consueta maglietta , mi è stata offerta prima in enorme taglia “XL“ nera (forse perché snellisce) poi , in alternativa, in giallo fluo  misura  “S“:  ho optato per quest’ultima, più facile da regalare. Piccola caduta di stile,  ma non si corre per il pacco gara. 

Gara quindi  molto ben gestita e utile come allenamento “veloce“ propedeutico a impegni di maggior spessore, molto legata al territorio se si pensa che il 50% dei partenti proveniva dalle province venete, ma che ha saputo comunque portare al via un notevole numero di atleti .

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