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Dic 19, 2018

La mezza maratona è sempre lunga 21097,5 metri?

si tagliano le curve si tagliano le curve R.Mandelli

La risposta al quesito posto nel titolo parrebbe ovvia: sì, in particolare con le nuove norme emanate da Fidal. Ricordo che mezze e maratone (presto anche 5 e 10 km) devono essere correttamente misurate, da ciò ne consegue omologazione e certificazione. Ho partecipato ad alcune misurazioni di percorso e posso assicurare che i criteri sono ben precisi: ovviamente niente GPS (strumento inevitabilmente impreciso, ognuno racconterebbe la sua verità), bensì biciclette con ruote calibrate, si arriva addirittura a considerare la temperatura ambientale e la pressione delle gomme. La tolleranza massima ammessa è di 1 metro/km, vale a dire, ad esempio, che una mezza maratona potrebbe risultare più lunga di 21 metri, ma non di più. Il report della misurazione, che in realtà è un consistente malloppo cartaceo, contiene tutta una serie di dati e anche fotografie dei punti “critici”: certamente i passaggi al km 5,10,15,20 e arrivo (con tanto di chiodo piantato in terra), ma anche altri punti dove, eventualmente, si potrebbe percorrere una distanza inferiore lasciando la retta via.
Per ultimo, ma non meno importante, segnalo che la misurazione viene effettuata in assenza totale di traffico, seguendo la traiettoria ideale (elemento ovvio, in nessun caso può essere più corta), anche per questa ragione viene effettuata la notte o alla prime ore del giorno.

Vengo al punto che ha ispirato questo articolo: alla recente maratonina di Cittadella (gara nazionale Fidal, livello Bronze, tipologia A) molti podisti hanno realizzato prestazioni interessanti, probabilmente diversi dei quali anche il personal best. Non me ne vogliano gli organizzatori, peraltro la situazione non riguarda solo loro, ma è inevitabile notare queste cose. Quante volte abbiamo sentito dire “quella è una mezza veloce” oppure “bella mezza, ma non è da tempo”. Affermazioni che tendono a qualificare, o meno, la scorrevolezza del percorso, dove è possibile migliorare i propri primati personali.

Naturalmente la giornata di grazia può capitare, anche a tanti podisti tutti insieme, ma se ciò avviene su un percorso come quello di Cittadella, certamente pianeggiante, ma con oltre 40 curve, metà delle quali a 90 gradi, viene da pensare. Se poi a questo si aggiunge che diversi GPS indicano una distanza massima percorsa che arriva a malapena a 21 km, viene da pensare ancora di più. Credo sia ormai notorio a tutti che i GPS regalano metri, secondo loro le gare sono sempre più lunghe, in parte è dovuto alla taratura dello strumento ma ancora di più al fatto che in gara è oggettivamente impossibile seguire la traiettoria ideale lungo tutto il percorso, ovvero quella seguita e stabilita dai giudici per la certificazione.

Insomma, se due indizi fanno una prova, figuriamoci tre. Ma dove può stare “l’inganno”? Nel fatto che in gara non si percorrano effettivamente 21097,5 metri, nel caso della mezza, perché il percorso è differente, magari anche di poco, rispetto a quello misurato e certificato.
I casi del passato non sono pochi: ricordo una 10 km milanese, non ho dubbi che la distanza fosse correttamente misurata, ma poi i podisti tagliavano le curve sugli ampi marciapiedi, ed ecco che si corre un po’ meno dei 10 chilometri previsti. Oppure in un’altra mezza lombarda, in corrispondenza di un giro di boa, una transenna mal posizionata faceva risparmiare parecchia strada. O, ancora, una mezza milanese del 2017, un parco da circumnavigare ed invece tagliato diritto da molti partecipanti. Anche qui, come in altre occasioni, si è assistito ad autentiche performance. Attenzione, mi riferisco a gare regolarmente misurate ed omologate.

La sostanza è che non basta misurare ed omologare il percorso, ma si devono creare le condizioni affinché sia quello effettivo il giorno della gara; Un esempio, classico, su tutti: se ad ogni curva, magari con ampi marciapiedi, non si è provveduto a delimitare adeguatamente il tracciato di gara (con transenne, ma anche solo con la classica fettuccia), il podista più o meno inconsapevolmente tenderà a tagliare.

Che si dovrebbe fare? E’ una responsabilità che si devono spartire gli organizzatori, troppo spesso orgogliosi di avere una “gara da tempo” ed i giudici di gara, i quali dovrebbero in sede di misurazione evidenziare tutte le possibili/potenziali problematiche, ma poi anche verificare che il giorno della gara le condizioni siano effettivamente quelle certificate.

Certo, piacerebbe anche che i podisti facessero la loro parte..... 

 

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