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Nov 15, 2019 2722volte

Butter e le sue 196 “maratone”: fu vera gloria ed efficace beneficenza?

Ecco le 196 bandierine puntate da Butter in tutto il mondo, col dettaglio della maratona fai da te a San Marino. Ecco le 196 bandierine puntate da Butter in tutto il mondo, col dettaglio della maratona fai da te a San Marino. Immagine da www.nickbutter.com/runningtheworld196

Oggi vorrei tornare sulla notizia recentemente riportata dal collega Annoscia relativamente al trentenne britannico Nick Butter che correndo la maratona di Atene ha completato il suo record. Essere il primo al mondo ad aver corso una maratona in tutti i 196 Paesi riconosciuti dall'ONU. Impresa effettuata in meno di due anni. Così facendo è riuscito a raccogliere l’equivalente di circa 75.000 euro per il Prostate Cancer UK, l'organizzazione che nel Regno Unito si occupa appunto di lotta contro il tumore alla prostata.

Scusate se oggi sarò politicamente scorretto, ma più che esaltarmi per l’impresa ed il gesto atletico, vengo assalito da alcune domande. Non in ordine d’importanza, ma la prima è la seguente: chi può testimoniare che il runner abbia effettivamente corso delle maratone? Perché se nell’ultimo caso in Grecia si trattava di una manifestazione ufficiale, in molti altri paesi, se l’è cantata e suonata da solo. Pratica peraltro diffusa almeno in passato anche tra alcuni collezionisti e macinatori di maratone nostrani… Ad esempio a San Marino di maratone ufficiali non se ne organizzano da anni eppure il runner britannico ha piantato la bandierina lo scorso 13/9/2018, come facilmente reperibile navigando sul suo sito.  E di certo anche una traccia GPS dice poco se non c’è un ente terzo che possa certificare che abbia effettivamente corso e non si sia fatto un giro in auto o in bicicletta. A questo punto, per assurdo, erano più affidabili quei collezionisti di maratona che in passato correvano attorno all’isolato di casa propria, chiedendo ai vicini di testimoniare il numero di giri effettuati per arrivare a 42195 metri.

Venendo all’aspetto economico, sarei molto curioso di sapere con che soldi si è mantenuto per quasi due anni considerando che non ha un’impiego essendoci licenziato dal suo precedente lavoro. Tra l’altro tutti i costi per gli spostamenti non sono irrilevanti nel suo caso. Se uno gira tutto il mondo ed ogni tanto deve anche rientare in patria per la gestione dei visti. Francamente mi piacerebbe conoscere il conto economico dell’intera operazione rispetto ai 75.000 euro donati alla peraltro benemerita associazione. Il sospetto è che se fosse restato a casa, forse avrebbe risparmiato di più.

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