Elezioni Fidal: e se arrivasse una ventata di “Aria pura”?
E’ vero, in questo momento ci sono altre emergenze, ma il 29 novembre a Ostia ci sarà l’assemblea ordinaria FIDAL per l’elezione del nuovo Presidente e del Consiglio Nazionale, che dovranno guidare la nostra atletica lontano dal virus che ormai l’ha posta in quarantena da trent’anni, un tempo forse eccessivo.
Al momento ci sono tre candidature, ma deludenti: Roberto Fabbricini, 75 anni, nel CONI dal 1972, sempre nelle zone alte del potere sportivo; un uomo per tutte le stagioni, da Federcalcio a Sport e Salute, nessuna o quasi esperienza nell’atletica, non ha ancora presentato un programma, solo la disponibilità a riunire l’Atletica sotto una sola bandiera.
Stefano Mei, 57 anni, buon passato da atleta, consigliere nazionale nel 2001 e 2009, già candidato alle scorse elezioni, è l’unico che ha presentato un programma in cui si parla solo di atletica top e in pista; oltre a tutto denota una scarsa conoscenza della Federazione mettendo al bando la Runcard, senza ricordare che il contratto (,rinnovabile) con Infront scade nel 2024, e uno dei pilastri è proprio la Runcard; ma forse è una concessione alle società che la osteggiano.
A giorni dovrebbe uscire il programma dei “Volonterosi”, capeggiati dal Generale Vincenzo Parrinello 62 anni, da otto vice di Alfio Giomi, un altro Comandante delle Fiamme Gialle come Gianni Gola, che salì al potere proprio trent’anni fa: non è certo una garanzia di discontinuità e rinnovamento.
E’ stato pubblicato in questi giorni il prospetto con i voti a disposizione delle società, e quindi si possono cominciare a fare delle considerazioni.
Stranamente ci sono meno voti a disposizione, 68.630 contro i 106.667 del 2016, difficile capire il perché vista la complessità dei calcoli che tengono conto di 24 voci: di cui solo quattro dedicate ai Master, con 777,5 voti, quattro ai Cadetti (11.055) e due alla Montagna (55).
Ci sono poi 10 punti a testa per le 2.780 società, pari a 27.800, e 395 per gli organizzatori di manifestazioni in pista. Il resto (28.911) viene assegnato in base all’attività assoluta su pista. Il totale fa 68.994,5 voti, ma 364,5 vengono persi per arrotondamenti.
Si conferma, insomma, l’errore di concetto esistente: praticamente i voti vengono attribuiti solo per l’attività su pista. In 30 anni non si sono rivisti i criteri della loro attribuzione, la strada è completamente ignorata, pur essendo almeno il 60% dell’attività federale; i Master e la montagna ricevono un quantitativo ridicolo se non offensivo.
Ho esaminato i dati delle ultime elezioni FIDAL: Giomi fu eletto con 47.469 voti pari al 61,56 %, Mei ne prese 29.408, 38,14% ; bianche 237 , 0,30%
Ciò vuol dire che non furono assegnati 29.553 voti, cioè più del risultato di Mei.
Ancor più significativo il fatto che le società votanti furono 740, ma 407 con deleghe, di fronte alle 2.462 aventi diritto: praticamente il 23,5% decise la governance della FIDAL per il quadriennio 2017 – 2020. Gridare allo scandalo non sarebbe eccessivo.
Dai conti fatti, questa volta le società che possono contare da 10 a 50 voti sono 2.514, con 34.980 voti pari al 51 %; le altre sono 266 col 49%. Se consideriamo che le liste in campo saranno forse tre, ma quasi sicuramente uno dei contendenti si ritirerà, troviamo che se le società “podistiche”, anziché dare la delega alle società che contano, formassero una lista “aria pura”, cosa potrebbe succedere?
Il problema è trovare chi possa portare al successo un Movimento “Aria Pura”: ho in mente alcuni nomi, ma preferisco che sia il “popolo” ad esprimersi. Mi limito a tracciare un personale identikit: deve essere giovane (40 – 50 anni), avere un passato di discreto atleta, deve conoscere e amare sia la pista che la strada, essere un valido organizzatore e, soprattutto, aver voglia e tempo di impegnarsi.
Naturalmente a lui si deve poter affiancare un valido gruppo di collaboratori che non vadano in Consiglio solo per fare gli interessi della propria società, insomma una squadra di persone serie che diano una ventata di freschezza. Insomma, sarebbe ora di smettere con la rassegnazione e il fatalismo.
“Sembra sempre impossibile, finché non viene realizzato” (Nelson Mandela).
% SOCIETA' |
60 |
30,4 |
4,9 |
3,1 |
0,9 |
0,7 |
100 |
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% VOTI |
24,2 |
26,8 |
14,2 |
16,7 |
8,7 |
9,4 |
100 |
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- La tabella completa dei votanti (580 Scaricamenti)