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Apr 24, 2020 2377volte

Appelli al Governo: dalla libertà di movimento a più fondi per le piccole Federazioni

Alfredo De Joannon Alfredo De Joannon Foto Peacerun

L’epidemia dovuta alla diffusione del covid-19 e le conseguenti misure del Governo, con particolari misure in campo sportivo, e il blocco ad ogni forma di attività, tranne le “passeggiate” in prossimità della propria abitazione (con inasprimenti in alcune regioni decise dai locali “governatori”), determinano le reazioni degli sportivi e dei loro rappresentanti. Già abbiamo pubblicato la notizia relativa al pronunciamento di alcuni magistrati valdostani:

http://podisti.net/index.php/notizie/item/6079-valle-d-aosta-i-magistrati-scendono-in-campo.html

Significativa ora la richiesta di chiarimenti sul divieto a svolgere corsa e attività motoria oltre i 200 metri dalla propria abitazione, espressa da Alfredo De Joannon, presidente Sri Chinmoy Oneness -Home Peace Run Italia:   

“Gentili Signor Presidente del Consiglio dei Ministri e Signor Ministro della Sanità,

a seguito dalla limitazione del diritto costituzionale alla libertà di movimento introdotta dai recenti DPCM anti COVID-19, in particolare in merito alla decisione di vietare la attività di corsa e attività motorie oltre i 200 metri dalla propria abitazione sono cortesemente a richiederle di conoscere iter della formazione del provvedimento con accessi documenti che hanno concorso alla decisione in oggetto, inclusi tutti pareri e relativa documentazione tecnico-scientifica a supporto,  rilasciati da qualsiasi ente e/o comitato coinvolto. 

Sebbene infatti i DPCM contengano probabilmente profili di incostituzionalità evidenziati da più costituzionalisti, pur comprendendo le positive ed emergenziali ragioni di fondo gli indubbi vantaggi collettivi, come cittadino potrei sopportarli più facilmente se le prescrizioni avessero efficacia dimostrata o per lo meno un  solido supporto teorico. 

In particolare i due divieti in oggetto  non sembrerebbero avere almeno in prima analisi e  guardando a provvedimenti adottati da altri paesi, un riscontro o base teorica.  Se così fosse si tratterebbe di una ingiustificata limitazione di attività utili alla salute non solo fisica ma anche psicologica, che sta affliggendo milioni persone tanto più in una fase così critica anche per la stabilità psicologica messa a dura prova da cambiamenti tanto repentini nelle relazioni psico sociali e nelle prospettive economiche. 

Per questo ritengo civilmente importante che lei Signor Presidente del Consiglio e Signor Ministro della Sanità cortesemente possiate dare seguito alla richiesta in oggetto”. 

Sarà interessante scoprire se mail il premier Conte, o il ministro Speranza forniranno una risposta precisa al dottor De Joannon: risposta che – ne sono sicuro - arricchirebbe lo scibile degli sportivi “mortali”.  

Più pratica la richiesta di 10 piccole o medie Federazioni sportive: Federazione Ginnastica d’Italia, Federazione Italiana Canoa Kayak, Federazione Italiana Canottaggio, Federazione Italiana Cronometristi (da cui dipende lo svolgimento di moltissime gare inquadrate nelle rispettive federazioni, atletica inclusa), Federazione Italiana Hockey, Federazione Italiana Pesistica, Federazione Italiana Scherma, Federazione Italiana Sport Invernali, Federazione Italiana Tiro con l’Arco, Federazione Italiana Vela e Federazione Italiana Biliardo Sportivo, che chiedono un aiuto economico urgente al Governo, a partire già dal decreto “Cura Italia” in discussione in Aula in questi giorni, per non veder sparire le associazioni sportive dilettantistiche: urge sbloccare i fondi già stanziati e vincolati per il progetto “Sport di Tutti” ed assicurare la certezza della contribuzione statale per il prossimo anno: 

“Le prime bozze del decreto “Cura Italia” non sembrano tenere in considerazione un movimento, quale quello dello sport italiano, che influisce, considerandone anche l’indotto, per il 3,8 % del PIL. Chiediamo al Presidente del Consiglio, al Ministro competente ed all’intero Governo di riconoscere allo sport di base, che si fonda sul quotidiano impegno di milioni di praticanti, quel ruolo importante non solo sul piano economico ma anche, e soprattutto, su quello sociale. La pandemia sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza delle società sportive che rappresentano sia il terreno fertile da cui germogliano i campioni di domani e sia il tramite più immediato ed efficace dei valori del vivere civile e della convivenza sociale. I primi interventi predisposti dal Governo hanno rappresentato per lo sport azzurro una boccata d’ossigeno, però rischiano di essere insufficienti. E’ necessario adesso intervenire in maniera tempestiva e strutturale. E’ per questa ragione che chiediamo di prevedere, all’interno dei 25 miliardi che rappresentano il plafond del decreto “Cura Italia”, lo stanziamento di somme che possano rappresentare un’immissione di liquidità che, attraverso le Federazioni sportive, giungano immediatamente alle società di base che rappresentano la colonna vertebrale dello sport azzurro. Inoltre, chiediamo di svincolare i fondi già stanziati per il progetto “Sport di Tutti” e che rischiano di rimanere dormienti nei nostri bilanci federali in quanto non potranno essere messe in atto quelle iniziative alle quali erano destinati. Si tratta di somme importanti e che potrebbero essere utili quale ulteriore sostegno alle nostre realtà sportive. Ma, come ogni sportivo sa, i risultati di domani si costruiscono con una corretta programmazione. A tal fine, chiediamo al Governo una dichiarazione che possa garantire la continuità degli stanziamenti destinati allo sport anche per il prossimo anno che vedrà porci l’obiettivo di onorare il Paese ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo. In questo percorso, sin da subito, esprimiamo l’esigenza di avvertire la vicinanza del Governo al mondo dello sport con azioni concrete che passino dallo stanziamento di fondi fondamentali per la sopravvivenza dell’intero movimento ed anche da una auspicata concertazione ed attività di ascolto di tutte le componenti dello sport italiano, attraverso il CONI ed il Comitato Italiano Paralimpico”. 

Le conseguenze più vistose del virus, nell’opinione popolare, riguardano i massimi campionati degli sport di squadra, e le altre discipline, diciamo così, più televisive, dalla Formula 1 alle Olimpiadi: ma non meno gravi sono gli effetti sugli sport minori e dilettantistici, come il nostro. La ripresa in questo campo deve essere posta già da oggi tra le priorità dell’azione governativa.

 

 
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