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Apr 25, 2020 2160volte

25 Aprile: non gareggiamo, ma riflettiamo e commemoriamo

In questo periodo di forzato stop agonistico, lo scorrere del calendario ci ricorda le manifestazioni a cui abbiamo partecipato negli anni precedenti. Siamo costretti ad essere prigionieri dei ricordi e quindi rivediamo le immagini passate, le prestazioni cronometriche e per i Redattori di Podisti.net, anche gli articoli scritti a suo tempo. Ciò premesso, Vi ripropongo un brano da un mio articolo del 2014 in occasione di una gara a Seveso il 25 Aprile. Ovviamente niente cronaca agonistica, ma una riflessione che prese spunto da un mio intervento al microfono prima dello start, quando venni intervistato da Rosanna Massari. Parlai del significato della Festa della Liberazione:

“Ciò premesso consentiteci di cambiare completamente registro. In una scatto d’immodestia e, come richiesto nel titolo, addirittura parafrasando il Sommo Poeta, vorremmo chiedere a tutti i runner di non pensare per una volta alla corsa, ma riflettere come su come mai ieri, 25 Aprile, ci siamo ritrovati a casa a festeggiare.

Abbiamo festeggiato la fine di una guerra, la peggiore delle guerre, in quanto anche una guerra civile. Noi Italiani ci siamo fronteggiati, combattuti, ammazzati. Questo credo che dovremmo ricordarcelo per sempre, affinché ciò non avvenga più. Ricordiamo quindi i vincitori ed anche i vinti, perché dividere le due fazioni esattamente fra buoni e cattivi sarebbe sicuramente un operazione semplicistica e riduttiva, così come sostenere che dopo quella data, purtroppo, per un breve periodo non si sia fatta anche, sottolineo la parola anche, della giustizia sommaria.

Ma oltre alla guerra, festeggiamo un altro evento importantissimo: la fine di una terribile dittatura di cui la guerra civile è la causa e l’estrema conseguenza finale.

Una dittatura che aveva distrutto la democrazia, cancellando ogni possibilità di opposizione e stabilendo una politica del terrore, proprio come fanno le dittature. E quindi quando sentiamo in giro qualcuno che simpaticamente sostiene come in questo onesto regime i treni arrivassero in orario, ci fosse lavoro per tutti e gli avversari politici fossero gentilmente spediti al mare, vorremmo ribadire qualche informazione che non rientra nella categoria delle opinioni ma in quella dei dati di fatto.

Questa dittatura, che con grande sagacia pensava di sconfiggere contemporaneamente USA, URSS, Gran Bretagna ed altre nazioni, ha portato il paese alla distruzione, ha fatto si che morissero circa mezzo milione di persone durante il conflitto, senza contare feriti e mutilati.

Questa dittatura, pervasa dalla corruzione e dal nepotismo, ha ucciso, picchiato, torturato ed imprigionato gli avversari politici. Ha promulgato leggi razziali e spedito alla morte quasi certa in campi di concentramento circa quarantamila persone. Senza contare le vittime delle grandi opere come ad esempio nell’Agro Pontino.

Quanto a treni, sinceramente non sappiamo se arrivassero realmente in orario, ma sebbene ciò sia importante non crediamo che sia questo il punto cruciale della discussione.

Quindi viva la Liberazione, viva il 25 Aprile e viva l'Italia unita. E adesso torniamo pure a correre senza tuttavia dimenticarci da dove nasce l’attuale democrazia. E scusate per questa licenza che ci siamo voluti prendere, ma ci tenevamo tanto a farlo”.

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