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Apr 25, 2020 3119volte

Fase Due: fuori gli over 60? Vengano a vedere quelli che corrono!

Fulvio Marzocchi e Michele Gallo, splendidi M65 Fulvio Marzocchi e Michele Gallo, splendidi M65 Foto Antonia Annoscia

Grande risalto sta avendo la relazione di Vittorio Colao che nel documento redatto dalla “task force” da lui presieduta, e presentato al premier Giuseppe Conte per la ripresa nella cosiddetta “fase 2” ha chiesto di esonerare dal lavoro le persone con oltre 60 anni, limitandone le uscite di casa in quanto soggetti a rischio. 

Per la precisione, nella videoconferenza, a cui partecipavano anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli (anni 55), il commissario Domenico Arcuri (anni 56) e diversi sindacalisti, Colao (che di anni ne ha 58 e mezzo) ha chiesto per gli over 60 lo smart working se ruolo e mansioni lo consentono, altrimenti l’esonero, che verrebbe a costringere “i più grandi” a prolungare la quarantena per evitare di essere esposti a rischi maggiori, loro che sono i più vulnerabili.

Conte, pur ringraziando Colao, ha subito risposto che il Governo non avrebbe mai accettato questa richiesta, anche perché, come scritto dal Corriere della Sera, l’esonero degli over 60, “lavoro agile” a parte, riguarderebbe ben 17 milioni e 600.000 cittadini, pari al 29% della popolazione, con gravi ripercussioni sull’economia nazionale.

Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha sentenziato che l’ipotesi d’una quarantena a oltranza basata sull’età “è una follia” e sarebbe illegale perché “l’articolo 16 della Costituzione che riguarda la libertà di circolazione dice che si possono stabilire dei limiti con una legge in via generale. E ‘in via generale’ vuol dire che non si possono fare eccezioni. Non è che puoi dire: questa categoria sì quest’altra no. La ratio dell’esclusione di persone sopra una certa età è quella che sono più fragili, più aggredibili, perché ci sono fenomeni di co-morbilità. Se questa è la ratio, però, allora bisognerebbe anche escludere il trentenne iperteso, il quarantenne diabetico e così via. Di più: anche oltre i sessant’anni c’è tanta gente che sta benissimo. Conosco ottantenni che sono in piena forma. Che giocano a tennis… E allora?”

Ecco, è proprio questo il punto: quanti over60 che corrono ci risulta stiano in formissima, con tempi e prestazioni da fare invidia ai ragazzini?

Nel nostro mondo gli ultrasessantenni sono esempi di vita sportiva ed equilibrata, di fisici curati, di sacrifici anche a tavola, e sono perennemente seguiti anche a livello medico.
Egregio dottor Colao, preghi i componenti della sua task force di vedere i filmati delle nostre gare, affinché possano notare che splendidi atleti abbiamo nelle categorie più alte d’età, e ripensi alla sua relazione.
Come potrebbe ripensarci il dottor Sergio Venturi (66 anni, commissario all’emergenza nell’Emilia-Romagna), che dopo aver osteggiato la licenza di uscir di casa per i bambini, quando era stata deliberata dal governo, il 17 aprile Venturi ha proposto  “una sorta di patto generazionale: fino ad oggi sono stati i bambini e le bambine a stare a casa per proteggere i nonni. Ora tocca ai più anziani lasciare che i piccoli escano”: come se le due cose si escludessero, e l’aria aperta non facesse bene a tutte le età (fonte: Bolognaindiretta.it, e molte altre).

Andando oltre il mondo sportivo, basta vedere un Rosario Fiorello, il famoso showman, che a giorni (il 16 maggio) compirà appunto 60 anni, e si è permesso di scherzare in un TG1 su quanti non potrebbero uscire di casa, a partire da Ligabue, Baglioni e Venditti (cui aggiungiamo, dall’altra metà del cielo, una Lilli Gruber, 63 anni splendidamente compiuti domenica scorsa, o Isabella Rossellini, per arrivare fino ad Alba Parietti che ormai si avvicina ai 70…)

Più serio e professionale sarebbe, come ha dichiarato Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all’Università di Firenze, Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, esperto di epidemiologia, prevenzione delle malattie infettive, invasive, batteriche e HPV, membro di numerose commissioni mediche internazionali,  “fare una valutazione medica sul singolo, magari affidata al medico di base che meglio conosce l’individuo, per capire il reale rischio che corre”. Aggiungendo l’invito, fatto già a inizio mese, all’uso generalizzato della “mascherina chirurgica”, che “ha uno scopo di tipo sociale, io proteggo le altre persone dal mio materiale biologico, ma non ho garanzia di protezione assoluta dagli altri”. Vista la situazione di emergenza sono utili anche quelle ‘fai da te’, magari fatte con tessuto in cotone: “non abbiamo prove scientifiche, ma sembra che qualcosa facciano” (alé famiglia Mandelli!).

E ricordando, da parte nostra, che le raccomandazioni dell’OMS indicano in 150 minuti settimanali di attività “a moderata intensità” la quantità indispensabile per restare in salute.

 

 
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1 commento

  • Link al commento Fabrizio Sandrelli Giovedì, 30 Aprile 2020 11:54 inviato da Fabrizio Sandrelli

    Sono (ahimè) un ultrasessantenne - almeno come età anagrafica - in discrete condizioni fisiche, ma pur sempre "a rischio".
    Sinceramente, non trovo affatto disdicevole la proposta del dottor Colao e avrei continuato ben volentieri a telelavorare da casa.
    Il fatto di dover tornare fisicamente al lavoro dovendo sottopormi a una sorta di corsa ad ostacoli (precarietà dei trasporti pubblici, orari, autocertificazioni, limitazioni, controlli etc.) , rischiando per giunta di rimanere infettato, non la considero né una conquista di civiltà, né una prospettiva esaltante, checché ne pensino i professori Giuseppe Conte e Sabino Cassese. E nemmeno mi rende giulivo la prospettiva di dovermi trascinare - in queste o analoghe condizioni - per altri 5 anni fino all'età pensionabile (67 anni) .

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