Una “Maratona delle Cattedrali” tutta personale…
8 maggio/ 15 maggio. Oggi l'istituto Oncologico Romagnolo ha scritto: Cristiana aveva detto “a Ravenna sarà la mia ultima maratona”. Ed era quella la mia intenzione, poi invece, il gruppo col quale ero andata all'isola d'Elba ha proposto di fare un viaggio per la Maratona delle Cattedrali. Quindi c'era un viaggio organizzato, che partiva da Rimini .
Con mia grande gioia avrei avuto compagnia per tutto il viaggio, avrei visitato per la prima volta le grotte di Castellana, visto per la prima volta Matera.
Oramai sono 2 anni che convivo con la mia malattia, dicono tutti che sono una guerriera, e che sto bene: il 20 aprile ho fatto la chemio n. 35, resta qualche dolore alle ossa, cosa volete che sia?
Dentro di me penso: " Chissà domani?".
E allora, ho chiamato la mia amica Mariella Dileo, e le ho chiesto se la Maratona delle Cattedrali, Barletta-Giovinazzo, poteva avere come tempo massimo 6 ore e mezza.
Perché, purtroppo, lo so che con le mie macchie al polmone posso camminare e correre, ma non mi posso permettere di avere comunque un’andatura tale da rimanere entro le 6 ore.
Mariella mi richiama e mi dice : "Cristiana, ‘farai i palloncini’ delle 6 ore e 30, con altre 2 amiche".
Evviva..!!! Ero felicissima, amo la Puglia ed avevo già corso la prima edizione della Maratona delle Cattedrali: nonostante la pioggia, ne avevo un bel ricordo.
Nel frattempo ho dovuto subire l'intervento alla cataratta, quindi per un mese e mezzo non mi sono potuta allenare causa convalescenza (mi avevano detto che le vibrazioni avrebbero potuto compromettere il cristallino), il tempo passava e si avvicinava la data della maratona, io non non ero più uscita né a camminare né a correre, ed ero quindi titubante sulla riuscita della maratona. Ma ero sicura che accanto a me avrei avuto due persone delle quali mi fidavo ciecamente: la Lilly, che era già stata con me nella maratona di Ravenna, e Angela Gargano, la Signora della 1000 maratone, due grandi donne e grandissime amiche. Sapevo, quindi che grazie al loro appoggio ce l'avrei sicuramente fatta. Anche se avevo sulle gambe solo l'allenamento del mese di aprile, con 12 km per volta al massimo.
Tengo d'occhio pure il meteo. E purtroppo si comincia a notare che domenica 8 maggio sul lungomare pugliese ci sarebbero stati piogge e temporali.
La situazione mi ha messo un po' a disagio, perché per colpa della mia malattia la pioggia fa paura. Comunque si parte, arriviamo in Puglia, visitiamo Trani, Alberobello, le grotte di Castellana che sono uno spettacolo della natura meraviglioso: sono rimasta affascinata e sbalordita per la loro imponenza, e felicissima di averle viste.
Le previsioni di sabato 7 davano che per domenica ci sarebbero state “piogge modeste” e temporali, ed io ho pregato la mia Buona Stella (sono convinta di avere una buona stella) che mi potesse aiutare ad avere un clima, anche se coperto e fresco, senza pioggia.
E' domenica 8 mattina, si parte in direzione verso la prima cattedrale di Barletta (noi eravamo a Giovinazzo). E' stato carinissimo poter salutare persone che non vedevo da tanto tempo e ricevere l'intervista della giornalista che mi ha presentato e parlato della mia malattia.
Incontro anche la mia nuova compagna di viaggio: Elena Carraro, perché Lilly Farronato putroppo si è infortunata; ma ci accompagnerà in bicicletta, sarà la nostra reporter e porta il mio zaino “di sopravvivenza”.
Siamo in fondo, coi palloncini delle 6 ore e mezza color fucsia . Si parte: Lilly ci precede e scatta foto e video al nostro passaggio. Nei primi 10 km il tempo è coperto ma tutto sommato clemente. anche se si iniziano a sentire dei tuoni e a vedere un po' di di nuvole più cupe davanti a noi; in lontananza si intravvede Trani, ma arriva anche la pioggia. Ho tanto pregato perché non si scatenasse, ma purtroppo scende copiosa. Ci ha accompagnato praticamente da Trani fino quasi a Bisceglie, ma io ero stata previdente, ed ho tirato fuori dallo zaino prima uno e poi anche il secondo kway... Però ero zuppa lo stesso, all'inizio abbiamo cercato di evitare le pozzanghere, ma poi la strada in alcuni punti era piena d'acqua, impossibile non bagnarsi.
Poi per fortuna, prima di Bisceglie il cielo si apre; è uscito un pallido sole e siamo riuscite ad entrare in Bisceglie, ammirare il magnifico lungomare e fare il giro della cattedrale con il sole. Avevo tolto un kway e lo avevo messo sulla bici ad asciugare, ma anche la bici… subisce un infortunio, ahah la gomma si è forata! Nonostante una persona gentile l’abbia rigonfiata, di lì a poco si sgonfia di nuovo e Lilly sarà costretta ad accompagnarci camminando con la bici a mano.
Siamo al ristoro del km 25, in lontananza Molfetta e ancora cielo nero sulla città… Guardo le mie amiche e dico: "ragazze, ci aspetta l'acqua su Molfetta", ma ero stata ottimista: poco dopo cominciano i goccioloni, e sembrava il cielo si fosse aperto, l'acqua era tanta che non si vedeva nulla o quasi, in alcuni tratti sul lungomare di Molfetta ho preso i palloncini e li ho portati sottobraccio perchè per colpa del vento mi rallentavano. Speravo che potesse calmarsi, ma nulla purtroppo, l'acqua e il vento contrario ci hanno accompagnato fino a Giovinazzo, la strada in alcuni tratti sembrava un fiume. Hanno cominciato anche i tuoni e i lampi, quindi la situazione che era già critica sembrava volesse anche peggiorare.
Cominciavo ad avere freddo, ho preso anche i manicotti, praticamente zuppi e non mi hanno aiutato molto; ma oramai siamo arrivate che i nostri GPS davano davano 40 km, però il cartellone ufficiale segnava 39…: ci guardiamo, ho un attimo di panico, era solo un km, ma ero quasi stanca di pioggia e freddo...
Per fortuna poco più avanti troviamo anche il tabellone con scritto 40, sospiro di sollievo. Giriamo verso il lungomare di Giovinazzo, dove il ristoro era abbandinato, tanto per i bicchieri d'acqua ci pensava madre natura, e le arance galleggiavano nei vassoi… Ci fermiamo un attimo lo stesso, perché nonostante il tempo avverso avevamo un piccolo margine sull'arrivo. Anche qui il vento era abbastanza forte, ho iniziato a sentire molto freddo; allora mi giro verso le compagne dicendo:" ragazze, comincio a coriccchiare". Ma è stato un tentativo inutile, comunque ero raffreddatissima e sentivo tantissimo freddo. Ma c’è ancora poco per l'arrivo, prima di cui dobbiamo arrivare in cattedrale. Ed eccola la cattedrale di Giovinazzo: anche qui non c'è più nessuno ad indicare la strada, ma ad intuito giriamo verso la piazza principale. Avevo intravisto una transenna, incontriamo un signore, che ci conferma che qui è il km 42, ed è cosi: poco dopo il cartellone dichiara 42. Lasciamo il centro storico e vediamo il tratto finale dell'arrivo, gli ultimi 150 metri. Col telefono giro il video del mio arrivo; ero felice e alla fine ho ripreso anche le mie lacrime, ma ci stavano.
Del resto ogni volta che comincio questo viaggio non so mai se e come andrà a finire. Questa domenica, nonostante la pioggia, sono riuscita in un'impresa che non pensavo di poter portare a termine, specialmente dato il clima. Anche se, la mattina alzandomi e vedendo le previsioni meteo avverse avevo pensato positivamente dicendomi: " Ci proverò. Perché sicuramente non avremo talmente freddo da non riuscire a scaldarci." Ed è stato proprio questo che mi ha aiutato.
Ma sopratutto: Grazie. Grazie alle mie compagne di viaggio per aver condiviso questo viaggio lungo e movimentato. Siete state davvero delle grandi braccia alle quali potermi appoggiarenel momento del bisogno, e vi voglio tanto bene.
Ho finito la mia maratona numero 151, la numero 7 da malata oncologica. L’Istituto Oncologico Romagnolo, dopo avermi ricordato la promessa di Ravenna, si è corretto: “… ma Cristiana ci meraviglia sempre e anche questa volta è riuscita nel suo intento”. Ho corso portando con me tutti malati oncologici e la maglietta dello IOR, che è sicuramente una realtà molto viva e che aiuta tanto i malati come me qui in Romagna. Grazie a chi mi ha seguito e mi ha dato la possibilità di poter dire “grazie”.
E grazie Mariella Dileo: senza la nostra Maratona delle Cattedrali, e la possibilità di “essere il palloncino” delle 6 ore e 30, non sarei qui a raccontare la mia impresa.
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