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Gen 04, 2023 2681volte

Doping in Kenya: sarà un’altra Russia?

Corsa campestre in Kenya, categorie giovanili Corsa campestre in Kenya, categorie giovanili

5 gennaio 2023. Ricorrono con sempre maggiore e preoccupante frequenza i casi di doping che coinvolgono atleti keniani, ma forse è l’intero continente africano a trovarsi nel mirino. Talvolta si tratta di “missed test”, ovvero di atleti più volte irreperibili in occasione dei controlli, che spesso avvengono fuori dalle gare; altre volte invece è stata proprio accertata la presenza di prodotti dopanti (testosterone, eritropoietina, etc.) quando i test sono avvenuti nel contesto di manifestazioni.

I nomi degli atleti keniani? Tanti, ne citiamo solo alcuni: Marius Kipserem, Philemon Kacheran, Justus Kimutai, Alex Korio. Questi in qualche modo fecero ancora più notizia perché si trattava delle “lepri” che aiutarono Kipchoge nell’impresa di correre la maratona sotto le due ore.  E poi Mark Kangogo, Lawrence Cherono. Anche in campo femminile, è notizia recente la squalifica di Diana Chemtai Kypiokei, Purity Cherotich Rionoripo (LEGGERE QUI) e Betty Wilson Kempus.

Stiamo parlando di atleti di alto livello, uomini che hanno corso la mezza maratona ben sotto i 60 minuti e/o la maratona sotto le 2h05’, vincitori delle più importanti gare a livello internazionale (Boston, Praga, Chicago, Parigi).

In totale, da inizio 2022, sono venti quelli sanzionati con lunghe squalifiche, fino a 6 anni. Un fenomeno che quindi non è più isolato ed ha attivato l’attenzione di World Athletics, la federazione mondiale di atletica leggera. Il presidente, Sebastian Coe, in una intervista avrebbe ricevuto rassicurazione dal governo keniano che per combattere la piaga investirà 25 milioni di dollari, per aumentare test e controlli. Speriamo davvero che ciò avvenga.

Siamo di fronte ad un potenziale caso Russia (bandita dalle manifestazioni per quattro anni, poi ridotti a due), quindi doping di stato che porterebbe all’esclusione del Kenya? Personalmente non lo credo, doping di stato in Kenya mi pare improbabile, non fosse altro per questioni organizzative. Di certo il problema è grosso, e il sospetto che i numeri potrebbero crescere ancora c’è tutto.

Ma come è possibile un numero così elevato di atleti importanti, quasi sempre assistiti da manager di alto livello? Per come la vedo io, sgombro subito il campo da possibili illazioni di connivenza, non fosse altro per questioni di interesse; gli atleti sono un patrimonio da accudire con molta attenzione, un atleta élite che si perde per strada (per doping ma non solo) costituisce un danno economico non indifferente. Se in fondo non è difficile trovare buoni atleti in Africa, molto più complicato è trovare e gestire i fuoriclasse, donne da 2h15/16 in maratona, o uomini che nella mezza corrono sotto i 58/59 minuti. Poi, è ovviamente una questione di immagine, un danno tutt’altro che irrilevante per la reputazione.

Il problema non è di facile soluzione, ci vorrebbe certamente un forte e sostanziale intervento di Athletics Kenya (attualmente è il paese che presenta più casi), condizioni contrattuali più decise da parte dei manager (ma queste mi risultano già esserci, in buona misura); purtroppo i controlli sono complicati in Kenya, non so nemmeno se esistono laboratori dedicati in Kenya, perché è chiaro che non si tratta di semplici esami del sangue e delle urine.

Poi c’è un altro fatto che complica notevolmente le cose, il cosiddetto  “whereabouts” (sostanzialmente la reperibilità che devono dare gli atleti). A parte le distanze (enormi in Kenya), c’è un problema culturale, la conoscenza della lingua è limitata e immagino sia complicato seguire le procedure, in particolare per gli atleti seguiti marginalmente dai manager, o non seguiti affatto. Certo che si può semplificare tutto sostenendo che se vuoi fare l’atleta devi metterti nelle condizioni di farlo, però … non è così semplice.

Infine, ma a mio avviso è la cosa che forse preoccupa di più in assoluto, è la facilità con cui in Kenya si trovano  prodotti specificamente dopanti, perché non si tratta di cortisone, per riuscire comunque a correre o sostenere allenamenti impegnativi: sono prodotti esclusivamente finalizzati al miglioramento delle prestazioni. Pare ci sia un vero e proprio business, un commercio anche su larga scala, e quando ci sono di mezzo i soldi, tanti soldi, le cose diventano molto più complicate.

P.S. la (mia) foto mostra la fase di una corsa ad Eldoret (Kenya), probabilmente la gara di corsa campestre più famosa in tutto il Kenya. La categoria è quella che corrisponde alla nostra ragazzi/allievi. Da notare che diversi di loro corrono a piedi scalzi. L'auspicio è che da "grandi" prendano la strada giusta. 

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