Campogalliano e Formigine, i modenesi battono due colpi
25-26 novembre – Rieccoci qua, un anno dopo, a celebrare come si conviene due eventi modesti ma che ci tengono insieme e, con tutti i loro e nostri limiti, ci fanno sentire vivi, come nel 2022 quando si provava a riemergere dalla catastrofe. https://podisti.net/index.php/cronache/item/9525-formigine-raduna-i-mille-col-booster-di-campogalliano.html. Potrei riciclare quella cronaca pari pari e si adatterebbe perfettamente anche al 2023, i protagonisti sono esattamente gli stessi e solo qualche capello in meno o ruga in più certifica che è passato un anno; il clima fresco-soleggiato è identico e ci permette di spaziare da abbigliamenti tra il polare e la canottiera che il Fausto Coppi da Soliera indossa 365 giorni l’anno, riscaldandosi peraltro il cuore con la ricercata vicinanza a concorrenti donne.
Italo è sempre presente e come l’anno scorso mi gratifica di una dose omeopatica di foto che, in mano a Roberto Mandelli, assumono valore aggiunto.
A occhio, giudicando dalla facilità di parcheggio nei pressi dei ritrovi, sembriamo di meno, ma le classifiche finali attestano nella patria di Bonaccini più di 350 regolarmente iscritti; come al solito, c’è chi è partito prima perdendosi la serie di edificanti preamboli discorsivi tenuti sotto il gonfiabile: dove peraltro l’intitolazione “Nemmeno con un fiore” (9^ edizione) rende doverosa la riflessione su fatti recenti, e altri a mio parere ancora più tragici, perché prassi sistematica ma che si tende a dimenticare per bieche preclusioni politiche (tra Campogalliano e la Novellara di Saman Abbas intercorrono 25 km, non dico altro).
La corsa è comunque piacevole, in parte anche campestre e ariosa sfiorando il santuario della Sassola (il tracciato, su una distanza massima di 8 km, ricalca per un paio di km, in senso invertito, quello dei Diecimila della bilancia), ma entrando pure nel centro storico del paese, egregiamente sistemato attorno a quel gioiellino nascosto di piazza Castello.
Dal punto di vista podistico, è nota l’assenza di ristoro intermedio (questa volta non chiedo a Giangi se ha pagato l’iscrizione), ma resta garantita la confortevolezza di quello finale all’interno del caldo palasport: e se, oltre a Gabriele, tra gli organizzatori ringrazio Fabio Marri e la signora Daniela, non sto parlando di me stesso ma dei più insigni tra gli omonimi.
Per due euro di iscrizione (cui chi vuole può aggiungere l’acquisto benefico di altri gadget), il premio finale è a scelta tra tisane e pacchetto di pasta. Scontato il premio come prima società del Cittanova con oltre 100 iscritti, esattamente doppiando l’ex casa-madre della Madonnina che ne ha 50. E scalda il cuore vedere tante famiglie coi bambini, chi a piedi, chi in bicicletta, chi sulla carrozzina: grazie a loro, we shall overcome.
Mentre, fra gli attempati Paolino sembra ringiovanire, confessando che questa è una settimana di pausa prima delle maratone consecutive di Vidor e Malaga, e magari anche Cinisello Balsamo l’ultimo dell’anno su un circuito di 1200 metri.
Torniamo a casa in fretta per vedere Sinner dai riccioloni rossi come il Marri d’America, e l’indomani, “seempre guidati dalle foto di Italo” (sto citando Paolo-orsoyoghi-Mieli di Rai Storia), ci si ritrova tutti noi semicompetitivi a Formigine per la 12^ Camminata Avis. Alternanza dei venditori di scarpe identica al 2022: ieri Carlo da Correggio, oggi Pietro Boniburini da Cavriago e dintorni, che agli appassionati clienti mostra sue foto del secolo scorso dove appare insieme ai fratelli Gennari e nientemeno che a Rambo Benassi, non ancora pennuto ma molto più veloce di oggi.
Gli iscritti ufficiali risultano 980, poche decine meno dell’anno scorso; anche qui si cerca di ricavare, nel reticolo industriale che pervade questo distretto ceramico e meccanico, qualche chilometrino erboso; e tutto sommato il giro lungo di 13 km risulta abbastanza piacevole, specie se lo corro ai 6:15/km con la signora Margherita cognata di Italo (la sorella Cecilia è venuta di corsa direttamente da Sassuolo, in preparazione della maratona di Reggio) e con l’enologo Werter Torricelli, che ci illustra gli effetti nefasti degli additivi ai lambruschi di scarsa qualità.
Ottima organizzazione, con simpatica partecipazione delle ragazze targate Avis, strade perfettamente chiuse al traffico, due ristori intermedi e uno finale, dove il premio (sempre dietro corrispettivo di 2 eurini) è un chilo di pasta, e premiazione finale cogestita dalla sindaca (quella dell’autovelox proditoriamente installato sulla superstrada per Fiorano) e sobriamente microfonata da Giorgio Reginato.
Inutile dire che il gruppo più numeroso è il Cittanova, ma curiosamente con meno presenti di ieri (“solo” 95), davanti al locale Sportinsieme (72) e alle entusiaste ragazze dei Runners & Friends (69). Sembra quasi di tornare ai tempi d’oro del podismo amatoriale, con tutte le società modenesi che ne hanno fatto la storia (Madonnina, Guglia, Formiginese, Ghirlandina, DLF) ad affollare con le loro tende la piazza attigua al ritrovo: dove non può mancare Emilio Borghi, il più anziano podista modenese in attività (nel senso che esibisce i diplomi delle tre “Dala Zresa al Lambrusc” 1971-73), sempre presente alla maratona di Reggio dagli inizi al 2013.
E domenica torneranno le gare di quartiere, per finire l’anno modenese felicitandoci di essere ancora vivi e quasi vegeti, malgrado anche questa domenica i fiorentini a traffico limitato causa maratona ci giurino tutti i cancheri possibili esponendo cartelli del tipo “avete rotto il c* con queste maratone di m*, ma perché non andate a fare la corsina in campagna?”. E perché non ci vanno loro, in campagna? se l’onorevole Boschi mi invitasse a un picnic sull’erba, ci andrei anch’io. Di corsa.
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