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Set 03, 2024 318volte

S. Maria in Strada (BO): si corre, ancora per quanto?

S. Maria in Strada (BO): si corre, ancora per quanto? Roberto Mandelli

2 settembre – Di questa “Badia in festa” ci siamo occupati almeno un paio di volte, ma forse di più a partire dagli anni Novanta (la prima volta che partecipai, avendo letto che era in comune di Anzola, ci andai in treno, ma alla stazione di Anzola mi accorsi che mancavano almeno 3 km); dunque è difficile essere originali, dicendo che la tradizione continua ma ogni anno con qualche presenza in meno: https://podisti.net/index.php/cronache/item/2328-s-maria-in-strada-bo-camminata-badia-in-festa.html.

Ad esempio non c’è più, e da un pezzo, Angelo Pareschi; e rispetto a due anni fa, https://podisti.net/index.php/cronache/item/9150-s-maria-in-strada-bo-a-badia-e-festa-per-pochi.html , della coppia Stefano Piazzi – Ezio Bortolotti abbiamo ritrovato solo il primo, immortalato (si fa per dire) in compagnia dello storico Broccoli, ultimo fabbricante a mano di molle (quando smise lui, la sua fabbrica chiuse), nonché compagno di trasferte svizzere del leggendario ingegner Morisi da Persiceto.

In compenso, confermata la presenza di Giangi (supponevo, a torto, per ragioni gastronomiche), di Lucio Casali, di Angelo Giaroli (disposto a disertare perfino i fuochi di Rovereto pur di essere qui), di Giuseppe Cuoghi non più da Cavazzona, qui in compagnia di Luigi Luca (e del relativo cane Kiki), piuttosto reticente su quella prof di liceo bolognese che avrebbe volentieri generato un Luchino, e invece rimase come la mela di Saffo, troppo alta per essere toccata da mano maschile.

Un po’ più numeroso e compatto lo schieramento al via, diciamo un centinaio scarso di persone, più forse altrettante partite in anticipo (risalendo dal fondo per motivi che eccitano la curiosità di Giangi, supero 95 camminatori e 5 cani); percorso invariato di 7,2 km, in parte sterrati, attorno al torrente Samoggia; ristori meno generosi del solito (però con qualche biscottino casalingo al traguardo), e difficoltà finale da parte degli organizzatori nel trovare un numero di società pari ai premi previsti: non c’era nemmeno il Cittanova…

Almeno, stavolta la chiesa era aperta (sia pur in assenza dell’abate, che da anni non benedice più la partenza), e nell’attigua canonica si vendevano liquori fatti in casa e vecchi articoli da regalo: vorrei prendere un’automobilina telecomandata per il nipotino americano, ma nemmeno con l’aiuto di Giaroli riesco a farla funzionare, e non è il caso di portar via bicchieri a calice o servizi da caffè o quelle che una volta si chiamavano bambole Lenci.

Discreto successo della cena finale all’aperto: più gli attavolati dei podisti, come diventa la prassi ogni anno di più. Ma neppure Giangi si è fermato a cenare, brutto segnale.

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