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Ott 03, 2024

“Corri con Ail” chiude mestamente la stagione estiva modenese

“Corri con Ail” chiude mestamente la stagione estiva modenese Roberto Mandelli

Modena, 2 ottobre – Ci si ritrova, un po’ più tardi della cronologia solita (l’anno scorso fu il 13 settembre: https://podisti.net/index.php/cronache/item/10758-modena-7-corri-con-ail-una-buona-causa-e-l-acqua-calda-non-ditelo-a-giangi.html ) anche perché la prima data prevista era saltata per “allerta gialla” –sebbene in realtà su Modena non sia piovuto - : oggi invece piove forte fino a due ore dal via fissato per le 18,30, cosa più che prevedibile avendolo già messo in endecasillabi Peppino Gagliardi quando il podismo non esisteva ancora:

Fra qualche giorno finirà l'estate - E sulla spiaggia niente resterà - Le ore passate saranno un ricordo - Che noi porteremo lontano, io e te. - L'estate se ne andrà insieme al sole - L'amore se ne è andato già con lei - Le prime gocce baciano la sabbia - E stanno già bagnando gli occhi miei.

E’ forse il clima a giustificare la scarsità di convenuti per questa 8^ edizione: al via esatto, non più di 150, inclusi quelli che solitamente partono prima; l’unico assente all’appello sembra Giangi, che era stato visto mezz’ora prima polemizzare per la mancanza di tè al ristoro, il che a suo parere rende “non obbligatorio” (parole sue) pagare i tre euro di iscrizione, quantunque devoluti a sostegno dell’Associazione contro le Leucemie.

Tre euro (bè, uno in più del 2023) peraltro compensati dal premio finale di 10 tigelle che nei negozi si vendono a 4,70, oltre che da un ristoro dove all’acqua da Giangi detestata si aggiungono biscottini dolci e crackers. Senza dire che l’allestimento di una gara costa sia in termini monetari sia organizzativi sia in disponibilità umana, ad esempio per la chiusura al traffico (non però in corso Cavour dove non è chiaro il ruolo della sbandieratrice all’angolo con Ganaceto); e insomma piange il cuore pensando a quanto misero sia stato l’incasso a fronte della nobile causa e dell’impegno di tanti.

Stesso giro di sempre, che ormai ci esce dai capelli visto che appartiene a tutte le corsette urbane di Modena, anche per la pretesa di quantificarlo in 5 km (che pochi volonterosi vogliono bissare) mentre sono 4,3; la novità sono certe scritte rosse stampate sull’asfalto in zona viali, che dobbiamo spiegare ai pochi amici non indigeni ipotizzando che alludano a qualche percorso ciclopedonale col museo Ferrari come capolinea, o chissà, forse al percorso ancora incerto della futura Mezza Maratona ferrarista. La popolazione è la solita, quasi totalmente cittadina vista l’assenza delle società più distanti di 15 km dal capoluogo: forse i due che hanno viaggiato di più sono Giuseppe Cuoghi da Piumazzo e Angelo Giaroli da Reggio, che con l’aggiunta di Paolino Malavasi da Albareto formano con lo scrivente il quartetto usuale di questa serata, il cui tema-clou di conversazione è la maratona di Berlino appena corsa dalla famiglia Malavasi, appena dopo la maratona del Presidente “indu’a gh’era anch cla lè cl’ha finii la squalifica, e al soo ex ambros al gh’à girèe a la lèrga”.

Fa un po’ specie vedere la tribuna del vecchio ippodromo (ora ribattezzato Parco Novi Sad a perenne suggello delle simpatie politiche delle giunte comunali), sui cui gradoni noi podisti solevamo accomodarci per metterci in tenuta da corsa, poi rivestirci, vuota e lucchettata (fatta salva l’apertura di un cancelletto per lo speakeraggio di Roberto Brighenti), cosicché non resta che cambiarsi sui muretti bagnati. Suppongo che il Comune, vista la frequentazione, o meglio l’occupazione del luogo da parte di una certa ‘società’, abbia risolto il problema togliendolo anche ai modenesi; più o meno come quello che si tagliò gli ammennicoli per dare un dispiacere alla moglie. Prossima tappa, magari, sarà chiudere le stazioni dei treni e delle corriere in modo da evitare consimili usufrutti.

E via per il solito doppio giro, quando ormai cala la notte; al ritorno, noto che una coppietta si è issata sulla tribuna alle spalle di Brighenti, non precisamente per ragioni podistiche; nessun altro sale, per non disturbare. Mi sembra chiuso anche il bar del parco, teoricamente “un’isola contro il degrado”, e in mancanza della sua musica non resta che ricantare sottovoce il testo di Guccini:

Quando è tardi e per le strade scivolano sguardi - di gente che ha sol fretta di tornare - e i cinema si chiudono e i caffè si vuotano - Per le strade, assieme al freddo e ai tristi canti opachi - sono rimasti gli ultimi ubriachi - un ciondolare stanco verso il nuovo bianco giorno che verrà…

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