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Apr 11, 2021 Natalina Masiero 2611volte

Al Patriarca niente “ombra” ma tanta pioggia, e organizzazione da Ateneo

Si lotta e si chiude Si lotta e si chiude Comitato organizzatore - R. Mandelli

A Vittorio Veneto la chiamano Scuola di Maratona, ed il motivo è spiegabile. Non è una scuola, ma un Università dei Trail. Le manifestazioni che organizzano in terra trevigiana sono all'insegna della perfezione.

Oggi, con un tempo da lupi, hanno organizzato il Trail del Patriarca a Villa di Villa di Cordignano.La manifestazione deduco prenda il nome dal Castello di Cordignano, fatto erigere durante la dominazione longobarda dal Patriarca di Aquileia, Raimondo Della Torre.
Causa problemi legati al Covid, si è svolto soltanto il percorso dei 25 km (un po’ ridotti), mentre i percorsi minori sono stati annullati.La non enorme lunghezza del percorso, non deve trarre in inganno, perché è un trail abbastanza impegnativo. Oggi poi, dopo due mesi di siccità totale, la pioggia non ha mai smesso di cadere e il fango, specialmente in discesa, era olio.

Ma veniamo alla manifestazione. Partenza con tutte le regole previste rispettate. Non griglie, ma "onde", 20 persone alla volta con mascherina e distanziati.
Dopo un breve passaggio attraverso il paese, sono subito iniziate le salite e abbiamo iniziato ad inoltrarci dentro a boschi di latifoglie e  circondati da alberi, che un po' ci riparavano dalla pioggia. Purtroppo non sono riuscita a godere del panorama, che sono certa sarebbe stato stupendo se la giornata fosse stata bella.
Arrivata dopo circa sei chilometri al primo ristoro, mi sono goduta un siparietto divertente. Un volontario mi chiede se volevo un "ombretta", alias un bicchiere di vino, io rispondo "non bevo, sono astemia" al che l'ometto risponde "povera signora, quanto mi dispiace".
Prendo dei buonissimi biscotti e riparto. Si continua a salire e lo si farà fino al 14° km.Arrivata sulla sommità di un monte, altro volontario simpatico mi comunica che da quel momento sarebbe iniziata la discesa.

AIUTO! Quanto fango, quanti capitomboli, scendevo, e come me tanti altri, con il sedere, perché era veramente impossibile rimanere in piedi. Continuo a "correre", a fare ruzzoloni, e intanto rivedo amici che non vedevo da più di un anno.

In sintesi, si ritorna un po' a vivere. I volontari mi incoraggiano, forse in virtu' del fatto che anche oggi ero la "ragazza" più vecchia.
Manca poco all'arrivo, attraverso dei prati, guardo verso il Castello di Cordignano e passo il traguardo.

Non ci sarà la vecchia festa, ma non importa. Tanto per cambiare, piango dalla felicità.
Che dire, per concludere? Grazie, grazie a Ivan Cao presidente del gruppo, grazie e tutte le volontarie/i che ci hanno assistito durante il percorso nonostante il freddo e la pioggia.
Ho impiegato 4 ore e mezza, una marea, ma pazienza. Alla mia età, l'importante è arrivare felice.

Grazie, Università di Maratona.

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