Direttore: Fabio Marri

* Per accedere o registrarsi come nuovo utente vai in fondo alla pagina *

Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Seguo da qualche tempo questa iniziativa ma, prima di riportare di cosa si tratta, mi piace partire da queste parole del dr. Gabriele Rosa:

A New York ho avuto la fortuna di vivere per ben 11 volte l’emozione della vittoria grazie ai miei atleti.

Da alcuni anni però ho l’opportunità di provare emozioni altrettanto intense grazie agli atleti speciali che accompagno, seguendoli passo dopo passo in questa esperienza: dalla preparazione atletica al viaggio ma soprattutto imparando a conoscere le loro storie di vita, segnate dalla malattia o dalla disabilità.

Queste persone hanno una forza d’animo incredibile e ci insegnano l’importanza di non arrendersi, di arrivare in fondo alle cose senza mollare mai per dimostrare che non c’è sfortuna, malattia o destino contro cui non si possa combattere e vincere. Domenica 03 novembre sarò al traguardo ad aspettarli e sono certo che sarà una grande vittoria per tutti. “ 

Come da alcuni anni ormai, si rinnova l’impegno del dott. Gabriele Rosa che, con il supporto del suo team di Rosa Associati e Marathon Center porterà il prossimo 3 novembre alcuni atleti davvero speciali a correre la maratona più famosa del mondo.

Sotto il cappello di Road to New York si riuniscono i 4 progetti che, per l’edizione 2019, vedono coinvolti una ventina di soggetti provenienti da varie regioni d’Italia: L’Associazione Sevuoipuoi con i suoi runner affetti da sclerosi multipla, Parkinson&Sport, IOR (Istituto Oncologico Romagnolo) e Cooperativa Sociale  Download-Albergo Etico (alla 4^ partecipazione).

Fondamentale inoltre il sostegno di tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta fondi avviata dalle associazioni per poter coprire totalmente le spese di viaggio dei partecipanti. 

L’Associazione Sevuoipuoi sarà capitanata dalla Presidente Maria Luisa Garatti. Al suo fianco, Luana De Grandis, Marina Parisio, Andrea Verzelletti, Alberto Benedettini e Cristian Cucco. Dalla Lombardia al Piemonte, all’Emilia Romagna. Tutti correranno la New York City Marathon per andare oltre l’ostacolo chiamato Sclerosi Multipla.

Grazie all’incontro di Maria Luisa Garatti e il Dott. Gabriele Rosa, avvenuto nel 2016, si è dato il via ad un progetto pilota che vede l’applicazione di un’attività di corsa di lunga durata in soggetti affetti da sclerosi multipla per dimostrare gli effetti positivi apportati dall’attività motoria, sia dal punto di vista del miglioramento delle prestazioni fisiche che psicologiche. In collaborazione con l’Istituto Superiore della Sanità, è ora in fase di valutazione la realizzazione di uno studio che si propone di affiancare alle cure tradizionali lo stimolo fisico e psicologico che può derivare dal praticare attività sportiva nei pazienti affetti da sclerosi multipla. 

Più recente è l’incontro con il bresciano Stefano Ghidotti, Presidente dell’Associazione Parkinson& Sport, che farà rotta su New York con altri due compagni di viaggio, Edoardo Leotta di Bologna e Alfonso Ruocco dalla provincia di Napoli. Anche per loro la sfida della malattia si combatte con la corsa.

Anche per i malati di Parkinson l’attività motoria, se eseguita in maniera corretta e supervisionata, è considerata un mezzo per ostacolare e alleviare in modo significativo i sintomi della patologia e si traduce in supporto psicologico insostituibile. 

Move your Life è il progetto a cui IOR (Istituto oncologico Romagnolo) ha dato vita qualche anno fa per promuovere i benefici dell’attività fisica non solo come arma di prevenzione, ma come strumento per migliorare l’efficacia delle terapie oncologiche, diminuendo l’impatto degli effetti collaterali nei pazienti oncologici.  Dall’incontro, avvenuto qualche mese fa, tra il Dott. Gabriele Rosa e il Direttore Generale di IOR Fabrizio Miserocchi è nata l’idea di portare alcuni pazienti selezionati a correre la maratona più famosa del mondo e vivere un’esperienza unica. Tre sono i partecipanti scelti per il progetto: Monica Giunta, Cristian Galli e Valter Marcelli. Ad accompagnarli in questa entusiasmante sfida, la dottoressa Elisa Ruggeri, psicoterapeuta e coordinatrice del progetto.

I nostri tre ragazzi hanno dimostrato non poco coraggio ad accettare questa sfida: Monica e Cristian non hanno mai corso su una distanza simile, e Valter non ne ha avuto più la forza dopo la diagnosi. Ma sono sicuro che la determinazione con cui si sono imbarcati in questa avventura, unita alla competenza dell’equipe del dottor Rosa che ne segue la preparazione, siano la garanzia migliore affinché questo viaggio si riveli un grande successo: speriamo che il loro entusiasmo sia contagioso e convinca altre persone, non solo pazienti, ad uno stile di vita sano che preveda una buona dose di esercizio fisico”. Le parole di Fabrizio Miserocchi-Direttore Generale IOR. 

Sarà la quarta partecipazione quella di Niccolò Vallese di Albergo Etico di Asti, accompagnato da Alex Toselli, Presidente della Cooperativa Sociale Download-Albergo Etico.  L’associazione si occupa della formazione ed inserimento nel mondo del lavoro di persone con sindrome di down ed è all’avanguardia per il modello di formazione e accompagnamento all’autonomia adottato. Il progetto sportivo legato alla maratona di New York è nato nel 2016 e si è rinnovato con continuità e per Niccolò Vallese il compito di farsi ambasciatore dello Sport per le persone con Sindrome di Down.

La Comunità di San Patrignano rinnova dal 2014, anno del sodalizio della comunità con il Dr. Gabriele Rosa, l’appuntamento a New York offrendo ad un gruppo di giovani ospiti della comunità l’opportunità di vivere un’esperienza unica nel suo genere.

Anche se con ambizioni sportive molto differenti, domenica 03 novembre l’obiettivo sarà per tutti lo stesso: quello di andare oltre il traguardo, correre i quarantadue chilometri e 195 metri della maratona con la consapevolezza della fatica, ma anche della gioia di vivere un’occasione speciale.

Lunedì, 21 Ottobre 2019 16:08

Parma - 4^ Parma Marathon

20 ottobre - Quarta edizione della Parma Marathon, gara entrata a pieno diritto in quelle manifestazioni capaci di attrarre una gran moltitudine di podisti, con un’offerta di “prodotti” per tutte le preferenze e capacità atletiche.

Perché se è vero che la maratona ha registrato una lieve diminuzione (976 contro i 1113 classificati del 2018) tutte le altre distanze sono cresciute, e nemmeno di poco. A cominciare dalla 32 k, 1078 arrivati (906 nel 2018), la 10 k competitiva, da 342 a 520, infine la stessa 10 k in versione non competitiva, da 903 a 1323. Sono numeri importanti, in un momento non facile del settore delle gare su strada.

Anche la qualità partecipativa non è niente male: nella maratona vince l’evergreen Marco Ferrari (Atletica Paratico), che a 44 anni si prende la soddisfazione di correre in 2:25:13, lasciando l’amico Marco Menegardi (Bergamo Stars Atletica) ben distante (2:37:38). Completa il podio Gabriele Carta (Atletica Monteponi, 2:46:42).

Anche nella gara femminile vince una non più giovanissima (classe 1972) ma sempre forte Federica Moroni (Golden Club Rimini); chiude vittoriosa in 2:53:23, molto vicina al suo personale, realizzato a Pisa nel 2018 (2:52:33). Secondo posto per Claudia Marietta (G.S. Lammari, 2:58:23), terza Sonia Ceretto (Maratoneti del Tigullio, 3:09:05).

La 32 chilometri, oltre ad essere apprezzata dai runners in cerca di un "lungo" premaratona, è diventata una tappa importante anche per le atlete di vertice; dopo Sara Dossena e Valeria Straneo nel 2018, quest’ultima è tornata a correrla, alla ricerca delle migliori condizioni verso la maratona di Valencia (e en passant l'ha pure vinta)! Presente anche un’altra atleta che guarda ad una maratona autunnale, o invernale, Eliana Patelli.

Questa allora la classifica femminile:

1) Valeria Straneo (Laguna Running, 1:55:52) 2) Eliana Patelli (La Recastello Radici, 2:04:42) 3) Sofia Carolina Chisalè (Star Run, 2:09:53)

Questa invece quella maschile:

1) Domenico Ricatti (Terra dello Sport, 1:49:08) 2) Stefano Moro (Corro Ergo Sum,1:50:55) 3) Mohamed Moro (AS La Fratellanza, 1:51:03)

Infine le classifiche maschile e femminile sulla 10 chilometri competitiva:

1) Fabio Ciati (Ballotta Camp,31:41) 2) Emanuele Generali (Atl. Castenaso,31:51) 3) Mattia Picello (Spak4,32:25)

1) Joyce Mattagliano (CS Esercito,36:08) 2) Ilaria Fantinel (CS Esercito,36:33) 3) Giulia Aprile (36:55)

Lunedì, 21 Ottobre 2019 14:37

Varese - Varese City Run

Il tempo non è stato clemente con questa manifestazione che può definirsi una prova generale per ciò che sarà nel 2020, quando si correrà una mezza maratona Fidal, quindi con percorso omologato sulla distanza dei 21097 metri. Metri che sono mancati, e nemmeno pochi, ai 20 chilometri dichiarati per questa edizione. Del resto quando le distanze non sono omologate… vale tutto, anche fare sostanziosi sconti, ovviamente si spera che i partecipanti guardino con un minimo di avvedutezza alle loro performance. 

Trovo interessante l’iniziativa di fare una sorta di prova generale, per capire le possibili problematiche, tra queste le reazioni della popolazione in una città non facile come Varese. 

La gara (prendiamo in considerazione solo la competitiva, sulla lunghezza dichiarata di 20 chilometri). Vince Abdeljabbar Hamouch (Atletica Stezzano) col tempo di 59:04; secondo Mustafà Belghiti (59:16, C.S. San Rocchino), terzo posto col tempo di 59:42 per Pietro Arese (Atletica Piemonte). I tempi all’arrivo, piuttosto ravvicinati, dicono di una gara piuttosto combattuta. Tra le donne decisamente più facile la vittoria di Mina El Kannoussi (1:13:59, Atletica Saluzzo); ben lontane Maria Cristina Guzzi (Atletica San Marco, 1:20:18) e Stefania Cipolletta (Runner Varese,1:26:02). 

Sono stati 223 i classificati nella competitiva, invece 300 i partecipanti alle due non competitive in programma (5 e 10 chilometri). Numeri che forse non entusiasmano, ma saranno gli organizzatori a valutarli, unitamente a quanto emerso in termini organizzativi e di soddisfazione di chi ha corso. Da aggiungere, cosa che trovo meritevole, il coinvolgimento delle scuole, erano 380 gli iscritti. 

A parte la questione distanza (pare infatti che i GPS più ottimisti abbiano riferito di 18,5 km contro i 20 dichiarati) le criticità maggiori sono state un’interruzione della corrente con le conseguenze del caso (tipo gonfiabile che … si sgonfia) e la mancanza di indicazioni chilometriche; anche qui vale il discorso fatto per la distanza, non vi è obbligo per l’organizzatore di mettere indicazioni chilometriche, tuttavia credo che almeno ogni 5 chilometri sarebbe stata una buona idea porre dei cartelli. Qualche lamentela, inoltre, da parte dei meno veloci, che all’arrivo hanno trovato poco con cui ristorarsi.

Ora si guarda con fiducia all’11 ottobre 2020, data dell’edizione numero uno. Certamente gli organizzatori hanno avuto modo di fare esperienza, con la popolazione forse non preparata, con le istituzioni (comune, vigili, etc, una delle cose mediamente più complicate), con i podisti che hanno partecipato; tutto concorre, se visto in chiave critica e positiva, a fare sì che nel 2020 si possa correre una gara che trovi la massima soddisfazione di tutti. Personalmente apprezzo, in termini di principio, chi si avventura nell’organizzazione delle gare, non so se di questi tempi ci voglia più coraggio o più incoscienza… Apprezzo semplicemente perché ci viene offerto il “prodotto” che noi podisti amiamo: la possibilità di correre: poi dovremmo essere noi stessi a decretare il successo o meno delle manifestazioni.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa nota, da parte di Stefano Colombo, del Comitato Organizzatore Varese City Run

Ringrazio per queste osservazioni, gli occhi critici ed esperti sono fondamentali per migliorare e crescere. Crediamo di aver approcciato questo mondo con l'umilità di chi deve imparare... anche da "zero" come è appunto l'edizione che abbiamo proposto. Senza la pretesa di paragonarci a nessuno, ma con la dignità di una organizzazione radicata sul territorio (1.300 tesserati di cui circa 120 residenti a Varese) unita a due realtà vive e competenti come Sci Nordico Varese e Varese Atletica che hanno curato la parte organizzativa della gara vera e propria. Di un evento, è bene ricordarlo, strutturato su 3 giorni (con svariate iniziative). Una squadra che si deve conoscere e rodare per puntare al successo nell'edizione 2020 che ci auguriamo meravigliosa e bagnata... dal sole!!!

VARESE CITY RUN - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.varesecityrun.it

Venerdì, 18 Ottobre 2019 00:50

Troppi record? La Iaaf indaga

Le recenti incredibili performance nelle maratone ufficiali, e nel tentativo andato a buon fine Ineos 1:59, hanno indotto la IAAF (International Association of Athletics Federations) ad aprire una discussione sulle ormai famose Nike ZoomX Vaporfly Next%; Kipchoge, Kosgei, Bekele…le migliori prestazioni hanno un minimo comune denominatore: le stesse scarpe. Dall’introduzione sul mercato di queste scarpe (2016) il record del mondo è stato migliorato per 5 volte, sempre da atleti che calzavano lo stesso modello, che peraltro nel tempo ha subito alcune evoluzioni. Il “4%” inserito nella sigla starebbe ad indicare che in condizioni ottimali si avrebbe un’efficacia nella corsa superiore del 4%. Che poi questo significhi correre il 4% più velocemente credo sia tutto da vedere.

Il giornale inglese "Times" sostiene che diversi atleti si siano lamentati presso la IAAF per contestare l’utilizzo di scarpe che favorirebbero irregolarmente chi le utilizza. L’oggetto del contendere è una piastra in fibra di carbonio, contenuta nell’intersuola, che agirebbe come una sorta di molla: quindi non solo non ci sarebbe dispersione di energia al contatto col suolo, ma addirittura un vantaggio in termini di energia propulsiva di ritorno. Ciò significa che nella fase di appoggio si accumula energia che poi viene restituita nella fase di spinta.

La questione in realtà non è così nuova, già ai tempi del primo tentativo di Kipchoge (maggio 2017) sì accennò a calzature che contenevano elementi tecnologici che fornivano vantaggi non regolamentari, traducibili in 2-3 secondi/chilometro, che su una maratona vogliono dire moltissimo. Probabilmente nel tempo gli stessi concorrenti di Nike, Adidas in testa a tutti, avevano sollevato la questione, ora si è giunti al punto che si vuole capirne di più.

 

Non è la prima volta che tra una maratona ed una mezza nostrana Salvatore Gambino & CO cercano, e spesso trovano, fortuna in giro per l’Europa. Vado a memoria, ricordo Bucarest, Monaco ed anche Eindhoven, qui fu il socio ed amico Alessandro Claut ad avere la meglio, vittoria addirittura col personale (2016, 1:08:08).
Nel pieno delle alte stagioni podistiche si prendono un momento di pausa, ed anche relax, viste le località scelte; in genere organizza tutto Gambino, maestro nel trovare le migliori combinazioni possibili a prezzi ragionevoli (così dice lui, io dico stracciati).
E succede spesso che i nostri atleti vincano queste gare, e così è stato anche a questa mezza maratona; Salvatore Gambino ha chiuso al primo posto col tempo di 1:11:26. Al km 17 ha staccato il suo principale avversario, l’inglese Robert Danson (vincitore di una passata edizione), che poi ha concluso in 1:12:08. Anche nella gara femminile primo posto italiano con Elisa Melilli, tempo 1:27:05.

Ma di che manifestazione stiamo parlando? Beh, un evento che ha portato da queste parti oltre 7000 partecipanti, numeri che farebbero invidia a tante nostre gare nostrane. Questo lo split dei numeri (classificati, tanto per raccontarla giusta): maratona = 918; mezza maratona = 3535; 10 K = 2761. Elevata la percentuale degli stranieri - viene da dire sia normale - oltre il 50%. Il contributo maggiore viene dai tedeschi, il 36%; forse può sorprendere che il 43% dei classificati sia rappresentato dalle donne.

Il percorso: una prima parte, fino al km 10, sempre in riva al mare e sostanzialmente piatta, a cui segue una seconda più tortuosa. I dislivelli sono molto contenuti (min 13, max 37 metri sul livello del mare), ma comunque il tracciato presenta diversi saliscendi; a ciò si aggiunge che dal km 12 all’arrivo si corre nel centro storico di Palma di Maiorca, su vie talvolta strette e con molte curve.

Il clima è stato generoso, caldo ma non caldissimo, circa 22-24 gradi tra partenza ed arrivo.

E Alessandro Claut? Il suo tempo finale, 1:20:31, induce più di un sospetto. Saranno stati i troppi drink della sera precedente? In gara avrà deciso di accompagnare qualche atleta in difficoltà? Non è dato saperlo.

Per il resto i “nostri” raccontano di una bella esperienza, una gara bene organizzata, traffico assente e molto supporto dai tifosi lungo il percorso. Segnalano inoltre un fatto piuttosto … anomalo, quantomeno in relazione alle abitudini italiane: in caso di rinuncia, rimborso dei costi di iscrizioni fino al 100% entro 60 gg e via scalando 50% e poi, per rinuncia last minute, trasferimento senza costi all’edizione successiva. La loro esperienza si è inevitabilmente conclusa con un tuffo in mare, nel dopo gara, e un meritato riposo sulle belle spiagge del posto.

Chicago 13 ottobre - INCREDIBILE gara di Brigid Kosgei, chissà quanti avrebbero scommesso su una tenuta dei ritmi sino alla fine; passaggio alla mezza in 1:06:59, vince in un pazzesco 2:14:04. NUOVO RECORD DEL MONDO in gara mista (precedente Paula Radcliffe, 2:15:25, 2003). Secondo e terzo posto per due etiopi, rispettivamente Ababel Yashaneh (2:20:51) e Gelete Burka (2:20:55).

Nella gara maschile vince in volata il keniano Lawrence Cherono, tempo di 2:05:45, seguito da Dejene Debela (Etiopia,2:05:46) e Asefa Mengstu (Etiopia, 2:05:48). Un epilogo spettacolare. Chiude male Mo Farah in 2:09:58, crollato nella seconda parte di gara. Ritirato Galen Rupp dopo il km 35.

Doppio successo un po'  "italiano", dato che i due vincitori appartengono al team del dr. Gabriele Rosa che, in particolare per Brigid Kosgei, aveva da tempo preannunciato una sua grande impresa.

Una start list di così alto livello non poteva che dare seguito ad una gara bella ed avvincente. E così è stato, nonostante le “ombre” che accompagnavano alcuni atleti in gara, Mo Farah, Galen Rupp e Jordan Hasay, per la nota vicenda Salazar/Nike Oregon Project. Ho assistito alla conferenza stampa e all’intervista di Galen Rupp:  incredibile l’assalto che ha subito dai giornalisti, ai quali della sua gara non fregava niente, volevano solo sfruculiare sulle recenti vicende.

La cronaca della gara: si fa subito sul serio, con Mo Farah a comandare le operazioni, un gruppo di una decina di atleti che tra l’altro comprende Galen Rupp. Lawrence Cherono, Bedan Karoki e Dikson Chumba. Passaggio ai 10 k in 29:28, il che porterebbe ad una proiezione finale di poco superiore a 2.04’: il record della gara appartiene a Dennis Kimetto (2:03:45, anno 2013).

Gara femminile dove la favorita, la keniana Brigid Kosgei, ha già preso il volo; passa in solitudine ai 10 k con un tempo (lo ripeto, riusando non a sproposito l'aggettivo che i telecronisti di ieri hanno impiegato per il record in vitro di Vienna) pazzesco, 31:28. Seguono le etiopi Burka e Yeshaneh. Scomparsa quasi subito dal video una delle favorite e delle più attese, l’americana Jordan Hasay.

Al passaggio della mezza maschile il gruppo di testa (passaggio in 1:02:14) si è assottigliato, davanti ci sono tre keniani e tre etiopi, guidati da Bedan Karoki, forse il meno accreditato tra i partenti ma che porta in dotazione un personale di 58:42 sulla mezza. Scivolano indietro sir Mo Farah, che comunque sta ancora correndo al ritmo del suo primato personale (2:05:39) e Galen Rupp.

Brigid Kosgei non ha avversarie, se non sé stessa; passa in 1:06:59, un crono che, se mantenuto, significherebbe polverizzare il record della manifestazione (2:17:18, anno 2002, Paula Radcliffe). Sempre più lontane le atlete che inseguono.

Km 40: i tempi si appesantiscono leggermente (proiezione finale 2:05:40), forse la stanchezza, forse diventa gara tattica perché si pensa a vincere, e 100.000 dollari sono un buon motivo. Tra gli uomini sono ancora in quattro a giocarsela, due etiopi, Debela e Mengstu, e due keniani, Karoki e Cherono.

La maratona di Chicago (nata nel 1977), che nel 2018 ha fatto 44.000 classificati, appartiene al prestigioso circuito delle “majors”, sei maratone (le altre: Boston, Tokio, Londra, New York, Berlino), caratterizzate, tra le altre cose, da montepremi particolarmente elevati. Chicago supera 500.00 dollari, con il primo/a classificato/a che porta a casa 100.000 dollari, bonus a parte. Una gara che comincia ad essere amata dagli italiani, nel 2019 sono 630 gli iscritti, un numero che raddoppia il dato del 2017. Qui trovò fortuna Gianni Poli, che nel 1985 realizzò il suo personal best di 2:09:57, classificandosi quarto assoluto.

Il percorso è considerato scorrevole, quindi veloce, le temperature sono mediamente ottimali per correre la maratona (max 13 gradi), con l’unica incognita rappresentata dal vento, per il fatto che si corre in buon parte a fianco del lago Michigan, il quinto più grande al mondo (lungo 500 km e largo 190).

Dalle classifiche risulta che il primo italiano è stato William Talleri, col tempo di 2:38:48. Prima italiana Carlotta Montenera, 3:09:00.

In totale i connazionali classificati sono stati 610, record di presenze alla maratona di Chicago; 457 uomini e 153 donne. 

Venerdì, 11 Ottobre 2019 22:11

Affaire Salazar: chiuso il Nike Oregon Project

Chi aspettava sviluppi sulla vicenda è stato accontentato, anche se molte altre cose potrebbero, o dovrebbero, ancora succedere.

Secondo quanto riferito dalla rivista "Runners World" (USA), Nike ha chiuso il N.O.P. "Nike Oregon Project", ovvero il progetto, nato nel 2001, attorno al quale da anni lavorava Alberto Salazar. Poteva Nike fare diversamente? Probabilmente no, quindi un passo direi inevitabile. Come ormai molti sanno, Mike Salazar ha ricevuto 4 anni di squalifica per violazione delle norme antidoping e traffico di testosterone, il che ha portato, tra le altre cose ben più gravi, al ritiro immediato dell’accredito di cui era dotato ai mondiali in Qatar.

La motivazione della chiusura del N.O.P. addotta dal CEO di Nike, Mark Parker, è legata alla necessità di non creare ulteriori distrazioni agli atleti, quando invece devono restare focalizzati e concentrati sulle prossime competizioni. Tra questi, Jordan Hasay e Galen Rupp correranno domenica 13 ottobre la maratona di Chicago. Mark Parker ha comunque ribadito che le accuse diffuse nelle ultime due settimane, successive alla squalifica, sono tutte da provare e dimostrare.

Ora che cosa ci si può attendere dai prossimi step? La domanda che in molti si pongono è relativa agli atleti coinvolti nel progetto Nike Oregon, cosa potrà accadere loro? E’ facile, anche se non scontato, immaginare che possano in qualche modo aver beneficiato del "metodo Salazar", tuttavia è opportuno evidenziare che, ad oggi, nessuna imputazione risulta a carico degli atleti del progetto Nike.

 

 

Da un’idea del presidente di Fidal Lombardia, Gianni Mauri, ecco un convegno che vuole coinvolgere i tecnici di atletica leggera su alcuni argomenti di grande attualità. Ma un’occasione unica anche per i runners amatoriali, che vogliano arricchire le proprie conoscenze; le parole chiave sono la prevenzione degli infortuni e l’utilizzo sempre più significativo della tecnologia.

Un incontro, a partecipazione gratuita, che si terrà il prossimo 26 ottobre, dalle ore 15, presso il centro indoor di via Monte Gleno, a Bergamo. Protagonisti saranno naturalmente i tecnici, che potranno avvalersi delle competenze e conoscenze di importanti figure del settore; tra questi Marco Riva, manager dello sport, Riccardo Longinari, che porterà la sua esperienza nella gestione di un atleta di alto livello, Fabrizio Donato. Si affronteranno anche alcune specifiche problematiche, come lo studio biomeccanico e clinico del movimento (Bruno Conti, Lorenza Flaviani, Franco Crosignani). Dopo sarà la volta di Sergio Previtali, figura con enorme esperienza di campo, e del progetto Insubria, un’iniziativa che coinvolge Lombardia, Piemonte e Canto Ticino.

All’interno dell’impianto verrà allestita un’area “Sportech Lombardia”, dove si potranno effettuare test gratuiti sulla valutazione posturale e lo studio del movimento, al fine dell’esecuzione del gesto tecnico più corretto.

L’iscrizione è gratuita: necessario è comunicare la propria adesione all’indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro le ore 22:00 di martedì 22 ottobre. IMPORTANTE: la partecipazione all’evento consente l’acquisizione di 0,5 crediti per i tecnici di atletica leggera.

https://www.fidal-lombardia.it/index.php/news/settore-tecnico/11817-la-tecnologia-al-servizio-dei-tecnici-convegno-sabato-26-ottobre-a-bergamo

Giovedì, 10 Ottobre 2019 14:28

Gir al Sas su RaiSport, ore 20.30

Questa sera, alle ore 20.30, su RaiSport,  si potrà vedere, o rivedere, l'entusiasmante gara sui 10 k corsa a Trento il 5 ottobre.

Davvero avvincente il duello tra Telahun Haile e il campione del mondo sui 5.000 metri Muktar Edris

Domenica, 06 Ottobre 2019 21:11

Trento - 9^ Trento Half Marathon

6 ottobre - In una giornata ideale dal punto di vista climatico, soleggiata e con 12 gradi alla partenza, sono stati ben quattro i record caduti; a cominciare dalla gara maschile, col vincitore, l’etiope Mosisa Tefera, che ha chiuso in 1:01:12 (precedente J. Kangogo, 1:01:48, anno 2016). Con 1:01:19 sotto il record anche il secondo classificato, il suo connazionale Haji Yasin. Terzo posto per il keniano Geoffrey Korir (1:03:40).

Primo italiano, e quarto assoluto, Ahmed El Mazoury, che ha a lungo accarezzato l’idea di andare a podio. Tuttavia con il tempo finale di 1:03:40 polverizza il precedente record italiano della gara (S.Boudalia, 1:05:52, 2011).

Gara femminile che non è stata certamente meno entusiasmante, con tre keniane ai primi tre posti: anche qui si registra il record del percorso, grazie a Rionoripo Purity, che vince col tempo di 1:08:34, aggiornando il precedente di J. Chepkemoi (1:09:21). Seconda e terza posizione rispettivamente per Kimais Irine (1:09:51) e Nyaga Caroline (1:10:00).

Nella gara femminile è caduto un altro record, quello del miglior tempo realizzato da un’atleta italiana (precedente 1:15:10, A. Tschurtschenthaler,2017); è accaduto grazie a Catherine Bertone, sesta assoluta, che sulla via della maratona di Valencia, suo prossimo obiettivo, realizza un ottimo 1:13:27, a soli 24 secondi dal suo personale (1:13:03, Stralugano 2019).  Sarah Giomi è la seconda italiana, il tempo finale di 1:17:18 è vicinissimo al suo personale (1:17:10).

Sia per Catherine Bertone che per Ahmed El Mazoury un premio speciale messo a disposizione dagli organizzatori per dare più spazio ed interesse agli atleti italiani.

Si chiude la nona edizione di una Trento Half Marathon che, se forse non ha prodotto i numeri che era lecito attendersi (1000 gli iscritti, 860 i classificati), certamente ha soddisfatto le aspettative di chi ha partecipato, ed io tra questi. Una manifestazione che migliora ogni anno, anche nei “dettagli” (Expo davvero all’altezza, i ristori con gente molto sveglia, una bella medaglia).

Il percorso non sarà velocissimo (in effetti ci sono diverse ondulazioni ed è un po’ tortuoso) però… si fanno i tempi, con gli atleti d'élite ma anche in diverse categorie master, basta dare un’occhiata alle classifiche per rendersene conto. Secondo me ciò è dovuto anche ad una buona organizzazione, con una logistica raccolta attorno alla bella piazza del Duomo di Trento. Tenendo conto che siamo in pieno centro città, gli spostamenti per arrivare dai parcheggi al ritiro pettorali, recarsi in zona partenza e infine dall’arrivo andare all’Expo sono veramente minimi. E penso che queste siano tutte condizioni favorenti le buone prestazioni.

 

 

Ultimi commenti dei lettori

Vai a inizio pagina