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Paluzza (UD) – Sky Race Carnia – La mezza d’inverno: “e del comun la rustica virtù”
11 aprile - Friuli: terra piccola, tormentata, poco conosciuta dal grande turismo (se si escludono le spiagge) eppure bellissima. Ancor più isolata la Carnia, da Tolmezzo al confine con l’Austria: una serie di valli dolci, un’infinita successione di colline e cocuzzoli, ognuno col suo borgo, o almeno una pieve con campane che suonano più forte che tutte le altre d’Italia. Se sei sotto un campanile friulano (e qui le campane suonano anche alle 6 di mattina) è inutile parlare, perché non ti sente nessuno.
Sarà anche per questo che i friulani parlano poco, ma di che qualità siano l’hanno dimostrato, al resto del mondo, dopo l’Orcolàt, il doppio terremoto del maggio e settembre 1976: mille morti, 18mila case distrutte, cittadine come Gemona e Venzone quasi rase al suolo. Ma come scrisse Gianni Rodari l’8 maggio «Non si vede più nessuno piangere il secondo giorno dopo il terremoto»; qui la gente si chiama Zoff, Burgnich, Ortis, Di Centa (ci siamo capiti), e li abbiamo visti tutti raccogliere i sassi, uscendo dai tendoni sotto quella pioggia che non finiva di cadere, e impastare la malta, e tirare su i muri. Già dal 1983 il presidente Pertini e papa Wojtyla erano da queste parti a salutare case, edifici pubblici, chiese ricostruite. Il duomo di Gemona è tornato ad essere la cattedrale meravigliosa di sempre; Venzone dentro la sua cerchia murata merita la qualifica di borgo più bello d’Italia (restano le rovine della chiesa di San Giovanni Battista, volutamente lasciate così perché nessuno dimentichi).
Nelle foto amorevolmente selezionate da Roberto Mandelli, la 1, la 8, la 27-30 testimoniano questa storia; mentre la 31 ci riporta tanto più indietro, all’insediamento romano di Forum Iulium, il più settentrionale d’Italia, che se fosse scavato tutto rivelerebbe una nuova Pompei (una signora mi diceva che sua mamma vangando la terra tirava su le monete romane e i frammenti di ceramiche), e intanto ha lasciato all’oggi i suoi nomi (Zuglio per il paese, Friùli per la regione). Mentre le foto da 44 a 49 testimoniano la vita medievale dei luoghi, attorno alla pieve di San Pietro che esisteva già al tempo di Carlo Magno e il cui cimitero è, si può dire, il sacrario delle famiglie locali a cominciare dagli Agostinis, nome evidentemente romano e augusteo. Numerosi gli itinerari (foto 11), fino a un giro complessivo delle 11 pievi carniche in 20 tappe.
Irrobustiti da queste visioni, e dalle poesie di Carducci che qui soggiornò estasiato “de la But che irrompe e scroscia… al fragor”, “tra il profumo degli abeti – ed il balsamo dei fior”, mi sono lasciato convincere dall’offerta intrepida della prima invernale di un trail che solitamente si svolge a principio d’estate (è infatti programmato per il 20 giugno prossimo), ma presenta questo antipasto anche a compensare la gara rinviata nel 2020.
Le previsioni del tempo erano pessime fin dall’inizio della settimana, e ancora il sabato garantivano pioggia copiosa e persistente per tutta la domenica: questo spiega forse che dei 227 iscritti solo in 137 ci siamo presentati alla doppia partenza (prima le donne, e 3 minuti dopo gli uomini) nella piazza del Municipio, dopo aver espletato senza problemi tutte le pratiche ormai usuali (temperatura - nel mio caso al solito 36,1; mascherine, distanziamento), con l’aggiunta di impermeabili, guanti, bandane per i più timorosi. Tutto sotto lo sguardo premuroso del sindaco, dell’intero corpo dei vigili, e in più di carabinieri, guardia di finanza, alpini come al solito a sorvegliare bivii e incroci: le foto 11 e 14 documentano l’impegno e l’entusiasmo di una comunità intera, nel quadro di un pieno rispetto della legge contro cui nulla hanno potuto le forsennate campagne di chi (dal suo squalificato pulpito) in un delirio di impotenza chiede dimissioni, minaccia commissariamenti, e magari correggerebbe il bollettino della vittoria del suo antenato maresciallo Diaz per escludere Paluzza dalla redenzione (“magara andaressimo con l’Austria!”, ci ha confidato don Pericle Peruzzi, cappellano militare e assistente spirituale nell’episcopato di Carnia).
E l’associazione sportiva Aldo Moro programma un calendario pieno, che vuole ricalcare le manifestazioni del 2019 come si vede dal cartello della foto 51. “Questo, al nome di Cristo e di Maria – ordino e voglio che nel popol sia. – A man levata il popol dicea Sì” al proclama del console del comune rustico, tra i noci della Carnia.
Nella notte di sabato è piovuto (“freddo e nitido è il lavacro – ed il sole anche non par”, sempre secondo il Vate), ma alle 9,30 scende solo qualche gocciolina nebulizzata, che poi smetterà del tutto salvo qualche istante, circa un’ora dopo. Credo di essere quello che arriva da più lontano, ci riconosciamo tra quanti eravamo alla Bora in gennaio, fioccano gli inviti (Mujalonga, Bavisela…?); uno degli organizzatori, Maieron, mi ricorda di aver giocato nella primavera del Modena nel 68, sotto il grande allenatore Laszlo Szekely e il tecnico delle giovanili Montanari. Come è grande, bello e insieme piccolo il nostro italico mondo. C’è perfino la Rai, qualcuno crede di vedere la mitica Botteri oggi libera dalle incessanti partecipazioni ai talk-show…
Si parte in regola e in allegria, mascherine per i primi 500 metri. “Un fremito d’orgoglio empieva i petti – ergea le bionde teste”, i primi 5 km sono in leggera discesa (meno 100 metri D) e puntano sui bellissimi abitati di Cercivento (Cürçuvint), Noiaris (i boschi di noci, le Nogare in veneto), Sutrio famosa per essere la base della mitica salita dello Zoncolan. Guardo il cronometro e resto stupefatto dei km fatti in 5:01, quando va male 5:14; da qui cominciano le salitine verso le chiese bianche che punteggiano il panorama, dal 5 al 7 saliamo di 75 metri, e allora si fanno anche dei km a 6:19 e 7:14, col cuore che pompa a 160. Ma siccome il cancello del km 10 è superato con ampio margine, indulgo a fotografare i paesaggi e a scroccare uno scatto dagli infiniti addetti (mi pare che su 21 km ci siano 6 posti di ristoro! Poi il Gps ti castiga con la sentenza dei km in 8’ e passa, ma ti consoli coi tranquillizzanti 150 del cardio). Il percorso si fa campestre, boschereccio, da gustare passo passo, sempre corribile: “e le rosse giovenche di sul prato – vedean passare il piccolo senato” di noi 137. Le galline beccano tra l’erba umida, un tacchino inalbera la sua pomposa ruota, più su ci sono le pecore, “la mugghiante greggia e la belante”.
Le prime posizioni, e gli eurini offerti in premio, saranno appannaggio degli atleti africani (ovviamente tesserati in Italia): tra gli uomini, l’etiope Kuashu Taye Damte vince in 1.11:34, a una media dei 3:23 incredibile, se consideriamo che c’era un dislivello di 480 metri e 6 km di sterrati e sentieri; a quasi due minuti e mezzo arriva il keniano Sammy Kipngetich, appena davanti a Tiziano Moia di Gemona.
Sesta assoluta, e prima donna, l’etiope Engidu Ayele Meseret in 1.23:05 (media 3:56), dodici minuti davanti alla seconda, Caterina Stenta da Trieste. Il gioco del real-time mi fa arrivare quasi a braccetto col pettorale n. 1 di Sara Annichini, classe 93 cioè molto più giovane dei miei figli. Le salite più dure stanno tra il km 15 della Torre Moscarda (dove un alpino sbandieratore mi invita a passare per il prato: “Ma è un taglio!”, obietto; “eh, ma chì jà tajà tuti!”; sarà per questo che al mio Gps mancherà un centinaio di metri…), poi Treppo Carnico e il 19,5 di Englaro: il punto più alto sono i 680 metri del km 17,7, da lì si aprono belle prospettive sulla valle di Paluzza (sono le foto 40-42), dove le nubi stanno cedendo a qualche timido raggio di sole.
Il tempo massimo è generoso, e anche gli ultimi ci rientrano agevolmente (quando suona il campanone di mezzogiorno, e la gente esce da messa, è tutto finito). Le convenzioni con gli alberghi locali (popolati, vista l’epoca rossa con prospettiva arancione, di soli podisti e familiari) ci consentono il late check, la doccia in camera, e un pranzo di delizie friulane annaffiate da Tokay e Merlot, a un prezzo che si spende di più stando a casa.
Torno che (alla faccia delle 2255 calorie bruciate secondo il Gps) peso due chili più di quando ero partito.
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- Fotografo/i F. Marri - R. Mandelli
Al Patriarca niente “ombra” ma tanta pioggia, e organizzazione da Ateneo
A Vittorio Veneto la chiamano Scuola di Maratona, ed il motivo è spiegabile. Non è una scuola, ma un Università dei Trail. Le manifestazioni che organizzano in terra trevigiana sono all'insegna della perfezione.
Oggi, con un tempo da lupi, hanno organizzato il Trail del Patriarca a Villa di Villa di Cordignano.La manifestazione deduco prenda il nome dal Castello di Cordignano, fatto erigere durante la dominazione longobarda dal Patriarca di Aquileia, Raimondo Della Torre.
Causa problemi legati al Covid, si è svolto soltanto il percorso dei 25 km (un po’ ridotti), mentre i percorsi minori sono stati annullati.La non enorme lunghezza del percorso, non deve trarre in inganno, perché è un trail abbastanza impegnativo. Oggi poi, dopo due mesi di siccità totale, la pioggia non ha mai smesso di cadere e il fango, specialmente in discesa, era olio.
Ma veniamo alla manifestazione. Partenza con tutte le regole previste rispettate. Non griglie, ma "onde", 20 persone alla volta con mascherina e distanziati.
Dopo un breve passaggio attraverso il paese, sono subito iniziate le salite e abbiamo iniziato ad inoltrarci dentro a boschi di latifoglie e circondati da alberi, che un po' ci riparavano dalla pioggia. Purtroppo non sono riuscita a godere del panorama, che sono certa sarebbe stato stupendo se la giornata fosse stata bella.
Arrivata dopo circa sei chilometri al primo ristoro, mi sono goduta un siparietto divertente. Un volontario mi chiede se volevo un "ombretta", alias un bicchiere di vino, io rispondo "non bevo, sono astemia" al che l'ometto risponde "povera signora, quanto mi dispiace".
Prendo dei buonissimi biscotti e riparto. Si continua a salire e lo si farà fino al 14° km.Arrivata sulla sommità di un monte, altro volontario simpatico mi comunica che da quel momento sarebbe iniziata la discesa.
AIUTO! Quanto fango, quanti capitomboli, scendevo, e come me tanti altri, con il sedere, perché era veramente impossibile rimanere in piedi. Continuo a "correre", a fare ruzzoloni, e intanto rivedo amici che non vedevo da più di un anno.
In sintesi, si ritorna un po' a vivere. I volontari mi incoraggiano, forse in virtu' del fatto che anche oggi ero la "ragazza" più vecchia.
Manca poco all'arrivo, attraverso dei prati, guardo verso il Castello di Cordignano e passo il traguardo.
Non ci sarà la vecchia festa, ma non importa. Tanto per cambiare, piango dalla felicità.
Che dire, per concludere? Grazie, grazie a Ivan Cao presidente del gruppo, grazie e tutte le volontarie/i che ci hanno assistito durante il percorso nonostante il freddo e la pioggia.
Ho impiegato 4 ore e mezza, una marea, ma pazienza. Alla mia età, l'importante è arrivare felice.
Grazie, Università di Maratona.
Gargallo (NO) – 2° Trail di Eric il Folletto
5 aprile - Un tiepido sole ha rallegrato la corsa podistica dei Folletti di Gargallo, svoltasi nel perfetto ordine di sicurezza imposto dalla pandemia covid. Per evitare qualsiasi assembramento, i bravi organizzatori del circuito running hanno fatto partire i partecipanti al trail di 17 km (per 500 metri di dislivello positivo) suddivisi in tre griglie: la competizione è stata, quindi, gestita con il real time.
Il primo via è stato dato alle 9,30 in punto, mentre le altre due griglie di runner sono state distanziate dalla prima di tre minuti ciascuna.
Però chi è dovuto partire nella terza griglia, dove ci sono atleti che sono arrivati nei top 10, è stato penalizzato, perché ha dovuto fare slalom negli stretti sentieri del trail Eric per superare i podisti meno veloci, e quindi ha dovuto dire addio al proprio best time, e forse anche ad un piazzamento migliore in classifica.
Direi che questo tipo di partenze possono essere fruibili nelle gare su strada, ma non in gare sui sentieri con griglie formate da 150 corridori.
Nella gara maschile, già dai primi metri di gara, Matteo Rossi del team Atl. Gran Sasso Teramo ha fatto valere le sue doti di runner veloce e con autorità ha tagliato il traguardo in solitaria con l’ottimo tempo di 1h07’17”; per i due gradini più bassi del podio c’è stata una volata molto combattuta, sul gradino d’argento si è sistemato Luca Ronchi (Team Sport Project VCO) in 1h08’20”, sul gradino di bronzo si è seduto il campione europeo di skyrunner, Cristian Minoggio (Team Autocogliati) in 1h08’23”.
Per il team Autocogliati, sesto e nono, due atleti bergamaschi, partiti nella terza griglia, Luca Arrigoni in 1h11’05” e Marco Zanga in 1h12’20”.
Tra le donne, Elena Platini (Team Luciani Sport) ha guadagnato l’oro con il tempo di 1h23’31”, seconda la bergamasca dell’Atletica Paratico, Daniela Rota in 1h24’58” e terza Federica Cerutti (Sport Project VCO) in 1h27’18”.
Il CONI ha aggiornato l'elenco degli eventi FIDAL approvati al 26 Marzo 2021
Sul sito del CONI è stato pubblicato l'elenco aggiornato degli eventi FIDAL approvati.
Naturalmente non è automatico che tutti gli eventi dell'elenco si svolgano regolarmente, ma è sicuro che se un evento non è in questo elenco, non si svolgerà.
Ad esempio, la settimana prossima nel giorno di Pasqua (4 Aprile) non è previsto nessun evento, nel giorno di Pasquetta (5 Aprile), invece, sono nell'elenco e risultano confermati solo il "II^ Winter Trail del Vino Derthona" a Carbonara Scrivia (AL) (vedi scheda nel ns. calendario) e il "II^ Trail di Eric il Folletto" (vedi scheda nel ns. calendario).
A seguire, il 10 Aprile l'UltraFranciacorta a Provaglio d'Iseo (BS), l'11 Aprile la Stramagenta a Magenta (MI), dove sono confermati ben 1000 partenti in due blocchi da 500, la Corsa di Pasquetta di Bauladu (OR) (chiamata "Pasquetta", ma confermiamo che si corre l'11 Aprile), la "Strasimeno Half Marathon, Marathon e Ultramarathon" a Castiglione del Lago (PG), la "International Skyrace Carnia - La Mezza d'Inverno" a Paluzza (UD) e la "Maratona Maga Circe" a San Felice Circeo (LT).
Nell'elenco non c'è l'Abbots Way che era in programma per il 9 Aprile e che ci risulta essere stata spostata al 16 Aprile (vedi l'articolo dedicato).
Scarica qui l'elenco delle gare approvate dal CONI QUI
Biella-Piedicavallo: il vecchio Piemonte continua a “fare l’Italia”
21 marzo - Dopo la defezione (per ora la chiamano “rinvio”) di almeno tre gare a lunga gittata nel weekend, la scelta della Biella-Piedicavallo era non solo obbligata, ad esempio anche per i podisti dell’Aquadela di Bologna (visti in un autogrill, altrimenti deserto) che devono assoggettarsi a quasi 300 km di viaggio in auto: ma davvero proficua per conoscere angoli incantevoli e carichi di storia. Per cautelarsi da eventuali perdite di tempo causa fortuiti incontri con zelanti tutori dell’ordine, si parte che è ancora buio (torna nella memoria, almeno approssimativamente, lo slogan de “La classe operaia va in paradiso”: “operaio - ti alzi – che è ancora buio – e torni – a casa – che è già tramontato – per te – il sole – non sorge mai”), arrivando a Biella un’ora abbondante prima del via; con tutto l’agio di ritirare i pettorali, vestirsi abbastanza pesantino dati i 4 gradi alla partenza (che al traguardo, tra la neve per terra e i candelotti di ghiaccio attaccati ai rubinetti dell’area picnic, saranno ancora meno), scaldarsi per le strade di Biella e soprattutto nell’ampio parco “Vittorio Veneto”, pieno di memorie della Grande Guerra e di quel Piemonte biellese che ha fatto l’Italia, a cominciare da Alfonso Lamarmora, Quintino e Vittorio Sella, fino a Giuseppe Pella, grandissimo economista, che piacque a Guareschi quando gli scappò detto che preferiva sapere di sua figlia morta per l’atomica piuttosto che prigioniera in Russia.
C’è tempo di rabbrividire rileggendo il sublime bollettino della vittoria firmato Diaz (molti italiani nati nel 1918-19 si chiamarono appunto “Firmato” per questa ragione), e c’è anche tempo di leggere i giornali: sul quotidiano biellese un (ex) podista protesta per l’effettuazione della gara, quando “si sa bene che correndo si sputa e si suda” (e vabbè, aggiungiamo il sudore tra i vettori del contagio), mentre si dovrebbe avere “rispetto di chi è da mesi chiuso come attività (palestre, piscine, ecc...)” (Sei chiuso tu, per rispetto chiudo anch’io; sei morto tu, allora io per rispetto tuo inghiotto veleno per topi: la legge del taglione in chiave antisportiva).
E parte l’ennesima richiesta al sindaco di non autorizzare la gara. In altri comuni, sindaci calabraghe avevano accondisceso (tornando a casa, da una sciagurata annunciatrice di Isoradio sentirò della protervìa – con accento sulla ì, come asinerìa – di certi ciclisti padovani che sono andati per strada, o dei vigili che li hanno multati); per fortuna il neo- sindaco di Biella Claudio Corradino precisa “che la gara non è stata autorizzata e non aveva necessità di autorizzazioni da parte del Comune di Biella. Si tratta di una gara di carattere nazionale e nel rispetto dei protocolli attualmente in vigore. I protocolli consentono lo svolgimento di manifestazioni di carattere nazionale, come tra poco si giocherà al Forum la partita Biella-Mantova di basket e a breve ripartiranno altri campionati come l’Eccellenza di calcio con la nostra Biellese”. (Al termine inserisco la dichiarazione ufficiale dell'organizzazione, di lunedì 22).
A proposito di sindaci piemontesi, l’intera pagina del Corrierone locale è dedicata ai vigili di Torino che multano, in base a un decretino del 2006, chi fa fare una passeggiata al cane senza avere i documenti (del cane!); la sezione barzellette prosegue alle pagine 12-13, dove Ronaldo “avvisa” l’Inter e dichiara che segnando al Benevento perforerà la porta dell’unica squadra cui non abbia mai fatto gol, e Belotti-Nicola annunciano che spesseranno le reni alla Zampdoria.
Per fortuna, è Biella a guidare le sorti dello sport, oggi, e il vecchio Piemonte, sebbene proclamato “rosso” da un ministro il cui pallore è misura della sua sportività, a insegnare all’Italia come si curano la salute e il benessere psicofisico. E a proposito delle goccioline virali in giro per l’aria (chissà al Palaindoor di Ancona dove si svolgono i campionati nazionali di atletica!), nella mia corsetta scioglimuscoli arrivo al Duomo e ci entro: la chiesa è abbastanza affollata, e insieme ai fedeli recito il “Padre nostro”: è probabile che sia maggiore il rischio in quel momento che in tutto il resto della giornata, ma lo affronto volentieri.
Fuori, è perfetta la sistemazione dell’area di partenza: davanti a noi, due auto dei vigili a farci strada; dietro, l’ambulanza che ci seguirà al passo dei più lenti (quorum ego). Tutti con la mascherina fino all’uscita dalla città, e via per la bellissima valle del Cervo al cui termine troneggiano le maestose Alpi innevate.
La strada è piena di storia: dall’eroico Pietro Micca, di cui sfioreremo la casa natale (nelle foto messe insieme da Roberto Mandelli vedrete questo e altro), ai grandi stabilimenti lanieri e ai cappellifici che fino agli anni Sessanta diedero lavoro e una relativa prosperità alla zona, alle distillerie del Ratafià di Andorno, liquore che ebbe un tale successo da indurre l’Accademia d’Italia ad adottare il suo nome invece dell’anglofilo cherry-brandy.
Come curiosità, i vari paesi attraversati adottano diverse interpretazioni delle leggi o leggine: “in ossequio al DPCM” Tal dei tali, come ammoniscono i cartelli, alcuni parchi sono chiusi e recintati, altri sono apertissimi. Per fortuna, la gente se ne frega del demenziale divieto di presenza del pubblico alle manifestazioni sportive, e lungo le strade ci applaude e incita. Noto pure a un certo punto due poliziotti, con mascherina d’ordinanza, che amichevolmente conversano con un conoscente, del tutto privo di mascherina: forse prevale quel “buon senso” raccomandato dal prefetto Gabrielli (ma non recepito dai vigili di Torino).
Podisticamente parlando (i risultati e primi commenti sono già qui: https://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/7025-biella-40-biella-piedicavallo.html ) la strada sale con pendenza abbastanza costante e qualche discesina o falsopiano: il Gps mi darà 685 metri D+ e 100 D- su 18.870 metri. Prendetela con beneficio d’inventario, anche considerando che da metà percorso in su i telefonini non riescono più a navigare (penso agli scolari della Dad, come faranno a seguire le lezioni? A bè, a Campiglia c’è un cartello “Punto Wi-Fi”…).
La salita si fa più erta dal km 13: negli ultimi 6 km scarsi si va su di 300 metri verticali; gli ultimi 2 km sono i più duri e per fortuna riesco a rimontare (poche) posizioni, così da togliermi dai pressi i gas di scarico dell’ambulanza-scopa. Tre ristori, con bottigliette chiuse di acqua locale (non a caso si chiama anche “valle dell’acqua”, e si incontrano fontanelle lungo la strada); al traguardo, un sacchetto dove, oltre all’acqua Lauretana, non può mancare un’altra eccellenza locale, la birra Menabrea.
A Piedicavallo finisce la strada: da lì, solo bellissime mulattiere innevate portano verso località da favola come Gressoney o Gaby (maestosamente cantate da Carducci, non solo nel memorabile Piemonte), attraverso valichi oltre i 2000 metri. Il paese è addirittura Comune (180 abitanti), ma lo sci non è arrivato, molte case sembrano in sfacelo e l’unico bar del luogo è desolatamente chiuso. Per fortuna oggi la zona è ravvivata da noi podisti (450 in tutto, sugli oltre 500 iscritti), ma i frequentissimi pullmini dell’organizzazione (che all’una ha già finito le premiazioni) ci riportano giù abbastanza in fretta, previa misurazione della temperatura, per lasciarci mettere qualcosa sotto i denti oltre il gnocco e pizzetta del pacco-gara.
Resto a fare il turista, ma ben vestito perché il sole è alquanto temperato dal vento freddo: lascio indietro qualcosa (ad esempio l’oasi creata dal grande Ermenegildo Zegna) perché il clan di Claudio Piana da Pettinengo promette altri allestimenti (c’è anche Oropa da risalire), e dunque non mancheranno future occasioni. Vai vecchio Piemonte!
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Ufficio Stampa Biella Sport Promotion
Facendo seguito alle critiche pubblicate su varie pagine social nelle ore successive alla gara Biella-Balma-Piedicavallo, non entriamo nel merito delle opinioni di ciascuno, ma per tutelare la nostra immagine di organizzatori seri precisiamo che:
- La gara è stata approvata dalla Fidal nazionale come corsa su strada nazionale bronze in regola con gli attuali dpcm in corso e protocolli Coni e Fidal
- Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni allo svolgimento dell'evento da parte degli organi preposti, prefettura di Biella e Questura di Biella comprese
- Avevamo il patrocinio del Comune di Biella e le autorizzazioni degli altri comuni attraversati
- C'è stato controllo sui luoghi di partenza e arrivo da parte delle forze dell'ordine e lungo il percorso da parte dei volontari di protezione civile e AIB Biella
- Tutti i protocolli sono stati rispettati.
Tutto questo esclusivamente per dare agli atleti iscritti la certezza della serietà organizzativa da parte nostra in un mondo dove ormai tutto viene messo in dubbio.
Ringraziamo gli atleti che hanno partecipato per la fattiva collaborazione: hanno dato dimostrazione di grande serietà.
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- Fotografo/i Fabio Marri - R. Mandelli
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- Fonte Classifica Comitato Organizzatore
Biella - 40^ Biella - Piedicavallo, record e numeri
21 marzo - Numeri importanti e alto livello per le due gare: la Biella-Piedicavallo, con 318 partenti alla 40ª edizione si colloca al secondo posto in quanto a partecipazione, dietro solo al record di 451 siglato nel lontanissimo 1974. Numeri quasi raddoppiati rispetto ai 188 del 2019: la voglia di sport e di normalità ha prevalso e i runners anche in questa occasione hanno saputo essere molto attenti alle regole. Altri 137 hanno invece preso parte alla 4ª edizione della Balma-Piedicavallo, numero che è ugualmente il record assoluto, in crescita di una quindicina di partecipanti rispetto al 2019.
IL COMMENTO DI CLAUDIO PIANA E DI PAOLO VIALARDI
Claudio Piana è a capo di Biella Sport Promotion, organizzatore dell’evento insieme a Gac Pettinengo: «Per organizzare questa gara abbiamo fatto nostri i numerosi protocolli imposti dal governo centrale e recepiti dal Coni e dalla Fidal e abbiamo ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni da parte dei Comuni coinvolti e della Prefettura. Ma non solo, abbiamo fatto ancora di più rispetto ai protocolli per tenere il più possibile distanti gli atleti prima e dopo la gara e per snellire tutte quelle procedure che avrebbero potuto creare assembramenti. Il punto di partenza era molto largo e già alla fine di via Italia il gruppo era diventato un serpentone sgranato. Ancora in quel punto c’erano atleti con indosso la mascherina anche se da regolamento avrebbero potuto già sfilarsela prima: dove non arrivano le regole ci vuole il buonsenso da parte di chi lo sport lo pratica. Soddisfatto anche per l’alto livello tecnico: una gara nazionale vuole dei grandi protagonisti e li abbiamo avuti».
Paolo Vialardi ha avuto dall’organizzazione la responsabilità di gestire le fasi della partenza, sotto gli occhi attenti delle forze dell’ordine (presenti alle partenze, lungo il percorso e all’arrivo), del presidente regionale Fidal Clelia Zola e del presidente provinciale Daniele Scudellaro: «La partenza era indubbiamente il momento più critico, ma siamo riusciti a gestirlo benissimo anche grazie alla collaborazione degli atleti. Li abbiamo lasciati riscaldare fuori dalla zona di partenza chiamandoli giusto due minuti prima dell’orario stabilito per evitare al minimo i contatti. Considerando che tutti avevano la mascherina mi sembra che l’incolumità di tutti sia stata preservata. Così come al traguardo sono stati tutti molto diligenti nel rimettere la mascherina subito dopo l’arrivo, nonostante il fiatone per la lunga salita, spostandosi in fretta dalla zona per non intasare il luogo».
LA 40ª BIELLA-PIEDICAVALLO
I protagonisti attesi della vigilia erano tre e non hanno deluso le attese. Sui 18,6 chilometri di percorso (615 metri di dislivello) il valdostano Xavier Chevrier e il valsesiano Italo Quazzola hanno allungato subito, lasciando dietro di qualche metro il ruandese Jean Baptiste Simukeka. Intorno a metà gara Quazzola perde terreno e Chevrier va a vincere con il tempo di 1h03'26", nuovo record della gara. Quazzola è secondo in 1h04'24", battendo di 4 secondi il tempo del 2019 che era il vecchio record. Completano il podio (da 5 posti): Simukeka (1h08'14"), Francesco Nicola (1h'09'07") e Davide Scaglia (1h09'22").
Tra le donne gara solitaria per la burundiana Clementine Mukandanga, già vincitrice nel 2019 alla Biella-Oropa: ha chiuso in 1h14'59" disintegrando il precedente record che apparteneva dal 2018 a Giorgia Morano, in 1h17'57". Al secondo posto la triverese Elena Romagnolo 1h18'28". Dietro nell'ordine Gloria Giudici 1h19'05", Nadia Re (1h21'01") e Claudia Gelsomino (1h21'23").
Per i primi quattro uomini e le prime quattro donne al traguardo la sorpresa del controllo antidoping.
Grazie al supporto degli sponsor, i primi 5 atleti della classifica assoluta maschile e femminile si sono divisi un montepremi di circa 1.200 euro. Sono poi stati premiati con premi in natura i primi 5 delle 18 categorie d'età in programma.
LA 4ª BALMA-PIEDICAVALLO
Il borgosesiano Francesco Carrera fa il bis e conquista anche l'edizione 2021 dopo aver trionfato in quella del 2019. Ha chiuso i 7 chilometri di gara (330 metri di dislivello) in 25'07", una ventina di secondi in più rispetto al suo record, precedendo Alessandro Boschis (26'02") e Paolo Orsetto (26'44").
Tra le donne, assente dell'ultim'ora è stata la vincitrice del 2019 Arianna Reniero, causa una caduta al Cross della scorsa settimana ai campionati italiani. La vittoria va a sorpresa alla compagna di squadra Matilde Bonino, sedicenne promessa dell'atletica biellese, in 30'48": un vero "tempone" considerando che abbassa di circa un minuto il record della Reniero (32'13"). A pochi metri, la triathleta plurititolata italiana, europea e mondiale Charlotte Bonin, arrivata a Piedicavallo in 30'52". Al terzo posto un'altra biellese: si tratta di Angelica Bernardi già seconda l'anno scorso: 30'59" il suo crono. Il montepremi riservato ai primi 3 classificati è stato di complessivi 500 euro. In questa gara premi in natura per i migliori 3 di ognuna delle 18 categorie.
I PREMI DI SOCIETA’
Come tutti gli anni la Biella-Balma-Piedicavallo assegna anche dei premi alle società. La più numerosa è risultata essere la Pietro Micca Biella Running che si aggiudica il Trofeo MA Service davanti all'As Gaglianico 74 (Coppa Microtech) e all'Atletica Santhià (Coppa Lauretana). La vincitrice della classifica a punti, invece, è stata la Climb Runners Biella che si aggiudica così il trofeo in memoria di Ismar Pasteris, fondatore della gara. Su questo podio anche l'Atletica Santhià (Coppa Eurometallica) e lo Sport Project Vco (Coppa Botalla Formaggi).
I premi si società verranno consegnati con una cerimonia a parte nel corso della BiUltra 6.24 in programma nel prossimo fine settimana.
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- Fotografo/i Carlo Bolla - Comitato organizzatore
530 iscritti alla "Piedicavallo": con Simukeka, Mukandanga e Gloria Giudici
Aggiornamento 19 marzo - La 40ª edizione della Biella-Piedicavallo andrà regolarmente in scena domenica 21 marzo. Ci voleva, in un primo giorno di primavera che rischiava di somigliare alla giornata dei defunti (nel senso di eventi sportivi annullati: Lake Garda marathon, mezze di Caldaro e di Saluzzo…). E viva il vecchio Piemonte, che una settimana dopo il felice esito della corsa di Trino ripropone una gara in salita che sembra destinata a un esito favorevole, cousta l’on ca cousta. E non è un caso che qui siamo in casa dell’eroico Pietro Micca, che a 29 anni nel 1706 si sacrificò per salvare Torino dall’invasione, dopo avere congedato il soldato a lui vicino con le parole “Gâvte da lì, tì 't'ses pi lungh ëd na giurnà sènsa pân! Lassa fé a mì, pènsa a salvéte!»). Tra gli ultimi iscritti, anche nomi di prestigio, come dai comunicati ufficiali del Gruppo Amici Corsa di Pettinengo e di Biella Sport Promotion:
Si tratta della burundiana Clementine Mukandanga, tesserata per l’Atletica Virtus Lucca, dell’azzurra Gloria Giudici tesserata per la Freezone di Iseo, e del ruandese Jean Baptiste Simukeka, tesserato per l’Orecchiella Garfagnana.
Simukeka classe 1983 è atleta dal grande passato a livello internazionale, visto in gara anche in gare nel biellese: fu terzo alla maratonina del 2010 e nella top-10 al Giro di Pettinengo nel 2016. Recentemente, nel 2020 fu terzo assoluto nella prestigiosa maratona di Reggio Emilia e due settimane fa ha terminato al secondo posto la maratonina di Brugnera in Friuli chiudendo con il tempo di 1h05’03”.
Mukandanga, classe 1985, invece, si candida quale favorita numero 1 per la vittoria in ambito femminile: la ricordiamo già vincitrice nel 2019 alla Biella-Oropa con 56’56”, nono tempo di sempre. Nel 2020 ha vinto la Marcialonga, la 10miglia del Garda, la maratona di Varna in Bulgaria, il giro di Pordenone, la “Arezzo riparte”, chiudendo seconda la maratona di Reggio Emilia.
Giudici, classe 1987, è nel giro della nazionale di corsa in montagna e trail da parecchi anni: ha indossato la maglia azzurra ai mondiali del 2015, 2017 e 2019 e agli europei del 2018. Un’atleta a cui il dislivello della Biella-Piedicavallo potrebbe essere congeniale. Nel biellese partecipò, vincendola, alla 27ª edizione della Corsa di San Silvestro nel 2017 a Trivero.
Alla chiusura delle iscrizioni sono 390 gli iscritti alla 40ª edizione della Biella-Piedicavallo e 141 alla 4ª Balma-Piedicavallo. Tutte le iscrizioni saranno ri-verificate e il numero esatto verrà comunicato tra venerdì e sabato: la lista di partenza sarà poi reperibile sul sito www.biellasport.net.
Precedente comunicato:
Le restrizioni imposte dai decreti in corso permettono comunque lo svolgimento dell’evento, uno dei pochi in Piemonte inserito nell’elenco delle gare ritenute di interesse nazionale da parte del Coni e quindi autorizzato, nonostante la regione sia in zona rossa. E’ notizia delle ultime ore che la gara sarà anche valida quale 2ª prova del trofeo “CorriPiemonte” in sostituzione della “Mezza maratona del Marchesato” che era in programma lo stesso giorno a Saluzzo ma è stata annullata.
Biella Sport Promotion e Gac Pettinengo hanno alzato al massimo il livello di guardia ottemperando a tutte le prescrizioni ufficiali e alle regole non scritte del buonsenso, auspicando che anche tutti gli atleti partecipanti diano a loro volta prova di senso civico e di rispetto in un momento particolare come quello che stiamo vivendo.
Nelle ultime due edizioni disputate non si era andati al di là dei 200 partecipanti (191 nel 2018 e 188 nel 2019). Nel 2020 l’evento era stato prima posticipato e poi definitivamente annullato e ora, dopo una lunga attesa, la 40ª Biella-Piedicavallo si appresta a fare il tutto esaurito ed ha già superato quota 300 preiscritti, numero che potrebbe crescere ancora nelle prossime ore, le ultime possibili per iscriversi sul sito www.biellasport.net. La scadenza è fissata per le ore 24 di giovedì e quest’anno non saranno possibili adesioni last-minute, anche questo per ottemperare alle norme anti-Covid.
A questi 300 o più bisogna aggiungere un centinaio di preiscritti alla gara “figlia”, la Balma-Piedicavallo, giunta alla sua 4ª edizione: nel 2019 furono 124 i partenti, quota che potrebbe essere raggiunta anche quest’anno.
Anche in questa edizione Claudio Piana e il suo staff hanno incassato l’adesione di atleti di alto livello. In ambito maschile nella Biella-Piedicavallo, torneranno ad affrontare le ripide salite della Valle Cervo il dominatore del 2019, il valsesiano Italo Quazzola, e il vincitore del 2016, l’azzurro valdostano Xavier Chevrier. Ad infilarsi nella lotta tra i due ci proveranno anche i lombardi Michele Belluschi (vincitore con record della Trino-Crea domenica) e Andrea Astolfi, già sul podio a ottobre scorso alla Biella-Oropa. Al via anche Riccardo Montani, atleta selezionato per la nazionale azzurra per i prossimi mondiali di Trail in Thailandia.
Tra le donne non ci saranno Catherine Bertone e Elisa Stefani, precedentemente annunciate, e al momento non sembra esserci una superfavorita. Nomi ‘caldi’ sono quelli di Valentina Dameno, Nadia Re, Chiara Giovando, Lisa Borzani, della triverese Ilaria Zaccagni e della conterranea pluricampionessa italiana Elena Romagnolo.
Tra gli iscritti alla 4ª Balma-Piedicavallo, invece, spicca su tutti il nome del vincitore del 2019, il valsesiano Francesco Carrera. Per un posto sul podio si candida il giovane biellese Paolo Orsetto. Tra le donne ci riprova la biellese Arianna Reniero, vincitrice con record l’anno scorso: con lei al via le altre giovani compagne di squadra Matilde Bonino e Eloisa Marsengo. Iscritta anche la novarese Federica Cerutti.
Nonostante le difficoltà logistiche ed economiche legate al momento storico che stiamo vivendo, anche quest’anno la Biella-Balma-Piedicavallo ha un montepremi di valore grazie alla presenza di partner fedelissimi di Biella Sport Promotion e Gac Pettinengo. I primi 5 uomini e le prime 5 donne della Biella-Piedicavallo si divideranno circa 1.200 euro, mentre il montepremi per i primi tre uomini e le prime tre donne della Balma-Piedicavallo è di 500 euro.
Un premio in natura di valore decrescente verrà poi consegnato ai migliori 5 di ognuna delle 18 categorie d’età della Biella-Piedicavallo e ai migliori 3 delle altrettante categorie previste nella Balma-Piedicavallo.
Il percorso della 40ª Biella-Piedicavallo ricalca per buona parte quello storico che vide per la prima volta la partecipazione di 85 atleti nel lontano 1971. Dal 2017 è stato accorciato di circa 500 metri nella parte iniziale e dunque i record sono stati azzerati da quella edizione. A causa dell’interruzione della strada provinciale 100 della Valle Cervo poco dopo l’abitato della Balma, gli atleti percorreranno un tratto sterrato ricavato nell’alveo del torrente Cervo, attualmente adibito a cantiere per la ricostruzione della strada franata: tutto questo grazie all’interessamento del sindaco di Campiglia Cervo che ha concesso l’autorizzazione alla gara, così come hanno fatto i primi cittadini di Biella, Andorno Micca, Sagliano Micca, Rosazza e Piedicavallo.
Di fatto non cambierà il chilometraggio che rimane di 18,6 chilometri con 615 metri di dislivello positivo. Gli attuali record sono di Italo Quazzola (1h04’27” nel 2019) e di Giorgia Morano (1h17’57” nel 2018).
La variante sterrata verrà percorsa anche dai partecipanti alla 4ª Balma-Piedicavallo: per loro il percorso è confermato in 7 chilometri con 330 metri di dislivello. I record sono stati siglati nell’edizione 2019 da Francesco Carrera (24’58”) e da Arianna Reniero (32’13”).
A tutti gli atleti verrà richiesto di compilare l’autocertificazione anti-Covid (e quella per gli spostamenti) che può essere scaricata dal sito www.biellasport.net nella sezione dedicata alla corsa Biella-Piedicavallo. Tutti gli atleti, gli organizzatori e i volontari saranno tenuti ad indossare la mascherina prima della partenza, anche durante il riscaldamento, e dovranno mantenerla correttamente sul viso per i primi 500 metri di gara, conservandola durante la gara al fine di reindossarla subito dopo aver tagliato il traguardo.
Essendo il Piemonte in zona rossa non è possibile per il pubblico assistere all’evento a bordo strada, salvo che non sia al di fuori della propria abitazione se essa è sul percorso di gara. Non è previsto il ristoro finale e i ristori idrici lungo il percorso saranno predisposti esclusivamente con bottigliette chiuse. Per quanto non scritto sono in vigore le norme dettate dal Dpcm per quanto concerne il distanziamento sociale e dai protocolli Fidal per quanto riguarda il comportamento da tenere in gara.
"Il giardino dei piccoli" è un progetto che prevede la riqualificazione del parco dell'asilo e della scuola materna di Valdengo, promosso dal Rotary Club di Valle Mosso. L’idea è quella di offrire ai bambini la possibilità di esprimersi negli spazi esterni, facendo divenire il gioco una esplorazione in un contesto che gli offra gli stimoli nuovi e nuove sfide da affrontare. Nel progetto sono previste: sistemazione del prato (scarifica superficiale, terra da coltivo e inerbimento), arredi e giochi in legno (percorsi sensoriali, ponti, casette, travasi, tavoli, sedie), restauro giochi metallici storici, tende per la tettoia. Il costo totale dell'intervento è di circa 40mila euro. Il progetto completo completo è visualizzabile sul sito del Rotary Club Valle Mosso all'indirizzo: http://vallemosso.rotary2031.it/
La raccolta fondi viene organizzata usufruendo della piattaforma web “La rete del dono” dove è presente il progetto "IL GIARDINO DEI PICCOLI". Il link per accedere è https://www.retedeldono.it/it/iniziative/rotary-club-valle-mosso/corsa-podistica.biella-piedicavallo/corsa-podistica-biella.
"La rete del dono" è un sito sicuro e la transazione potrà essere effettuata mediante bonifico, carta di credito, PayPal o Satispay. La donazione sarà deducibile dalla dichiarazione dei redditi. Eventualmente potrà anche essere fatta in forma anonima.
Trino Vercellese (VC): Trino-Santuario di Crea, record Belluschi e grande Fougberg
14 marzo - Nel triste scenario delle poche gare che si corrono spicca questa Trino-Crea, corsa nazionale Fidal e pertanto autorizzata a tutti gli effetti dalle vigenti normative. Una gara lunga circa 18,5 chilometri, con partenza da Trino Vercellese ed arrivo al Santuario di Crea; un percorso ondulato che tende a salire dolcemente (quasi 400 metri il dislivello totale), tranne quando si arriva a Crea, alla base del Santuario: sono due chilometri “in piedi”, un muro che costringe molti a camminare, soprattutto se hai speso troppo fino a quel punto.
Vince il lombardo Michele Belluschi (Grottini Team), con 1:05:43 realizza il record del percorso, che già gli apparteneva, 1:07:49 realizzato nel 2018. Secondo posto in 1:07:50 per Marco Mazzon (Atheltic Team TO), terzo per Francesco Guglielmetti (1:08:22, Fulgor Prato Sesia). A pochi secondi dal podio Loris Mandelli (Pol. Carugate).
Ma di certo la principale notizia di giornata è la prestazione della forte svedese Charlotta Fougberg, capitata da queste parti, è proprio il caso di dirlo, per caso, dopo l’annullamento per neve della maratona di Berna (dove avrebbe volentieri gareggiato anche la nostra Valeria Straneo). La Fougberg vince col fantastico tempo di 1:07:27, che batte il precedente record della gara, ed è seconda assoluta. Del resto si tratta di un'atleta di alto livello, già selezionata per le Olimpiadi di Tokio, con primati personali di grande spessore tecnico: 1:10:19 in mezza maratona (Gdynia 2020) e 2:28:56 in maratona, realizzato nel 2020 proprio a casa nostra, a Reggio Emilia.
Secondo posto col tempo di 1:20:52 per Francesca Rimonda (Vigone Corre) e terzo per Ilaria Bergaglio (1:23, Atl. Novese).
A parte gli ottimi riscontri tecnici, si registra una buona partecipazione complessiva per una gara un po’ atipica; con 234 classificati siamo sugli stessi livelli del 2019 (240). Quindi bravo Vanni Mussio ed il gruppo podistico Trinese, che ha provveduto all’organizzazione.
Insomma, premiato il coraggio di ripartire, nonostante tutto.
In 330 corrono la 2^ Roma Riparte-Riparti Roma
7 Marzo - Si è corsa stamani a Roma la seconda edizione della “Roma Riparte-Riparti Roma”, gara sui 10 km ad invito riservata ai top runners (come accadde già a settembre in occasione dell’edizione inaugurale), alla quale si è aggiunta la 5 km aperta a tutti i tesserati.
L’intento della manifestazione, organizzata dal Comitato Regionale Fidal Lazio alle Terme di Caracalla e arrivo allo stadio Nando Martellini, era di dare un segnale, quello di far ripartire la corsa su strada, sempre nel pieno rispetto delle nome anti-covid.
Nella 10 km, vittoria per il romano Ahmed Abdelwahed (Fiamme Gialle), argento europeo U23 nei 3000 siepi, che si afferma in 29:34, migliorando decisamente anche il pb sulla distanza (precedente 31:08): capace nel finale di prodursi in un’accelerazione decisiva, che gli permette di precedere il burundese Jean Marie Viann Niyomukiza (Atletica Sandro Calvesi), secondo in 29:37, e Michele Fontana (Aeronautica), terzo in 29:38 (pb anche per lui). Quarto il moldavo Maxim Raileanuin in 29:46, quinto l’eritreo Freedom Amaniel (Forum Sport Center Roma) in 29:50; sesto e settimo Luca Parisi (Runcard) in 29:55 e Najibe Salami (Aeronautica) in 30:10).
Tra le donne, successo mai in discussione, essendo in testa sin dai primi metri l’italo-ucraina Sofiia Yaremchuk (Acsi Italia Atletica) in 32:52, che bissa la vittoria di settembre, precedendo la burundese Francine Niyomukunzi (Atletica Castello), seconda in 33:16, e la ruandese Adeline Musabyeyezu (Atletica Dolomiti Belluno), terza in 33:20. Quarta l’azzurra Sara Brogiato (Aeronautica) in 33:55. Ritirate la neoconsigliera della Fidal Nazionale, Margherita Magnani (Fiamme Gialle) non ancora al meglio, e Fatna Maraoui (Esercito).
43 gli atleti classificati, di cui 10 donne.
Nella 5 km aperta a tutti i tesserati, con 287 atleti (219 uomini) giunti al traguardo all’interno dello stadio Nando Martellini sui 600 che costituivano il limite per le iscrizioni, successo per Armando Ruggiero (Carmax Camaldolese) in 15:47 su Gabriele Frescucci (Libertas Orvieto), secondo in 16:14, e Lorenzo Rieti (Atletica La sbarra), terzo in 16:23.
Tra le donne s’impone Giulia Sassoli (ACSI Italia Atletica) in 18:48, sulla compagna di squadra Emma Ingrassia, seconda in 19:55, e su Kalliopi Schistocheili (Roma Atletica Footworks), terza in 20:05.
Ricordiamo che per la 5 km la partenza si è sviluppata a scaglioni con 60 atleti alla volta, che hanno indossato la mascherina per i primi 500 metri, per poi riceverne un’altra non appena tagliato il traguardo.
Brugnera (PN) – 22^ Maratonina di Brugnera – Alto Livenza
7 marzo - Si è corsa oggi la seconda mezzamaratona in Italia nel 2021 (dopo Trecate, 21 febbraio) ed abbiamo avuto un’ennesima dimostrazione che le gare si possono fare, sia pure con tutte le limitazioni e le difficoltà imposte dall’attuale situazione.
Vince la gara maschile il forte mezzofondista Abdoullah Bamoussa: non è certo questa la sua distanza preferita ma ha voluto così onorare la gara organizzata proprio dalle sue parti, e dal suo gruppo sportivo, Atletica Brugnera Friulintagli. Lo ha fatto nel migliore dei modi, realizzando il primato personale con 1:05:10 (precedente 1:05:22), dopo una gara condotta sempre in testa. Nella volata finale, date le sue caratteristiche, non ha avuto difficoltà a regolare gli avversari arrivati in quest’ordine: J. Baptiste Simukeka (GS Orecchiella Garfagnana, 1:05:13), Joash Kipruto Koech (GP Parco Alpi Apuane,1:05:14). Sesto in 1:07:54 Michele Belluschi (Grottini Team).
Gara femminile che è stata un testa a testa tra l’etiope Addisalem Belay Tegegn (Atl. Saluzzo) e la ruandese Clementine Mukandanga (Atl. Virtus Lucca). Nella prima parte e fino al km 12 l’etiope era avvantaggiata di diverse decine di metri, poi è stata raggiunta dalla ruandese; da qui all’arrivo hanno proceduto insieme; nella lunga volata Belay Tegegn ha regolato l’avversaria vincendo, con record della gara, in 1:12:02; secondo posto quindi per Mukandanga (1:12:04), terzo per la burundiana Cavaline Nahimana (Atl. Libertas Livorno). Prima italiana in 1:21:38 Francesca Tonin (Calcestruzzi Corradini).
Della vincitrice odierna a suo tempo ne avevamo RACCONTATO QUI.
Nella gara di contorno sulla distanza di km 7,097 vittoria in 21:59 per il giovane Samuel Demetz (categoria Junior, classe 2003) e Giulia Vettor (CUS Parma, 26:10), da due settimane laureatasi campionessa regionale Emilia-Romagna di cross a Correggio.
Percorso gara su un giro da poco più di 7 chilometri, ritenuto non velocissimo anche per un tratto di tre chilometri in sterrato, sia pure ben corribile. In relazione del numero degli iscritti, quasi 700, il comitato organizzatore ha correttamente optato per due partenze separate (ricordo che le normative Fidal impongono un massimo di 500 atleti per ogni singola partenza). Dopo la partenza della gara più breve su un solo giro, avvenuta alle 9.15, alle ore 09.30 sono partiti per i tre giri della maratonina gli uomini (424 i classificati) ed alle 09.35 le donne (209 le classificate).
Speaker della gara Cesare Ballaben.
Gara che si è svolta regolarmente e nel rispetto delle normative anti Covid, certamente un notevole sforzo per il comitato organizzatore dell’Atletica Brugnera, a cui vanno i nostri complimenti, sforzo però ampiamente premiato dai partecipanti; basti pensare, come dicono i numeri qui sopra, che complessivamente sulla mezza maratona ci sono stati 633 atleti classificati, il doppio di quanto fatto registrare negli anni 2019-2018-2017! Un gran bel segnale, oltre che un importante riconoscimento per chi si prodiga ad organizzare, al tempo stesso costituisce un esempio per altri organizzatori.
E a chi si chiede … ma i podisti, verranno? questa è stata la risposta.
Vestone (BS) – Si corre la Tre Campanili il 4 luglio
Si torna a correre, per la 14^ edizione, una gara atipica che negli anni ha saputo attrarre sia gli amanti della strada che quelli della corsa in montagna, fino a sfiorare i mille partecipanti; perché il tracciato che porta dai 300 metri di Vestone, nell'alto bresciano, al punto più elevato del percorso (poco sopra i 1000 metri di altezza) e ritorno, è un mix ideale per gli atleti che apprezzano percorsi vari, mai monotoni, salite e discese difficili ma non impossibili, alla portata degli stradisti. Il tutto in un contesto naturale, tra boschi, sentieri e panorami che rendono la fatica meno…faticosa.
Una gara ideale per chi pensa alle “lunghe”, un ottimo allenamento, ma anche interpretabile in modo meno agonistico, se ogni tanto si vuole tirare il fiato.
Gara nazionale Fidal, quindi risponde a tutte le normative in merito, fortemente voluta da Paolo Salvadori, anima, cuore e motore della manifestazione, organizzata dalla ASD Libertas Vallesabbia, società di cui è presidente. Sotto trovate la sua lettera agli atleti.
IL PERCORSO DELLA TRE CAMPANILI
Gentili atleti,
con immenso piacere vi comunichiamo che la corsa podistica Ivars Tre Campanili Half Marathon, giunta quest’anno alla sua XIV edizione, è stata confermata per domenica 4 luglio 2021.
Come Comitato Organizzatore stiamo lavorando intensamente nella volontà di farvi vivere in tutta sicurezza momenti magici in una splendida cornice che unisce natura e cultura, attuando i dovuti protocolli sanitari e in ottemperanza alle norme anti-contagio.
In quest’ottica, pertanto, la manifestazione sarà a numero chiuso con un massimo di 500 partecipanti.
In attesa di ricevere informazioni più dettagliate in merito alla gara e all’apertura delle iscrizioni, vi invitiamo a seguire la nostra pagina Facebook, in costante aggiornamento.
E nel frattempo… SAVE THE DATE, 4 luglio 2021
Paolo Salvadori
https://www.trecampanili.it/
Dolomiti Extreme Trail riparte,11-13 giugno: 1 marzo apertura iscrizioni
Val di Zoldo (Dolomiti Bellunesi), 26 febbraio 2021 – Si riparte da dove ci si era fermati, vale a dire dai cinque percorsi presentati all’indomani della settima edizione, quella del giugno 2019. Lo staff organizzativo di Dolomiti Extreme Trail, evento di trail running della Val di Zoldo (Belluno) costretto a rinunciare all’edizione 2020 a causa dell’emergenza sanitaria, non si è mai fermato e ora rilancia, annunciando che l’edizione 2021 è in calendario dall’1 al 13 giugno prossimi: verranno riproposti i tracciati ormai tradizionali sui 103 chilometri (7.150 metri di dislivello positivo e altrettanti di dislivello negativo, la 55 chilometri (3.800 metri di dislivello) e sui 23 chilometri (1.000 metri di dislivello) e sarà data ai concorrenti la possibilità di gareggiare su altri due percorsi, uno di 73 chilometri, con 5.500 metri di dislivello, e uno, accessibile a tutti, di 11 chilometri e 700 metri di dislivello. Il via alla 103 K verrà dato alle 22.09 di venerdì 11 giugno, la partenza della 73 K alla mezzanotte e quella della 55 K alle 5 di sabato 12. La 23 K, la 11 K e le due prove della Mini Dxt riservata ai più piccoli si svolgeranno nella mattinata di domenica 13.
La partenza e l’arrivo sono previste a Forno di Zoldo per tutte le gare. I percorsi “Dolomiti Extreme Trail”, sono gare qualificanti per UTMB (Ultra Trail du Mont Blanc); sono valutati e certificati da ITRA (International Trail Running Association) e assegnano ai finisher i seguenti punti: 103 K: 5 punti ITRA; 72 K: 4 punti ITRA; 55 K: 3 punti ITRA; 22 K: 1 punto ITRA.
Le iscrizioni si apriranno l’1 marzo e si chiuderanno al raggiungimento di 2 mila partecipanti totali (500 iscritti per 103, 72 e 55 K, 300 iscritti per 22 K, 200 iscritti per 11 K) e comunque entro il 31 maggio.
Le iscrizioni dovranno essere effettuate on-line, con pagamento a mezzo conto corrente o tramite carta di credito, tramite Paypal. Un link dedicato sarà presente sul sito internet www.dolomitiextremetrail.com. Possono iscriversi gli atleti maggiorenni in possesso di certificato medico sportivo per l’attività agonistica, riconosciuto dalla nazione di residenza, indipendentemente dalla loro appartenenza a società o federazioni sportive.
«Non ci siamo mai fermati, abbiamo continuato a lavorare e lo faremo nelle prossime settimane» dicono Corrado De Rocco e Paolo Franchi, del comitato organizzatore. «Le difficoltà sono state tante e ancora ce ne saranno ma non vogliamo fermarci: vogliamo ripartire e abbiamo fatto e faremo di tutto per farlo, nel massimo rispetto delle normative che questo periodo di emergenza sanitaria impone. Lo scorso anno, quando abbiamo dovuto annullare la manifestazione, avevamo oltre mille iscritti, provenienti da 47 nazioni. Avere una cosa ampia partecipazione internazionale sarà possibile il prossimo giugno? Non lo sappiamo. Sappiamo però che è fondamentale ripartire, nello sport e in tutti gli ambiti. E con Dxt vogliamo contribuire alla ripartenza».
VIDEO PROMO
Il Giro dell’Umbria ci prova ad aprile
In questi tempi così difficili per la regione umbra, travolta dalla “variante inglese” e da cosiddetti “focolai” del coronavirus, con l’ottimismo della volontà si ufficializza il programma dell’edizione 2021 del Giro Podistico dell’Umbria, lanciando un messaggio di speranza e di fiducia (e vedremo se si riuscirà a svolgere anche la Strasimeno, ora prevista per l’11 aprile).
La gara a tappe lo scorso anno era stata spostata da aprile a inizio ottobre, con ottimo esito come non mancammo di segnalare, da testimoni diretti.
(e così per le tre tappe seguenti).
Ora Sauro Mencaroni e il suo staff dell’Atletica Capanne e dell’Athletic Team ritornano alla formula abituale di aprile, prevedendo l’effettuazione delle tradizionali 4 tappe nel pieno rispetto dei protocolli sanitari come già accadde nello scorso autunno.
Delle tappe, rispetto al 2020 sono cambiate le prime due: il programma prevede infatti per giovedì 15 aprile la prima tappa a Campello sul Clitunno (fra Trevi e Spoleto), 10 km con partenza alle ore 17:00.
Stesso orario anche per le due frazioni successive, la seconda a Monte Buono (sul Trasimeno, non lontano da Magione dove si svolse la terza tappa del 2020), per 9,2 km; con la terza si torna nella bellissima Città della Pieve per 9,8 entusiasmanti km.
La chiusura di domenica 18 aprile si replica a Tuoro sul Trasimeno con la tappa più lunga, nei luoghi della battaglia di Annibale, 11,4 km con partenza alle ore 10:00.
Sempre a Tuoro, presso il campeggio Punta Navaccia al margine del parco archeologico, si svolgeranno le premiazioni finali, esattamente come sei mesi fa.
Le iscrizioni sono già aperte, il costo è di 45 euro fino al 31 marzo per poi passare a 55 euro. Chi ha preso parte ad almeno 10 edizioni dovrà versare solamente 40 euro.
Gli organizzatori hanno posto un tetto massimo di adesioni a 300 partecipanti, ma bisogna considerare che è possibile aderire anche alle singole gare giornaliere. Contattando gli organizzatori si potranno avere anche riferimenti logistici per la settimana di gara a prezzi convenzionati presso strutture poste in riva al lago Trasimeno.
Incrociamo le dita, ma 19esima edizione del Giro dell’Umbria potrebbe davvero essere il primo passo sulla via della rinascita.
Per informazioni: Atl. Capanne, tel. 347.4416086, www.atleticacapanne.it
Avanti pianissimo: e se per “fare di più” servisse uno Sputnik?
Nei tempi normali, le domeniche pomeriggio e sera per la nostra redazione (e sicuramente per tutte le redazioni sportive) erano ore spasmodiche: si trattava di inserire cronache, classifiche, fotografie, e c’era da scegliere, tra gli eventi del giorno, quelli più meritevoli di apparire in evidenza. Si faceva regolarmente l’una.
Oggi, ultimo giorno di febbraio 2021, quando la primavera è ormai nell’aria, e si comincia a correre in maniche corte e senza calzemaglie o ‘ciclistini’, è tanto se abbiamo da parlare di un record nella mezza maratona e di un altro in una lontana 42 giapponese: che si dividono l’evidenza con la lista delle corse annullate, gli auspicii per gare di giugno od oltre, e i riflessi di gare disputate una settimana fa.
C’è un amico che si occupa di calendari podistici e tutti i giorni mi messaggia con “ormai rinuncia alle corse, mettiti il cuore in pace – annullata questa – morta quest’altra – tutto in zona rossa - pandemia”. Crepi l’astrologo, però la situazione di oggi è così, e i titoli di prima pagina dei giornali si colorano di tinte da far invidia alle parrucchiere di Lilly Gruber e di Giovanna Botteri: “Avanza l’arancione scuro”, “La Romagna si tinge di scuro”. E serve poco fare dell’ironia sulla simbologia semaforica complicata dalle indecisioni e dalle ipocrisie dei governanti e amministratori: così è, se vi pare.
Poco vale se il professor Francesco Landi, primario di riabilitazione geriatrica al Gemelli di Roma, e particolarmente impegnato nel reparto dei contagiati da Covid, asserisce: “Non sono negazionista, conosco bene il Covid” (nb: l’accusa di “negazionismo” è l’arma più comoda per rifiutare il confronto con idee meno semplicistiche e grossolane del “chiudere tutto”; come se la scienza e le conoscenze non andassero avanti solo “negando” i pregiudizi vigenti), “ma dico che la pratica sportiva è essenziale per la salute e si può svolgerla senza rischi. Piscine e palestre sono un luogo di cura: la gente deve poter andare a ‘curarsi’”.
Qualche segnale di ripensamenti sta tuttavia nascendo tra chi dirige l’Unione Europea: dopo i grossolani errori di calcolo, da principio sui modi per arginare la pandemia, poi sui mezzi per combatterla (leggi vaccini, avallati a volte troppo presto a volte troppo tardi, e prenotati o pretesi con faciloneria come se bastasse un Dpcm per fabbricarli), si fa strada non solo tra pochi Stati, ma ai vertici comunitari, l’idea del ‘passaporto sanitario’, o come lo si chiama adesso, “certificato digitale” (la parola “digitale” è magica, tutti le si inginocchiano davanti) “per aprire corsie preferenziali nei viaggi”, non solo ai vaccinati ma anche, ovviamente, a chi è guarito dalla malattia, e pure a chi abbia test negativo.
La cosa dovrebbe aprire spiragli di sicurezza e fattibilità anche per lo sport amatoriale, non solo quello disputato in stile-kermesse per pochi privilegiati cui far conseguire minimi olimpici o aggiornare gli albi d’oro, ma lo sport di tutti noi: quei “noi” la cui voglia di correre manda esauriti i numeri chiusi delle poche gare rimaste in programma (la mezza di San Benedetto, abolita 36 ore prima dello svolgimento, aveva chiuso le iscrizioni da una settimana: l’ultramaratona del Chianti, prevista fra tre settimane, ha già raggiunto la cifra massima di iscritti ed ha una lista d’attesa come i voli per la Sardegna a Ferragosto).
Un altro segnale più concreto ci viene da “fuori Italia”: “Poveri voi italiani, al ritmo d’Europa”, virgoletta un titolo del “Corriere della Sera” di questa stessa domenica 28, che nella prima riga del titolo chiarisce: “San Marino, tutti pazzi per lo Sputnik”. Mentre da noi si inauguravano le primule e i capannoni ad alto valore architettonico, ma i frigoriferi degli ospedali restavano semivuoti, nella vicina Repubblica (che, non dimentichiamo, fu la prima ad organizzare una maratona, disputatasi senza conseguenze sanitarie giusto cinque mesi fa) “ristoranti e caffè sono ancora aperti” (continuiamo a leggere il Corrierone): si conta di immunizzare in poche settimane 22mila residenti (con esclusione di chi è già guarito e dei giovanissimi) e qualche transfrontaliero lavoratore della sanità. Delle dosi necessarie, 7500 saranno del russo Sputnik, prontamente omologato; le altre saranno di Moderna e Pfizer (a proposito di Pfizer, ricordo i reciproci auguri che durante la maratona di San Marino facevamo con due atlete che allegramente correvano con la maglietta Pfizer).
L’articolo cita una sola volta anche AstraZeneca, ma solo per un paragone con lo Sputnik che (secondo un intervistato) sarebbe “più efficace”, e già impiegato con successo anche all’ombra del Titano. “Perché dovremmo farci problemi? – dicono quasi tutti” (prosegue l’articolo). Tralascio il “sarcasmo nei confronti dei dirimpettai”, cioè di noi italiani, attaccati ai si-dice sul prossimo Dpcm e sugli attuali Rt o indici di positività, e sui plateau dopo i picchi; e il rimando a Israele o Gran Bretagna che, non essendo euro-dipendenti, stanno vaccinando tutti a ritmi per noi impensabili.
In campo politico ci sono almeno due frasi storiche citabili: Vegna Franza vegna Spagna, purché se magna; o più nobilmente, non importa se il gatto è bianco o nero: basta che acchiappi i topi. Scusate se, nella settimana che vorrebbe stordirci di solo Sanremo, ci vengono in mente le parole di una canzone che vinse a Sanremo nel 1987, interpretata da tre cantanti-sportivi come Morandi, Tozzi e Ruggeri che allo sport si ispirarono:
Se la tua corsa finisse qui - Forse sarebbe meglio così - Ma se afferri un'idea - Che ti apre una via - E la tieni con te o ne segui la scia - Risalendo vedrai quanti cadono giù - E per loro tu puoi fare di più.
In questa barca persa nel blu - Noi siamo solo dei marinai - Tutti sommersi, non solo tu - Nelle bufere dei nostri guai…
Si può dare di più perché è dentro di noi - Si può osare di più senza essere eroi - Come fare non so, non lo sai neanche tu - Ma di certo si può dare di più.
50 anni di Duerocche: appuntamento al 24 e 25 Aprile
25 febbraio – "Cinquant’anni di Duerocche". L’emergenza sanitaria ha cancellato l’evento 2020, ma ora il classico appuntamento trevigiano, che ogni anno coinvolge migliaia di runners provenienti da tutta Italia, è pronto a ripartire.
Il conto alla rovescia scatta oggi, a due mesi esatti dal 25 aprile, data tradizionale di una delle manifestazione podistiche più longeve d’Italia, e per la Duerocche si annuncia un’edizione ricca di novità. Il cinquantesimo anniversario, in un momento in cui la pandemia non può dirsi ancora sconfitta, coinciderà con un inedito format organizzativo, che prevede gare su due giornate e partecipazione aperta ai soliti agonisti.
A Cornuda, quest’anno, si inizierà a correre nel pomeriggio di sabato 24 aprile, con la prova Cross Country, sulla distanza di 13 km con dislivello positivo di 600 metri e un massimo di 700 iscritti. Sempre sabato, ma in notturna, sul tragitto della Duerocche storica, si svolgerà la Asolo/Cornuda: 15 km con 710 metri di dislivello positivo e partecipazione aperta a 300 atleti. Domenica 25 aprile, toccherà alle due prove più impegnative: l’Ultra Trail da 50 km, con 2640 metri dislivello positivo e un massimo 400 iscritti, e il Trail sui 21 km, con 1040 metri di dislivello positivo e un tetto di 600 iscritti.
Per un intero weekend, i sentieri sulle colline tra Cornuda e Asolo si riempiranno dunque di appassionati della corsa fuoristrada, pronti a lasciarsi conquistare dalla suggestione di un contesto storico e naturalistico con pochi eguali.
Altra importante novità: per l’edizione 2021 la Duerocche cambierà la zona di partenza e d’arrivo. Le gare non scatteranno più da via della Pace, ma dalla centrale Piazza Giovanni XXIII, uno spazio più che sufficiente per contenere un evento che, oltre a rispettare i rigidi protocolli anti-Covid, risulterà necessariamente più snello, per numeri e contenuti, rispetto alle ultime edizioni.
“La Duerocche 2021 avrà un massimo di duemila partecipanti, per di più diluiti nell’arco di due giornate e quattro gare che scatteranno a distanza di ore una dall’altra. Per partecipare bisognerà essere tesserati ed avere un certificato medico agonistico, perché tutte le prove avranno carattere competitivo. Non è prevista la presenza di pubblico. Non faremo il Pasta Party. E’ ancora presto per ragionare sui protocolli di partenza, ma certamente sarà un evento da vivere, per tutti, in assoluta sicurezza”, spiega il presidente del comitato organizzatore Manuel Menegon.
Le iscrizioni sono aperte dal 25 febbraio e sino al 4 marzo, per tutti coloro che, dopo aver aderito all’edizione 2020, vorranno confermare la partecipazione alla gara di quest’anno. Dal 5 marzo, invece, iscrizioni aperte a tutti, sino all’esaurimento dei posti disponibili.
ABOUT DUEROCCHE
La Duerocche è nata nel 1972 per iniziativa di un gruppo di appassionati della corsa. Giunta alla 50^ edizione, è una delle manifestazione podistiche più longeve d’Italia. Il nome deriva dai luoghi di partenza e di arrivo che caratterizzavano il percorso originario: la Rocca monumentale di Asolo e il Santuario della Madonna della Rocca di Cornuda. Siamo nel cuore della Marca Trevigiana e la Duerocche coniuga al meglio le caratteristiche di un territorio unico: gli splendidi scorci naturali e le tradizioni di una terra che ha scritto pagine importanti della nostra storia. Nelle ultime stagioni, prima dell’emergenza sanitaria che ha cancellato l’edizione 2020, la Duerocche ha conosciuto una progressiva crescita di presenze, passando dai 1.700 partecipanti del 2006 agli oltre 6.000 del 2018, record assoluto di partecipazione. Oltre 50 mila gli atleti che hanno preso parte alla Duerocche dal 2006 ad oggi, a testimonianza di un evento ormai imperdibile per moltissimi appassionati provenienti da tutto il Nord Italia, e non solo.
Sanremo (IM) - 2° Sanremo Ultra Trail
Nonostante la pandemia, domenica scorsa 21 febbraio si è disputata la 2^ edizione della Sanremo Ultra Trail, gara di interesse nazionale, con partenza all’alba, distanziamento e ogni misura di sicurezza compresa la mascherina indossata per gli iniziali 700 metri.
Per la prima volta, alla tradizionale distanza di 32km (1750m D+), si è aggiunta la 62km (3300 m D+): le partenze, a scaglioni, da Piazza Borea D'Olmo (di fronte al teatro Ariston), sono avvenute dalle ore 5.30 alle 6.00 per la lunga e dalle 7.00 per la 32 km, rispettivamente con tempo massimo di 13 ore (e due cancelli orari) e di 6 ore.
Gli iscritti della 62 km, dopo aver lasciato le vie asfaltate del centro di Sanremo, in un percorso ad anello unico, sono passati sullo sterrato percorrendo sentieri in salita fino a raggiungere Perinaldo (38° km), dopo aver attraversato Bajardo e Apricale, per attraversare Vallebona, Ospedaletti, Bordighera e Seborga, fino a tornare a Sanremo, con arrivo in Piazza Cassini.
La manifestazione è stata organizzata da Sanremo Bike School, presieduta da Fabio Carota, con il sostegno dell’assessorato al turismo guidato da Giuseppe Faraldi e di tutte le amministrazioni comunali dei centri attraversati.
350 gli iscritti, limitati per via della pandemia, onde garantire condizioni di sicurezza a tutti i partecipanti.
In una giornata soleggiata, nella gara più lunga, podio interamente francese con successo di Kenvin Vermeulen in 6h11:55 su Ugo Ferrari, secondo in 6h32:0, e Patrick Bringer, terzo in 6h37:15.
Quarto Alessio Zambon in 6h43:04 che ha così commentato la sua gara su facebook: “Era mercoledì, al classico messaggio di Francesco Rigodanza, 'Allora pronto per Sanremo?', non sono riuscito a mentire perché avevo il senso di vomito al solo pensiero di tornare in gara. Lo sapevo che nei piani sarebbe stata una gara di allenamento, ma l’idea di prendere la terza batosta di fila, dopo tutte la passione che metto nella corsa, mi metteva veramente di cattivo umore. Confrontarsi in una gara con un livello così alto non era sicuramente l’antidoto giusto, perché di km nella gambe ne avevo pochi e di sicurezza in me stesso ancora meno. Sono stati mesi in cui però non sono rimasto immobile a piangermi addosso, mi sono messo in gioco e sono andato a fondo di ciò che pensavo non andasse bene. In teoria sapevo che potevo stare meglio, ma la pratica mi spaventava tantissimo. Poi la gara si rivela qualcosa di incredibile, un trail vero, quello duro e tecnico, con il tepore del clima ligure e gli orizzonti senza fine. Non mi guardo mai dietro, non domando mai ai volontari in che posizione sono, perché in quel momento sto sentendo che sto dando il meglio, tutto il resto viene di conseguenza. Realizzo solo alla fine di essere arrivato appena ai piedi del podio, e questa volta la batosta non l’ho presa, e cavolo quanto mi mancava il sentirmi soddisfatto. Ci voleva. Lascio solo qui lo spazio per i ringraziamenti, anche se ci vorrebbe un post ad hoc per quelli organizzatori che si fanno il mazzo per permetterci di correre. Fabio Carota ha veramente inventato una gara, tra le più belle che abbia corso, e l’ha fatto rispettando rigorosamente ogni minima normativa. Che ce ne siano sempre di persone come lui e tutto il suo team!”
Quinto Silvio Pesce in 6h51:20, con Nicola Poggi sesto in 6h56:33.
Prima donna (24^ assoluta), Chiara Giovando in 8h10:20 su Laura Besseghini, seconda in 8h13:50, e Guendalina Sibona, terza in 8h37:57.
98 i finisher della gara più lunga, con 20 ritirati.
Riccardo Borgialli ha vinto la 32km in 2h36:11 precedendo il francese Anthony Felber (2h36:16) e Davide Cheraz, terzo in 2h36:59; al femminile, successo di Stefania Merlo in 3h47:11, davanti a Laura Fanfani, seconda in 3h55:52, e Serena Guida, terza in 4h00:37.
170 i finisher, 27 non giunti al traguardo.
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Il 21 marzo si corrono la 40^ Biella-Piedicavallo e la 4^ Balma- Piedicavallo
Proseguono senza soste i lavori per l’organizzazione della 40^ edizione della Biella-Piedicavallo e della 4^ Balma-Piedicavallo. Nei giorni scorsi è stata abbondantemente superata quota 100 preiscritti con l’arrivo di alcuni nomi di rilievo nel panorama nazionale della corsa su strada.
Biella Sport Promotion e Gac Pettinengo, poi, sono liete di comunicare la propria partnership con un progetto sociale molto interessante che si sta sviluppando a Valdengo, fortemente voluto dal Rotary Club Valle Mosso, “Il Giardino dei Piccoli”.
E' un progetto che prevede la riqualificazione del parco dell'asilo e della scuola materna di Valdengo, promosso dal Rotary Club di Valle Mosso. L’idea è quella di offrire ai bambini la possibilità di esprimersi negli spazi esterni, facendo divenire il gioco una esplorazione, in un contesto che gli offra gli stimoli nuovi e nuove sfide da affrontare. Nel progetto sono previste: sistemazione del prato (scarifica superficiale, terra da coltivo e inerbimento), arredi e giochi in legno (percorsi sensoriali, ponti, casette, travasi, tavoli, sedie), restauro giochi metallici storici, tende per la tettoia. Il costo totale dell'intervento è di circa 40mila euro.
Il progetto completo è visualizzabile sul sito del Rotary Club Valle Mosso all'indirizzo: http://vallemosso.rotary2031.it/
La raccolta fondi viene organizzata usufruendo della piattaforma web “La rete del dono” dove è presente il progetto "Il Giardino dei Piccoli". Il link per accedere è https://www.retedeldono.it/it/iniziative/rotary-club-valle-mosso/corsa-podistica.biella-piedicavallo/corsa-podistica-biella. "La rete del dono" è un sito sicuro e la transazione potrà essere effettuata mediante bonifico, carta di credito, PayPal o Satispay. La donazione sarà deducibile dalla dichiarazione dei redditi. Eventualmente potrà anche essere fatta in forma anonima.
Nel frattempo, la 40^ edizione della Biella-Piedicavallo sarà una delle prime gare su strada nazionali sul territorio piemontese del 2021 e sta già raccogliendo nomi di alto livello. Nei giorni scorsi si sono iscritti in breve sequenza Italo Quazzola, Francesco Carrera, Catherine Bertone, Elisa Stefani, Sara Brogiato e Renè Cuneaz. Riassumiamo il loro profili
Italo Quazzola
Classe 1994 da Scopello, nel 2019 vinse la 39^ Biella-Piedicavallo siglando il nuovo record assoluto della gara in 1h04’28” abbattendo quello detenuto da Alberto Mosca in 1h07’15”. Vedremo se riuscirà ad abbassarlo ancora battendo se stesso e, soprattutto, i circa 200 metri in più di gara che lo attenderanno: il percorso quest’anno subisce una piccola deviazione alla Balma per “superare” la frana che ha devastato la zona durante l’alluvione dell’ottobre 2020. Nel suo palmares recente la vittoria alla Tuttadritta 10K a Torino e alla corsa di Ospedaletto Valsugana nel 2019, anno nel quale ha chiuso 5° i tricolori di Cross ed ha avuto la grande soddisfazione di salire sul terzo gradino del podio nazionale sui 10mila metri e di vincere, con la nazionale azzurra, la Coppa Europa a squadre sui 10mila in pista. Nel 2020 ha vinto la mezza di Trino, chiudendo 9° agli italiani di mezza maratona. Quazzola è in gran forma e nei giorni scorsi ha vinto alla grande la prima prova di Cross dei CdS dell’Emilia Romagna. In precedenza si era aggiudicato il Cross del Parco Colletta a Torino. Ha un personale di 28'44" sui 10 km su strada e di 1h04'02" nella mezza maratona.
Francesco Carrera
Borgosesiano, classe 1990, cercherà il bis nella 4ª Balma-Piedicavallo, la gara più corta che ripercorre gli ultimi 7,1 chilometri del percorso con ben 330 metri di dislivello: anche lui nel 2019 riuscì ad ottenere il record assoluto, chiudendo in 24’58”. Nel suo curriculum del martoriato 2020 la vittoria alla StraMagenta 10K, il 4° posto ai Campionati Italiani Assoluti sui 5000 metri, il 6° agli Italiani Assoluti sui 10mila metri e il 10° agli Italiani di Mezza Maratona. Nel 2021 ha chiuso al 2° posto il Cross del Parco Colletta dietro a Quazzola. Ha un personale di 29'43" sui 10 km su strada e di 1h04'38" nella mezza maratona.
Renè Cuneaz
Valdostano classe 1988, tesserato per il Cus Pro Patria Milano, ha scritto negli anni scorsi una di quelle belle favole che lo sport sa offrire: non è un atleta professionista, ma si allena come se lo fosse, conciliando questa grande passione con il lavoro in acciaieria ad Aosta, ed è salito agli onori della cronaca nel novembre del 2019 quando si è aggiudicato il titolo italiano assoluto in Maratona. Sempre nel 2019 ha sfiorato il podio ai campionati italiani dei 10 km su strada, chiudendo al 4° posto. Nel 2020 lo ricordiamo secondo alla mezza di Trino e lo abbiamo visto in gara a ottobre alla Biella-Oropa quando chiuse al 6° posto. Ha un personale di 30'24" sui 10km su strada, 1h04'55" in mezza e 2h15'32" in maratona.
Elisa Stefani
Classe 1986, valenzana tesserata per la Brancaleone Asti, abbiamo potuto ammirarla più di una volta sulle strade biellesi, vincitrice dell’edizione 2018 del Giro delle Cascine a Gaglianico, seconda nello stesso anno alla Biella-Oropa dietro a Elena Romagnolo e nel 2019 alle Cascine dietro a Catherine Bertone. Campionessa d’Italia in maratona nel 2013 negli ultimi anni è stata tra le migliori d’Italia sui 10 km (argento tricolore nel 2019) e in Mezza Maratona (5^ ai campionati nazionali nel 2020). Ha vestito anche la maglia della nazionale azzurra chiudendo all’80° posto il mondiale di Mezza nel 2020 in Polonia. Ha un personale di 35’09” sui 10km, 1h13’32” in mezza e 2h31’57” in Maratona.
Catherine Bertone
49 anni il prossimo 6 maggio, tesserata per la Calvesi Aosta, è una delle icone dell’atletica italiana. Oltre al grandissimo seguito di fans, di cui già gode nel Biellese, la consideriamo a tutti gli effetti nostra cittadina onoraria, avendo sposato l’amico Gabriele Beltrami ed avendo lavorato a lungo all’ospedale di Biella.
Nel suo chilometrico curriculum, impossibile non citare la 25^ posizione all’Olimpiade di Rio del 2016 e l’8° posto ai europei 2018 di Maratona: in quell’occasione vinse l’argento a squadre con la nazionale azzurra. Nel 2020 ha conquistato il bronzo agli italiani maratona a Reggio Emilia. Al momento detiene il primato mondiale di maratona master della sua categoria con 2h28’34” siglato a Berlino nel 2017. Il personale sulla mezza, invece, è di 1h12’39”. Lo scorso anno, in una delle poche gare organizzate durante la pandemia, chiuse al secondo posto la Biella-Oropa, dietro alla stella inglese Emily Grace Collinge.
Sara Brogiato
Classe 1990 di Moncalieri, in forza all'Aeronautica Militare, ha un curriculum con alcune presenze in nazionale (Cross Europei, Mezza maratona mondiale, Coppa Europa 10mila). Nel 2020 ha chiuso 6^ gli italiani di mezza maratona, specialità nella quale era stata bronzo tricolore nel 2019 e oro nel 2017, e 8^ i campionati italiani di 10mila in pista. Per lei l’anno scorso anche il successo nella prestigiosa “Corsa di Miguel” a Roma, il 2° posto alla mezza di Trino e il 3° posto alla Biella-Oropa. Ha un personale di 34'45 sui 10 km, 1h13'53" in mezza e 2h38'58" in maratona.
Le iscrizioni sono aperte sul sito www.biellasport.net. Il costo è di 20 euro per la Biella-Piedicavallo e di 10 euro per la Balma-Piedicavallo. Per l’iscrizione c’è tempo sino a giovedì 18 marzo compreso. NON saranno accettate il giorno della gara.
L’iscrizione non comporta il pagamento della quota, che verrà saldata esclusivamente il giorno della gara al momento del ritiro del pettorale. Tutti gli iscritti devono essere in regola con il tesseramento Fidal e con la visita medico-sportiva agonistica.
Colmen Trail 2021 iscrizioni aperte e tante novità
Iscrizioni aperte per l’8ª edizione della Colmen Trail, la gara disegnata sulla “montagna magica” che domina Morbegno. Dopo l’annullamento 2020, causa lockdown, il Team Valtellina ha voluto dare ai runner un segnale di speranza e di ripartenza: la data da segnarsi in agenda è domenica 11 Aprile.
In serbo vi è una vera e propria “special edition” con un tracciato che è stato appositamente cambiato per rendere la gara ancora più bella e corribile: «L’obiettivo è avvicinare sempre più atleti al mondo del trail running proponendo loro una versione della nostra gara che fosse fattibile per un neofita e comunque bella per un runner più esperto – ha dichiarato il presidente del Team Valtellina Vitale Tacchini -. Per l’occasione proporremo quindi un anello di 16,5km con dislivello positivo di 1000m. Rispetto al passato siamo riusciti a togliere circa 3km, che erano quasi completamento in asfalto».
Visto il delicato momento che noi tutti stiamo vivendo, ecco la seconda novità: «Il comitato organizzatore ha si deciso di aprire le iscrizioni, ma di non chiedere al momento la quota di partecipazione. Il saldo di quest’ultima sarà richiesto dopo il 22 marzo. In pratica, solo quando potremo garantire con maggiore sicurezza il regolare svolgimento della gara. Si è inoltre deciso di tenere comunque una quota di € 15,00, garantendo un ricco pacco gara con prodotti tipici valtellinesi a km zero grazie alla collaborazione con le aziende locali e un premio finisher di assoluto livello: una forbice multiuso Made in Premana».
Da ricordare che la gara è inserita in calendario nazionale Csen e sul sito del Coni e saranno seguiti tutti i protocolli sanitari per garantire la massima tutela ad atleti e organizzazione.
Le iscrizioni potranno essere effettuate: online sul sito www.kronoman.net, presso il negozio 3 passi Outdoor di Morbegno o presso lo Store Crazy Idea di Castione Andevenno, e chiuderanno mercoledì 7 aprile 2021 o al raggiungimento dei 300 pettorali.
Per tutte le informazioni è possibile consultare il sito ufficiale www.teamvaltellina.com
Incredibile ma vero: confermata la Mezza di Trecate
E' arrivato come un fulmine a ciel sereno, ma la fonte è super attendibile: il patron della manifestazione Davide Daccò ci ha appena confermato che la MEZZA MARATONA DI TRECATE si correrà regolarmente nella data inserita nel calendario nazionale Fidal, quindi il 21 Febbraio 2021.
La gara era stata dichiarata come "rinviata" la settimana scorsa, oggi il colpo di scena con la riconferma, finalmente una bella notizia.
Le iscrizioni degli atleti che avevano già provveduto sono quindi confermate, rimangono da occupare gli ultimi 250 dei 500 posti disponibili.
ISCRIZIONI - QUI
Cronaca edizione 2019 - QUI
Servizio fotografico 2019 - QUI
Ronda 45 km – Primissime impressioni
31 gennaio - Sono arrivata. Dieci ore tonde. Non so se verrò classificata perché il tempo massimo era di nove ore e trenta, ma non importa.
[NB: classificata 277^ in 10.02:58. Gli organizzatori hanno dimostrato il buon gusto e l’intelligenza di allargare il tempo massimo, sebbene siano stati costretti ad assistere al ritiro, o alla chiusura dei cancelli purtuttavia allargati, di oltre 30 partecipanti alla 45 km].
Ho atteso fino alla scorsa settimana per iscrivermi a questa gara. Partecipai nel 2012, e i nove anni trascorsi si sono fatti sentire.
Questi organizzatori sono stati veramente "eroici". Quattro distanze, dai 70 ai 15 km. Io mi sono iscritta ai 45 km e, a gara finita, sono contenta della decisione che ho preso. Stamattina, ore 8, sono partita. Dopo il primo “giro d'onore” di Castiglione (in cima a una collina), è iniziata quella che sarebbe stata la prima di innumerevoli salite (almeno dieci principali, con un’altitudine massima di 750 metri esattamente a metà).
Fango, fango e ancora fango. Piove a tratti, quindi è un continuo mettere e togliere la giacca impermeabile. Proseguo arrancando e scivolando con i bastoncini, e dopo due ore arrivo al primo ristoro (km 9,1).
I ristori sono stati gestiti in modo perfekt. C'era di tutto e di più. Ciò che più però mi è piaciuto, è stata la gentilezza e la dolce parlata dei volontari. Non voglio offendere i veneti (io sono padovana), ma quando parlano i toscani mi sembra di ascoltare musica.
E dopo il primo ristoro ho conosciuto un angelo custode. Non sto scherzando, ho conosciuto Alessio, un romano che mi ha supportata e sopportata, fino alla fine. Tutto quel fango e quelle continue salite spaccagambe mi hanno provocato crampi paurosi. Alessio, alias angelo custode, mi ha aiutata, mi ha aspettata, mi ha letteralmente salvata. Ogni tanto spuntava il sole a riscaldare le mie povere e vecchie ossa.
Al 33mo km mi ha raggiunto l'Egregio prof. Marri e per alcuni chilometri ho potuto, finalmente, discutere animatamente. Le ore passavano ma non facevo strada. Abbandonata l'idea di finirla nel tempo che inizialmente credevo ‘regolare’, sono stata felicissima di averla finita in dieci ore. All'arrivo, cestino con ristoro e il bellissimo boccale “Ghibellino”.
Non voglio apparire stucchevole, ma soltanto ringraziare questa stupenda organizzazione per il coraggio dimostrato. Grazie davvero.
NdR. È la prima relazione dalla Ronda, che la ben nota signora Natalina ci ha mandato dal treno per Padova, già alle 21,30 senza conoscere le classifiche. Peccato che non mi abbia dato il permesso di raccontare le cose che ci siamo dette durante l’oretta passata insieme, da quel guado dove l’ho ‘tamponata’ riconoscendone subito la voce che mi ha ammonito preventivamente (“se ti metti a imitare la mia parlata ti do un calcio nelle **”) fino a quella discesa ripida nel bosco dove mi sono fermato con la voglia di una birra (lei ha proseguito, perché “astemia”) e la necessità di caricare il cellulare ormai spento. Peccato, perché forse il suo “angelo custode” sarebbe servito anche a me, un km sotto, quando mi sono ingarbugliato tra bandelle che mi hanno spedito dentro il greto di un torrente, trovando solo dopo qualche giravolta e 400 metri di stradina non segnata due addetti, che con parlantina toscana stavolta non molto cortese mi hanno detto di dire queste cose agli organizzatori, non a loro che si stavano rompendo le stesse ** citate da Natalina, in mancanza delle frecce che sarebbero servite (ma è stata l’unica falla di una segnalazione altrimenti perfetta). [F.M.]
Informazioni aggiuntive
- Classifica Classifica 45 km
- Fonte Classifica Comitato Organizzatore
Castiglion Fiorentino: Alessandra alla “Ronda Assassina”
31 gennaio - Ho corso la “Ronda Assassina”, di 25 km con 1200 metri di dislivello, consapevole della fatica e della sofferenza che avrei dovuto affrontare. Erano mesi che non gareggiavo… come quasi tutti; e anche se gli allenamenti non sono mai mancati, il dislivello e il fondo fangoso di ieri si sono fatti sentire.
Sono felice di avere concluso una gara per niente scontata… ho visto tanti ritirarsi, gente scoraggiarsi per la fatica e l’impraticabilità del fondo. Abbiamo guadato torrenti e affrontato discese tra fango, rocce e piccoli crepacci. Non ho mai, e dico mai, pensato di ritirarmi: la forza, costanza e determinazione che mi contraddistinguono mi hanno permesso di concludere questo wild trail in maniera più che soddisfacente, e con un tempo per me ottimo (4.25:58).
Quanto all’organizzazione: si apprezza molto l’impegno di avere voluto a tutti i costi fare correre gli atleti… hanno fatto il possibile, ma gli assembramenti nei trail alle volte sono inevitabili: quando hai delle salite o delle discese di single track diventa impossibile superare e sei costretto a stare “in corsia”, quindi in coda, formando inevitabilmente qualche piccolo assembramento.
Buone corse a tutti!
NdR: È il primo contributo che ci viene da questa valorosa crossista e trailer del Modena Runners Club, e speriamo che non resti l’unico. Dalle immagini che ci ha mandato e (aldilà del collage preparato da Roberto Mandelli) uniremo al servizio fotografico, al termine della faticaccia la bella Alessandra sembra diventata ancora più carina! [F.M]
Informazioni aggiuntive
- Galleria fotografica CLICCA QUI PER VISUALIZZARE
- Fotografo/i F. Marri - G. Annovi
- Classifica Classifica della 25 km
Stralugano, si correrà il 28 e 29 agosto, 1 febbraio aprono le iscrizioni
Sulle ali del grande entusiasmo e delle numerose richieste pervenute, il Comitato Direttivo ha deciso di anticipare di un mese l’apertura delle iscrizioni per la StraLugano 2021 al 1° febbraio. De resto gli organizzatori devono un po’ essere i primi a dimostrare “la voglia di ripartire”.
Il menu delle gare è il solito, super collaudato nel corso degli anni, e che ha dato soddisfazione a migliaia di partecipanti.
21.097 Km Half Marathon
21.097 Km Half Marathon Relay Run (staffetta a 3)
10km City Run Campionati Svizzeri 2021
5km Fast Run una distanza per tutti – la grande novità del 2021
Monte Brè Challenge Race 9 km con un dislivello di circa 730m
Stracombinata 10Km + Challenge Race
Kids Run le gare per ragazzi e ragazze
4Charity 5 km di beneficenza
Nei successivi comunicati forniremo maggiori dettagli, a beneficio di chi non è mai stato alla Stralugano.
Come di consueto le iscrizioni potranno essere registrate via Datasport dal sito www.stralugano.ch scegliendo tra le varie distanze:
Il Comitato della StraLugano segue con particolare attenzione l’andamento dell’attuale pandemia COVID-19 e con ottimismo sta preparando la sua 15a edizione che si annuncia come un’esperienza unica e di alto livello. Fiduciosi in un’evoluzione positiva dei contagi che permetterà uno svolgimento del nostro evento nelle condizioni abituali, portando migliaia di podisti a sfidarsi sulle rive del Lago Ceresio in un clima di ritrovata gioia ed emozione.
Tuttavia, qualora le autorità competenti dovessero imporre di applicare il protocollo elaborato da SwissOlimpics, non sono escluse limitazione del numero di partecipanti, per ognuna delle gare in programma. www.swissolympic.ch/ueber-swiss-olympic/Dossier-Covid-19/Schutzkonzepte-f-r-Sport-und-Veranstaltungen
Se, ciò nonostante, le autorità ci imponessero l’annullamento della nostra manifestazione, le iscrizioni già registrate saranno riportate all’edizione del prossimo anno, in programma il 21/22 maggio 2022.
Scegli il percorso che preferisci e divertiti assieme a noi, per ripartire ad emozionarti: corri ad iscriverti!
La StraLugano ti attende più in forma che mai “perché sei un essere speciale e noi avremo cura di te”
Annullata la ludico motoria di Campi Bisenzio
28 gennaio - L'avevamo annunciata come il primo, coraggioso, al limite del velleitario (per via della non conformità con quanto previsto dai DPCM), tentativo di organizzare una non competitiva nel 2021.
Giunge questa mattina in redazione la notizia che la prefettura di Firenze ha bloccato la manifestazione.
Ecco il comunicato con cui il comitato organizzatore annuncia il "rinvio a data da destinarsi" della manifestazione; di fatto un annullamento:
per gli eventi in programmazione: CALENDARIO DI PODISTI.NET
A Campi Bisenzio (FI) la prima ludico motoria 2021
La Uisp di Firenze e l'Atletica Campi Bisenzio hanno organizzato per il 31 Gennaio la prima manifestazione ludico motoria italiana del 2021; l'evento è stato annunciato questa sera con il seguente comunicato:
Si invia il volantino della manifestazione in oggetto che, salvo future eventuali restrizioni, si svolgerà domenica 31 gennaio 2021.
La società organizzatrice fa presente che la partecipazione sarà limitata ad un massimo di 300 persone e che donerà una fornitura alimentare alla Caritas a sostegno delle famiglie in difficoltà nel comune di Campi Bisenzio.
L'evento è presentato come attività "ludico motoria aperta a tutti" e sul volantino si riporta il seguente testo:
Ritrovo presso lo stadio Zatopek dalle ore 7:30 alle 9:30 si possono lasciare le borse in tribuna (con le norme vigenti non si possono usare gli spogliatoi e docce), partenza libera, o piccoli gruppi di 10 persone, per un percorso segnato di Km. 5 volendo, da ripetere due volte. Arrivo in pista , ritiro borsa depositata in tribuna, all’uscita in apposito stand ritirare il pacco di partecipazione.
Normative:
1. Tutti dovranno arrivare con la mascherina che si toglieranno dopo la partenza, dovranno rimettersela una volta arrivati.
2. Iscrizioni € 5,00. Se iscritti come società effettuare l'iscrizione via e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e il pagamento tramite bonifico bancario entro venerdì 29, accompagnando la ricevuta all'iscrizione ritirerete la busta presso un'apposita postazione dove troverete all'interno i tagliandi per il ritiro pacco di partecipazione.
3. Per chi vuol fare l'iscrizione al mattino – PORTARE I SOLDI PRECISI - ci sarà un contenitore dove VOI depositate i soldi, NON DAREMO RESTI, l'addetto presente vi consegnerà un tagliando per il ritiro del pacco di partecipazione comprendente anche una bottiglietta d'acqua.
4. Rispettare il Codice stradale C.
Manca un preciso riferimento al necessario distanziamento da tenere durante la manifestazione, il D.P.C.M. prevede espressamente che l'attività motoria sia fatta individualmente, quindi occorre tenere un significativo distanziamento da chiunque.
Vedremo se altri organizzatori avranno il coraggio di seguire l'esempio dei toscani.
SCARICA IL VOLANTINO NEL CALENDARIO DI PODISTI.NET
Dieci anni del Cross per Tutti: in campo dal 6 marzo
Era il 15 gennaio, era una domenica mattina: anno, il 2012. Invertite le ultime due cifre ed eccoci arrivati al nostro anno appena cominciato.
E’ il compleanno del Cross per Tutti. Dieci anni tutti di corsa tra prati, fango e neve, a partire da quella gara 1 di Paderno Dugnano, dove un migliaio di atleti si ritrovarono per la “prima” di un nuovo progetto sportivo.
Tutto diverso allora, con solo 8 gare al via (oggi sono 22) e prove miste per le categorie giovanili.
Sfogliamo l’album dei ricordi. Troviamo subito la vittoria del monzese Luca Civati sui 4 km della prova “Elite”, allora composta dal settore assoluto ma senza master. Civati vincerà poi per tre volte la classifica finale Senior.
Tra le donne vinse l’azzurrina Laura Bottini, nei Cadetti il fenomeno giovanile Nicole Reina venne superata solo dal saronnese Matteo Aguzzoli, mentre nei Ragazzi la brava Arianna Locatelli mise dietro anche tutti i maschietti.
Così, tra una sorpresa e una conferma, prese il via un’avventura sportiva che oggi è in grado di mettere in campo quasi 2mila atleti per ogni gara, che è garanzia di divertimento, passione sportiva e professionalità.
Questa decima edizione avrebbe voluto essere l’apoteosi della corsa campestre, con idee che frullavano nella testa degli organizzatori fin dallo scorso inverno.
Il Covid ha interrotto la nona edizione, ma si lavora a quella del decennale. Le date sono stabilite e già inserite nel calendario regionale: sabato 6 e domenica 7 marzo 2021. Per la sede, siamo in attesa di permessi.
Due giornate per gestire meglio le presenze in campo, due giorni per tornare a fare ciò che più amiamo dell’inverno: la corsa campestre.
Dalla Bora di Trieste soffiano folate propizie: arriveranno in Italia?
10 gennaio - Entrai in Trieste la prima volta un pomeriggio degli anni Settanta. Il treno era l’erede dell’Orient Express, con carrozze da Parigi per Thessaloniki - Istanbul dopo soste a Belgrado, Sofia e chissà cosa altro. Nelle ultime centinaia di metri rallentava a passo d’uomo, e dentro ai finestrini cominciavano a piovere borsoni, poi a salire persone che allora si chiamavano iugoslavi, venuti a Trieste a comprare quello che nei paradisi dei lavoratori non si trovava, e volevano garantirsi i posti migliori. Le colline sopra la città erano dominate da una gigantesca scritta che inneggiava al Maresciallo. Un paio di km a sud, a Muggia, l’Italia finiva; ma anche Trieste non eravamo sicuri che fosse proprio italiana, nel senso che era la “Zona A”, provvisoriamente nostra ma chissà. Solo nel ’77 entrò in vigore il trattato di Osimo, e Trieste fu italiana del tutto; ci lasciarono anche la Foiba di Basovizza, dove gli italiani erano stati buttati vivi, legati col filo spinato ai morti ammazzati. Ma Capodistria, Isola, Pirano (da dove era scappata la mia maestra, con suo fratello che coprì la ritirata di famiglia sparando), tutta l’Istria insomma, andarono di là per sempre, come era già accaduto a nord per Caporetto o le grotte di Postumia.
Da queste tristezze cercavo di liberarmi, in quelle prime incursioni, salendo a San Giusto: memore della campana cantata dal 1915, da Caruso, Claudio Villa e Pavarotti, e delle ragazze di Trieste che chiedevano all’Italia di liberarle. E sull’altura di San Giusto una quantità perfino eccessiva di lapidi e monumenti ricorda quel 4 novembre 1918 quando il tricolore fu issato sul castello dall’invitta armata di Emanuele Filiberto duca d’Aosta, e su pietra venne incisa una lapide con la scritta “Mare Nostro”, a bagnare le terre redente (poi, la “vittoria mutilata” fu risarcita dai Legionari del Poeta Soldato, e la Carta del Carnaro fu la prima costituzione moderna ed eversiva della nuova Europa). Ma ricorda anche gli anni duri del “TLT”, il lavoro degli sminatori, i profughi istriani: nella mente tornano i nomi di Nino Benvenuti e Abdon Pamich, di Laura Antonelli e Alida Valli (trovate due donne più belle in tutta Italia), di Mario Andretti e Sergio Endrigo, di Ottavio Missoni e Lidia Bastianich. E per entrare in campo podistico, anche il marchio Diadora (che andrebbe pronunciato Diàdora), seppur fondato in provincia di Treviso, ricorda il nome latino di Zara (alias Zadar), da dove uno dei primi suoi artefici era dovuto fuggire.
2. Queste cose mi hanno guidato, più di quarant’anni dopo (o forse, più di sessanta, da quando cioè la maestra Maria, che mi chiamava fiaccòòne per le scarse doti ginniche, ci parlava di San Giusto lontana e contesa), a cercare di iscrivermi alla Corsa della Bora, dopo aver partecipato più volte alla Bavisela e alla maratona di maggio. Il sito del Sentiero S1 (appunto, il sentiero sul Carso stretto tra il confine e i meravigliosi strapiombi sul mare non più tutto nostro) è tanto ricco da rischiare di smarrircisi, ma anche da invitarti a leggerlo e rileggerlo e indurti a fare di tutto per prendere parte all’evento. Quest’anno, poi, c’è la complicazione enorme del Covid-19, con le limitazioni pazzesche poste all’agire umano, e un accanimento particolare contro il podismo. Sicuramente le leggi (o meglio, i decreti, sebbene di dubbia costituzionalità) sono fatte a fin di bene, la pressione sugli ospedali e le rianimazioni è intollerabile, il numero di morti per Covid (sebbene si dovrebbe dire “con Covid”) è doloroso, e sicuramente da qualcuno delle centinaia di superesperti e superfrequentatori dei talkshow (sebbene la loro qualità accademica ovvero il cosiddetto h-index risulti spesso carente) vengono avvisi di saggezza, che poi i politici tirano da una parte o dall’altra a seconda del proprio indice di gradimento.
Per farla breve, ho aspettato l’ultimissimo giorno (lunedì 4 gennaio) per iscrivermi, ma tenendo il fiato sospeso di fronte alle arlecchinesche carte d’Italia tricolori (non biancorossoverde come a San Giusto, ma giallo arancione rosso, con le varianti del “giallo rafforzato” o del “rosso attenuato”), che già avevano costretto Trieste al rinvio della data prevista del 3 gennaio, causa l’inopinato rosso festivo su tutta Italia. Solo venerdì 8 sera, leggendo che il Friuli-Venezia Giulia aveva uno degli Rt più bassi d’Italia e per giunta in calo (da 0,94 a 0,91), mentre quello della mia regione stava crescendo e portandoci “in arancione”, ho prenotato un albergo; a confortarmi sono giunti ben tre email (uno al giorno) di “invito” mandati dagli organizzatori agli iscritti, e corredati di tutte le pezze d’appoggio legali e le firme importanti, ad uso di quale poliziotto zelante. Perfetto anche il briefing di venerdì sera (cui ne sarebbe seguito un altro sabato sera).
3.Eccezionali, ed inaudite, le misure di sicurezza, anche se un mio compagno di squadra (non a caso mezzo triestino) dice che “all’aperto e distanziati, prendersi il Covid richiede un impegno notevole”: il ritiro pettorali andava prenotato per un’ora precisa; al “Bora Village” situato nel luogo di arrivo, sulle alture di un paesino che non è nemmeno nell’atlante stradale del Touring al 200mila (ma per fortuna è noto a Google maps, oltre che perfettamente indicato nel sito della S1), potevano accedere solo gli atleti. Anche l’orario di partenza andava prenotato, in una finestra di 15 minuti, senza mai superare le venti persone presenti; obbligo di mascherina nelle prime centinaia di metri, e (novità per me, che pure da settembre a oggi sono andato a tutte le gare esistenti in un raggio di 350 km) obbligo di mettersi la mascherina anche nell’accostarsi ai ristori, dove potevamo prendere un sacchetto e farci versare nella nostra tazza personale le bevande, poi allontanarci per consumarle. Obbligo di lasciare la borsa del cambio, sigillata e disinfettata dagli organizzatori, la sera prima già nel luogo di arrivo; ingresso contingentato nella tenda-spogliatoio dopo l’arrivo, con preghiera di far presto (quando arriverà il mio turno, noterò che appena la panca a me destinata è liberata dal precedente occupante, una addetta correrà a disinfettarla).
Tutto ciò perché (come ha detto in conferenza il commander in chief Tommaso de Mottoni) questa è una circostanza unica e un’occasione storica, e c’è gente ‘di fuori’ che non aspetta se non un passo falso per sparare le sue solite bordate disinformate, faziose e invidiose (questo lo aggiungo io) contro una pratica dello sport disciplinata e responsabile. Ovvio l’invito al rispetto e al buon senso per tutti noi; e io stesso, entrando in un ristoro, ho preso una piccola amichevole e sacrosanta sgridata perché la mia mascherina mi era cascata da un orecchio (era il copriorecchi di Podisti.net che non accettava… l’intrusione dell’elasticino). Ed entrando nello spogliatoio finale ho dovuto togliermi i guanti (che avevo portato per tutta la gara) per farmi disinfettare le mani!
Insomma, non mi vergogno di aver elogiato, da Casal Borsetti a Trino, passando per San Marino, Andora e altri posti, gli allestimenti di sicurezza posti in atto, e rivelatisi efficaci al 100% (mai un podista ammalatosi dopo queste gare: e oggi che la scienza ha scoperto il paziente 1 italiano con data 10 novembre 2019, chissà se gli sciocchi e disinformati detrattori del podismo la smetteranno di proclamare che Mattia Maestri si è infettato in gara); ma qui a Trieste ho visto cose straordinarie, impensabili: insomma, la perfezione, a prova del più pignolo dei questurini e del proibizionista più fanatico. All’obiezione, invece, che non dobbiamo correre per rispetto dei morti, non saprei cosa replicare: meglio mettersi a letto ad aspettare l’eterno riposo, beninteso spegnendo il frigorifero per rispetto ai morti delle dighe idroelettriche, e non partecipando nemmeno alla DAD e ai webinar, uno solo dei quali (sono statistiche della Gabanelli di oggi) produce tanto gas serra quanto 1500 ricariche di telefonino.
4. Allora, mettiamoci in viaggio: in autostrada, quasi solo camion con targhe turche o polacche o dintorni; in un bar verso Dolo ti aprono se suoni, il caffè devi fartelo da solo alle macchinette e consumarlo all’esterno. All’ultimo ristorante prima di Trieste, verso Palmanova, la cucina non funziona, ti scaldano solo panini o simile, e gli avventori seduti ai tavoli sono pressoché tutti podisti che vanno alla Bora. Come sarà anche negli alberghi di Trieste o Sistiana, offerti in gran numero a prezzi convenzionati con l’organizzazione. Ne prendo uno a due passi dalla partenza della maratona (una novità, messa su in collaborazione con Trieste Atletica), cui forse il nome di “Urban Eco Marathon” va un po’ stretto, perché di urbani ci sono solo i primi 2-3 km, poi l’attraversamento di qualche paesino alle falde del Carso, e l’asfalto grosso modo durerà una decina di km, più o meno tanti quanti i sassosi sentieri carsici, mentre il resto è costituito dalle stupende carraie a fondo naturale, o ghiaiate, dei Sentieri 1 e 2, e dell’Alpe Adria Trail.
Possono comunque bastare anche delle robuste scarpe da asfalto, come suggerisce de Mottoni, e io quelle scelgo (con un plantare abbastanza spesso) quando vedo che le previsioni danno precipitazioni all’1% (saranno i fiocchi di neve verso l’una), e fondo sostanzialmente secco. Tassativo, e ripetuto anche in un email di domenica mattina, vestirsi pesante e portarsi qualcosa di protettivo nello zaino: perché la bora è garantita (se non ci fosse, chiederemmo indietro il prezzo del biglietto: raffiche fino a 100 km/h), la temperatura massima sarà di 3 gradi, quella percepita molto sotto: sull’altipiano, fra i 300 e i 410 metri, le pozzanghere sono ghiacciate e tra l’erba affiora la neve dei giorni scorsi. Godimento puro.
5. La prima parte della maratona (quasi 9 km) si svolge sulla bellissima pista ciclabile Giordano Cottur, ricavata da una vecchia ferrovia, compresa una galleria di 3-400 metri: avete presente la Cortina-Dobbiaco? Il nome di Cottur, triestino purosangue coetaneo di Bartali, riporta a quel drammatico Giro d’Italia del ’46, quando gli organizzatori ottennero dagli alleati occupanti di finire una tappa a Trieste; ma i titini di là e i loro compagni di qua (che consideravano Trieste non-italiana e dunque quella del Giro una invasione), a Pieris, ingresso della Zona A, sbarrarono la strada con pietre, blocchi di cemento, chiodi, filo spinato sulla carreggiata, e si misero pure a sparare. Ha scritto Daniele Marchesini: “Ortelli in maglia rosa si butta sotto una macchina, i carabinieri rispondono al fuoco, gli spettatori scappano nei campi, gli attentatori in fuga inseguiti. Panico. Le squadre più importanti subito decidono di non proseguire… Diciassette corridori decidono di continuare lo stesso. Passano due ore e gli organizzatori decidono che la tappa riparte dal bivio di Miramare. Tra i più infervorati, il triestino Giordano Cottur della Wilier Triestina, squadra che riunisce solo corridori delle Tre Venezie. Supera un passaggio a livello e si rimette a pedalare. Si procede lenti, la strada è piena di chiodi che gli spettatori di poco avanzano i corridori nel togliere. C’è pure Luigi Malabrocca con la sua maglia nera, e ovviamente arriva ultimo...”. Arrivano in 17, e simbolicamente vince Cottur, maglia rossa con l’alabarda, simbolo della città, sul petto, in un tripudio di folla.
Il giorno dopo, 1° luglio 1946, il grande Bruno Roghi, nel suo editoriale sulla Gazzetta dello Sport del 1° luglio 1946, scrive parole che danno un groppo in gola anche oggi: “È scappato Cottur… La sua andatura è impetuosa, il viso affilato e pallido dell’atleta compone con la sua bicicletta la prua di un ordigno aerodinamico. Un atleta triestino, della Trieste di noi tutti vola verso il traguardo della prima tappa. La sua maglia sapete com’è: rossa di fiamma. È la maglia della Wilier Triestina attraversata da un’alabarda. Rossa di fuoco, il sangue del nostro cuore è andato a tingere il tessuto che fascia gli omeri e il torso di un atleta triestino. Oggi non abbiamo che un nome sulle labbra e nel cuore: Giordano Cottur, che a un “no” per Trieste elaborato ai tavoli delle caute diplomazie, risponde con un “sì” a tutti gli sportivi italiani... I giardini di Trieste non hanno più fiori. Le campane di Trieste non hanno più suoni. Le bandiere di Trieste non hanno più palpiti. Le labbra di Trieste non hanno più baci. I fiori, i palpiti, i suoni, i baci sono stati tutti donati al Giro d’Italia”.
E se volete stemperare in un sorriso queste vicende di fronte a cui (scrive sempre il mio compagno di squadra) per i triestini “il Covid è un solletico”, cercatevi su youtube la scena finale di Totò al Giro d’Italia, cui partecipano Coppi, Bartali e appunto il mitico Cottur:
https://www.facebook.com/47861367820/videos/10154310276317821/
6. Andiamo dunque alla partenza, e partiamo pure, salutati da un gigantesco ciuco che ci dà il cinque (guantato). Tappeto di rilevamento, s’intende, e altri 3-4 controlli per via; trasmissione in tempo reale dei dati, per chi volesse seguire. Dopo 8,600 di moderata salita che ci porta comunque sui 300 metri, dai 64 metri della partenza, direi quasi al confine con quelli di là (S. Antonio in Bosco), c’è una brusca svolta a sinistra con strappo su sentiero che immette sull’altopiano, dove la bora ulula come nei film (devo dire, contro noi nel primo tratto, poi a favore, e infine diagonale nell’ultima parte). Frecce e bandelle a prova di cecità, ristori solo liquidi fino al km 14 (quando ormai il tè, originariamente caldo, per i tardoni come me è ex-tiepido). Ci si congiunge coi mastini della 80 km (partiti la notte di sabato), poi, sotto l’obelisco di Opicina da dove stanno partendo i velocissimi della 21, il ristoro con sacchetti dove mi sgridano (e ripeto che hanno ragione; mi fermano pure quando sto per attingere alla boccia del tè, perché me lo danno loro!). I sacchetti a sorpresa sono divisi in vegetariani, con formaggi, con cose dolci e con carne: punto sulle ultime due tipologie, e mi troverò fuori, su un muretto, a ingozzarmi di cubetti di squisita mortadella mischiandoli a pastiglie di cioccolato e a biscotti sbrisoloni che mi faranno tossire.
Da Opicina si torna su vista-mare, in una balconata giustamente frequentata da camminatori di ogni genere, mentre le pareti rocciose a destra sono popolate da climbers. Abbiamo un pubblico?? Orrore per i fanatici proibizionisti: una bella mamma con le sue due bimbe è al bordo della pista e ci applaude. Roba da far vietare la gara per infrazione al comma taldeitali che vieta il pubblico alle manifestazioni sportive? (e questa, se applicata al podismo, è forse la più demenziale delle disposizioni). Sono io ad applaudire e fare complimenti, senza mettermi la mascherina, alle bimbe: prossimi orfani della ministra Lamorgese, datemi la multa.
Dall’alto, sulla verticale di Miramare, lo sguardo spazia tra i due limiti del golfo, Grado e la Punta Salvore (oggi, ahinoi, Savudrija). Nessuno meglio di Carducci l’ha descritta, e sembra parli proprio di oggi: “Meste ne l’ombra de le nubi ai golfi – stanno guardando le città turrite, - Muggia e Pirano ed Egida e Parenzo – gemme del mare; - e tutte il mare spinge le mugghianti – collere a questo bastion di scogli – onde t’affacci a le due viste d’Adria, - rocca d’Absburgo: - e tona il cielo a Nabresina lungo – la ferrugigna costa, e di baleni - Trieste in fondo coronata il capo – leva tra’ nembi”.
Ma conviene correre, perché le gazzelle della 21 ti sopravanzano (sempre complimentandosi, visto il colore del nostro pettorale), come noi ci diciamo ammirati degli eroi della 80 con cui ormai faremo strada comune, e ci dispiace sorpassarli, perché sono molto, molto più bravi di noi. Dalle parti di Prosecco (ah perché non offrirci un calice?) c’è la separazione coi 21 e 57 che scendono verso il mare; noi saremmo pure autorizzati a stare con loro (“non vi squalifichiamo”, spiega de Mottoni: “la fate solo più lunga e meno panoramica”). Dunque stiamo in alto, sopra Nabresina/Aurisina: e io penso a papà Gigliotti, che qui nel 1943 protesse la stazione da dove partiva l’ultimo treno per l’Italia: difendeva la patria e la famiglia, col figlio Luciano di 9 anni, diretto a Modena dove ha fatto quello che tutti sanno. Ma il papà rimase e finì in una foiba.
Passiamo la ferrovia e comincia l’ultima salita di un certo rilievo, verso i 300 metri attorno alla Grotta Azzurra, intorno al km 34. Persino sul pettorale sta scritto che la discesa è scivolosa: niente di che. Dopo il 39 arriviamo, quasi stabilmente, sull’asfalto, e tutti i percorsi si ricongiungono. Un addetto ci dice: bravi, ultimo km! Da scettico razionalista, con sguardo al Gps, lo smentisco: ne mancano più di due! È vero, la stazione e il campo sportivo di Visogliano (il paese sconosciuto al TCI) sono lì, ma per raggiungere la lunghezza canonica ci fanno fare una specie di circonvallazione fino al tappeto finale del chip.
7. Da qui, bentornati nell’Italia dei Dpcm: pregasi indossare la mascherina subito, ritirare self service la medaglia incellofanata (un bel rettangolo rosso-alabardato con la scritta “Essere qui è meraviglioso”) e il cestino-ristoro, non poter far altro che sentire le felicitazioni di due belle ragazze con la maschera che lascia scoperti solo gli occhi, passare nel campo dove il nostro cambio sanificato ci aspetta in bell’ordine, mentre il megafono ci indirizza al tendone-spogliatoio con preghiera di sbrigarci per rispetto a chi arriva. Due belle signore alla mia sinistra mi invitano al trail degli Eroi sul Grappa, ma qualcuno le sgrida perché la fanno lunga. Doverosi i complimenti alla giovane mamma Susanna de Mottoni (“si impartiscono lezioni” al resto d’Italia), e poi ci si attacca a Internet per vedere chi ha vinto. Mi arriva un whatsapp di un corregionale:
“Posso solo dire GRAZIE agli organizzatori, che hanno dimostrato che oggi in Italia si può organizzare una gara grossa in totale sicurezza, tutto nei minimi dettagli, e zero rischi di assembramento. Bravissimi davvero (regione Friuli-Venezia G. e comuni coinvolti, non come ***) [segue nome di sede di gara soppressa all’ultimo], delle forze dell’ordine e anche dell’esercito. Mi levo il cappello e ribadisco il mio GRAZIE, sperando che in tanti abbiano il coraggio e le forze di seguirli. La gara era bellissima, durissima, freddissima, c’erano tanti punti panoramici che mi sono pure fermato a fare qualche foto”.
8. Ecco allora le graduatorie (complete qui a parte https://www.podisti.net/index.php/classifiche/14788-corsa-della-bora-urban-eco-marathon.html?date=2021-01-10-00-00 )
80 km (148 classificati più dieci coppie di staffetta, 7 ritirati tra cui la campionessa Francesca Canepa che ha scontato una crisi di freddo e fame), con arrivo quasi in volata:
1° GUBERT MARCO 7:59:19
2° DE ROSSI ALESSIO 8:00:45
1^ donna e quarta assoluta: KESSLER JULIA 8:22:30 .
57 km: classifiche diffuse due giorni dopo per problemi tecnici, 147 arrivati e 5 ritirati:
1° POZZER ANDREA ITA 5:20:38
2° CARRARA LUCA ITA 5:28:52
3° GHEDUZZI ROBERTO ITA 5:32:14
Donne:
1^ (7° ass.) GUIDOLIN NICOL ITA 6:17:47
2^ (9° ass.) VINCO GIULIA ITA 6:30:07
42 km (112 classificati e 33 ritirati), con un dominatore assoluto, oltre 18 minuti sul secondo:
1° MILANI ALESSIO 2:51:17
2° 861 VENEZIAN FEDERICO 3:09:38.
Più combattuta la contesa femminile:
1^ GIUDICI FABIOLA 3:43:58
2^ 787 LASTRI MARIA ELISABETTA 3:47:15
21 km (372 classificati)
1° MERIDIO MICHELE 1:24:01
2° CORÀ GIOVANNI 1:25:35
Senza rivali vicine la vincitrice:
1^ STENTA CATERINA 1:42:43 .
16 km (202 classificati), anche qui con un vincitore netto:
1° BORGESA DANIEL 1:08:24
2°COMAND DANIELE ITA 1:12:16.
Tra le donne, lotta (presumo) in famiglia:
1^ BRUNO ILARIA 1:22:19
2^ BRUNO GRETA ITA 1:24:15
Informazioni aggiuntive
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- Fotografo/i Fabio Marri
- Classifica CLICCA QUI PER VISUALIZZARE
- Fonte Classifica Endu
Il 2 maggio torna la Maratona di Russi
Anche se le incognite sulla prossima primavera, vista la situazione sanitaria che stiamo ancora vivendo, sono tante, al Gs Lamone non hanno perso la speranza e, in coincidenza delle Feste Natalizie, vogliono mandare un messaggio positivo: la Maratona di Russi è pronta a tornare, per vivere la sua 44esima edizione e confermarsi come la seconda maratona italiana per anzianità, anche in tempi di Covid-19. Per questo si sta già lavorando alacremente, perché è chiaro che non potrà essere un’edizione come le altre.
Innanzitutto, cambia la data dell’evento che è spostato al 2 maggio confidando che in questi mesi la pandemia dia un po’ di tregua e si possano anche sfruttare, magari, i primi tepori primaverili. Un’altra novità è che la manifestazione per ora è concentrata sulla disputa della sola distanza dei 42,195 km: se ci saranno le condizioni si penserà a una seconda distanza, ma solo se sarà possibile allestirla in sicurezza. La Maratona di Russi, infatti, sarà completamente aderente ai protocolli sanitari vigenti al momento, per questo si sta già valutando se sarà possibile confermare la location di partenza/arrivo in Piazza Farini o se sarà necessario cercare spazi più ampi per gestire le partenze che dovranno essere differenziate e a piccoli gruppi, per garantire il necessario distanziamento.
Un aspetto importante riguarda le iscrizioni, che apriranno più avanti in base a quote ancora da stabilire. Coloro che si erano iscritti quest’anno e non hanno potuto gareggiare, avranno la possibilità di partecipare gratuitamente all’edizione 2021. Il tutto potrà essere fatto via mail attraverso il servizio di cronometraggio e segreteria messo a disposizione da Endu, secondo modalità che verranno comunicate in seguito.
La Maratona di Russi, con il suo leggero spostamento, diventa così la seconda delle prove del Trittico di Romagna, lasciando alla 50 Km di Romagna del 25 aprile, il compito di aprire le ostilità, chiusura poi con il classico appuntamento della 100 Km del Passatore del 23 maggio.
Molto c’è da fare e al Gs Lamone ne sono consapevoli, si preparano novità anche a proposito del percorso, ma ci sarà tempo per parlarne. Intanto si può cominciare ad allenarsi, sempre in sicurezza e nel rispetto degli altri, in attesa di tornare a sfidarsi sulle strade della provincia ravennate.
Per informazioni: Gs Lamone, tel. 335.6933050, www.gslamone.it, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ufficiale, a Trieste il 9-10 gennaio si fa la “Corsa della Bora”
Ultima ora (22 dicembre): In seguito all’ultimo Dpcm governativo del 18 dicembre, l'evento è spostato di una settimana e si terrà il 9-10 gennaio. La prenotazione dei pettorali, per chi l’avesse già fatta, e il programma, non subiscono variazione ma vengono unicamente spostati di un weekend. La chiusura iscrizioni invece è prolungata fino al 4 gennaio. Per maggiori informazioni visitare il sito www.s1trail.com.
Il 12 dicembre è arrivata anche la conferma ufficiale da parte delle autorità predisposte a rilasciare i permessi esecutivi all’Asd SentieroUno: dunque è ufficiale, la Corsa della Bora si farà: si sta dunque avvicinando l’appuntamento con il festival internazionale del trailrunning che sabato 2 e domenica 3 gennaio vivrà la sua settima edizione.
Dalla scorsa primavera il lavoro dell’Asd SentieroUno è stato inteso, senza soste, e dedicato principalmente alla stesura di protocolli di sicurezza e prevenzione che permettessero a tutti gli appassionati di vivere un weekend all’insegna dello sport e della scoperta delle bellezze di Trieste e dintorni dopo un anno a dir poco anomalo. L’organizzazione ha sempre affermato che l’evento si sarebbe fatto in ogni caso a meno che un provvedimento governativo non vietasse nei primi giorni del 2021 lo svolgimento di manifestazioni come la Corsa della Bora. Ma sabato è arrivato anche l’ufficialità burocratica, ovvero è stato confermato il rilascio dei permessi esecutivi per svolgere la due giorni di gare.
“Di solito questi permessi arrivano solo sette giorni prima della competizione ma quest’anno i tempi, a causa della situazione pandemica, sono stati anticipati”, spiega il presidente della società organizzatrice Tommaso de Mottoni che aggiunge come “L’iter per ottenere questi permessi è stato ancora più lungo del solito, con la richiesta di ulteriori documentazioni e autorizzazioni rispetto alle scorse stagioni, interessando gli innumerevoli Comuni, Enti e Autorità (territoriali, sanitarie, sportive) coinvolte nella manifestazione. E’ stato inoltre fondamentale il supporto del Coni e dell’Aics Fvg. Arrivata l’ufficialità, ora possiamo concentrarci per lanciare ancora più forte il messaggio che si può correre e competere in sicurezza”.
Ben 8 le gare, per ogni livello di preparazione ed impegno: dai 16 km sulle bellissime Falesie di Duino affacciate sul Golfo di Trieste, a distanze sempre più lunghe: 21, 42, 57, 164 km su tracciati mozzafiato, sempre vari e mai ripetitivi. Inoltre c’è l’Adventure Race Ipertrail con 173 km a navigazione GPS.
Gli atleti che viaggiano verso o dall’Italia potranno partecipare con una delega speciale. Ma attenzione: atleti non significa turisti, atleta è colui che oltre ad essere iscritto riceve una nostra lettera di invito e completa tutta la procedura di autorizzazione!
Dal 17 al 20 Dicembre gli atleti non italiani per partecipare dovranno completare una richiesta di ingresso con numero di passaporto, numero di iscrizione, descrizione dell’itinerario di viaggio. Questo ci consentirà di emettere un documento ufficiale di invito che verrà allegato alla trasmissione della richiesta di ingresso in Italia all’Ufficio 3 della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria (Coordinamento USMAF-SASN). Gli atleti stranieri iscritti riceveranno una news il 16/12 ed il 17/12 il link verrà pubblicato in Race Guide. In seguito al completamento della pratica, verrà emesso un documento di viaggio.
La Corsa della Bora incarna con DNA Triestino, lo spirito ci accoglienza e multiculturalità che hanno fatto di questa città un melting pot unico dove nei secoli popoli e culture si sono incontrati. Con questo spirito, anche quest’anno, abbiamo messo voi, la vostra presenza e la vostra sicurezza al primo posto. Possiamo quindi dire non solo che “siete autorizzati” a venire, ma che siete i Benvenuti.
Sebbene l’Articolo 31 del nostro regolamento non preveda il trasferimento dell’iscrizione all’anno successivo, abbiamo deciso di andare in deroga e consentire a tutti gli atleti provenienti da suolo non Italiano di trasferire l’iscrizione all’anno prossimo o ad altre gare S1.
Quest’anno l’iter autorizzavo è stato molto complesso ed il controllo di tutte le autorità coinvolte è stato estremamente scrupoloso, con varie richieste di integrazioni ed approfondimenti. Non la viviamo come frustrazione da burocrazia, ma come serietà e tutela della salute da parte di chi controlla: ci hanno “messo sotto i raggi x” ed esaminato i protocolli e le autorizzazioni in ogni dettaglio.
Su suggerimento delle Autorità ci sarà una piccola modifica al percorso… dovremo togliere una cosa ma ne aggiungeremo un’altra molto bella! I dettagli dopo Natale.
Noi ci impegniamo molto, ma anche tu che parteciperai dovrai dare un segnale forte ed inequivocabile: ci si può divertire e competere in sicurezza. Il runner non è un criminale da inseguire con l’elicottero ed i droni, ma un cittadino responsabile che dà il buon esempio.
Partecipare quest’anno alla Corsa della Bora significa, in queste condizioni, dare un messaggio di speranza e responsabilità per il futuro. Un messaggio che esiste solo se ci sono due condizioni: il nostro lavoro nel massimo scrupolo ed un tuo comportamento corretto.
Stiamo lavorando per un’edizione all’insegna della sicurezza ma anche della leggerezza e della semplicità, cercando di fare necessità virtù e sperando che questa non sia un’edizione “così e così”, ma sia la migliore di sempre.
Con un format nuovo di gara volto a ridurre a zero le attese e a garantire la massima flessibilità.
Quest’anno niente distribuzione pettorali nei negozi e negli hotel. Non possiamo distribuire titoli di gara a concorrenti che non abbiano completato lo screening pre-gara.
Dispiace a voi, e significa più lavoro per noi.
Chiediamo solo una cosa, forse la più difficile: leggete le istruzioni. Poche ma da seguire.
RIASSUNTO:
Iscriviti alla gara entro il 23/12
Completa il profilo inviando il certificato medico laddove necessario e accertati di poter accedere.
Dal 10 dicembre prenota il ritiro pettorale: prenota responsabilmente, pensa a chi viene da lontano. Se sei di Trieste scegli gli orari più scomodi.
Dal 23 dicembre prenota la navetta e l’orario di partenza.
A 72 ore dalla gara compila e scarica l’autodichiarazione.
Sii puntuale allo screening e ritiro pettorale, non si fanno eccezioni, la legge non ce lo consente!
Divertiti in sicurezza.
Le iscrizioni chiederanno il 23/12.
Il 29/12 si terrà una riunione con esame del Meteo, in caso di tempo favorevole la gara è confermata in data 2-3 gennaio. In caso di meteo gravemente avverso è spostata in uno dei due weekend successivi. Il nostro dispositivo di soccorso funziona ed è rodato anche in condizioni avverse, ma vogliamo minimizzare il rischio di dover intervenire. Inoltre, il numero ridotto di servizi post gara e zone al chiuso, suggerisce di prediligere condizioni meteo non proibitive.
In caso di spostamento data:
Tutte le prenotazioni, anche degli hotel convenzionati e delle navette saranno spostate in automatico. Non dovrai fare NULLA. Cambia solo la settimana.
APPENDICE NORMATIVA E RIFERIMENTI LEGALI
DPCM in vigore alla data della gara: DPCM 4 dicembre 2020
Articolo 1, comma 10 lettera e
Sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni - di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del Comitato italiano paralimpico (CIP) - riguardanti gli sport individuali e di squadra organizzati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva ovvero da organismi sportivi internazionali, all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all'aperto senza la presenza di pubblico. Le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra, partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera e muniti di tessera agonistica, sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate e enti di promozione sportiva. Il Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e il Comitato italiano paralimpico (CIP) vigilano sul rispetto delle disposizioni di cui alla presente lettera;
NORMA CHE CONSENTE AD ATLETI E AL TEAM DI SUPPORTO DI VIAGGIARE IN ITALIA E VERSO O DALL’ITALIA
Articolo 1, comma 10 lettera H
Al fine di consentire il regolare svolgimento delle competizioni sportive di cui alla lettera e), che prevedono la partecipazione di atleti, tecnici, giudici e commissari di gara, e accompagnatori provenienti da Paesi per i quali l'ingresso in Italia e' vietato o per i quali e' prevista la quarantena, questi ultimi, prima dell'ingresso in Italia, devono avere effettuato un test molecolare o antigenico per verificare lo stato di salute, il cui esito deve essere indicato nella dichiarazione di cui all'art. 7, comma 1, e verificato dal vettore ai sensi dell'art. 9. Tale test non deve essere antecedente a settantadue ore dall'arrivo in Italia e i soggetti interessati, per essere autorizzati all'ingresso in Italia, devono essere in possesso dell'esito che ne certifichi la negativita' e riporti i dati anagrafici della persona sottoposta al test per gli eventuali controlli. In caso di esito negativo del tampone i soggetti interessati sono autorizzati a prendere parte alla competizione sportiva internazionale sul territorio italiano, in conformita' con lo specifico protocollo adottato dall'ente sportivo organizzatore dell'evento.
Trino Vercellese (VC) - I campioni della "Terre d'Acqua"
SERVIZIO FOTOGRAFICO
13 dicembre 2020 - La prima impressione su questa manifestazione è netta: premiato il coraggio di ripartire, peraltro nel rispetto delle regole. Addirittura cresciuti i numeri dei partecipanti, 343 classificati nel 2019, 376 nel 2020. Cresciuta anche la qualità, se nel 2019 solo tre atleti maschi avevano terminato sotto i 70 minuti, questa volta ben dieci sono arrivati entro quel tempo. Situazione simile anche al femminile, con record del percorso, ma vediamo nel dettaglio cosa è accaduto oggi.
Gara uomini risolta solo nel finale, con il forte Italo Quazzola (Casone Noceto) che chiude con un ottimo 1:04:21, precedendo il sempre valido Renè Cuneaz (Cus Pro Patria) che torna a correre sulla mezza a buoni livelli, suo il tempo di 1:04:56. Terzo posto per Omar Bouamer (1:05:27).
Sesto posto e titolo di campione regionale per Dario De Caro (1:07:42, Cus Torino).
Tra le donne prevale Silvia Oggioni, forte atleta della Pro Sesto all’esordio sulla distanza, che con 1:15:46 fissa il nuovo record del percorso. Bene Sara Boggiato (Aeronautica Militare), seconda in 1:16:38. Terza Federica Frigerio (1:23:36, CUS Brescia).
Elisa Rullo (Cral Reale Mutua) è la nuova campionessa regionale, quinta in 1:25:59.
Alla fine sono stati 376 gli atleti che hanno terminato la gara; se la testa della gara ha prodotto riscontri tecnici di assoluto interesse, non meno importanti quelli delle varie categorie master, ecco alcuni esempi dei vincitori.
SF50, Simona Bolchini, Sport Project VCO, 1:31:22
SF 60, Cristina Frontespezi, Atl. Roata Chiusani, 1:38:47
SM55, Enrico Eula, Atl. Paratico, 1:20:36
SM 60, Antonio Zoppo, Dynamiyk Fitness, 1:21:25
Ovviamente contenti gli organizzatori del GS Torball Club e del Gruppo Podistico Trinese; il loro sforzo ed il loro impegno sono stati premiati. E’ bene evidenziare che per soddisfare le regole sanitarie tutto è stato più complicato, e anche costoso, dal punto di vista logistico. Bene anche il meteo, giornata fredda ma col sole dopo tanti giorni di pioggia.
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Trino Vercellese - Il coraggio e i pregi della "Terre d'Acqua"
13 dicembre - A fine mattinata la soddisfazione era palpabile, tanto fra gli organizzatori che fra i quasi 400 concorrenti che hanno preso parte alla 14esima Mezza Maratona Terre d’Acqua, che a Trino Vercellese ha assegnato i titoli regionali Fidal di specialità. Soddisfazione per una prova podistica di altissima qualità e con numeri importanti, allestita in un periodo nel quale l’attività podistica è pressoché ferma e oltretutto con riscontri cronometrici di prim’ordine da parte dei due vincitori, Italo Quazzola e Silvia Oggioni, atleti più volte nel giro della nazionale.
Merito non solo degli organizzatori del Gs Torball Club e del Gp Trinese, ma anche del Comune di Trino Vercellese, che ha fortemente voluto la disputa della gara per mandare un messaggio di speranza.
Pur essendo campionato regionale, la prova vercellese ha avuto tantissime presenze anche da altre regioni, addirittura dalla Romania con Stefan Julius Gavril indicato alla vigilia come il favorito ma alla fine rimasto fuori dal podio, a causa della fuga messa in piedi da Italo Quazzola (Atl.Casone Noceto), René Cuneaz (Cus Pro Patria Milano) e Omar Bouamer (GP Parco Alpi Apuane). I tre sono rimasti sempre molto vicini, ma nel finale Quazzola ha allungato per vincere in un probante 1h04’20”, con 35” su Cuneaz e 1’07” su Bouamer. A Gavril il quarto posto, staccato di 1’49”. Il titolo regionale è andato a Dario De Caro (Cus Torino), sesto in 1h07’42”.
Di rilievo ancor maggiore la prestazione tecnica di Silvia Oggioni (Atl. Pro Sesto) che a 25 anni ha fatto il suo esordio sulla distanza dopo aver vestito la maglia azzurra nel cross e sui 3000 siepi. Un esordio bagnato da un’ottima prestazione, 1h15’45” che lascia intravedere per lei un futuro nella specialità e, chissà, anche sulla maratona. Seconda la rappresentante dell’Aeronautica Sara Brogiato in 1h16’37”, terza Federica Frigerio (Cus Genova) in 1h23’35”. Prima piemontese è giunta Elisa Rullo (Cral Reale Mutua Assicurazioni) quinta in 1h25’59”.
Hanno concluso la prova in 378, un numero notevole grazie anche a una giornata fredda ma pallidamente assolata, anche questo un “unicum” visto il maltempo abbattutosi nel weekend al Nord come al Sud. Era destino che la mezza di Trino avesse successo, con l’augurio che il prossimo anno i numeri siano maggiori, soprattutto senza le restrizioni e l’ansia di questi tempi.
[Fabio Marri] Al tempestivo comunicato di Gabriele Gentili aggiungo le impressioni di podista-turista (nel senso che ho corso ad andatura turistica dopo essermi allenato per ben due ore e 10 in tutta la settimana, ma sono venuto a Trino anche con intenzioni di visitare una terra che avevo rapidamente attraversato mezzo secolo fa).
Anzitutto, l’elogio al coraggio di organizzare: nel discorsino che ha preceduto le premiazioni, il sindaco della cittadina ha accennato a minacce o quanto meno a fervorini moralistici sul tipo di “ma non vi vergognate a correre e far correre mentre la gente muore?”. Se allargassimo questo discorso ai massimi sistemi, non dovremmo più usare l’energia elettrica dopo il disastro del Vajont, né andare in autostrada dopo i caduti dal ponte Morandi. Sono morti Maradona e Rossi, ma si gioca a calcio più che mai: perché devono fermarsi i podisti, se rispettano tutte le norme prudenziali, e anche di più? Si tiri fuori una sola gara podistica della seconda metà del 2020 da cui siano usciti dei contagiati di gruppo.
Malgrado le solite reprimende dello squalificato personaggio che Dante ci invita a chiamare “il falso Sinone da Troia”, dalle gare che più di tutte ha tentato di osteggiare (Pescara e Andora) non è venuto fuori nessun focolaio: e sono onorato di aver partecipato a entrambe (come pure all'altra maratona di Ponte Buggianese), di esserne uscito sano, come sono convinto che uscirò sanissimo pure da Trino (un’altra falsità messa in giro ultimamente dal falso Sinone era che i podisti che hanno corso durante gli ultimi mesi ora non protestano più per le restrizioni perché sono tutti malati); oppure, se mi ammalerò, sarà per tanti altri contatti ‘pericolosi’ extrapodistici.
“E se licito m’è, o sommo Giove” (sempre per danteggiare) tocco brevemente un altro argomento che è servito come scusa agli organizzatori di gare, seppure autorizzate a livello nazionale: il divieto di pubblico ad assistere, divieto in base al quale non si corre per le strade, oppure si corre su circuitini chiusi con poche decine di privilegiati, e pazienza se i campioni italiani M 50 o ultra non possono difendere i loro titoli perché non stanno sotto le 2:45 in maratona. Mi ripeto: il divieto di partecipazione di pubblico è stato emanato pensando alle gare negli stadi o peggio ancora nei palasport (il sommo presidente della regione Emilia-Romagna, a cui va comunque il mio plauso per il buon senso che spesso gli riesce di esprimere, aveva autorizzato ben 1200 spettatori alle gare di pallavolo, e vagheggiava l’idea di riempire gli stadi del calcio per almeno un quarto della capienza), queste sì possibili fonti di contagio: per non parlare dei mezzi pubblici pieni all’80%, 63 ragazzotti sul bus scolastico… Ma non si propaga certo l’infezione se la gente, rispettando le dovute distanze, sta ai lati della strada a veder passare dei podisti; tanto più che in queste settimane sono quotidiane le scene di gente che va per strade e piazze per farsi i fatti propri, specialmente in compagnia.
In questi 21 km di Trino confesso di aver visto in totale… quattro spettatori, nell’abitato di Costanzana dove si faceva il giro di boa: due uomini erano davanti a casa propria, a sistemare il cortile o il giardino (senza mascherina, orrore!), e quando noi passavamo ci salutavano. Due giovani signore invece erano (con mascherina) a uno slargo in corrispondenza di una curva ad angolo retto, e facevano proprio da spettatrici plaudenti: le ho elogiate per questa violazione di un codicillo insensato o comunque mal interpretato.
Per il resto, la corsa si è snodata nella massima regolarità: consegna pettorali dopo misurazione della temperatura (stavo a 35°, dite che sia abbastanza per correre?) e sanificazione; spogliatoi in una palestra molto ampia, con sedili distanziati, servizi e acqua calda ma (secondo legge) senza docce; partenze in tre scaglioni a distanza di 5 minuti, assenza di traffico automobilistico lungo il percorso, abbastanza nervoso con saliscendi specie nei primi e ultimi 5 km, e visioni stupende nella prima parte sul gruppo del Rosa. Ristori solo con bottiglie d’acqua sigillate; al traguardo, ancora acqua e dei dolcetti caratteristici, consegnati in sacchetto individuale (mi sono poi permesso un pranzo coi fiocchi, dalla paniscia alle lumache, in un magnifico ristorante della periferia ricavato da un convento).
Classifica fatta combinando il responso dei chip con le schede dei giudici d’arrivo (tra cui l’antica e stravagante maratoneta torinese Marinella Satta); magari, se un tappeto di rilevamento fosse stato collocato alla partenza, si sarebbero pareggiate le partenze distanziate di ogni gruppo (grosso modo atleti a tre metri l’uno dall’altro, dunque 10/15 secondi di svantaggio per gli ultimi); e se fosse stato al giro di boa, avrebbe evitato qualsiasi tentazione di accorciare il percorso (honni soit qui mal y pense).
Se aggiungiamo poi le 1300 fotografie di Arturo Barbieri, direi che siamo al top (senza togliere meriti a Roberto Mandelli, che ha partecipato ai lavori adattando tre foto per questa copertina), e che questo campionato piemontese sia stato festeggiato al meglio.
E chissà che, coraggio dopo coraggio, a Trino pensino di riproporre la maratona, come si fece per qualche anno, valorizzando ancor più queste “terre d’acqua”, riscattate nel medioevo dai monaci, e ancora ossigenate dal bosco della Partecipanza, riserva naturale che nasconde la chiesa monumentale dedicata alla Madonna della Vigna, e da salvare al pari dell’ambiente attorno.
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- Fotografo/i Arturo Barbieri
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