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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Domenica, 02 Dicembre 2018 17:59

Genova City Marathon, un bel pasticcio

Ed arrivò il momento della "prima" Genova City Marathon, la seconda 42 km nell’arco di 3 settimane e nella stessa regione, dopo la Liguria Marathon del 28 novembre e prima della maratona di Sanremo, in calendario il 9 dicembre. Avevo già avuto modo in un articolo di evidenziare l’anomalia, una regione povera di maratone che improvvisamente se ne trova tre quasi insieme:

http://www.podisti.net/index.php/notizie/item/2563-maratona-di-genova-si-fara-ma-cosi.html

Comunque sia, la maratona, seppur definendosi "prima", è tornata a Genova 14 anni dopo, in una città che ha subito un terribile disastro, con una difficile viabilità, ma decide che la manifestazione si deve tenere, comunque. Sono stati in 766 a completare la gara, anche se qui pare che ci sia un primo giallo: l’ultimo si è classificato col tempo di 5h17’, una cosa strana se si pensa che il tempo limite era di 6 ore. Alcuni partecipanti, piuttosto arrabbiati, hanno scritto sui vari social che la strada è stata riaperta al traffico anzitempo, di fatto impedendo loro di concludere la gara. Più precisamente, la sopraelevata, da percorrere più volte, è stata chiusa al passaggio dei podisti dopo 3h30’, anziché 4h30’. L’altro giallo sarebbe che molti partecipanti, di fronte all’impossibilità di concludere regolarmente la gara, sono andati direttamente all’arrivo, risparmiando un tratto di 6 chilometri; viene quindi da pensare che diversi classificati oltre le 4 ore in realtà non abbiamo percorso l’intera maratona, anche se piace credere che siano molti di più quelli che hanno rifiutato di passare sotto la finish line. Sarebbe utile sapere dagli organizzatori cosa è accaduto veramente.

Venendo alla gara agonistica, vince Rity Mohamed (Delta Spedizioni) col tempo di 2:31:54; al secondo posto Lorenzo Lotto (2:32:27-Corri Forrest), terzo l’eterno Giorgio Calcaterra (2:37:57-Calcaterra Sport).

Al femminile, se i tempi sono generalmente modesti,  comunque di rilievo il primo posto e il crono di Daniela Vittoria (G.P. Solvay), una SF50 che ha vinto con l’ottimo tempo di 3:11:42, prevalendo di poco su Fabiola Giudici (Athletic Club Apicilia), che ha chiuso in 3:11:52. Terzo posto per Stefania Simonelli (3:12:17-U.S.Costigliole).

Della gara di contorno, la Fantozzi Run, non competiva di 11 km, al momento che scrivo non ci sono notizie certe sul numero di partecipanti.

Gli organizzatori hanno deciso che la gara non fosse nel calendario Fidal, invece inserita in quello AICS; dichiarata apertamente di 42 chilometri, ma era possibile anche farne 43 per ricordare il numero delle vittime di agosto (chi ha allungato il percorso si dice però deluso). Una scelta, quello di fare a meno della Fidal (sebbene con la promessa di coinvolgerla l'anno prossimo) che ha la sua logica: i costi delle gare sono elevati, si cerca di risparmiare. Tuttavia non è bello riscontrare che i prezzi per partecipare fossero da “gara Fidal”, nonostante l’evidente risparmio di chi organizzava (tassa gara, certificazione percorso, euro/partecipante).

Mentre concludo questo articolo continuano ad arrivarmi segnalazioni di partecipanti molto… arrabbiati per il trattamento ricevuto; lo spazio sottostante è aperto per le testimonianze personali.

Domenica, 25 Novembre 2018 18:58

Tilburg (Olanda) : vittoria di Yeman Crippa

Dopo un periodo in allenamento in altura ci vogliono alcune settimane per trarne benefici, addirittura appena scesi in pianura si è imballati. Per Yeman Crippa non è stato così: dopo 4 settimane in Kenya, ben oltre i duemila metri, è sceso ed ha conquistato un importante vittoria. Il contesto era il tradizionale Warandeloop, in Olanda, una delle campestri più antiche, infatti in questa occasione ha compiuto sessant’anni. Crippa ho volato i 10,3 chilometri del percorso in 29:25, battendo di poco Rinas Akhmadevev (29:25) e Napoleon Solomon (29:32).

Non benissimo gli altri italiani, Marouan Razine (al 20° posto in 30:44) e soprattutto Yassine Rachik, addirittura 32esimo a quasi due minuti.

Questa gara per Crippa e per gli atleti azzurri doveva rappresentare un test, soprattutto un’opportunità per conoscere il percorso dei prossimi europei di cross, che si correranno proprio qui. Per Crippa meglio di così non poteva andare. E che sia di buon auspicio.

Nella gara femminile, sulla distanza di 8,3 chilometri, la giovane Nadia Battocletti si piazza all’undicesimo posto col tempo di 28:23; poco distante Giovanna Epis, 13^ in 28:32. La gara è stata vinta da Fabienne Schlumpf, col tempo di 26:37.

Domenica, 25 Novembre 2018 14:32

Milano 21 oppure... In Gir a la Cava?

Il bosco del Carengione oppure Milano City Life and… Follow Your Passion? Questo l’improbabile dilemma che diversi podisti hanno avuto nella scelta su dove correre oggi, 25 novembre. Già, perché l’accostamento tra la tapasciata organizzata dal G.S. Zeloforamagno e la mezza di Milano, ma anche non competitiva quasi mezza (guai a chiamarla Half Marathon, anche se poi non succede niente) sembra improponibile.

In Gir a la Cava, e con questa sono 45 edizioni, proponeva tre distanze, 4, 12 e 20 chilometri, costo 5 euro; ma anche 2,5 senza “pacco gara” o, come si usa dire, senza riconoscimento.

Milano 21, oltre alle competitive, mezza maratona e 10 chilometri, proponeva in versione non competitiva la quasi mezza a 38 euro (niente male), una 5 ed una 10 chilometri (20 euro).

No, non è un confronto serio, lo ammetto, sono due scelte totalmente differenti. Tuttavia sono due manifestazioni che malauguratamente (per il G.S. Zeloforamagno) si sono ritrovate sulla stessa data perché Milano 21 ha deciso di prendere questa data.  Nessun problema per come si presentano oggi, appunto diverse tra loro, ma In Gir a la Cava si presenta orfana di quella 10 chilometri competitiva apprezzata ed ammirata da tanti; la concomitanza già nel 2018 ha portato il G.S. Zeloforamagno a farsi signorilmente da parte, spostandosi in serale a giugno e registrando un pesante flop. Inevitabile farsi da parte? Non lo so. Giusto che le cose siano andate in questo modo? Non credo.

Chiudo sul discorso concomitanze con un dato: secondo la Fidal non dovrebbero esistere due mezze competitive nello stesso comune nello stesso anno, anche se poi in un passaggio precisa…a meno che il comune non sia d’accordo…. A Milano c’è la Stramilano e adesso la Milano 21 ma, del resto, a Roma ce ne sono addirittura tre, di cui una organizzata dalla stessa federazione. Quindi bene hanno fatto gli organizzatori della Milano 21 ad inserire una manifestazione che ha portato ….6000 persone a partecipare, un dato che non si può ignorare. Al pari di una Deejaten che, in versione solamente non competitiva, nel 2018 è arrivata a far correre, camminare, deambulare, comunque muoversi oltre…30.000 persone. Bene così, viene da pensare che ha fatto di più Linus con le sue Deejaten che non tutte le istituzioni messe insieme preposte a far alzare il sedere delle persone. E muoversi, in qualunque modo.

Tornando a In Gir a la Cava, erano in 862 ad aver risolto il dilemma presentandosi al via di fronte al Campo Sportivo Borsellino di Zeloforamagno, quartiere di Peschiera Borromeo. Interessante notare che la gran parte di loro ha scelto la partenza unica, una cosa piuttosto rara. No, nessuna classifica, nessun montepremi, tranquilla Fidal, nemmeno la tanto in voga competitiva non cronometrata. Non ho notato nulla, ma forse la prima donna ha ricevuto un mazzo di fiori…speriamo sia accettabile.

Per il resto si è corso tra campi, sentieri, bosco del Carengione e parco della Besozza, in una giornata tipicamente autunnale, ma non piovosa. Bene i servizi, come da tradizione, parcheggio facile, deposito borse, docce e ristoro finale decisamente adeguata. Bello rivedere un atleta che andava forte e che sono certo tornerà ad andare forte: ha fatto un medio sui 12 chilometri. Bentornato Tommaso Vaccina.

per chi volesse saperne di più, a cura di Walter Ferrari

Cenni sul bosco del Carengione

Il Marocco domina la 6^ edizione della Oman Desert Marathon, un’impegnativa gara corsa dal 18 al 23 novembre, sulla distanza di 165 chilometri; 6 tappe di 21, 25, 29, 28, 42 e 20 chilometri, in questa sequenza. La tappa della maratona, corsa in notturna, prevedeva complessivamente 1500 metri di dislivello.

El Murabity, 4 volte vincitore della Maratahon des Sables, ha chiuso col tempo 14h23’42, seguito a poco più di tre minuti dal fratello più giovane, Mohammed (14h26:54). Terzo gradino del podio per il forte atleta locale, Sami Al Saidi (14h28:49).

Prova femminile dominata da un’altra atleta del Marocco, Aziza Alraji; 23h33:31 il suo tempo finale. La francese Kathleen Leguin è seconda ad oltre tre ore (26h35:28), terza la britannica Karen Day (28h55:48).

Primi italiani al traguardo Filippo Rossi, col tempo di 21h31:53 (12° assoluto) e Daniela Carpani, 33h07:04 (8^ assoluta). In totale sono 16 i partecipanti dall’Italia che hanno completato la gara.

La Oman Desert Marathon è una gara che richiede notevole impegno e adeguata preparazione fisica; si svolge interamente nei deserti dell’Oman, da correre in quasi totale autosufficienza, solo l’acqua viene fornita ai checkpoints lungo il percorso. 107 i partenti, 90 quelli che hanno regolarmente terminato tutte e sei le tappe.

Prossima edizione: 22 – 30 novembre 2019

http://www.marathonoman.com/

In data 17 novembre avevamo pubblicato un articolo relativamente ad una serie di sentenze della giustizia federale (leggi qui); tra queste quella relativa alla Napoli City Half Marathon. Questo lo specifico passaggio “ …alla Napoli City Half Marathon, 373 erano gli atleti sprovvisti di tesseramento Fidal (o Runcard), invece regolarmente inseriti in classifica…”. 

Riceviamo oggi una comunicazione dall’Ufficio Gara di questa manifestazione, di cui prendiamo volentieri atto e diamo notizia, dove si informa che la Corte di appello federale, in data 19 novembre, ha annullato la sanzione, in quanto l’infrazione non è stata commessa.

Sotto trovate il testo che ci è stato trasmesso. 

Quindi, successivamente al ricorso e rivalutati i fatti, la giustizia federale ha preso atto che gli irregolari passano da 373 a 22. Beh, viene da dire che di certo non si sono sbagliati di poco. Inoltre, in realtà 10 di questi sono atleti appartenenti a federazioni straniere, quindi titolati a partecipare, secondo le normative italiane. Poi, sempre leggendo la nuova sentenza, ci si perde un po’ coi numeri: se da una parte riferisce di 22 irregolari, da un’altra indica in 25 gli atleti con posizioni anomale che, sempre secondo il loro calcolo, si riducono a 12, sempre vanno dedotte le partecipazioni straniere. Ma 25 meno 10 fa 15, non 12…. Forse ci sfugge qualcosa. 

Comunque la sostanza, che poi è quella che conta, è che la sanzione è stata annullata, anche perché un numero così esiguo di atleti anomali (12 o 15 che siano), sul totale di oltre 5.000, non costituisce dolo o colpa, al limite una semplice svista.

SCARICA LA SENTENZA QUI

 

C’è un ragazzo che amava ed ama l’atletica e che ad un certo punto della sua vita l’ha coniugata con la sua professione. Matteo Vecchia è stato un buon atleta e anche oggi si difende niente male, ma il suo vero obiettivo, che probabilmente ha scoperto strada facendo, era quello di volerla vivere sia da atleta che da professionista del settore. Parliamone insieme.

Ciao Matteo, cominciamo da quella che può essere la curiosità, quantomeno per chi non ti conosce, perché Don Kenya?

Un nome affibbiato dai miei compagni di allenamento, quando avevo 18 anni; chissà, forse per il mio fisico e il mio modo di correre, per la mia ammirazione nei confronti degli atleti keniani, a cui spesso mi riferivo e di cui tante volte parlavo.

Ecco quindi svelato l’origine del nome del tuo negozio.

Già, automatico, direi quasi inevitabile.

Un passo indietro, da dove inizia la storia in atletica? Quali specialità preferivi?

Come spesso accade, si inizia per gioco: papà Maurizio mi porta a correre la Stramilanina e, molto semplicemente, scopro che mi piace correre e non mi riesce neanche male. Papà è stato il mio primo avversario, che ho lasciato vigliaccamente indietro. Oppure mi avrà lasciato vincere? Chissà. Da qui in avanti tanta atletica in pista, preferendo i 3000 e i 5000, sono arrivato rispettivamente a 9:09 e 15:56.

Torniamo al negozio, aperto quand’eri giovanissimo, anche se ora hai solo 28 anni. Come sono andate le cose?

Si, in effetti avevo solo vent’anni, ma è stato un passaggio quasi inevitabile, un modo per vivere appieno la mia passione. Mi trovo a mio agio e mi pare proprio che la gente si trovi bene con me. Da atleta credo di conoscere bene le esigenze di chi è forte, o vuole diventarlo, ma pongo particolare attenzione anche a chi corre per stare bene ed ha bisogno di un diverso supporto. Poi la corsa prende, eccome se prende…! e il runner in qualche modo cresce con me, io divento testimone e partecipe del suo percorso, qualunque esso sia.

Certo che hai scelto una piazza difficile: Milano possiede già diversi negozi specializzati e diverse catene di distribuzione, anche ben focalizzate nel running. Come hai fatto a trovare spazio?

Sono partito con una buona base, conoscevo tante persone, diversi atleti che seguivo nelle gare; il passaparola è scattato facilmente; poi credo di aver scelto una zona “furba”, dove mancava il riferimento di un negozio specializzato nel running. E poi…tanto lavoro, tanta applicazione.

Momenti più belli, momenti più brutti...

Il furto subito 5 anni fa, un ricordo bruttissimo: arrivare all’apertura del negozio e trovarlo completamente svuotato, un’immagine che mi porto ancora dietro. Volevo mollare tutto, ma poi è prevalsa la voglia di ripartire, anche grazie alle manifestazioni di affetto di tanta gente. Il momento più bello, invece, lo scorso 10 novembre, giorno che coincideva con l’ottavo compleanno di questa avventura: incredibile! Saranno venute 500 persone a trovarmi, una giornata bellissima.

Ed ora avanti con un salto di qualità, una scelta importante. Le principali ragioni?

Si, la vendita online, una scelta meditata a lungo ed ora il progetto, pienamente condiviso con i miei due soci, è diventato realtà. Risponde a varie esigenze, tra queste adeguarsi al nostro settore e soddisfare chi è più lontano e non deve essere costretto a venire ogni volta in negozio.

Solo vendita online? Quali marchi?

No, questo è solo un punto di partenza, gli obiettivi sono ben più ambiziosi. Intanto abbiamo predisposto un configuratore (un po’ come avviene nel settore automobilistico) per individuare la scarpa giusta in funzione dei classici parametri di scelta (peso, marchio preferito, etc.); abbiamo lavorato molto su questa idea ed i tanti test effettuati dimostrano la validità del sistema. Inizialmente Brooks e Nike sono i marchi più presenti, ma ovviamente puntiamo ad offrire tutta la gamma di prodotti disponibili.

Altre particolarità? Progetti futuri?

L’Elite Team che già esiste, un gruppo di atleti (ed amici) di buon livello. Così come il Friends Team, sono atleti di alto livello che metteranno a disposizione le esperienze e conoscenze nell’atletica elite, tra questi Mattia Moretti, Yemaneberhan Crippa, Giordano Benedetti. I progetti futuri sono tanti, vogliamo fortemente che sia un sito di servizio a chi corre, qualunque sia il livello e l’obiettivo. Invece, come progetto vicino, anzi, vicinissimo, invito tutti ad approfittare dei nostri Black Days, da oggi, 20 novembre a domenica 25 novembre.

https://www.donkenyarun.com/

18 novembre - Il campionato italiano sui 50 chilometri torna a Salsomaggiore e festeggia la vittoria di Pasquale Rutigliano (Olimpiaeur Camp), primo assoluto col tempo di 3:14:23; secondo è l’attuale campione sulla doppia distanza, Matteo Lucchese (Avis Castel S.Pietro), che chiude non troppo lontano col tempo di 3:16: 14. Completa il podio Marco Menegardi (Bergamo Stars Atletica), tempo di 3:27:01.

Prima e campionessa tra le donne Federica Moroni (Golden Club Rimini), tempo di 3:38:57 (ottava assoluta). Seconda piazza per Eleonora Chiara Turrini (Atl. Montanari & Gruzza-3:59:04) e terza Monica Testa (Atl.Casone Noceto-4:12:18).

Complessivamente sono stati 278 i classificati sulla 50 chilometri, 133 sulla distanza più breve di 23 km.

Ecco l’elenco completo dei campioni italiani master sulla distanza di 50 chilometri, anno 2018


Uomini
SM35: Matteo Lucchese (Atl. Avis Castel San Pietro) 3:16:14
SM40: Pasquale Rutigliano (Olimpiaeur Camp) 3:14:23
SM45: Davide Ansaldo (Gruppo Città di Genova) 3:34:07
SM50: Giampaolo Vanoncini (Fò di Pe) 3:58:51
SM55: Paolo Maino (Gardasportevents) 3:49:59
SM60: Massimo Cugnasco (Cambiaso Risso Running Team Genova) 4:19:07
SM65: Carluccio Bordoni (2002 Marathon Club) 4:18:25
SM70: Giovanni Grassini (Runner Varese) 5:05:53
SM75: Adriano Leidi (Atl. Eni) 5h08:06

Donne
SF35: Monica Testa (Atl.Casone Noceto) 4:12:18
SF40: Sonia Ceretto (Maratoneti del Tigullio) 4:16:58
SF45: Federica Moroni (Golden Club Rimini) 3:38:57
SF50: Maria Luisa Meniconi (Atl.Winner Foligno) 4:28:35
SF55: Annamaria Masetti (Atl. Banca di Pesaro Centrostorico) 4:47:44
SF60: Maria Rita Zanaboni (Amici dello Sport Briosco) 6:35:14

 

 

Domenica, 18 Novembre 2018 19:11

Miglior prestazione mondiale sui 15 chilometri

E’ Joshua Cheptegei, con il grande tempo di 41:05 (media 2'44/km) a realizzare a Nijmegen, Olanda, l’impresa di migliorare il precedente record sulla distanza, che durava ormai dal 2010 (Patrick Komon, 41:10). Cheptegei, ugandese, 22enne, ha già dei tempi considerevoli sui 5000 metri, 13:24, e 10.000 metri, 26:49. Gara decisa dopo pochi chilometri, con l’ugandese che saluta la compagnia, sia pure di ottimo livello. Secondo con notevole distacco (42:34) è l’eritreo Abrar Osman (pb 13:04 sui 5000 metri); terzo il campione del mondo sui 5000 metri, Muktar Edris (Etiopia, 42:55).

L’italiano Yassine Rachik, bronzo alla maratona europea di Berlino, chiude al 12° posto, col tempo di 45:06.

Ugandese anche la vincitrice, Stella Chesang (47:19), davanti a Evaline Chirchir (Kenya-47:35) e Susan Krumins (Olanda-47:41), che nell’occasione polverizza il suo precedente personale sulla distanza (49:30)

Da notare che dal 2018 per questa distanza non viene più riconosciuto il record del mondo, perciò si parla di "miglior prestazione".

Capita frequentemente di venire a conoscenza di irregolarità, magari anche di viverle in prima persona. Dai tagliatori ai podisti con pettorale fotocopiato o dell’anno precedente, fino a gare palesemente irregolari per i più svariati motivi.

Spesso viene da chiedersi se poi succede qualcosa, oppure se i furbi, siano essi podisti oppure organizzatori, riescano sempre a farla franca. Beh, qualche volta la giustizia arriva.

Siamo andati a leggere le ultime sentenze ed appurare che talvolta qualcosa davvero succede, magari non sempre e con tempi che appaiono biblici. Ecco un elenco di soggetti di vario genere che sono stati sanzionati, con diverse modalità; abbiamo preso un paio di casi per tipo di “reato”, a titolo esemplificativo. Non ce ne vogliamo quelli che sono stati menzionati, e…nemmeno quelli che non lo sono, sia pure appartenendo alla medesima categoria.

La gara “XI Lago Maggiore Half Marathon” del 15 aprile 2018, sanzionato il responsabile con 20 giorni di inibizione e 366 euro di multa alla ASD perché, contrariamente a quanto previsto dal regolamento che vieta la contemporaneità di gare competitive e non competitive sulla medesima distanza, ha accolto entrambe le tipologie di podisti partecipanti, quindi sia i tesserati, sia quelli che magari una visita medica non sanno neanche cosa sia. In merito a questa tipologia di irregolarità verrebbe subito da fare l’obiezione che trattasi di cosa piuttosto comune. E poi ancora: è facile soddisfare (aggirare?) la regola, basta un tappeto di rilevamento al km 21 per i non competitivi, non chiamarla maratonina ed…è fatta, vedi Milano 21. Ma non è l’unica.

Tra l’altro, la stessa ASD del Lago Maggiore, ha recentemente organizzato una manifestazione dove tutte, ma proprie tutte, le distanze erano “doppiate “, perfino una maratona non competitiva.

Ecco la sentenza.

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen47TF_Ottone%2B1_procn32PF.pdf

Ecomarathon Eco Trail, Muggia (anno 2017), viene punito il responsabile con 45 giorni di inibizione e la ASD con 1.000 euro di multa per aver consentito la partecipazione di atleti non tesserati; circostanza aggravante il fatto che tali atleti siano stati anche premiati, di fatto togliendo il premio ad atleti regolarmente tesserati.

http://www.fidal.it/upload/Decisionen43_TF_FERLORA%2B1_Procn34_PFn45TF.pdf

Qui sotto la problematica è la medesima di cui sopra, con numeri decisamente consistenti.

Alla XVIII Agropoli Half Marathon (anno 2017), sono stati ben 205 atleti su un totale di 609, a non risultare in regola col tesseramento. Idem alla Napoli City Half Marathon, 373 erano gli atleti sprovvisti di tesseramento Fidal (o Runcard), invece regolarmente inseriti in classifica.

Attenzione, la sanzione relativa a Napoli City Half Marathon è stata revocata:

http://www.podisti.net/index.php/in-evidenza/item/2881-sentenza-napoli-city-half-marathon-la-giustizia-federale-cambia-decisione.html

Questi sono due casi per rendere l’idea, ma in realtà è lungo l’elenco delle manifestazioni che hanno consentito la partecipazione irregolare di diversi atleti. Ovviamente, in questo e in tutti gli altri casi citati, ci si riferisce sempre al regolamento Fidal. Del resto pare ovvio che, se la gara è Fidal, si deve (dovrebbe) corrispondere ai regolamenti della federazione.

http://www.fidal.it/upload/40%20decisione02663820181002082843.pdf

http://www.fidal.it/upload/30%20decisione%20capalbo02315120180926081350.pdf

Insulti a giudici, una “malpractice” più diffusa di quanto non si creda, certo non siamo a livello di quanto accade nel calcio, però in questi casi non si è certo scherzato: aggressioni verbali e anche fisiche a vari componenti della giuria in occasione di una gara di marcia (C.D.S.)

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen46TF_Marroccella%2B2_ASDEnterprise%2B2_proc.n31PF.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen29_2018TF_Cerutti%2B1.pdf

Naturalmente non poteva mancare Facebook, piattaforma che spesso scatena gli istinti peggiori, a prescindere dai torti che si subiscono e dalle ragioni che si posseggono.

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen20_2018TFDellAquila%2B1.pdf

http://www.fidal.it/upload/41%20decisione02663720181002082813.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen21_2018TF_procn06_2018PF.pdf

Scambi di pettorale e tagliatori, una pratica sempre (troppo) diffusa

http://www.fidal.it/upload/files/Decisionen30TF_2018Procn20_2018PF_SALVALAIOeCHINELLATO%2B2.pdf

http://www.fidal.it/upload/files/decisionen2_2018TFMarchiori%2B1.pdf

http://www.fidal.it/upload/decisionen18_2018TF%20De%20Pasquale%20Vocale.pdf

Questo è uno spaccato, sia pure molto ridotto, del nostro mondo. E’ comunque confortante sapere che le regole non rispettate ogni tanto trovano riscontro da parte della giustizia federale; certo che a ben guardare, mediamente, si tratta di rischiare qualche centinaio di euro e qualche settimana di inibizione. Insomma, può valere la pena sgarrare.

Tutto bene, forse, però…..

Uscendo per un momento dall’ambito “punitivo”, piacerebbe anche sapere cosa pensa la federazione di molte gare che l’hanno salutata (spesso anche con buone ragioni), ma continuano ad organizzare gare agonistiche a tutti gli effetti, sotto l’egida degli EPS, enti di promozione sportiva che, per statuto, dovrebbero soprattutto promuovere lo sport.  E oltretutto si tratta di enti che ricevono sostanziosi contributi dal Coni. Alla fine sono soldi che non entrano nelle casse federali, non so fino a che punto compensati dall’imbarcata di RunCard, spesso low cost per indurre all'iscrizione gli ex liberi o i tanti social runners, sempre più numerosi.

D’altra parte molti organizzatori, in particolare di gare medio-piccole, sono stati costretti a fare la scelta degli EPS; ad esempio, c’erano una volta le mezze maratone regionali, che raccoglievano 4-5-600 partecipanti ed avevano una tassa gara di 400 euro. Ora la stessa manifestazione si chiama bronze, è obbligatoriamente di tipologia nazionale e costa 1200 euro. Fate un po’ voi i conti.

Il risultato delle scelte della Fidal è che ad oggi il 70% delle mezze maratone sinora corse nel 2018 ha perso partecipanti; alcune hanno alzato bandiera bianca, altre (direi più saggiamente) hanno cambiato tipologia e distanza. Altre ancora stringono i denti, provando ad andare avanti, ma è difficile, molto difficile. Che ci fosse la necessità di mettere ordine nel calendario gare non vi è alcun dubbio, sulle modalità ci sarebbe da discutere; certamente ci vorrebbe anche maggiore attenzione da parte dei comitati regionali, che approvano sistematicamente ogni richiesta di inserimento di gare, anche nuove, in un contesto già super affollato

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