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Maurizio Lorenzini

Maurizio Lorenzini

appassionato di atletica, istruttore Fidal e runner

Un piccolo passo in avanti, per molti inutile, insignificante, non risolverà nulla. Forse è così, ma se ci guardiamo indietro di due mesi, col nulla assoluto, qualche gara si potrebbe fare se gli enti locali lo consentiranno e soprattutto se c’è ancora un briciolo di entusiasmo. Non è superfluo ricordare che qui si parla di gare Fidal.

Ma vediamo qualche passaggio, nel dettaglio.

Partenze con crono individuale: nulla cambia rispetto a prima e, aggiungo io, nulla risolve, tranne che non si parli di gare a bassissima partecipazione, che peraltro devono pagare elevate tasse gare.

Partenze scaglionate, massimo 50 atleti, batterie ogni tre minuti. Obbligo di indossare la mascherina sino al via. Anche questo era già previsto col precedente protocollo. Gare ad elevata partecipazione durerebbero troppo, se concepite in città o comunque su percorsi interessati al traffico sarebbe un problema.

La novità è invece rappresentata dall’opportunità di fare batterie fino a 200 atleti, con partenze stavolta ogni cinque minuti. La differenza rispetto a prima (oltre alla concessione sino ai 200 partenti) è che si dovrebbe mantenere la mascherina per i primi 500 metri. Si può intuire la “ratio”, ma è impensabile esercitare un controllo. Giudici che tra 200 persone ancora ammassate dovrebbero identificare, e squalificare, chi ha abbassato o si è tolta la mascherina? Dai, non scherziamo. Un altro passaggio si presta a critiche: il protocollo dice “200 atleti distanziati”, come? Di quanto?

Ovviamente Fidal precisa che tali partenze a batterie sono consentite solo nelle regioni che permettono i cosiddetti sport di contatto.

Insomma, cosa cambia per gli organizzatori? Tutto sommato poco, credo nulla per i grandi eventi. Le gare a bassa partecipazione (direi sino a 7-800 partecipanti) sarebbero fattibili, a condizione di starci dentro nei costi e che possono contare sulla buona volontà e disponibilità degli enti locali ( anche di accettare l’occupazione del suolo per tempi della manifestazione inevitabilmente più lunghi). Di certo sono impossibili le gare su più giri, dando ovviamente per scontato che i migliori partirebbero davanti, diventa inevitabile il ricongiungimento e il sorpasso.

Certo tutto questo fa un po’ sorridere vedendo ciò che accade in giro.

Una possibilità da valutare potrebbe essere quella di ridurre la distanza della gara, ad esempio una mezza maratona che diventa una 10 k, ciò darebbe almeno tre vantaggi: 1)riuscire a portare comunque avanti la manifestazione, ovviamente se questa è la volontà 2)impegnare strada e persone per un tempo inferiore 3)minori costi in termini di tassa gara.

Aggiungo un particolare, secondo me interessante: c’è voglia di gareggiare per tanti, necessità per molti, ad esempio i mezzofondisti. Infine, una 10 chilometri è una distanza alla portata di tanti, se non tutti.

 
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Lunedì, 20 Luglio 2020 00:04

Idroscalo (Milano) - 5 Krono

Tra le tante virtual e modalità varie di gareggiare…senza gareggiare, questa è quella che a mio avviso più soddisfa la voglia di competizione dei runner in crisi di astinenza da pettorale.

La ragione è molto semplice: si corre tutti sullo stesso percorso, niente alchimie tipo partenze da cavalcavia o tratti che tendono più a scendere che a salire, metri che spesso mancano, ma che i GPS quasi sempre ti regalano. Inoltre, corrono tutti quasi nello stesso momento, quindi nelle medesime condizioni atmosferiche.

Questo è ciò che è successo oggi all’Idroscalo di Milano, anche se in realtà compreso tra i comuni di Peschiera Borromeo e Segrate. Un parco gestito dalla città metropolitana ma appetito da molti privati che intenderebbero trasformarlo per ovvie ragioni di business. Ideale sito per molti scopi, incluso quello di fare sport in condizioni di sicurezza; se rimaniamo nel nostro ambito, il running, molti ricorderanno il Giro da Paura, purtroppo scomparso dai calendari, 6 chilometri intorno ad un bacino artificiale di discrete dimensioni (1,6 chilometri quadrati).

Da un’idea di Corro Ergo Sum e Almostthere è nata questa 5 k cronometrata, nel pieno rispetto delle ormai famose norme anti-covid. Partenze individuali a distanza di un minuto (dalle ore 08.00) in base ad un preciso ordine stabilito in precedenza (niente iscrizioni sul posto), quindi nessun assembramento, con la ripetuta raccomandazione di presentarsi al via solo nell’orario precedentemente assegnato. Partenza ed arrivo rigorosamente distanziati (circa 1000 metri). Niente pacco gara, ristori, docce, deposito borse.  Nessuna classifica, ma il riconoscimento “ufficiale” della propria prestazione in base ad un cartellino consegnato alla partenza e la registrazione del tempo all’arrivo. Partecipazione gratuita.

Assomiglia ad una prova che da lungo tempo ogni fine anno facciamo come gruppo sportivo (G.S. Zeloforamagno), in questo nostro caso si fa il giro completo.   

Una competizione prima di tutto con sé stessi, ovviamente, ma la formula era comunque stimolante, perché si trattava magari di raggiungere e superare chi era partito prima, oppure di non farsi prendere da chi era partito dopo. Nella selezione del tratto di 5 chilometri, utile la scelta di tagliare fuori i due ponticelli ed il tratto in sterrato di circa un chilometro, quantomeno a vantaggio di chi cercava di realizzare il miglior tempo possibile.

Dato l’orario di gente non ce ne era molta, pertanto si è potuto correre in condizioni ottimali, col percorso sostanzialmente sgombro da passeggiatori e camminatori.

In totale i finisher sono stati 46; la donna più veloce, Chiara Moras (21:02), l’uomo più veloce, Giannantonio Di Domenico (16:13).

Per me una buona esperienza, di questi tempi. Un’edizione zero che vorrebbe diventare una “prima” vera nel 2021, secondo gli organizzatori Corro Ergo Sum e Almostthere. Al pari di un’altra loro iniziativa, Run with the Sun, una 10 k corsa quest'anno (21 giugno) in modo indipendente e su tracciati a scelta ma rigorosamente entro le 21:16. Orario del tramonto nel giorno del solstizio d’estate.

Domenica, 19 Luglio 2020 23:59

Idroscalo (Milano) - 5 Krono

Tra le tante virtual e modalità varie di gareggiare…senza gareggiare, questa è quella che a mio avviso più soddisfa la voglia di competizione dei runner in crisi di astinenza da pettorale.

La ragione è molto semplice: si corre tutti sullo stesso percorso, niente alchimie tipo partenze da cavalcavia o tratti che tendono più a scendere che a salire, metri che spesso mancano, ma che i GPS quasi sempre ti regalano. Inoltre, corrono tutti quasi nello stesso momento, quindi nelle medesime condizioni atmosferiche.

Questo è ciò che è successo oggi all’Idroscalo di Milano, anche se in realtà compreso tra i comuni di Peschiera Borromeo e Segrate. Un parco gestito dalla città metropolitana ma appetito da molti privati che intenderebbero trasformarlo per ovvie ragioni di business. Ideale sito per molti scopi, incluso quello di fare sport in condizioni di sicurezza; se rimaniamo nel nostro ambito, il running, molti ricorderanno il Giro da Paura, purtroppo scomparso dai calendari, 6 chilometri intorno ad un bacino artificiale di discrete dimensioni (1,6 chilometri quadrati).

Da un’idea di Corro Ergo Sum e Almostthere è nata questa 5 k cronometrata, nel pieno rispetto delle ormai famose norme anti-covid. Partenze individuali a distanza di un minuto (dalle ore 08.00) in base ad un preciso ordine stabilito in precedenza (niente iscrizioni sul posto), quindi nessun assembramento, con la ripetuta raccomandazione di presentarsi al via solo nell’orario precedentemente assegnato. Partenza ed arrivo rigorosamente distanziati (circa 1000 metri). Niente pacco gara, ristori, docce, deposito borse.  Nessuna classifica, ma il riconoscimento “ufficiale” della propria prestazione in base ad un cartellino consegnato alla partenza e la registrazione del tempo all’arrivo. Partecipazione gratuita.

Assomiglia ad una prova che da lungo tempo ogni fine anno facciamo come gruppo sportivo (G.S. Zeloforamagno), in questo nostro caso si fa il giro completo.   

Una competizione prima di tutto con sé stessi, ovviamente, ma la formula era comunque stimolante, perché si trattava magari di raggiungere e superare chi era partito prima, oppure di non farsi prendere da chi era partito prima. Nella selezione del tratto di 5 chilometri, utile la scelta di tagliare fuori i due ponticelli ed il tratto in sterrato di corca un chilometro, quantomeno a vantaggio di chi cercava di realizzare il miglior tempo possibile.

Dato l’orario di gente non ce ne era molta, pertanto si è potuto correre in condizioni ottimali, col percorso sostanzialmente sgombro da passeggiatori e camminatori.

In totale i finisher sono stati 46; la donna più veloce, Chiara Moras (21:02), l’uomo più veloce, Giannantonio Di Domenico (16:13).

Per me una buona esperienza, di questi tempi. Un’edizione zero che vorrebbe diventare una “prima” vera nel 2021, secondo gli organizzatori Corro Ergo Sum e Almostthere. Al pari di un’altra loro iniziativa organizzata lo scorso 21 giugno, Run with Sun, una 10 k corsa però in modo indipendente e su tracciati a scelta ma rigorosamente entro le 21:16. Orario del tramonto nel giorno del solstizio d’estate.

Questo il pronunciamento del Ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, che con una lettera inviata al Coni LEGGI QUI spiega le ragioni per le quali le elezioni non si possono rimandare. 

Ecco il passaggio specifico:

“….la delibera votata il 2 luglio, che prevedeva una finestra da settembre 2020 a fine 2021 per le elezioni a seguito del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, risulta in contrasto con la normativa vigente «che non contempla l'ipotesi di proroga della durata del mandato degli organi» di Coni e federazioni «oltre il formale termine di legge».

Giova ricordare che le elezioni coincidono con l’anno olimpico, quindi ogni 4 anni. Lo spostamento delle Olimpiadi di Tokio al 2021 aveva fatto ipotizzare uno scivolamento in avanti delle elezioni, perlomeno questo è ciò che chiedeva il presidente del Coni, Giovanni Malagò, questo è certamente quanto auspicava l’attuale consiglio della Federazione Italiana di Atletica Leggera, in testa il Presidente Alfio Giomi. Le motivazioni tecniche addotte a sostenere la tesi del rinvio (continuità del lavoro svolto, mancanza di tempi per organizzare un nuovo staff, etc) francamente parevano piuttosto deboli, invece sembrava una buona idea per restare a bordo un altro anno. (nota personale: anche a dispetto dei risultati poco confortanti sinora ottenuti). 

Quindi elezioni da tenersi con le usuali modalità e tempistiche, queste ultime potrebbero risultare allungate per problemi congiunturali, ma di certo da farsi ben prima delle Olimpiadi di Tokio. Ricordo che elezioni Fidal erano calendarizzate nel mese di novembre, e per ovvi motivi (Olimpiadi di Tokio) sarebbe il caso di non andare troppo oltre.

Finisce tutto qui? Mah, vediamo i prossimi passi del Coni, il Presidente Malagò tante volte ha mostrato capacità non indifferenti di giocare le sue partite.

A me personalmente pare una scelta logica quella di votare nei tempi canonici, certamente perché questo dice la legge, ma altrettanto perché se si prova ad immaginare un ennesimo rinvio, causa pandemia, delle Olimpiadi di Tokio, che accadrebbe? Si andrebbe avanti ad oltranza con gli attuali vertici?  

 

 
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Continuano purtroppo ad aggiornarsi i bollettini delle cancellazioni, una lista sempre più lunga, eppure non sono poche le manifestazioni che risultano ancora a calendario, con le iscrizioni aperte o con promessa di prossima apertura. Maratona di Padova, Salomon City Trail, Marcialonga Running, giusto per citare alcune tra le più note. Tra chi abbandona e chi ci prova c’è un misto di paura e coraggio, incoscienza e potenziale sottovalutazione delle difficoltà, voglia di accontentare chi corre. Per chi ha una maledetta smania di rimettere il pettorale è facile apprezzare chi ci prova, ma per tanti organizzatori la passione non basta, le difficoltà sono tante, alcune appaiono insormontabili. A mio avviso è impossibile giudicare gli uni e gli altri, di certo prima o poi si dovrà ripartire, ma le limitazioni attuali rendono il compito degli organizzatori particolarmente complicato: autorizzazione del comune, della questura, disponibilità degli sponsor, i rischi connessi….. Sono davvero tante le variabili.

Stramilano (ipoteticamente rinviata al 20 settembre), abbandona, del resto se arrampicandosi sui vetri una gara a medio-bassa partecipazione è in qualche modo fattibile, diventa irrealizzabile con 50.000 persone. Il comitato organizzatore ha già reso noto che le iscrizioni saranno automaticamente trasferite all’edizione 2021, che si terrà il 28 marzo. Stanno anche ipotizzando di tenerle valide per un biennio, per offrire un’alternativa. La sostanza è che per l’edizione del Cinquantenario si dovrà attendere il 2022.

Annullata anche la 6^ edizione della Laus Half Marathon, prevista per il 27 ottobre, la nuova data è il 31 ottobre 2021. Nessun problema relativamente alle iscrizioni, che di fatto non erano ancora aperte. Una manifestazione che nel 2019 aveva avuto 1350 partecipanti, che uniti alla non competitiva portava il totale ad oltre 2.000 presenze, un numero elevato e difficile da gestire in quel contesto cittadino. Ma, unitamente alle note difficoltà, forse nella decisione degli organizzatori ha pesato ancor più il “significato” da loro associato a questo evento, l’idea di una festa che coinvolga la popolazione, le istituzioni, oltre alla partecipazione di tanti gruppi podistici locali; certamente sarebbe mancato molto di tutto di questo, da qui la decisione di annullare.

 
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Domenica, 12 Luglio 2020 16:36

Nembro (BG) - Atletica vera, finalmente

Si è tornati a correre in Lombardia, ma anche saltare e lanciare, per davvero, dopo lo sblocco del 10 luglio. Peccato che il pubblico non fosse ammesso, ma gli atleti in pista hanno potuto gareggiare in condizioni normali.

Il fatto che ciò sia accaduto proprio qui è bello ed emblematico, a Nembro, una località che ha pagato un elevato tributo al virus, con 200 vittime su una popolazione di 12.000 abitanti.

Queste le parole di Alberto Bergamelli, presidente dell’Atletica Saletti, la società che ha organizzato questo meeting “Qui a Nembro il Covid-19 ha avuto l’impatto di un terremoto. Ora si riprendono le competizioni all’insegna della sobrietà e della discrezione, non ci saranno celebrazioni e la presenza delle autorità politiche sarà del tutto informale: la Messa del 23 giugno ha già ricordato, proprio qui al campo, la tragedia che abbiamo vissuto. La voglia di tornare all’atletica che conoscevamo è grande, al pari della consapevolezza di ciò che abbiamo vissuto”.

Una violenta grandinata si è abbattuta sul campo di atletica fino a un’ora prima delle gare, ma poi è apparso il sole e si è svolto tutto regolarmente, anche col rispetto degli orari.

Dopo il saluto del presidente della Fidal Lombardia, Gianni Mauri, si è dato via alle gare. Questo sito si occupa di corsa, pertanto il report si basa soprattutto sugli 800 metri, finalmente fatti in corsia e senza decalage. Ricordiamo tuttavia che per le distanze maggiori resta un vincolo, relativo al numero di atleti ammessi: 1500 mt massimo 6-8 atleti, 2000, 3.000, 5.000 e 10.000 mt massimo 8 atleti per batteria.

Tra le donne (4 batterie) il miglior tempo è di Serena Troiani (Cus Pro Patria-2:07:18), seguita da Sophia Favalli (Free Zone 2:10:41) e Micol Majori (Pro Sesto Atl-2:11:44).

Al maschile (4 batterie) primo e secondo posto occupati da atleti della Pro Sesto, rispettivamente Leonardo Cuzzolin (1:52:84) e Matteo Roda (1:53:50), terzo posto per Luca Beggiato (GAV Vertova-1:54:99).

In totale, comprese tutte le specialità, sono stati quasi 300 gli atleti che hanno risposto al richiamo dell’atletica, dopo il lungo lock down. Che sia avvenuto proprio a Nembro non è un caso, sia per le ragioni sopra descritte, sia perché questa pista di atletica, peraltro dotata di attrezzature di prim'ordine, è sempre più importante e capace di proporre meeting di alto livello. Ciò è frutto della passione e della competenza dell’Atletica Saletti; ho avuto il piacere di presenziare a questa riunione ed apprezzare tutto questo.

Un’altra gara che in questo infausto 2020 non si farà, in mezzo alle tante. Alza bandiera bianca la Trento Half Marathon in programma il 4 ottobre. Conoscendo bene la realtà di questa manifestazione sono convinto che ce l’abbiamo messa tutta, ma di fronte ad una precisa disposizione delle autorità locali c’è ben poco da fare. E anche da sperare in uno sblocco della situazione che pare sempre più imminente, tuttavia una manifestazione di queste dimensioni e con il coinvolgimento di tutte le categorie, oltre ai master, non poteva più aspettare per decidere. Resta una fiammella sulla possibilità di poter fare il Gir al Sas, storica gara ad invito sui 10 k, che spegnerebbe 74 candeline il prossimo 3 ottobre.

Questo il comunicato completo del comitato organizzatore

Cari runner 

abbiamo continuato a credere di poter organizzare la 10a edizione della Trento Half Marathon del 4 ottobre. Con ottimismo abbiamo coltivato la speranza di poter tornare a correre tutti insieme. Ora con rincrescimento dobbiamo rassegnarci ad assumere la sofferta decisione di annullare la Trento Half Marathon l’edizione 2020. Avremmo voluto organizzare una 10a edizione col botto, ma resta un sogno. Le ordinanze provinciali vietano ogni pubblica manifestazione fino al 14 ottobre. Siamo consapevoli della situazione e riteniamo giusto che prima di tutto sia da salvaguardare la salute dei nostri concittadini e dei runner. Siamo rimasti con le dita incrociate, nel tempo sospeso da marzo ad oggi, fiduciosi di poter tornare alla normalità, ma non sono solo le condizioni sanitarie ora che ci convincono a non tergiversare oltre.  Evitiamo ogni una discussione fra audaci e prudenti, che per noi resta, nel serraglio di vecchie inesauste futili abitudini in relazione alla pandemia e alla ripartenza. Il Trento Running Festival vuol essere prima di tutto una festa per tutti i partecipanti. Lo è durante la preparazione, con il Corri per Trento del Marathon per i trentini, lo è per chi viene da fuori a gareggiare e godere della scenografia della città, lo è la gara e per molti ancora di più il dopo con abbracci e amicizie che si consolidano nel terzo tempo con il pasta party e le premiazioni. Il sogno, le speranze oggi si infrangono, perché oltre l’imperscrutabile situazione sanitaria viene ormai meno il tempo per poter adempiere compiutamente agli impegni, anche finanziari, che la manifestazione impone. Il comitato aveva sospeso le iscrizioni dal 1° maggio e agli iscritti, che verranno contattati verrà offerta, a discrezione, la possibilità del rimborso o del trasferimento dell’iscrizione ad una edizione successiva.

Vogliamo concludere con un arrivederci a tutti i runner per la 10a Trento Half Marathon al 3 ottobre 2021 con l’impegno a farne un’edizione superba e con la speranza di vedervi numerosi a correre su un percorso rinnovato e super veloce e per il ritorno a una grande festa in una manifestazione che vorremmo da record. 

 Un saluto sportivo dal comitato Organizzatore

ASD Città di Trento

 

www.trentorunningfestival.it

 

 28 giugno 2020. Ieri c’è stata la tappa numero 14 delle maratone della speranza, erano 11 poi diventate 20, a grande richiesta dei soci del club ma anche tanti che strada facendo hanno apprezzato l’idea del presidente del Club Supermarathon, Paolo Gino.

Doveroso ricordare che tutto è nato dalla voglia di correre comunque (ognuno a modo suo e compatibilmente con le restrizioni) in un periodo difficile, ma soprattutto ha funzionato bene l’idea della raccolta fondi (appena passata quota 31.000 euro!).

Il calendario sin dall’inizio prevedeva tutte quelle gare che non si potevano fare, diciamo… normalmente. Il via lo ha dato la “Milano resisti marathon” (Milano Marathon), l’ultima doveva essere “Suviana Suchefinita” (maratona del lago di Suviana). Invece il circuito si chiuderà il 9 agosto sul lago d’Orta, con le due tappe “lago d’Orta forever” e “20 di speranza, 20 di dono”, ed è bello che sia così, perché proprio da quelle parti si corre da anni la Orta 10in10 (ma anche 20in20), una kermesse aperta a tutti su distanze che vanno dai 10 chilometri alla Ultra di 57. Ed è ancora più bello perché ad organizzarla è proprio il Club Super Marathon.

Quest’anno sul lago dorato potrebbe essere più difficile correre, ma si confida di riuscire a farlo e le speranze aumentano giorno dopo giorno, di pari passo col miglioramento della situazione generale, un fatto ormai accertato. In ogni caso è certo che in diversi si ritroveranno sul percorso, almeno individualmente. Un bel percorso (ho avuto modo di correrci varie volte, proprio durante la Orta10in10), peraltro attrezzato di fontanelle per cui non è nemmeno difficile farla in autosufficienza.

La tappa odierna prevedeva la “Pistoia Abetone mon amour”, è stata una special edition che ha coinvolto numerose autorità locali. Presenti, tra gli altri, Giordani Chiappelli, che ha corso tutte le 44 edizioni della Pistoia-Abetone. Decisamente apprezzabile l’iniziativa del Comitato Promotore della Ultramaratona Pistoia-Abetone, che ha voluto promuovere una raccolta fondi a favore dell’ospedale di San Marcello Pistoiese (cittadina dove è situato uno dei traguardi intermedi della gara, al km 30).  La gara virtuale prevedeva le consuete distanze, 30 e 50 chilometri, invece i dislivelli richiesti erano addolciti rispetto alla versione originale, rispettivamente 500 e 750 metri positivi.

Prossima tappa il 5 luglio “i conti tornano” (la sei ore dei conti e poi a seguire tutte le altre. Il traguardo più bello sarà quello di raggiungere i 41.195 euro di fondi raccolti perché, come è giusto ricordare, l’intera iniziativa è nata proprio per la passione e la voglia di aiutare concretamente l’emergenza sanitaria.    

 
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Insieme alla pista tornano le corse in montagna, in effetti questa del Trofeo Ciolo è la prima dopo il lockdown. Le restrizioni non hanno scoraggiato gli organizzatori dell’Atletica Capo di Leuca, che dopo il bel campionato del mondo WMRA (World Mountain Running Association) del 2019 svoltosi proprio su questo percorso, hanno voluto dare continuità ad una manifestazione sempre più apprezzata nel corso degli anni.

Un’edizione che si è inevitabilmente svolta in condizioni diverse, per soddisfare le regole anti-covid: partenze a cronometro, un atleta ogni 30 secondi con l’ordine stabilito in base al tempo di accredito (sui 10 km), ciò ha evitato al massimo ricongiungimenti e sorpassi. Il percorso, rispetto a quello tradizionale, è stato sostanzialmente invertito e su giro unico, per un totale di 4550 metri (dislivello 264 positivo e 142 negativo), ma è rimasto ugualmente spettacolare; tracciato chiuso al traffico e al pubblico, con ritiro pettorali programmato; pacco gara che, tra le altre cose, conteneva una mascherina personalizzata della manifestazione (una seconda veniva consegnata all’arrivo). Ristoro finale con liquidi/solidi in busta chiusa. Erano 200 gli iscritti, 190 i classificati, numeri bassi in rapporto a quelli storici del Trofeo Ciolo, certamente influenzati dalla situazione generale; in parte può anche avere inciso la mancanza del certificato medico, scaduto durante il lock down e non rinnovato per tempo (la manifestazione è rimasta incerta fino a pochi giorni prima).

Per quanto riguarda la parte agonistica ha vinto un big di questa specialità, Francesco Puppi (Atl. Valle Brembana), campione europeo e mondiale di corsa in montagna su lunghe distanze, suo il tempo finale di 19:51. Curioso notare che al secondo posto si è classificato il suo allenatore, Tito Tiberti (Free Zone). Completa il podio Emanuele Coroneo (Atl. Corigliano).  Scorrendo la classifica troviamo al quarto posto Gianluca Scarcia (patron del comitato organizzatore) e al sesto posto Paolo Germanetto, responsabile Fidal trail e corsa in montagna.

Tra le donne primo posto per un’atleta tesserata per la società che ha organizzato la manifestazione (Atl. Capo di Leuca), Marta Alò, seguita da Rosa Rella (N.E.S.T.) e Maia Passaseo (N.E.S.T.).

    

 
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Certo che non si può ancora parlare di normalità, ma l’aria respirata al Campo XXV Aprile il 26 giugno infondeva ottimismo, complice la voglia di tutti, atleti, tecnici, addetti ai lavori, giudici inclusi. Gara omologata e quindi tempi validi a tutti gli effetti.

E i risultati non hanno deluso le aspettative: in testa a tutti l’azzurro Chituru Ali, in verità uno specialista sugli ostacoli che ha voluto effettuare dei test sui 150 metri. Aveva cominciato bene a Brusaporto (BG) chiudendo in 15:80, qui addirittura si è migliorato con il tempo di 15:38, miglior prestazione italiana under 23 (Chituru è nella categoria promesse). Molto bene anche Virginia Troiani, vince i 400 metri portando il suo personal best a 53:02 (precedente 53:53, 2018).

Oltre ai 150 e 400 metri si sono corsi gli 800 metri e la staffetta 4 x 100. Per quanto riguarda le restrizioni e limitazioni, corsie occupate alternativamente e disinfezione blocchi dopo ogni partenza. Pubblico (ancora) non ammesso, potevano entrare solo i tecnici e dirigenti, previo controllo della temperatura e firma di un modulo dove si autocertificava la propria condizione. Peccato perché di gente ne era arrivata tanta, che ha finito per assieparsi (assembrarsi) all’ingresso del campo ed in ogni posto all’esterno da dove potesse vedere.

Adesso speriamo in un ulteriore sblocco della situazione, in questo senso il prossimo consiglio federale del 30 giugno potrebbe aprire le porte a diversi meeting. Gli organizzatori, gli atleti e gli appassionati sono in impaziente attesa. Nel frattempo in Lombardia sono già in cantiere diversi meeting, in pratica nel mese luglio si gareggerà ogni fine settimana, a cominciare dal prossimo a Mariano Comense, poi ancora Milano XXV Aprile, Nembro, Casalmaggiore...... C'è tanta voglia di atletica.

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