Resilienti, ma non presi in giro
Leggo l’interessante articolo di Gerardo Settanni che ricorda come il virus sia ancora in agguato e potrebbe portare a “noi sportivi, sacrifici perché dovremmo ancora accettare limitazioni e rinunce. Questa epidemia sta mettendo a dura prova la nostra resilienza, ovvero la capacità di adattarci alle situazioni avverse, e noi sportivi dovremmo essere più preparati degli altri ad adattarci. Ma spesso purtroppo l’incapacità di accettare e trasformare le rinunce e le emozioni spiacevoli porta a negare o a deviare il problema”.
Io non sono uno psicologo e nemmeno un virologo, però capisco il problema, rispetto le regole anche se non mi piacciono. Però se voglio, ho tutto il diritto di contestarle. Le regole sono l’insieme di quanto viene stabilito dagli organi competenti, ma anche dalla loro applicazione e dal sanzionamento di chi non le rispetta.
Quindi se mi si dice che è proibito organizzare una corsa podistica di 10k da 300 persone che magari posso fare partire in gruppi ridotti e poi vedo continuamente:
1) politici amanti dei selfie guancia a guancia con sconosciuti
2) tifosi calciofili che si accalcano per una vittoria
3) spiagge piene
4) la movida in tutte le città
5) discoteche con gente che balla a mezzo metro
6) interviste televisive infarcite di luoghi comuni, peccato che le mascherine latitino
7) luoghi di lavoro non proprio in linea con le disposizioni sanitarie
8) ragazzi che nei parchi giocano pomeriggi interi a calcio / basket
Senza che sostanzialmente nessuno intervenga, mai. Allora diventa difficile capire, non perdere la pazienza, essere resilienti. Io mi sento solo preso in giro. Molto.
Rodolfo Lollini – Redazione Podisti.net
1 commento
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Lunedì, 29 Giugno 2020 08:15
inviato da Antonio
Concordo in pieno! Ormai ci sono situazioni di distanziamento e “mascheramento” forzate e pienoni da movida e feste! Spiagge piene per non parlare di campetti da basket o calcio pieni.... un po’ mi sente preso in giro pure io!!!
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